Ma, tornando alla Lazio, che nel giro di due anni ha visto passare da 40 a 62 milioni il monte ingaggi, si notano incredibili squilibri nel trattamento: Candreva, Ledesma e Gonzalez, che sono tra gli elementi fondamentali della squadra, sono pagati meno di tantissimi panchinari. Gonzalez ad esempio ha un contratto di soli 600 mila euro contro il milione e duecento pagato ad Emerson e i 900 mila pagati a uno come Stankevicius prima della sua vendita in Turchia.
Fa sensazione che Mauri e Sculli abbiano lo stesso ingaggio: un milione, con un'abisssale differenza di rendimento. Cavanda guadagna 300 mila euro, Onazi appena 200 mila, meno di tutti! E pensare che Alfaro ne guadagna 600 mila, come Pereirinha, mentre Ciani arriva a superare anche Mauri, con un milione e 100 mila. Chi è che stabilisce queste cifre? Non esiste una valutazione preventiva dei giocatori?
Simili disparità sono fatte per creare zizzania, come fu in passato per Diakité e come è ancora con Cavanda, che solo con la buona volontà e con la speranza di vedersi trattato un po' meglio è rientrato all'ovile, disposto a risalire la corrente.
Lotito e Tare dovrebbero stare molto più attenti a questo discorso, e dovrebbe comunque esserci un organo di consultazione per evitare discrepanze e dislivelli di partenza. E' vero che un giocatore come Candreva, acquistato in emergenza, nel giro di due anni è riuscito a salire a grandi livelli internazionali, ma una società seria, al termine di ogni stagione, dovrebbe rivedere la stima dei singoli giocatori in base al loro rendimento in campo, e creare un'apposita commissione di valutazione senza lasciarla al criterio di un singolo.
Dividendo infatti i 62 milioni di spesa totale della Lazio per i 25 giocatori della rosa titolare, viene una media di circa 2 milioni e mezzo d'ingaggio per giocatore, che ci sembra troppo alta, e soprattutto tale da ingenerare una serie di malcontenti per le evidenti ingiustizie.
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