Il drago, pian piano, riprese la via verso la caverna, sulla cima della montagna, dove con calma portò nel suo covo la povera bambina.
Quando il fratello Giacomino giunse sul pascolo, trovò il gregge completamente sbandato e in preda a un evidente terrore. Cercò la sorella, e ben presto vide strisce di sangue, e riconobbe i brandelli del suo scialle verde. La terra, intorno, era smossa come se vi fossero passate le smisurate zampe di qualche enorme animale sconosciuto.
Giacomino prese a urlare, pieno di terrore, seguì per un po' le tracce di sangue della bambina, e vide che finivano all'interno del bosco, i cui alberi apparivano squassati e in parte abbattuti. Doveva trattarsi di una enorme belva feroce. Il bambino, tra le lagrime, non poté fare altro che radunare il piccolo gregge e ricondurlo pian piano, sempre piangendo, fino al paese.
Lo incontrarono tre o quattro contadini, che lessero il terrore nei suoi occhi. - Un mostro... un enrome bestione...Mia sorella è stata uccisa e portata via. Ho visto il suo sangue e tracce dei suoi vestiti - rispondeva a fatica il bambino alla gente spaventata che lo interrogava.
In breve tutto il paese fu messo in allarme. Dal campanile della chiesa cominciarono a rintoccare le campane coi suoni lugubri di un funerale. I genitori di Giacomino accolsero il bambino tra i pianti disporati, e lo abbracciarono per cercare di calmarlo, ma i più disperati erano loro nel conoscere la straziante fine di Rosetta.
Qui Lazio by Luigi Jadicicco raccoglie tutti i laziali, a cominciare da quelli dei nostri paesi che sono orgogliosi di far parte di una terra ricca di gloria, di arte e di storia. Con loro i tifosi della Lazio, prima squadra di calcio di Roma. Degli amati paesi laziali trattiamo tutti i problemi, le attese, le speranze.
lunedì 30 settembre 2013
Ferentino: una delegazione cinese
Interesse, in Cina, per la cultura italiana, e in particolare per la città di Ferentino, che sabato 28 settembre ha ricevuto la visita di una delegazione della grande città cinese di Taizhou, sei milioni di abitanti.
Il sindaco di Taizhou, Zhang Bing, e cinque rappresentanti della Frayin International, società italo-cinese, sono stati accolti dal sindaco di Ferentino, Antonio Pompeo, e dagli assessori Gargani e Bacchi, che hanno dato agli ospiti il benvenuto della città, scambiandosi doni significativi: un pannello artistico con lo stemma di Ferentino e un magnifico foulard di seta illustrante i monumenti più significativi della città cinese.
Gli ospiti hanno visitato, ammirati, le antiche strutture storiche di Ferentino, che già l'anno scorso ha ricevuto la visita dell'ambasciatore della Corea del Sud, e venerdì prossimo accoglierà un'altra delegazione cinese.
Alcune studentesse cinesi sono iscritte all'Accademia delle Belle Arti, corso di Fashion Design, a Ferentino.
Il sindaco di Taizhou, Zhang Bing, e cinque rappresentanti della Frayin International, società italo-cinese, sono stati accolti dal sindaco di Ferentino, Antonio Pompeo, e dagli assessori Gargani e Bacchi, che hanno dato agli ospiti il benvenuto della città, scambiandosi doni significativi: un pannello artistico con lo stemma di Ferentino e un magnifico foulard di seta illustrante i monumenti più significativi della città cinese.
Gli ospiti hanno visitato, ammirati, le antiche strutture storiche di Ferentino, che già l'anno scorso ha ricevuto la visita dell'ambasciatore della Corea del Sud, e venerdì prossimo accoglierà un'altra delegazione cinese.
Alcune studentesse cinesi sono iscritte all'Accademia delle Belle Arti, corso di Fashion Design, a Ferentino.
Non è facile essere Hernanes
Anderson Hernanes non è mai stato un fenomeno di continuità. Con Reja veniva sostituito tre volte su quattro prima che finisse la partita, un po' per risparmiarlo e molto perchè il tecnico, insoddisfatto, non riusciva quasi mai a trovare per lui la posizione giusta.
Con Petkovic le cose sono leggermente migliorate l'anno scorso, quando a fine stagione Hernanes risultò, da centrocampista, il secondo cannoniere della Lazio con 14 gol contro i sedici di Klose, mentre nella stagione precedente i gol di Klose erano stati ugualmente 16 e quelli di Hernanes soltanto 11, con un leggero calo rispetto alla stagione di esordio, 2011-12, quando Hernanes risultò addirittura il capocannoniere della Lazio con 12 gol, contro i 9 di Zarate e gli 8 di Floccari.
In tre stagioni, dunque, Anderson Hernanes ha segnato nella Lazio la bellezza di 39 gol, 12+11+14+2, aggiungendo le due reti segnate in questa incipiente stagione. Si sa, le somme si tirano all'ultimo, ma bisogna riconoscere che, con questi 39 gol, Hernanes è entrato nella storia della Lazio come il miglior cannoniere degli ultimi quattro campionati, pur non essendo un attaccante.
Da Hernanes non bisogna aspettarsi che sia un fenomeno di continuità, ma che dai suoi sprazzi di bel gioco escano fuori capolavori di realizzazione, di cui la Lazio alla fine si è giovata per la conquista di una Coppa Italia e la presenza in tre edizioni consecutive dell'Europa League, guarda caso in coincidenza con la partecipazione di Hernanes.
Hernanes non è un fenomeno di continuità, e lo vediamo anche nelle sue risposte alla chiamata nella nazionale brasiliana, dove è sempre presente anche se spesso discusso. Nella Lazio, forse il giocatore appare deluso perché gli è mancato il grande trasferimento ed è in ballo la sua possibilità di rinnovo del contratto. Questo acuisce la sua discontinuità. Ma di un uomo come Hernanes, al termine di ogni stagione, la Lazio non può davvero fare a meno, perchè perderebbe un buon cinquanta per cento delle sue capacità realizzative e delle sue potenzialità di fare spettacolo.
Con Petkovic le cose sono leggermente migliorate l'anno scorso, quando a fine stagione Hernanes risultò, da centrocampista, il secondo cannoniere della Lazio con 14 gol contro i sedici di Klose, mentre nella stagione precedente i gol di Klose erano stati ugualmente 16 e quelli di Hernanes soltanto 11, con un leggero calo rispetto alla stagione di esordio, 2011-12, quando Hernanes risultò addirittura il capocannoniere della Lazio con 12 gol, contro i 9 di Zarate e gli 8 di Floccari.
In tre stagioni, dunque, Anderson Hernanes ha segnato nella Lazio la bellezza di 39 gol, 12+11+14+2, aggiungendo le due reti segnate in questa incipiente stagione. Si sa, le somme si tirano all'ultimo, ma bisogna riconoscere che, con questi 39 gol, Hernanes è entrato nella storia della Lazio come il miglior cannoniere degli ultimi quattro campionati, pur non essendo un attaccante.
Da Hernanes non bisogna aspettarsi che sia un fenomeno di continuità, ma che dai suoi sprazzi di bel gioco escano fuori capolavori di realizzazione, di cui la Lazio alla fine si è giovata per la conquista di una Coppa Italia e la presenza in tre edizioni consecutive dell'Europa League, guarda caso in coincidenza con la partecipazione di Hernanes.
Hernanes non è un fenomeno di continuità, e lo vediamo anche nelle sue risposte alla chiamata nella nazionale brasiliana, dove è sempre presente anche se spesso discusso. Nella Lazio, forse il giocatore appare deluso perché gli è mancato il grande trasferimento ed è in ballo la sua possibilità di rinnovo del contratto. Questo acuisce la sua discontinuità. Ma di un uomo come Hernanes, al termine di ogni stagione, la Lazio non può davvero fare a meno, perchè perderebbe un buon cinquanta per cento delle sue capacità realizzative e delle sue potenzialità di fare spettacolo.
domenica 29 settembre 2013
Lazio: prima luci, poi ombre, primo punto fuori casa col Sassuolo, 2-2 con Dias e Candreva
La Lazio ha preso il primo punto in trasferta, sul campo del Sassuolo. Una partita difficile, con il fanalino di coda in grande risveglio, e deciso a conquistare la vittoria.
La squadra di Petkovic si è battuta con decisione, resistendo alla pressione degli emiliani per tutto il primo tempo, e poi dando l'impressione di poter domare l'avversario schiodando il punteggio con un colpo di testa di Dias all'inizio della ripresa e poi vedendo la possibilità di portare a casa i tre punti con una bella rete del neocannoniere Candreva.
Ma il Sassuolo ha reagito con grande vigore, riducendo immediatamente le distanze con Schelotto e poi riuscendo ad agguantare un prestigioso pareggio con una bella punzione di Floro Flores sulla quale Marchetti non è riuscito a fare il miracolo.
Qui sono venute fuori le ombre della Lazio, che ha tremato in difesa e ha dovuto stringere i denti nel finale contro la squadra di Di Francesco decisa a battersi per la prima vittoria, confermando pienamente la grande prestazione di Napoli. Un Sassuolo tirato a nuovo, che ha intenzione di risalire in classifica.
Per la Lazio, dunque, note discordanti, ma nel complesso la prestazione va considerata accettabile. Il sesto posto in classifica è stato difeso, l'opportunità di migliorare rimane nelle prospettive di Petkovic, che deve lavorare molto per migliorare ancora in attesa dei rientri di grandi giocatori come Klose, Radu e Mauri.
Ma ora si deve pensare alla durissima trasferta di Trabzon giovedì prossimo: anche in Turchia la Lazio deve dimostrare di sapersi battere con vigore lontano dall'Olimpico.
La squadra di Petkovic si è battuta con decisione, resistendo alla pressione degli emiliani per tutto il primo tempo, e poi dando l'impressione di poter domare l'avversario schiodando il punteggio con un colpo di testa di Dias all'inizio della ripresa e poi vedendo la possibilità di portare a casa i tre punti con una bella rete del neocannoniere Candreva.
Ma il Sassuolo ha reagito con grande vigore, riducendo immediatamente le distanze con Schelotto e poi riuscendo ad agguantare un prestigioso pareggio con una bella punzione di Floro Flores sulla quale Marchetti non è riuscito a fare il miracolo.
Qui sono venute fuori le ombre della Lazio, che ha tremato in difesa e ha dovuto stringere i denti nel finale contro la squadra di Di Francesco decisa a battersi per la prima vittoria, confermando pienamente la grande prestazione di Napoli. Un Sassuolo tirato a nuovo, che ha intenzione di risalire in classifica.
Per la Lazio, dunque, note discordanti, ma nel complesso la prestazione va considerata accettabile. Il sesto posto in classifica è stato difeso, l'opportunità di migliorare rimane nelle prospettive di Petkovic, che deve lavorare molto per migliorare ancora in attesa dei rientri di grandi giocatori come Klose, Radu e Mauri.
Ma ora si deve pensare alla durissima trasferta di Trabzon giovedì prossimo: anche in Turchia la Lazio deve dimostrare di sapersi battere con vigore lontano dall'Olimpico.
Gorga - Colleferro: la notte delle stelle
Gorga, con il suo osservatorio astronomico, è stata ieri al centro della "notte europea dei ricercatori". Nel piccolo "paese delle stelle" si sono dati convegno scienziati ed astronomi con il Gruppo Astrofili dei Monti Lepini, in collaborazione con il sindaco Nadia Cipriani, la Pro Loco di Gorga, il liceo scintifico "G. Marconi" di Colleferro e l'azienda AVIO pure di Colleferro, la vicina "città dello spazio".
L'osservatorio è stato aperto liberamente al pubblico a partire dalle 20 fino alla mezzanotte, grazie alla disponibilità degli studenti "astrofili". I responsabili dell'AVIO hanno illustrato il programma VEGA con la dr. Giovanna Volpato e l'ingegner Manrico Mastria.
La serata scientifica ha incontrato un vivo successo.
L'osservatorio è stato aperto liberamente al pubblico a partire dalle 20 fino alla mezzanotte, grazie alla disponibilità degli studenti "astrofili". I responsabili dell'AVIO hanno illustrato il programma VEGA con la dr. Giovanna Volpato e l'ingegner Manrico Mastria.
La serata scientifica ha incontrato un vivo successo.
Lazio: alla scoperta di Brayan Perea
Stavolta Petkovic non sembra avere esitazioni: è arrivato il momento del lancio di Brayan Perea, già sperimentato positivamente negli ultimi venti minuti di Lazio-Catania.
Il ventenne attaccante colombiano sembra avere le caratteristiche richieste da Petkovic: si allunga in avanti con la sua gran velocità da contropiedista, crea spazio per i centrocampisti da gol di cui la Lazio abbonda, gli Hernanes, i Candreva, gli Ederson, i Lulic, e così le possibilità della squadra aumentano.
In assenza di Klose, Perea appare per questo l'uomo giusto, mentre Floccari è più uomo di manovra e di ragionamento e meno punta. Non sarò facile contro la difesa del Sassuolo, colpita a morte dai veloci attacchi dell'Inter ma rimasta bene in piedi al San Paolo di Napoli contro la capolista di Benitez, un pareggio strameritato che ha fatto gridare al miracolo.
Oggi per la Lazio sarà dunque un compito molto difficile, e se davvero la squadra di Petkovic proverà a invertire la rotta delle sconfitte in serie in trasferta, molto dipenderà proprio da come Brayan Perea sarà in grado di prendere in pugno la situazione.
Nel ballottaggio con Floccari, il ragazzo colombiano, fornito anche del senso del gol, appare favorito, e con lui la Lazio punterà sulla freschezza atletica che gli arriva anche da Pereirinha, da Cavanda e da Ederson, le tre sorprese di questa prima parte di campionato in una squadra che finora ha detto ben poco di nuovo rispetto alla stagione scorsa, stessi uomini stessi risultati, buoni in casa pessimi in trasferta. A questi ragazzi, Perea, Pereirinha, Cavanda ed Ederson, sono legate le speranze di vedere fin da oggi a Modena un cambiamento di rotta.
Il ventenne attaccante colombiano sembra avere le caratteristiche richieste da Petkovic: si allunga in avanti con la sua gran velocità da contropiedista, crea spazio per i centrocampisti da gol di cui la Lazio abbonda, gli Hernanes, i Candreva, gli Ederson, i Lulic, e così le possibilità della squadra aumentano.
In assenza di Klose, Perea appare per questo l'uomo giusto, mentre Floccari è più uomo di manovra e di ragionamento e meno punta. Non sarò facile contro la difesa del Sassuolo, colpita a morte dai veloci attacchi dell'Inter ma rimasta bene in piedi al San Paolo di Napoli contro la capolista di Benitez, un pareggio strameritato che ha fatto gridare al miracolo.
Oggi per la Lazio sarà dunque un compito molto difficile, e se davvero la squadra di Petkovic proverà a invertire la rotta delle sconfitte in serie in trasferta, molto dipenderà proprio da come Brayan Perea sarà in grado di prendere in pugno la situazione.
Nel ballottaggio con Floccari, il ragazzo colombiano, fornito anche del senso del gol, appare favorito, e con lui la Lazio punterà sulla freschezza atletica che gli arriva anche da Pereirinha, da Cavanda e da Ederson, le tre sorprese di questa prima parte di campionato in una squadra che finora ha detto ben poco di nuovo rispetto alla stagione scorsa, stessi uomini stessi risultati, buoni in casa pessimi in trasferta. A questi ragazzi, Perea, Pereirinha, Cavanda ed Ederson, sono legate le speranze di vedere fin da oggi a Modena un cambiamento di rotta.
sabato 28 settembre 2013
La collana verde: 4. Il terrore di Rosetta
Rosetta, una giovane pastorella, stava sola sul pascolo con il suo gregge di una ventina di pecore. Era una bella giornata di sole, ed erano soltanto le otto del mattino. La fanciulla era stata mandata dal padre per quel lavoro così duro per una adolescente di sedici anni. In paese c'erano le scuole, ma il padre Oreste ignorava il fatto: non aveva mandato a istruirsi nessuno dei suoi otto figli, li aveva costretti tutti a lavorare nei campi o sui pascoli, avevano dovuto tutti guadagnarsi il loro pezzo di pane.
I figli di Oreste erano cresciuti tutti sereni e senza soffrire troppo. Altrettanto aveva fatto fino ad allora Rosetta.
Stava guardando da lontano le case del paese, da molte delle quali usciva un filo di fumo. La mamma Maddalena stava sicuramente già preparando il pranzo per la famiglia numerosa, una buona minestra di verdure e di pasta fatta in casa. Rosetta già pregustava la sua scodella di minestra saporita per quando sarebbe tornata a casa, e le avrebbe dato il cambio al pascolo il fratello minore, Giacomino, di dodici anni.
D'un tratto, da dietro il folto bosco di castagni, Rosetta sentì la terra tremare, come scossa da un passo gigantesco. Le pecore presero a belare spaventate. Ed ecco sbucare dal bosco la cresta verde di un mostro, e poi la testa intera, e dall'enorme bocca spalancata uscivano fiamme spaventose, e un pauroso barrito si sparse per la campagna.
Rosetta cadde a terra tramortita, ma il mostro l'aveva individuata come la preda più grande, ignorando le pecore, e l'afferrò con le sue orribili fauci. Il drago si girò lentamente, stringendo il corpicino della fanciulla tra i denti smisurati, lasciando sul terreno vistose tracce di sangue e brandelli di vestiti strappati.
I figli di Oreste erano cresciuti tutti sereni e senza soffrire troppo. Altrettanto aveva fatto fino ad allora Rosetta.
Stava guardando da lontano le case del paese, da molte delle quali usciva un filo di fumo. La mamma Maddalena stava sicuramente già preparando il pranzo per la famiglia numerosa, una buona minestra di verdure e di pasta fatta in casa. Rosetta già pregustava la sua scodella di minestra saporita per quando sarebbe tornata a casa, e le avrebbe dato il cambio al pascolo il fratello minore, Giacomino, di dodici anni.
D'un tratto, da dietro il folto bosco di castagni, Rosetta sentì la terra tremare, come scossa da un passo gigantesco. Le pecore presero a belare spaventate. Ed ecco sbucare dal bosco la cresta verde di un mostro, e poi la testa intera, e dall'enorme bocca spalancata uscivano fiamme spaventose, e un pauroso barrito si sparse per la campagna.
Rosetta cadde a terra tramortita, ma il mostro l'aveva individuata come la preda più grande, ignorando le pecore, e l'afferrò con le sue orribili fauci. Il drago si girò lentamente, stringendo il corpicino della fanciulla tra i denti smisurati, lasciando sul terreno vistose tracce di sangue e brandelli di vestiti strappati.
Fiuggi: un ghetto millenario
Il Ghetto ebraico di Anticoli - è il vecchio nome di Fiuggi - risale al 1183, poco meno di mille anni. La mezuzah del Murello risale al 1200, la Menorah di via del Macello al 1400.
Fiuggi partecipa così, assieme a 66 località italiane e a 26 paesi europei, alle manifestazioni della 14.ma edizione dela "Giornata della cultura ebraica".
Il tema "Ebraismo e Natura" è il filo conduttore dell'iniziativa presa a Fiuggi dalla "Biblioteca della Shoah - Il novecento e le sue storie".
Domani, domenica 29 settembre, alle ore 18, visita guidata al Ghetto di Anticoli, alle 19.30 in piazza Trento e Trieste sarò piantato un albero di ulivo in nome della pace e dell'ecologia.
Alle 19, proiezione al Palazzo della Fonte di un docufilm di Nicolò Tedeschi dedicato al Ghetto di Anticoli.
Fiuggi partecipa così, assieme a 66 località italiane e a 26 paesi europei, alle manifestazioni della 14.ma edizione dela "Giornata della cultura ebraica".
Il tema "Ebraismo e Natura" è il filo conduttore dell'iniziativa presa a Fiuggi dalla "Biblioteca della Shoah - Il novecento e le sue storie".
Domani, domenica 29 settembre, alle ore 18, visita guidata al Ghetto di Anticoli, alle 19.30 in piazza Trento e Trieste sarò piantato un albero di ulivo in nome della pace e dell'ecologia.
Alle 19, proiezione al Palazzo della Fonte di un docufilm di Nicolò Tedeschi dedicato al Ghetto di Anticoli.
La Lazio andava come un treno, in trasferta: perchè questo strano cambiamento di rotta?
Se ci limitiamo ad analizzare la Lazio di Petkovic, vedremo che l'anno scorso i biancocelesti cominciarono il campionato con due successi in trasferta. 1-0 a Bergamo, 3-1 sul terreno del Chievo. Dopo la brutta trasferta di Napoli, con una Lazio ingenua e sprovveduta infilzata per 0-3, ecco di nuovo una vittoria in trasferta, 3-0 a Pescara. Dunque, tre vittorie in trasferta sulle prime quattro. Niente male!
Ma, da quel momento, la Lazio non ne ha indovinata una. A Firenze 0-2, a Catania addirittura 0-4, una vera catastrofe. Poi un piccolo tentativo di ripresa: 0-0 sul terreno della Juventus, 0-0 a Bologna, finalmente una vittoria a Marassi, 1-0 alla Sampdoria, e un 2-2 a Palermo all'inizio del girone di ritorno.
Poi comincia la parabola di nuove sconfitte: 2-3 a Genova contro i rossoblu, uno spaventoso 0-3 a Siena, uno schiacciante 0-3 al Meazza con il Milan, 0-1 a Torino contro i granata sotto la neve, un pareggio 1-1 nel derby sul terreno della Roma, 0-1 a Udine, 0-0 a Parma, un guizzo vittorioso al Meazza, 3-1 con l'Inter, e infine ultima sconfitta 0-1 a Trieste contro il Cagliari, dove chiudemmo mestamente il campionato cedendo il sesto posto alla Roma.
Totale: la parabola nera cominciò a Firenze, e da allora, su quindici trasferte, la Lazio ha vinto due sole partite, quelle con la Sampdoria e con l'Inter, pareggiandone cinque (Juventus, Bologna, Palermo, Roma, Parma) e perdendo tutte le altre, la bellezza di otto ( Firenze, Catania, Genoa, Siena, Milan, Torino, Udinese, Cagliari), una serie impressionante con diciotto reti subite e appena due segnate.
Da allora è cominciato il declino della nostra difesa, un reparto vecchio e non rinnovato da anni,
che a fine stagione incassò ben 42 gol, anche se bisogna ricordare che l'anno precedente ne aveva subiti 47, ma con Reja le vittorie in trasferta erano state la bellezza di otto contro le cinque di Petkovic.
Con l'allenatore di Serajevo la Lazio è diventata più una squadra di casa che di trasferta, con 13 vittorie all'Olimpico su 19 partite, e ben 35 gol casalinghi su un totale di 51. Ma questo buon comportamento all'Olimpico è stato pagato da una chiara flessione in trasferta, indice di una difesa tutta da registrare. Per fortuna, in tempi recenti sono arrivati rinforzi giovani come Cavanda, Pereirinha, Cana, Novaretti, Elez e Vinicius, con i quali finalmente svecchiare un reparto che mostra le rughe. Ma sarebbe servito almeno un grande difensore centrale.
Ma, da quel momento, la Lazio non ne ha indovinata una. A Firenze 0-2, a Catania addirittura 0-4, una vera catastrofe. Poi un piccolo tentativo di ripresa: 0-0 sul terreno della Juventus, 0-0 a Bologna, finalmente una vittoria a Marassi, 1-0 alla Sampdoria, e un 2-2 a Palermo all'inizio del girone di ritorno.
Poi comincia la parabola di nuove sconfitte: 2-3 a Genova contro i rossoblu, uno spaventoso 0-3 a Siena, uno schiacciante 0-3 al Meazza con il Milan, 0-1 a Torino contro i granata sotto la neve, un pareggio 1-1 nel derby sul terreno della Roma, 0-1 a Udine, 0-0 a Parma, un guizzo vittorioso al Meazza, 3-1 con l'Inter, e infine ultima sconfitta 0-1 a Trieste contro il Cagliari, dove chiudemmo mestamente il campionato cedendo il sesto posto alla Roma.
Totale: la parabola nera cominciò a Firenze, e da allora, su quindici trasferte, la Lazio ha vinto due sole partite, quelle con la Sampdoria e con l'Inter, pareggiandone cinque (Juventus, Bologna, Palermo, Roma, Parma) e perdendo tutte le altre, la bellezza di otto ( Firenze, Catania, Genoa, Siena, Milan, Torino, Udinese, Cagliari), una serie impressionante con diciotto reti subite e appena due segnate.
Da allora è cominciato il declino della nostra difesa, un reparto vecchio e non rinnovato da anni,
che a fine stagione incassò ben 42 gol, anche se bisogna ricordare che l'anno precedente ne aveva subiti 47, ma con Reja le vittorie in trasferta erano state la bellezza di otto contro le cinque di Petkovic.
Con l'allenatore di Serajevo la Lazio è diventata più una squadra di casa che di trasferta, con 13 vittorie all'Olimpico su 19 partite, e ben 35 gol casalinghi su un totale di 51. Ma questo buon comportamento all'Olimpico è stato pagato da una chiara flessione in trasferta, indice di una difesa tutta da registrare. Per fortuna, in tempi recenti sono arrivati rinforzi giovani come Cavanda, Pereirinha, Cana, Novaretti, Elez e Vinicius, con i quali finalmente svecchiare un reparto che mostra le rughe. Ma sarebbe servito almeno un grande difensore centrale.
venerdì 27 settembre 2013
Colleferro: cento voci in coro per Verdi
Domenica 29 settembre, a Colleferro, parrocchia dell'Immacolata, con inizio alle ore 21, si terrà un grande concerto vocale intitolato "Cento voci per Giuseppe Verdi".
Le polifoniche riunite di Colleferro (la G.B.Martini), Grottaferrata, Marano Equo e Bracciano proporranno un ampio programma di musiche verdiane.
Il sindaco di Colleferro Mario Cacciotti e l'assessore Mario Del Prete si sono fatti promotori della bella iniziativa.
Il concerto sarà diretto dal maestro Di Biagio. Tra i brani saranno presentati Va pensiero, il coro dei Lombardi, Libiamo, La donna è mobile, ed altre fra le più famose arie verdiane.
L'ingresso è libero.
Le polifoniche riunite di Colleferro (la G.B.Martini), Grottaferrata, Marano Equo e Bracciano proporranno un ampio programma di musiche verdiane.
Il sindaco di Colleferro Mario Cacciotti e l'assessore Mario Del Prete si sono fatti promotori della bella iniziativa.
Il concerto sarà diretto dal maestro Di Biagio. Tra i brani saranno presentati Va pensiero, il coro dei Lombardi, Libiamo, La donna è mobile, ed altre fra le più famose arie verdiane.
L'ingresso è libero.
Malgrado tutto, Lazio in linea con l'anno scorso
Aveva ragione, Petkovic: tanto allarmismo, in casa Lazio, non era giustificato. Se andiamo a guardare la classifica dell'anno scorso, alla quinta giornata, troveremo la Lazio con gli stessi 9 punti di oggi, frutto di tre vittorie contro Atalanta, Palermo e Chievo, e di due sconfitte, contro Genoa e Napoli. La Lazio era a quattro punti da Juventus e Napoli, esattamente come quest'anno, dove l'unica anomalia è costituita dagli straordinari 15 punti di una Roma che non ti aspetti.
Quest'anno, inoltre, gli avversari che abbiamo affrontato sono stati più forti e importanti: Udinese, Juventus e Roma, un calendario dispettoso che ovviamente a questo punto si addolcisce.
L'anno scorso la Lazio, da questo momento, pian piano spiccò il volo, fino a raggiungere il secondo posto al termine del girone di andata, con ben 39 punti, dietro alla Juventus a quota 44, e davanti a Napoli 37, Inter e Fiorentina 35, Roma 32, Milan 30. Una specie di marcia trionfale, che nulla esclude si possa ripetere anche quest'anno, fatta salva la sorpresa Roma.
Un'altra evidente verità è che in questo campionato la Lazio ha subito una serie impressionante d'infortuni, specialmente in difesa, proprio il reparto più fragile, mentre l'anno scorso, sul piano fisico, le cose stavano andando meravigliosamente: scontammo tutto nel girone di ritorno, quando la terra cominciò a mancarci sotto i piedi.
Anche questo dovrebbe aiutarci a pensare che le cose non potranno non migliorare, soprattutto perché quest'anno i rincalzi non mancano davvero: domenica contro il Catania ne abbiamo messi in campo la bellezza di otto: Pereirinha, Cana, Cavanda, Ciani, Ederson, Onazi, Floccari e Perea, alcuni dei quali hanno costituito una vera e propria sopresa favorevole, come Ederson, Pereirinha e Perea, altro fattore che ci induce a pensare bene e a sperare ancora in un ulteriore miglioramento.
Quest'anno, inoltre, gli avversari che abbiamo affrontato sono stati più forti e importanti: Udinese, Juventus e Roma, un calendario dispettoso che ovviamente a questo punto si addolcisce.
L'anno scorso la Lazio, da questo momento, pian piano spiccò il volo, fino a raggiungere il secondo posto al termine del girone di andata, con ben 39 punti, dietro alla Juventus a quota 44, e davanti a Napoli 37, Inter e Fiorentina 35, Roma 32, Milan 30. Una specie di marcia trionfale, che nulla esclude si possa ripetere anche quest'anno, fatta salva la sorpresa Roma.
Un'altra evidente verità è che in questo campionato la Lazio ha subito una serie impressionante d'infortuni, specialmente in difesa, proprio il reparto più fragile, mentre l'anno scorso, sul piano fisico, le cose stavano andando meravigliosamente: scontammo tutto nel girone di ritorno, quando la terra cominciò a mancarci sotto i piedi.
Anche questo dovrebbe aiutarci a pensare che le cose non potranno non migliorare, soprattutto perché quest'anno i rincalzi non mancano davvero: domenica contro il Catania ne abbiamo messi in campo la bellezza di otto: Pereirinha, Cana, Cavanda, Ciani, Ederson, Onazi, Floccari e Perea, alcuni dei quali hanno costituito una vera e propria sopresa favorevole, come Ederson, Pereirinha e Perea, altro fattore che ci induce a pensare bene e a sperare ancora in un ulteriore miglioramento.
giovedì 26 settembre 2013
Alla Juventus la Supercoppa Primavera: la Lazio perde 2-1 al 91'
Con una rete di Donis al 91', la Juventus ha vinto a Roma la SuperCoppa Primavera contro la Lazio campione d'Italia. La Lazio si è battuta bene, rimontando con Keita un primo gol bianconero di Gerbaudo, ma non ha avuto fortuna, e si è dovuta arrendere proprio all'ultimo minuto.
Klose operato al piede: due settimane di riposo
Miro Klose è stato operato in Germania per un infortunio al piede destro: un intervento leggero, ma ne avrà per almeno due settimane. Petkovic sarà costretto a sostituirlo per tre turni, compresa la partita di Europa League a Trabezon in Turchia il 6 ottobre.
Per l'attacco, l'allenatore potrà disporre di Floccari, Perea e Keita, contando anche sull'apporto dei centrocampisti-cannonieri Candreva, Lulic, Hernanes ed Ederson.
Per l'attacco, l'allenatore potrà disporre di Floccari, Perea e Keita, contando anche sull'apporto dei centrocampisti-cannonieri Candreva, Lulic, Hernanes ed Ederson.
La collana verde: 3. La fame del drago
Il drago aveva trovato una grande grotta proprio al vertice di un monte solitario, e lì si era sistemato per la notte e per tutte le notti successive, sospirando al ricordo del continente lontano da cui proveniva, e dove aveva lasciato, senza sapere come, trascinato dall'uragano, la sua grande famiglia di rettili alati.
Di giorno, il drago si affacciava dalla sua caverna, e andava a caccia di cibo. Non aveva freddo, pur essendo inverno, con le sue fiamme incorporate, ma aveva tanta fame, e cercava qualcosa di corposo per nutrirsi. La prima vittima che incontrò fu un povero scoiattolo persosi tra i rami di un abete, ma non gli bastò, era appena un piccolo antipasto. Cercò allora di meglio nel bosco, e stavolta trovò una piccola famiglia di cinghiali: come lo videro, si misero a urlare pietosamente, ma uno di essi fu vittima della grande fame del drago. Gli altri fuggirono terrorizzati, spargendo per tutto il bosco la notizia di quel grande e pauroso castigatore.
Non lontano dalla caverna del drago era un piccolo paese di montagna. Una contadina, sola nella sua campagna, vide i cinghiali in fuga, e le venne di guardare in alto: lo vide, spaventoso e con l'enorme coda circonfusa di fiamme, e da quel momento il paese non ebbe più pace. Si avvertiva ormai dietro ogni uscio serrato la paura del grande mostro divoratore.
Le campane della chiesa suonarono a morto, e alla gente che si chiedeva il perché di quel suono triste e pieno di sconforto si rispondeva, da parte di chi conosceva la notizia, che il paese ormai non avrebbe più avuto pace. Tutti dovevano avere paura, perché la morte era in agguato.
Di giorno, il drago si affacciava dalla sua caverna, e andava a caccia di cibo. Non aveva freddo, pur essendo inverno, con le sue fiamme incorporate, ma aveva tanta fame, e cercava qualcosa di corposo per nutrirsi. La prima vittima che incontrò fu un povero scoiattolo persosi tra i rami di un abete, ma non gli bastò, era appena un piccolo antipasto. Cercò allora di meglio nel bosco, e stavolta trovò una piccola famiglia di cinghiali: come lo videro, si misero a urlare pietosamente, ma uno di essi fu vittima della grande fame del drago. Gli altri fuggirono terrorizzati, spargendo per tutto il bosco la notizia di quel grande e pauroso castigatore.
Non lontano dalla caverna del drago era un piccolo paese di montagna. Una contadina, sola nella sua campagna, vide i cinghiali in fuga, e le venne di guardare in alto: lo vide, spaventoso e con l'enorme coda circonfusa di fiamme, e da quel momento il paese non ebbe più pace. Si avvertiva ormai dietro ogni uscio serrato la paura del grande mostro divoratore.
Le campane della chiesa suonarono a morto, e alla gente che si chiedeva il perché di quel suono triste e pieno di sconforto si rispondeva, da parte di chi conosceva la notizia, che il paese ormai non avrebbe più avuto pace. Tutti dovevano avere paura, perché la morte era in agguato.
Porciano - Ferentino: nasce un eco-albergo
La Comunità Montana degli Ernici, presidente Achille Bellucci, ha realizzato a Porciano, la pittoresca frazione di Ferentino, un nuovo albergo della capacità di 35 posti letto, ristrutturando un casale di campagna dei principi Colonna con il finanziamento di un milione di euro.
Si tratta di un eco-albergo, in magnifica posizione, al centro delle vie di San Benedetto, della Strada del Vino, dell'olio, dei formaggi e di altri prodotti tipici dei Monti Ernici.
All'inaugurazione erano presenti le autorità della Regione e della Provincia. La cerimonia è stata allietata dalle musiche della Fanfara dei Bersaglieri in congedo di Valmontone.
Il nuovo albergo è la terza importante realizzazione della Milk Land di Paliano.
Si tratta di un eco-albergo, in magnifica posizione, al centro delle vie di San Benedetto, della Strada del Vino, dell'olio, dei formaggi e di altri prodotti tipici dei Monti Ernici.
All'inaugurazione erano presenti le autorità della Regione e della Provincia. La cerimonia è stata allietata dalle musiche della Fanfara dei Bersaglieri in congedo di Valmontone.
Il nuovo albergo è la terza importante realizzazione della Milk Land di Paliano.
Era la Lazio B, ma era in gamba lo stesso
Contro il Catania, Petkovic è stato costretto a mettere in campo una sorta di Lazio B. Erano schierati infatti Cavanda, Ciani, Cana, Pereirinha, Onazi, Ederson, Floccari e poi anche Perea, mentre in panchina rimanevano tutti i giovanissimi: Strakosha, Vinicius, Elez, Crecco, Anderson, Keita: ma questo è già l'avvenire.
- La Lazio è viva - ha detto Petkovic alla fine. Non si è visto mai una squadra produrre tante occasioni da gol, e il nostro tallone d'Achille è proprio questo: cucinare 10 e portare in tavola 3 sole pietanze, e stavolta ci ha detto anche bene. Ederson, Lulic ed Hernanes ci hanno sfamato abbastanza, malgrado tutto. Bisogna insistere e migliorare.
Se facciamo l'elenco degli assenti, ci fa un po' male il cuore. Klose anzitutto, poi Radu, poi Biava, poi Mauri, poi Biglia, poi Dias e Novaretti, e abbiamo tenuto fuori per quasi tutta la partita, per fargli tirare un po' il fiato, Gonzalez ed Hernanes, due dei più spremuti. Staremo a vedere quanti di questi potremo recuperare domenica contro il Sassuolo, che improvvisamente si è scoperto non essere una squadra materasso, ed è andato a imporre un pareggio strameritato in casa della capolista Napoli, facendo tra l'altro anche un bel favore alla Roma e alla Juventus.
Con tre vittorie utilitarie (Udinese Chievo Catania) la Lazio ha racimolato 9 punti in cinque partite, e non sono pochi, quasi la media di due punti a partita, essendosi tolte di dosso già tre partite difficilissime contro Juventus Udinese e Roma. I conti cominciano a tormnare, e se Petkovic continua a giurare che la Lazio è in corsa per la Champions, un motivo deve pur esserci. Dal terzo posto distiamo solo tre punti, che con questo calendario così punitivo non sono poi molti. I conti si fanno alla distanza, e alla distanza la Lazio, con tutti quei titolari fuori causa, potrebbe benissimo rientrare.
Ieri le note più positve sono venute da Ederson, Pereirinha e Perea: quest'ultimo, a quel che si è visto, potrebbe essere la nostra carta più importante per il futuro.
- La Lazio è viva - ha detto Petkovic alla fine. Non si è visto mai una squadra produrre tante occasioni da gol, e il nostro tallone d'Achille è proprio questo: cucinare 10 e portare in tavola 3 sole pietanze, e stavolta ci ha detto anche bene. Ederson, Lulic ed Hernanes ci hanno sfamato abbastanza, malgrado tutto. Bisogna insistere e migliorare.
Se facciamo l'elenco degli assenti, ci fa un po' male il cuore. Klose anzitutto, poi Radu, poi Biava, poi Mauri, poi Biglia, poi Dias e Novaretti, e abbiamo tenuto fuori per quasi tutta la partita, per fargli tirare un po' il fiato, Gonzalez ed Hernanes, due dei più spremuti. Staremo a vedere quanti di questi potremo recuperare domenica contro il Sassuolo, che improvvisamente si è scoperto non essere una squadra materasso, ed è andato a imporre un pareggio strameritato in casa della capolista Napoli, facendo tra l'altro anche un bel favore alla Roma e alla Juventus.
Con tre vittorie utilitarie (Udinese Chievo Catania) la Lazio ha racimolato 9 punti in cinque partite, e non sono pochi, quasi la media di due punti a partita, essendosi tolte di dosso già tre partite difficilissime contro Juventus Udinese e Roma. I conti cominciano a tormnare, e se Petkovic continua a giurare che la Lazio è in corsa per la Champions, un motivo deve pur esserci. Dal terzo posto distiamo solo tre punti, che con questo calendario così punitivo non sono poi molti. I conti si fanno alla distanza, e alla distanza la Lazio, con tutti quei titolari fuori causa, potrebbe benissimo rientrare.
Ieri le note più positve sono venute da Ederson, Pereirinha e Perea: quest'ultimo, a quel che si è visto, potrebbe essere la nostra carta più importante per il futuro.
mercoledì 25 settembre 2013
Una Lazio utilitaria: 3-1 al Catania con Ederson, Lulic ed Hernanes
Una Lazio essenziale, pochi fronzoli e molta sostanza, si è sbarazzata del Catania con un punteggio perentorio, anche se gli etnei non si sono mai arresi, nemmeno quando sono rimasti in dieci a metà ripresa per l'espulsione di Bellusci.
Petkovic aveva gli uomini contati, e ha dovuto ripescare un inatteso Pereirinha per completare la linea dei difensori, una linea di tutte riserve con Cavanda, Cana e Ciani oltre al portoghese.
La Lazio ha schierato a sopresa Ederson al posto di Hernanes, e proprio Ederson ha sbloccato il risultato dopo appena tre minuti, ma dopo soli due minuti un grave errore di Cana ha dato via libera a Barrientos, che si è presenato tutto solo davanti a Marchetti battendolo inesorabilmente.
Tutto da rifare, e non era un gioco facile, anche se il Catania sbandava anch'esso in difesa: solo che gli attaccanti laziali non sapevano approfittarne. Floccari aveva le polveri bagnate, e c'è voluta una caparbia azione di Lulic per riportarci in vantaggio al 38' con un fendente che batteva sul palo finendo in rete.
Vani attacchi della Lazio per ancora mezz'ora. Poi Petkovic sostituiva Floccari con un interessante Perea, finalmente sceso in campo, ed Hernanes prendeva il posto di Ederson, così come Gonzalez subentrava a uno stremato Candreva. Queste mosse davano i loro risultati, la Lazio tornava a insidiare Andujar, e in pieno recupero, al 93', il Profeta si ricordava di essere tale, e consegnava alla Lazio un 3-1 meritato per la lunga pressione, anche se il Catania è riuscito a portare più di qualche insidia alla rete di Marchetti.
Tre punti che fanno classifica e morale. Comunque a Petkovic rimangono ancora parecchi problemi da risolvere.
Petkovic aveva gli uomini contati, e ha dovuto ripescare un inatteso Pereirinha per completare la linea dei difensori, una linea di tutte riserve con Cavanda, Cana e Ciani oltre al portoghese.
La Lazio ha schierato a sopresa Ederson al posto di Hernanes, e proprio Ederson ha sbloccato il risultato dopo appena tre minuti, ma dopo soli due minuti un grave errore di Cana ha dato via libera a Barrientos, che si è presenato tutto solo davanti a Marchetti battendolo inesorabilmente.
Tutto da rifare, e non era un gioco facile, anche se il Catania sbandava anch'esso in difesa: solo che gli attaccanti laziali non sapevano approfittarne. Floccari aveva le polveri bagnate, e c'è voluta una caparbia azione di Lulic per riportarci in vantaggio al 38' con un fendente che batteva sul palo finendo in rete.
Vani attacchi della Lazio per ancora mezz'ora. Poi Petkovic sostituiva Floccari con un interessante Perea, finalmente sceso in campo, ed Hernanes prendeva il posto di Ederson, così come Gonzalez subentrava a uno stremato Candreva. Queste mosse davano i loro risultati, la Lazio tornava a insidiare Andujar, e in pieno recupero, al 93', il Profeta si ricordava di essere tale, e consegnava alla Lazio un 3-1 meritato per la lunga pressione, anche se il Catania è riuscito a portare più di qualche insidia alla rete di Marchetti.
Tre punti che fanno classifica e morale. Comunque a Petkovic rimangono ancora parecchi problemi da risolvere.
Palestrina: sperduti nei boschi di Castel San Pietro
Due ragazzi di Palestrina, di 23 e 29 anni, si sono sperduti nel pomeriggio di ieri nei boschi di Castel San Pietro, dove si erano recati alla ricerca di funghi.
Inoltratisi nei sentieri boschivi, hanno perso l'orientamento e sono entrati in preda al panico.
Per fortuna, avevano con sé il cellulare, col quale sono riusciti a chiamare il 112 per il pronto intervento dei carabinieri.
Dopo alcune ore di ricerca, due pattuglie dei militi sono riucite a rintracciare i due ragazzi ancora in preda al panico. Un pianto liberatorio ha accolto l'arrivo dei carabinieri, che alle 19, dopo due ore di ricerca, li hanno portati in caserma e rifocillati, accompagnandoli infine a casa.
Inoltratisi nei sentieri boschivi, hanno perso l'orientamento e sono entrati in preda al panico.
Per fortuna, avevano con sé il cellulare, col quale sono riusciti a chiamare il 112 per il pronto intervento dei carabinieri.
Dopo alcune ore di ricerca, due pattuglie dei militi sono riucite a rintracciare i due ragazzi ancora in preda al panico. Un pianto liberatorio ha accolto l'arrivo dei carabinieri, che alle 19, dopo due ore di ricerca, li hanno portati in caserma e rifocillati, accompagnandoli infine a casa.
Quagliarella: arriva a gennaio?
Lo stop forzato di Miro Klose contro il Catania rinnova alla Lazio la piaga del mancato acquisto di una grande punta. Il "no" a Yilmaz sta per costare caro. Floccari non sembra avere le polveri asciutte, Keita è ancora troppo bambino, Perea non si sa perché non possa giocare. La Lazio, a questo punto, sta pensando seriamente a un rinforzo per il mercato di gennaio, e il candidato più serio appare Fabio Quagliarella, anni 30, non perfettamente a suo agio nella Juventus che gli preferisce non solo Vucinic, ma anche il discusso Llorente, resosi prezioso con il suo colpo di testa vincente domenica scosa contro il Verona.
L'acquisto di Quagliarella fu l'ultimo tentativo laziale nella campagna chiusa il 2 settembre, tentativo saltato all'ultimo minuto, con il giocatore ormai convinto di trovare spazio nelle file biancocelesti.
La Lazio ci riproverà tra un paio di mesi, anche perché il giocatore ancora aspira a far parte della rosa azzurra per i mondiali, e trovare un posto fisso in una squadra di rilievo come quella biancoceleste sicuramente agevolerebbe le sue speranze.
La Lazio, che nella campagna acquisti ha speso una ventina di milioni, è però riuscita ad equilibrare il bilancio anche grazie ai 13 milioni risparmiati con gli stipendi di Zarate, e quindi può gettare sulla bilancia quella decina di milioni che sarebbero più che sufficienti per assicurarsi l'acquisto di Quagliarella, un attaccante che ama il gol e risce a realizzarne tanti e spettacolari. Sarebbe un acquisto accolto veramente con simpatia dalla platea biancoceleste, sempre più delusa per il mancato arrivo di Burak Yilmaz.
L'acquisto di Quagliarella fu l'ultimo tentativo laziale nella campagna chiusa il 2 settembre, tentativo saltato all'ultimo minuto, con il giocatore ormai convinto di trovare spazio nelle file biancocelesti.
La Lazio ci riproverà tra un paio di mesi, anche perché il giocatore ancora aspira a far parte della rosa azzurra per i mondiali, e trovare un posto fisso in una squadra di rilievo come quella biancoceleste sicuramente agevolerebbe le sue speranze.
La Lazio, che nella campagna acquisti ha speso una ventina di milioni, è però riuscita ad equilibrare il bilancio anche grazie ai 13 milioni risparmiati con gli stipendi di Zarate, e quindi può gettare sulla bilancia quella decina di milioni che sarebbero più che sufficienti per assicurarsi l'acquisto di Quagliarella, un attaccante che ama il gol e risce a realizzarne tanti e spettacolari. Sarebbe un acquisto accolto veramente con simpatia dalla platea biancoceleste, sempre più delusa per il mancato arrivo di Burak Yilmaz.
Miro Klose tra i primi dieci al mondo
Candidati alla conquista del Golden Foot 2013, il premio che il Principato di Monaco organizza ogni anno per stabilire il miglior calciatore al mondo per la stagione, sono dieci calciatori di grande nome, tra cui il laziale Miroslav Klose, cannoniere principe della Nazionale di Germania. Per i calciatori italiani, è èresente Andrea Pirlo. Gli altri otto candidati sono, in ordine alfabetico, Beckham, Casillas, Cristiano Ronaldo, Drogba, Eto'o, Iniesta, Lampard, Trezeguet.
Miro Klose è uno dei più quotati aspiranti all'assegnazione del premio.
L'anno scorso il premio è stato assegnato a Zlatan Ibrahimovic.
Miro Klose è uno dei più quotati aspiranti all'assegnazione del premio.
L'anno scorso il premio è stato assegnato a Zlatan Ibrahimovic.
martedì 24 settembre 2013
Klose salta il Catania: Floccari-Keita dal primo minuto
Miro Klose ha un serio fastidio al piede destro, e vola in Germania a curarsi dal suo medico di fiducia. Perciò contro il Catania, domani sera, non ci sarà, e sarà l'esordio ufficiale di Keita al fianco di Floccari fin dal primo minuto, come già contro il Legia in Europa League.
In difesa recupera in tempo Ciani, ma non ci sarà Konko, ed appare possibile il lancio del giovane terzino sinistro Vinicius, a meno di un arretramento di Lulic o di Gonzalez.
Per il resto, prevista la conferma degli uomini del derby, con Ledesma a protezione della difesa e fiducia in Candreva. Ederson può avanzare la sua candidatura a centrocampo in alternativa a Hernanes, che però alla fine dovrebbe avere il ruolo di trequartista in proiezione offensiva, come sponda per il duo Floccari-Keita.
Petkovic è chiamato alla conquista di tre punti preziosi per dare avvio alla fase di rilancio.
In difesa recupera in tempo Ciani, ma non ci sarà Konko, ed appare possibile il lancio del giovane terzino sinistro Vinicius, a meno di un arretramento di Lulic o di Gonzalez.
Per il resto, prevista la conferma degli uomini del derby, con Ledesma a protezione della difesa e fiducia in Candreva. Ederson può avanzare la sua candidatura a centrocampo in alternativa a Hernanes, che però alla fine dovrebbe avere il ruolo di trequartista in proiezione offensiva, come sponda per il duo Floccari-Keita.
Petkovic è chiamato alla conquista di tre punti preziosi per dare avvio alla fase di rilancio.
La collana verde: 2. La caverna del drago
Un drago viveva in una caverna solitaria, al vertice di una montagna. Era solo, e terribile. Dalle sue fauci uscivano fiamme ardenti; la coda enorme, quando l'agitava, scuoteva il terreno all'intorno, sollevando nugoli di polvere, e quando si ritirava nella sua caverna riusciva a fatica a portarsela dietro e a rinchiudere l'enorme tana con una pietra.
Il drago divorava qualunque tipo di animale incontrasse: scoiattoli, lepri, pecore, cinghiali. Nella zona si era sparsa subito la voce della sua ferocia, e gli animali fuggivano quando vedevano apparire quelle fiamme terribili.
Ancora di più fuggivano gli uomini, da quando una povera pastorella era stata sorpresa in un pascolo solitario, e il drago, anziché accontentarsi della solita pecora, aveva inghiottito senza pietà quella povera creatura. Il padrone del gregge, quando aveva ritrovato le sue pecore terrorizzate, aveva visto delle tracce di sangue della pastorella, che era una sua figlioletta, e aveva pianto per tre giorni la sua scomparsa insieme alla moglie e a tutta la schiera di sette figli. Da allora il terrore si era sparso per tutta la vasta campagna di quel paese lontano, e gli uomini avevano paura ad allontanarsi troppo dalle loro case.
Da dove era venuto, quel drago enorme e solitario? Nessuno lo sapeva. Dopo una notte di tempesta, di fulmini, tuoni, grandine e trombe d'aria, giunto da qualche luogo lontano, era stato visto all'improvviso. Si era avviato per istinto verso la montagna, avanzando nella notte e illuminando il suo cammmino con le fiamme emanate dalle sue fauci, seminando il terrore fra la gente che lo vedeva da lontano.
Il drago divorava qualunque tipo di animale incontrasse: scoiattoli, lepri, pecore, cinghiali. Nella zona si era sparsa subito la voce della sua ferocia, e gli animali fuggivano quando vedevano apparire quelle fiamme terribili.
Ancora di più fuggivano gli uomini, da quando una povera pastorella era stata sorpresa in un pascolo solitario, e il drago, anziché accontentarsi della solita pecora, aveva inghiottito senza pietà quella povera creatura. Il padrone del gregge, quando aveva ritrovato le sue pecore terrorizzate, aveva visto delle tracce di sangue della pastorella, che era una sua figlioletta, e aveva pianto per tre giorni la sua scomparsa insieme alla moglie e a tutta la schiera di sette figli. Da allora il terrore si era sparso per tutta la vasta campagna di quel paese lontano, e gli uomini avevano paura ad allontanarsi troppo dalle loro case.
Da dove era venuto, quel drago enorme e solitario? Nessuno lo sapeva. Dopo una notte di tempesta, di fulmini, tuoni, grandine e trombe d'aria, giunto da qualche luogo lontano, era stato visto all'improvviso. Si era avviato per istinto verso la montagna, avanzando nella notte e illuminando il suo cammmino con le fiamme emanate dalle sue fauci, seminando il terrore fra la gente che lo vedeva da lontano.
Cave: Sgarbi illustra "Nel nome del Figlio"
Vittorio Sgarbi ha illustrato ieri, nel Teatro Comunale di Cave, il suo libro "Nel nome del Figlio"alla presenza di un folto pubblico di studenti del liceo artistico locale "Matisse" e di altri studenti provenienti da Roma.
Prima della presentazione, per due ore Sgarbi ha visitato il bel centro storico di Cave assieme al sindaco Massimo Umbertini, complimentandosi con lui per le pregevoli strutture storiche.
Nell'illustrare la sua più recente pubblicazione, Sgarbi si è servito della proiezione delle più belle immagini dell'arte sulla vita di Cristo, il figlio di Dio che si fece uomo.
Erano presenti le libere associazioni culturali di Cave: Caffé Corretto, Cave in Tour, il Circolo Fotografico e Dimensione Donna.
E' stata una giornata di cultura davvero indimenticabile.
Prima della presentazione, per due ore Sgarbi ha visitato il bel centro storico di Cave assieme al sindaco Massimo Umbertini, complimentandosi con lui per le pregevoli strutture storiche.
Nell'illustrare la sua più recente pubblicazione, Sgarbi si è servito della proiezione delle più belle immagini dell'arte sulla vita di Cristo, il figlio di Dio che si fece uomo.
Erano presenti le libere associazioni culturali di Cave: Caffé Corretto, Cave in Tour, il Circolo Fotografico e Dimensione Donna.
E' stata una giornata di cultura davvero indimenticabile.
Petkovic: più coraggio con i giovani difensori Elez e Vinicius
La difesa della Lazio è un po' arrugginita, perde pezzi ed arranca. Biava e Diaz mostrano gli anni, Novaretti e Ciani anche loro, pur essendo più giovani, fisicamente non sono a posto. Radu è poi il dispiacere più grande che la cattiva sorte poteva darci. Restano in piedi solo Cana e Cavanda, due buoni difensori ancora da rifinire. Dato che la merce disponibile è questa, a Petkovic non resta che avere un grande coraggio e lanciare i soli due giovani disponibili, Elez e Vinicius, un centrale dalle buone risorse fisiche e un difensore di fascia sinistra molto interessante per le caratteristiche tecniche che ricordano Kolarov e Lulic.
Rischiarli entrambi contro il Catania sembra un po' forte, ma utilizzandoli e sperimentandoli a rotazione, qualcosa di buono potrebbe venirne fuori. Petkovic deve avere più coraggio e rischiare, altrimenti rimane con le solite carte tra le mani, e queste carte finora non sono state per niente fortunate. Una serie incredibile di contrattempi sta colpendo la difesa della Lazio, e il vecchio Diaz, una volta una buona risorsa, sembra definitivamente perduto dietro la sua saudade.
La Lazio non è morta, anche contro la Roma ha dimostrato di potersi battere bene, non abbiamo paura che le manchi il tempo di rifarsi e di avanzare in classifica. I cavalli di razza vengono fuori alla distanza, mentre all'inizio di torneo forse alcune squadre stanno facendo la corsa dell'asino, che sembra irresistibile, ma se non hai fondo non arrivi lontano. Lo abbiamo dimostrato proprio noi nel girone di ritorno dello scorso campionato.
La Lazio di oggi, invece, le sue risorse le tiene ancora nascoste, dobbiamo ancora vedere di che stoffa sono fatti Felipe Anderson e Perea, e quanto vale davvero Keita. Lo stesso discorso dovrebbe valere perciò per i giovani della difesa, Elez e Vinicius, ma se non riusciamo a sperimentarli oggi che c'è spazio, mi chiedo quando potremo farlo.
Tanto, la Lazio non deve lottare per lo scudetto, e se perde un po' di terreno potrà sempre recuperarlo.
Rischiarli entrambi contro il Catania sembra un po' forte, ma utilizzandoli e sperimentandoli a rotazione, qualcosa di buono potrebbe venirne fuori. Petkovic deve avere più coraggio e rischiare, altrimenti rimane con le solite carte tra le mani, e queste carte finora non sono state per niente fortunate. Una serie incredibile di contrattempi sta colpendo la difesa della Lazio, e il vecchio Diaz, una volta una buona risorsa, sembra definitivamente perduto dietro la sua saudade.
La Lazio non è morta, anche contro la Roma ha dimostrato di potersi battere bene, non abbiamo paura che le manchi il tempo di rifarsi e di avanzare in classifica. I cavalli di razza vengono fuori alla distanza, mentre all'inizio di torneo forse alcune squadre stanno facendo la corsa dell'asino, che sembra irresistibile, ma se non hai fondo non arrivi lontano. Lo abbiamo dimostrato proprio noi nel girone di ritorno dello scorso campionato.
La Lazio di oggi, invece, le sue risorse le tiene ancora nascoste, dobbiamo ancora vedere di che stoffa sono fatti Felipe Anderson e Perea, e quanto vale davvero Keita. Lo stesso discorso dovrebbe valere perciò per i giovani della difesa, Elez e Vinicius, ma se non riusciamo a sperimentarli oggi che c'è spazio, mi chiedo quando potremo farlo.
Tanto, la Lazio non deve lottare per lo scudetto, e se perde un po' di terreno potrà sempre recuperarlo.
lunedì 23 settembre 2013
La collana verde: 1. Un romanzo psychophantasy di Luigi Jadicicco
Un drago, uscito da una caverna, aggredisce una giovane pastorella, Rosetta, che rimane ferita, ma riesce a salvarsi. Misteriosamente, al posto del drago, compare un uomo nella sua nudità. Rosetta torna in sé, prova pietà per quell'uomo, e gli porge il suo scialle con cui egli si cinge, e può presentarsi al paese a chiedere aiuto.
L'uomo, di nome Damiano, trova lavoro da un fabbro, dimostrando grande abilità nel lavorare il ferro battuto. Segretamente innamorato di Rosetta, non spera di poterla avere, anche perché troppo più anziano di lei. Così, Damiano entra in relazione con altre donne: prima con Ornella, che però non vuole sposarlo, e successivamente con la dolce Agnese, che però muore in un incidente automobilistico.
Intanto Rosetta, anche lei segretamente innamorata di Damiano, decide di farsi suora e di darsi all'insegnamento, ma non arriva ai voti religiosi, e viene consigliata di allontanarsi e di andare a Seriano, in Toscana, un centro dove vivono ex drogati in numerose case famiglia.
Damiano, sempre innamorato, costruisce per Rosetta, che aveva assunto il nome di Diletta, una magnifica collana verde.
Intanto Ornella ha sposato Giovanni Anselmi, proprietario di una prospera azienda vinicola.
Damiano decide di andare a ritrovare la sua Diletta a Seriano, e finalmente i due si sposano.
Il giovane figlio di Ornella, Osvaldo, cade nel tunnel della droga. Damiano e Diletta, grandi amici di Ornella e Giovanni, convincono Osvaldo a recarsi a Seriano per curarsi e trovare lavoro nell'officina del ferro battuto di cui Damiano è maestro. Insieme producono importanti lavori.
Osvaldo s'innamora di Paolina, figlia di Damiano, e la sposa. E' guarito, gli nasce una bella bambina, e decidono tutti di tornare al loro antico paese, Serra Montana.
In un giorno di bufera il vecchio Damiano , che sta perdendo la memoria, affronta la tempesta, e torna fra le montagne da cui era comparso cinquanta anni prima. Nessuno lo trova più. Nella grotta, Diletta trova soltanto una lunga zanna di drago.
L'uomo, di nome Damiano, trova lavoro da un fabbro, dimostrando grande abilità nel lavorare il ferro battuto. Segretamente innamorato di Rosetta, non spera di poterla avere, anche perché troppo più anziano di lei. Così, Damiano entra in relazione con altre donne: prima con Ornella, che però non vuole sposarlo, e successivamente con la dolce Agnese, che però muore in un incidente automobilistico.
Intanto Rosetta, anche lei segretamente innamorata di Damiano, decide di farsi suora e di darsi all'insegnamento, ma non arriva ai voti religiosi, e viene consigliata di allontanarsi e di andare a Seriano, in Toscana, un centro dove vivono ex drogati in numerose case famiglia.
Damiano, sempre innamorato, costruisce per Rosetta, che aveva assunto il nome di Diletta, una magnifica collana verde.
Intanto Ornella ha sposato Giovanni Anselmi, proprietario di una prospera azienda vinicola.
Damiano decide di andare a ritrovare la sua Diletta a Seriano, e finalmente i due si sposano.
Il giovane figlio di Ornella, Osvaldo, cade nel tunnel della droga. Damiano e Diletta, grandi amici di Ornella e Giovanni, convincono Osvaldo a recarsi a Seriano per curarsi e trovare lavoro nell'officina del ferro battuto di cui Damiano è maestro. Insieme producono importanti lavori.
Osvaldo s'innamora di Paolina, figlia di Damiano, e la sposa. E' guarito, gli nasce una bella bambina, e decidono tutti di tornare al loro antico paese, Serra Montana.
In un giorno di bufera il vecchio Damiano , che sta perdendo la memoria, affronta la tempesta, e torna fra le montagne da cui era comparso cinquanta anni prima. Nessuno lo trova più. Nella grotta, Diletta trova soltanto una lunga zanna di drago.
Piglio: nozze d'argento per sedici coppie
Piglio, chiesa dell'antico convento di San Lorenzo: sedici coppie paesane sposate nel 1988 hanno celebrato tutte insieme le loro nozze d'argento.
Il rito è stato celebrato da padre Angelo Di Giorgio.
Il significativo gesto di celebrare tutti insieme una data così importante si deve al ricordo dell'ex parroco di Piglio don Marcello Coretti, che a San Lorenzo, nel 1981, celebrò i suoi 25 anni di sacerdozio coinvolgendo le coppie degli sposi di Piglio, che festeggiarono contemporaneamente le loro nozze d'argento.
Questo rito si è ripetuto domenica, in nome della sacralità della famiglia.
Il rito è stato celebrato da padre Angelo Di Giorgio.
Il significativo gesto di celebrare tutti insieme una data così importante si deve al ricordo dell'ex parroco di Piglio don Marcello Coretti, che a San Lorenzo, nel 1981, celebrò i suoi 25 anni di sacerdozio coinvolgendo le coppie degli sposi di Piglio, che festeggiarono contemporaneamente le loro nozze d'argento.
Questo rito si è ripetuto domenica, in nome della sacralità della famiglia.
La dignità di una sconfitta che non ci distrugge
La Lazio esce sconfitta, non umiliata dal derby. Belle e significative le strette di mano leali dei giocatori a fine gara, vinti e vincitori con pari dignità. La Roma è più forte, ma la Lazio non è nell'abisso, è viva e vale: Roma e Lazio affiancate, in classifica, fanno 18, sono le più forti tra le cinque città dei derby: precediamo Torino con 17, Milano con 14, Verona con 10, Genova con 6.
Ma la Lazio vera, diciamolo, ancora non scende in campo. Un calendario così brutto non lo ricordavamo da decenni: sulle quattro squadre affrontate, ben tre, Juventus, Roma e Udinese, erano superiori alla nostra classifica, e quanto alla quarta, si trattava di quel Chievo che in undici anni all'Olimpico avevamo battuto una volta sola e a stento, 1-0 con una punizione di Mihajlovic sporcata da un autogol.
La Lazio ricomincia dopodomani all'Olimpico contro il Catania, un avversario terrorizzato da una classifica che odora di retrocessione. Siamo lontanissimi da quel Catania di Montella che ci insidiava in classifica, magari imponendoci una scoppola da 4-0 al famoso Cibali. Noi dobbiamo essere consapevoli che finora abbiamo fatto solo una superficiale comparsa, cullata ancora dall'atmosfera sognante del 26 maggio. Ma è arrivata l'ora di svegliarci e di fare sul serio, siamo un po' inguaiati in difesa ma siamo forti lo stesso. Là dietro dimentichiamo un po' i vecchi tromboni, gettiamo in campo forze nuove come Elez e Vinicius, diamo fiducia ai Cavanda, ai Cana, ai Konko: ora abbiamo perduto, oltre a Radu, Biava e Novaretti, anche l'infortunato Ciani e lo squalificato Radu, ma tra Lulic e Gonzalez un difensore aggiunto possiamo sempre improvvisarlo.
L'importante è che si svegli Klose, e che magari si dia nuovamente fiducia a un ragazzo in gamba come Keita: ai ragazzi come lui Petkovic può e deve dare fiducia, perché nei giovani in gamba è il nostro avvenire.
Ma la Lazio vera, diciamolo, ancora non scende in campo. Un calendario così brutto non lo ricordavamo da decenni: sulle quattro squadre affrontate, ben tre, Juventus, Roma e Udinese, erano superiori alla nostra classifica, e quanto alla quarta, si trattava di quel Chievo che in undici anni all'Olimpico avevamo battuto una volta sola e a stento, 1-0 con una punizione di Mihajlovic sporcata da un autogol.
La Lazio ricomincia dopodomani all'Olimpico contro il Catania, un avversario terrorizzato da una classifica che odora di retrocessione. Siamo lontanissimi da quel Catania di Montella che ci insidiava in classifica, magari imponendoci una scoppola da 4-0 al famoso Cibali. Noi dobbiamo essere consapevoli che finora abbiamo fatto solo una superficiale comparsa, cullata ancora dall'atmosfera sognante del 26 maggio. Ma è arrivata l'ora di svegliarci e di fare sul serio, siamo un po' inguaiati in difesa ma siamo forti lo stesso. Là dietro dimentichiamo un po' i vecchi tromboni, gettiamo in campo forze nuove come Elez e Vinicius, diamo fiducia ai Cavanda, ai Cana, ai Konko: ora abbiamo perduto, oltre a Radu, Biava e Novaretti, anche l'infortunato Ciani e lo squalificato Radu, ma tra Lulic e Gonzalez un difensore aggiunto possiamo sempre improvvisarlo.
L'importante è che si svegli Klose, e che magari si dia nuovamente fiducia a un ragazzo in gamba come Keita: ai ragazzi come lui Petkovic può e deve dare fiducia, perché nei giovani in gamba è il nostro avvenire.
domenica 22 settembre 2013
Grande rivincita della Roma sulla Lazio: 2-0 con Balzaretti e Ljajc
La Roma si è presa una netta rivincita sulla Lazio del 26 maggio: 2-0 chuiaro e indiscutibile, maturato con un secondo tempo che ha visto la prevalenza delle azioni e della pressione giallorossa. E' arrivata così la prima sconfitta di Petkovic in un derby romano.
Totti ha messo la sua sigla sulla vittoria fornendo a Balzaretti il passaggio del gol che ha sbloccato la gara a metà ripresa. Nel finale, rendendo vane le speranze di reazione biancoceleste, un rigore realizzato da Ljaic ha posto termine alla gara.
La Roma è stata indubbiamente più forte, e merita la testa della classifica a punteggio pieno con 12 punti, esattamente il doppio della Lazio che deve accettare per il momento la sua posizione di secondo piano.
I biancocelesti di Petkovic hanno disputato un onesto primo tempo, sostenendo l'urto giallorosso con una forte barriera a centrocampo. Hanno anche sfiorato il colpaccio con una traversa colpita da Ciani. Ma in avanti la Lazio ha fatto ben poco: Klose da solo non basta, e troppo tardi l'allenatore ha chiamato Floccari a sostegno dell'azione offensiva. Niente da fare. Il lenzuolo è un po' corto, e se rafforzi l'attacco, poi la difesa finisce per mostrare le sue crepe. Lo ha dimostrato Diaz facendosi espellere sull'1-0, in un momento che poteva essere decisivo per tentare la reazione.
E' andata così. Merito ai vincitori. A noi l'umiltà di riconoscere la nostra momentanea inferiorità, e anche quella di ricominciare tutto daccapo, ripartendo con la prossima gara casalinga dii mercoledì 24 contro il Catania. Nulla è perduto, fuorché la sicurezza di poter fare una passeggiata in un campionato difficile come quello italiano. La Lazio, in quattro giornate, ha già incontrato due delle avversarie più forti, Juventus e Roma. Si sapeva che era un calendario tremendo.
Totti ha messo la sua sigla sulla vittoria fornendo a Balzaretti il passaggio del gol che ha sbloccato la gara a metà ripresa. Nel finale, rendendo vane le speranze di reazione biancoceleste, un rigore realizzato da Ljaic ha posto termine alla gara.
La Roma è stata indubbiamente più forte, e merita la testa della classifica a punteggio pieno con 12 punti, esattamente il doppio della Lazio che deve accettare per il momento la sua posizione di secondo piano.
I biancocelesti di Petkovic hanno disputato un onesto primo tempo, sostenendo l'urto giallorosso con una forte barriera a centrocampo. Hanno anche sfiorato il colpaccio con una traversa colpita da Ciani. Ma in avanti la Lazio ha fatto ben poco: Klose da solo non basta, e troppo tardi l'allenatore ha chiamato Floccari a sostegno dell'azione offensiva. Niente da fare. Il lenzuolo è un po' corto, e se rafforzi l'attacco, poi la difesa finisce per mostrare le sue crepe. Lo ha dimostrato Diaz facendosi espellere sull'1-0, in un momento che poteva essere decisivo per tentare la reazione.
E' andata così. Merito ai vincitori. A noi l'umiltà di riconoscere la nostra momentanea inferiorità, e anche quella di ricominciare tutto daccapo, ripartendo con la prossima gara casalinga dii mercoledì 24 contro il Catania. Nulla è perduto, fuorché la sicurezza di poter fare una passeggiata in un campionato difficile come quello italiano. La Lazio, in quattro giornate, ha già incontrato due delle avversarie più forti, Juventus e Roma. Si sapeva che era un calendario tremendo.
Domani comincia la pubblicazione del romanzo "La collana verde", un intrigante psychophantasy
Comincia domani, sul nostro blog, la pubblicazione a puntate del romanzo "La collana verde", un intrigante psychophantasy dai risvolti imprevedibili. Luigi Jadicicco ha lavorato alla sua stesura per oltre nove mesi, dal 29 agosto 2012 all'8 giugno 2013.
Siamo in trattative con un buon editore per la sua pubblicazione cartacea e in formato e.book. Nel frattempo, speriamo di avere un incoraggiante riscontro su "Qui Lazio by Luigi Jadicicco". Grazie ai nostri pochi ma assidui lettori.
Siamo in trattative con un buon editore per la sua pubblicazione cartacea e in formato e.book. Nel frattempo, speriamo di avere un incoraggiante riscontro su "Qui Lazio by Luigi Jadicicco". Grazie ai nostri pochi ma assidui lettori.
Anni di scuola: 200. Ciao alla scuola
Una perdita secca di cifre. Le mie erano inoppugnabili, ma la documentazione dei certificati di servizio è incompleta.
Il "mister" giallorosso, di fronte alle mie accorate dichiarazioni di non aver saltato neanche un giorno di lezioni, mi obbietta che "carta canta e villan dorme". Poi ha una specie di sussulto, ricorda che esiste anche un mio fascicolo di riserva con altri certificati, mi accompagna al vicino archivio, e ho la buona sorte di trovare un certificato inequivocabile di servizio prestato dal 1 settembre al 30 settembre dell'anno successivo, una vecchia stagione scolastica risalente al 1969. La fortuna mi ha dato una mano, così recupero uno dei due anni scoperti, e mi accontento: perderò qualcosa, ma finalmente la pratica può essere varata.
L'amico giallorosso mi stringe la mano con vigorosa comprensione, e Totti, così, non mi ha salvato del tutto, ma almeno in parte sì, e posso essere soddisfatto. Totti, in quell'agosto 1999 in cui si svolgevano questi fatti, aveva soltanto 23 anni ed era proprio al massimo del suo boom di campione del calcio. Io invece accusavo i miei 65 anni di vecchio laziale, che mi consentivano di maturare la sospiratissima pensione.
Ciao, caro funzionario romanista, ciao Provveditorato agli Studi di Roma, ciao mia vecchia scuola di Palestrina, dove ho militato per ben 27 anni dei 38 della mia carriera. A fine mese, precisa e inesorabile, arrivano sia la liquidazione, messa subito da parte per dare una mano ai miei figli in futuro, sia la pensione mensile, che guarda caso veniva esattamente a coincidere con l'ammontare dell'ultimo stipendio. Amen. Come se nulla fosse accaduto. Arrivava il meritato riposo dopo tante fatiche, e già la nostalgia per le tante belle ore trascorse in aula con i miei ragazzi. Si ricorderanno di me?
FINE - 27 luglio 2012, ore 11.30.
Il "mister" giallorosso, di fronte alle mie accorate dichiarazioni di non aver saltato neanche un giorno di lezioni, mi obbietta che "carta canta e villan dorme". Poi ha una specie di sussulto, ricorda che esiste anche un mio fascicolo di riserva con altri certificati, mi accompagna al vicino archivio, e ho la buona sorte di trovare un certificato inequivocabile di servizio prestato dal 1 settembre al 30 settembre dell'anno successivo, una vecchia stagione scolastica risalente al 1969. La fortuna mi ha dato una mano, così recupero uno dei due anni scoperti, e mi accontento: perderò qualcosa, ma finalmente la pratica può essere varata.
L'amico giallorosso mi stringe la mano con vigorosa comprensione, e Totti, così, non mi ha salvato del tutto, ma almeno in parte sì, e posso essere soddisfatto. Totti, in quell'agosto 1999 in cui si svolgevano questi fatti, aveva soltanto 23 anni ed era proprio al massimo del suo boom di campione del calcio. Io invece accusavo i miei 65 anni di vecchio laziale, che mi consentivano di maturare la sospiratissima pensione.
Ciao, caro funzionario romanista, ciao Provveditorato agli Studi di Roma, ciao mia vecchia scuola di Palestrina, dove ho militato per ben 27 anni dei 38 della mia carriera. A fine mese, precisa e inesorabile, arrivano sia la liquidazione, messa subito da parte per dare una mano ai miei figli in futuro, sia la pensione mensile, che guarda caso veniva esattamente a coincidere con l'ammontare dell'ultimo stipendio. Amen. Come se nulla fosse accaduto. Arrivava il meritato riposo dopo tante fatiche, e già la nostalgia per le tante belle ore trascorse in aula con i miei ragazzi. Si ricorderanno di me?
FINE - 27 luglio 2012, ore 11.30.
Serrone: gli ultimi 40 anni della Lazio
Si è aperta a Serrone, all'ex stazione della Stefer, una grande mostra per festeggiare gli ultimi 40 anni della Lazio, dal primo scudetto 1973-74 ad oggi. La mostra ha il titolo:" Dal 1973-74 ad oggi: 40 anni di sofferenze e di trionfi".
All'inaugurazione eranno presenti alcuni calciatori dello scudetto: Perrone, Pochesci, Sulfaro, Stefano Re Cecconi figlio della grande mezzzala, e Alfredo Recchia, storico autista della squadra di allora.
Presenti anche Gabriele Paparelli, fratello dell'indimenticato Vincenzo, e il cantante Toni Malco, autore dell'inno "Lazio, sul prato verde vola", che ha avuto molti appplausi e richieste di autografi da parte specialmente di tifosi-bambini.
Il Comune di Serrone ha sostenuto l'inziativa con l'assessore Emiliano Tranquilli. La mostra è stata allestita da Raffaele Galli, collezionista di memorie biancocelesti, ed è sostenuta dal Ristorante Belsito e dal Bar Lazio. Resterà aperta fino al 6 ottobre.
All'inaugurazione eranno presenti alcuni calciatori dello scudetto: Perrone, Pochesci, Sulfaro, Stefano Re Cecconi figlio della grande mezzzala, e Alfredo Recchia, storico autista della squadra di allora.
Presenti anche Gabriele Paparelli, fratello dell'indimenticato Vincenzo, e il cantante Toni Malco, autore dell'inno "Lazio, sul prato verde vola", che ha avuto molti appplausi e richieste di autografi da parte specialmente di tifosi-bambini.
Il Comune di Serrone ha sostenuto l'inziativa con l'assessore Emiliano Tranquilli. La mostra è stata allestita da Raffaele Galli, collezionista di memorie biancocelesti, ed è sostenuta dal Ristorante Belsito e dal Bar Lazio. Resterà aperta fino al 6 ottobre.
Zarate ci ha regalato 13 milioni
Le cifre di gestione della Lazio nella scorsa stagione 2012-2013 salgono a un totale di ricavi di 105 milioni, con un aumento del 31 per cento rispetto alla stagione precedente. Ma se andiamo a guardare gli utili, questi scompaiono quasi del tutto, scendendo del 96 per cento e riducendosi a 0.17 milioni.
Sono infatti salite le spese, da 60 a 110 milioni, sia per l'aumento degli stipendi sia per il mancato introito delle vendite, con tanti giocatori rimasti a Formello e non utilizzati dalla squadra.
La Lazio ha speso venti milioni circa per l'acquisto di Biglia, Novaretti, Vinicius, Felipe Anderson, Perea e Berisha, e per il riscatto totale di Candreva: una spesa modica di meno di tre milioni per giocatore.
Un aspetto positivo del bilancio viene proprio da dove meno lo si aspetta: l'addio di Mauro Zarate ha fruttato alla Lazio la bellezza di 13 milioni risparmiati per gli stipendi dovuti dal contratto: e il Velez potrebbe anche pagare qualcosa alla Lazio in seguito al ricorso che Lotito ha inoltrato alla FIFA.
Le entrate della Lazio sono aumentate per gli effetti positivi dell'Europa League e della Coppa Italia, ma le spese totali sono cresciute molto di più, fino a ridurre a zero il bilancio totale, che era positivo di 16 milioni, mentre ora in cassa restano soltanto spiccioli per 170 mila euro, nemmeno una cenetta di festa per celebrare un'annata rallegrata dalla conquista della Coppa Italia nel derby del 26 maggio, una data che resta scolpita nella nostra storia.
Sono infatti salite le spese, da 60 a 110 milioni, sia per l'aumento degli stipendi sia per il mancato introito delle vendite, con tanti giocatori rimasti a Formello e non utilizzati dalla squadra.
La Lazio ha speso venti milioni circa per l'acquisto di Biglia, Novaretti, Vinicius, Felipe Anderson, Perea e Berisha, e per il riscatto totale di Candreva: una spesa modica di meno di tre milioni per giocatore.
Un aspetto positivo del bilancio viene proprio da dove meno lo si aspetta: l'addio di Mauro Zarate ha fruttato alla Lazio la bellezza di 13 milioni risparmiati per gli stipendi dovuti dal contratto: e il Velez potrebbe anche pagare qualcosa alla Lazio in seguito al ricorso che Lotito ha inoltrato alla FIFA.
Le entrate della Lazio sono aumentate per gli effetti positivi dell'Europa League e della Coppa Italia, ma le spese totali sono cresciute molto di più, fino a ridurre a zero il bilancio totale, che era positivo di 16 milioni, mentre ora in cassa restano soltanto spiccioli per 170 mila euro, nemmeno una cenetta di festa per celebrare un'annata rallegrata dalla conquista della Coppa Italia nel derby del 26 maggio, una data che resta scolpita nella nostra storia.
sabato 21 settembre 2013
Lazio primavera sconfitta a Palermo 3-0
Grande delusione della Lazio campione d'Italia sul terreno del Palermo: 3-0 dei rosanero, difesa laziale in barca, e Tounkara in attacco non in vena di concludere.
Una brutta giornata per i ragazzi di Bollini, che sul sintetico non si sono ritrovati e hanno lasciato la testa della classifica ai rivali giallorossi ancora a punteggio pieno.
Una brutta giornata per i ragazzi di Bollini, che sul sintetico non si sono ritrovati e hanno lasciato la testa della classifica ai rivali giallorossi ancora a punteggio pieno.
Grazie, Zibi, sei un vero sportivo
Zibi Boniek, il polacco ex romanista, ora presidente della Federcalcio polacca, è sempre stato un grande sportivo, leale e dalle idee precise. Nei giorni scorsi è stato intervistato da una radio romana di fede giallorossa sul recente Lazio-Legia di Varsavia, e Zibi, da vero sportivo, se n'è uscito con queste parole: "E' commovente questa storia prima della gara, con l'inno della Lazio e l'aquila che vola. E' una cosa spettacolare, che ti fa venire la pelle d'oca".
Marione Corsi, il grande capotifoso romanista, nel sentire queste parole è stato costretto a sfumare il discorso di Boniek alla sua radio. Non poteva davvero tollerare delle espressioni così sportive e sincere. Ma Zibi si chiama Boniek, e Marione si chiama Corsi. Una differenza abissale fra chi è sportivo e chi è soltanto un tifoso arrabbiato.
Marione Corsi, il grande capotifoso romanista, nel sentire queste parole è stato costretto a sfumare il discorso di Boniek alla sua radio. Non poteva davvero tollerare delle espressioni così sportive e sincere. Ma Zibi si chiama Boniek, e Marione si chiama Corsi. Una differenza abissale fra chi è sportivo e chi è soltanto un tifoso arrabbiato.
Palestrina e Castelli: una rete turistica di cento km
Una rete stradale di cento km è in via di realizzazione ad opera del Gruppo Azione Locale dei Castelli Romani e dei Monti Prenestini con un finanziamento europeo di 3 milioni di euro. Il presidente del Gruppo, Giuseppe De Righi, si dichiara soddisfatto per aver sfruttato i finanziamenti per realizzare una strategia di ospitalità, nel Parco Regionale dei Castelli, con una rete di 30 km nei territori di Rocca di Papa, Rocca Priora, Montecompatri, Monte Porzio e Frascati, mentre nel versante prenestino c'è stato il ripristino dei sentieri di Castel San Pietro, varie realizzazioni a Rocca di Cave, Capranica Prenestina e Guadagnolo. Ora è in progetto il collegamento Madonna del Tufo - Santuario della Mentorella, in nome di un turismo diffuso.
Lazio: la difesa del C...
Quanti guai, addosso alla difesa della Lazio! Prima parte Radu per tre mesi, poi s'infortunano anche Biava e Novaretti. Il giovane Vinicius ha dei problemi. Diaz addirittura è fuori rosa per l'Europa League. Dove mette le mani, il povero Petkovic?
Là dietro gli uomini sono contati. Rimane solo una difesa del C...Cavanda, Ciani, Cana, e mettiamoci pure Konko, sempre C è. E ci aspetta la Roma, mica una scarpa vecchia: la Roma capolista a nove punti come il grande Napoli.
Prospettive grigie, per domani: non ci resta che stringere i denti e preparare una bella barriera lì davanti, con Ledesma a pilotare il tutto e Onazi e Gonzalez a dare una grossa mano.Per fortuna la Lazio ha una forza vera a centrocampo: Candreva, Hernanes e Lulic fanno paura anche alla Roma, e Klose è sempre un uomo che da solo è capace di tenere in allarme un intero reparto: se Keita comincia a mantenere le promesse, la Lazio ha finalmente trovato un altro grande attaccante che può fare da spalla al fuoriclasse Miro Klose e formare un duo offensivo di grande caratura. Il passaggio liftato di Keita a Hernanes contro il Legia può diventare il segnale di una nuova forza offensiva per i biancocelesti rimasti vedovi di Yilmaz, ma che non possono stare un intero campionato a piangersi addosso per l'occasione mancata quando hanno a disposizione dei giovani forti come Keita e Tounkara.
Peccato i guai difensivi: ma dal centrocampo in su ci sembra che la Lazio stia lavorando bene per un eccellente futuro.
Là dietro gli uomini sono contati. Rimane solo una difesa del C...Cavanda, Ciani, Cana, e mettiamoci pure Konko, sempre C è. E ci aspetta la Roma, mica una scarpa vecchia: la Roma capolista a nove punti come il grande Napoli.
Prospettive grigie, per domani: non ci resta che stringere i denti e preparare una bella barriera lì davanti, con Ledesma a pilotare il tutto e Onazi e Gonzalez a dare una grossa mano.Per fortuna la Lazio ha una forza vera a centrocampo: Candreva, Hernanes e Lulic fanno paura anche alla Roma, e Klose è sempre un uomo che da solo è capace di tenere in allarme un intero reparto: se Keita comincia a mantenere le promesse, la Lazio ha finalmente trovato un altro grande attaccante che può fare da spalla al fuoriclasse Miro Klose e formare un duo offensivo di grande caratura. Il passaggio liftato di Keita a Hernanes contro il Legia può diventare il segnale di una nuova forza offensiva per i biancocelesti rimasti vedovi di Yilmaz, ma che non possono stare un intero campionato a piangersi addosso per l'occasione mancata quando hanno a disposizione dei giovani forti come Keita e Tounkara.
Peccato i guai difensivi: ma dal centrocampo in su ci sembra che la Lazio stia lavorando bene per un eccellente futuro.
venerdì 20 settembre 2013
Anni di scuola: 199. Totti non mi salvò
Ricostruzione della carriera, ultima tappa prima della pensione. Non c'è nulla di più affannoso della lunga e pesante ricerca di certificati di servizio presso le dozzine di scuole nelle quali si è prestato il proprio insegnamento nei lunghi decenni della carriera. Specialmente quelli iniziali, segnati da un servizio con tantissimi cambiamenti e continue interruzioni e trasferimenti. Una ricerca che costa molto in fatto di tempo, di viaggi e di denaro.
Finalmente si arriva a depositare il proprio fascicolo al Provveditorato agli Studi, nel mio caso di Roma, che è una specie di giungla molto simile ai meandri di un ministero quasi inespugnabile. Nel frattempo domina l'ansia di fare in tempo entro il 30 settembre, in modo da far coincidere la pensione con la fine dell'anno scolastico per evitare altri pasticci e ritardi burocratici.
Convinto di aver chiuso tutto entro il tempo massimo, senza sbavature e possibili code, mi recai finalmente all'ufficio del funzionario addetto a concedere il sospirato "exequatur", cioè l'autorizzazione alla liquidazione e alla definizione della cifra relativa alla pensione mensile.
Entro, e trovo un robusto funzionario cinquantenne, in una stanza che è tutto un santuario dedicato ad un autentico idolo: Francesco Totti, il grande campione della Roma. Lo studio del funzionario straripa di manifesti, poster e gigantografie giallorosse, ed io, poveretto, di quasi secolare filiazione biancoceleste, sento come una mano stringermi alla gola. Ciononostante dichiaro la mia fede laziale, sperando di trovare uno spicciolo di simpatia sportiva.
No. L'addetto apre il mio fascicolo e trova due gravi carenze nel curriculum: non esistono, o meglio sono scamparse, le prove di due miei anni di preruolo. Invece di trentotto anni, ne risultano trentasei.
Finalmente si arriva a depositare il proprio fascicolo al Provveditorato agli Studi, nel mio caso di Roma, che è una specie di giungla molto simile ai meandri di un ministero quasi inespugnabile. Nel frattempo domina l'ansia di fare in tempo entro il 30 settembre, in modo da far coincidere la pensione con la fine dell'anno scolastico per evitare altri pasticci e ritardi burocratici.
Convinto di aver chiuso tutto entro il tempo massimo, senza sbavature e possibili code, mi recai finalmente all'ufficio del funzionario addetto a concedere il sospirato "exequatur", cioè l'autorizzazione alla liquidazione e alla definizione della cifra relativa alla pensione mensile.
Entro, e trovo un robusto funzionario cinquantenne, in una stanza che è tutto un santuario dedicato ad un autentico idolo: Francesco Totti, il grande campione della Roma. Lo studio del funzionario straripa di manifesti, poster e gigantografie giallorosse, ed io, poveretto, di quasi secolare filiazione biancoceleste, sento come una mano stringermi alla gola. Ciononostante dichiaro la mia fede laziale, sperando di trovare uno spicciolo di simpatia sportiva.
No. L'addetto apre il mio fascicolo e trova due gravi carenze nel curriculum: non esistono, o meglio sono scamparse, le prove di due miei anni di preruolo. Invece di trentotto anni, ne risultano trentasei.
Ferentino: domenica palio di San Pietro Celestino
Ferentino sta vivendo, fino a domenica 22, un intenso fine estate, con la manifestazione "Ferentino è...", con un grande concerto dell'Orchestra di Fiati, un pittoresco percorso enogastronomico nell'antico quartiere di Santa Lucia, un concerto di Salta e Pizzica e un appuntamento "Moda e Spettacolo" sabato 21, e con il grande finale di domenica 22, alle ore 16: il Palio di San Pietro Celestino.
Il Palio è quanto mai atteso: i cavalieri delle storiche quattro porte - Casamari, San Francesco, Montana e S. Agata - si daranno battaglia in una serie di prove di destrezza. Il corteo storico in costume rievocherà la vicenda di Pietro del Morrone, papa col nome di Celestino V, morto prigioniero per mano di Bonifacio VIII nella vicina rocca di Fumone nel 1296.
Il Palio è quanto mai atteso: i cavalieri delle storiche quattro porte - Casamari, San Francesco, Montana e S. Agata - si daranno battaglia in una serie di prove di destrezza. Il corteo storico in costume rievocherà la vicenda di Pietro del Morrone, papa col nome di Celestino V, morto prigioniero per mano di Bonifacio VIII nella vicina rocca di Fumone nel 1296.
Lotito difende la linea verde
I ventotto milioni li ha spesi così così: niente punta sensazionale, niente difensore di grande spicco, ma un centrocampista in più come Biglia, un centrale di medio valore come Novaretti, il fondamentale riscatto di Candreva che però non è una forza nuova. Per il resto, Lotito e Tare si sono dati alla "linea verde": acquistata o lanciata in un paio di stagioni una batteria di giovani che fa una certa impressione. Dopo il lancio di Onazi e il ritorno di Cavanda, ecco l'acquisto di un portiere giovane e bravo come Berisha, un attaccante ventenne carico di promesse come Perea, un fantasista under 20 come Felipe Anderson, ed ora il sospirato lancio di Keita. Presto verrà il turno di Tounkara, di Crecco, di Cataldi, di Elez.
Nel giro di un campionato o due, la vecchia Lazio lascerà via via lo spazio a una Lazio nuova, più giovane di parecchi anni, ma non improvvisata, bensì preparata con raziocinio. Con alle spalle una Primavera che Bollini sta trasformando in una fucina per il futuro, con ragazzi come Strakosha, Pollace, Serpieri, Elez, Oikonomidis, Antic, Lombardi, tutti con un futuro incoraggiante davanti. Se la Lazio vorrà rinforzi, potrà chiederli prima di tutto al suo serbatoio naturale della Primavera, che ormai è una vera anticamera della serie A. Si stanno delineando due Lazio, una vecchia e una giovane. La prima conta su Marchetti; Konko, Biava, Cana, Radu; Ledesma, Gonzalez, Candreva,Hernanes, Lulic; Klose, con in più Diaz, Ciani, Mauri, Ederson, Floccari.
Ma poi c'è una Lazio nuova, che può presentare Berisha; Cavanda, Elez, Serpieri, Vinicius; Onazi, Felipe Anderson, Cataldi, Crecco; Perea, Keita, con in più Strakosha, Tounkara, Lombardi e altri giovani di valore. Questa Lazio "linea verde" è il nostro avvenire, e con un paio di rinforzi oculati può già costituire una sicurezza, con ampi ricambi e un ricco turn over per campionato, Coppa Italia ed Europa League, con prospettive serie anche per la Champions.
Nel giro di un campionato o due, la vecchia Lazio lascerà via via lo spazio a una Lazio nuova, più giovane di parecchi anni, ma non improvvisata, bensì preparata con raziocinio. Con alle spalle una Primavera che Bollini sta trasformando in una fucina per il futuro, con ragazzi come Strakosha, Pollace, Serpieri, Elez, Oikonomidis, Antic, Lombardi, tutti con un futuro incoraggiante davanti. Se la Lazio vorrà rinforzi, potrà chiederli prima di tutto al suo serbatoio naturale della Primavera, che ormai è una vera anticamera della serie A. Si stanno delineando due Lazio, una vecchia e una giovane. La prima conta su Marchetti; Konko, Biava, Cana, Radu; Ledesma, Gonzalez, Candreva,Hernanes, Lulic; Klose, con in più Diaz, Ciani, Mauri, Ederson, Floccari.
Ma poi c'è una Lazio nuova, che può presentare Berisha; Cavanda, Elez, Serpieri, Vinicius; Onazi, Felipe Anderson, Cataldi, Crecco; Perea, Keita, con in più Strakosha, Tounkara, Lombardi e altri giovani di valore. Questa Lazio "linea verde" è il nostro avvenire, e con un paio di rinforzi oculati può già costituire una sicurezza, con ampi ricambi e un ricco turn over per campionato, Coppa Italia ed Europa League, con prospettive serie anche per la Champions.
giovedì 19 settembre 2013
Preziosa vittoria della Lazio sul Legia: 1-0 con Hernanes servito da Keita
Una vittoria davvero preziosa e significativa per la Lazio al suo esordio in Europa League. Il Legia Varsavia, campione di Polonia e vincitore della Coppa nazionale negli ultimi tre anni, era un avversario di tutto rispetto, eliminato dalla Champions solo sui calci di rigore da parte dello Steaua Bucarest. Certamente l'avversario più temibile del girone insieme al Trabezonspor, che infatti ha vinto in trasferta a Limassol: sarà una lotta a tre, e questo ci fa capire quanto siano stati importanti questi tre punti.
La rete è venuta ad opera di Hernanes al 7' della ripresa su un'azione travolgente di Keita sulla fascia sinistra, e morbido passaggio raccolto di testa dal Profeta. Al 20' Hernanes ha poi colpito il palo con un fendente dopo una prolungata azione individuale, mentre al 25' Ederson, con uno spunto magnifico, ha concluso di pochissimo a lato.
E' stato il momento migliore della Lazio, che poi ha dovuto badare a difendersi dagli attacchi del Legia che non voleva arrendersi.
Nel finale Petkovic ha fatto entrare Ledesma al posto di Ederson, Lulic al posto di Hernanes e Novaretti al posto dell'applauditissimo Keita, e proprio Novaretti ha sfiorato un altro gol con un bel colpo di testa al 43'.
Tutto sommato, dunque, la Lazio ha meritato chiaramente la vittoria, mostrando anche sprazzi di bel gioco malgrado le assenze di quattro giocatori fondamentali. Bene le seconde linee, con Cavanda, Onazi e Keita in evidenza.
La rete è venuta ad opera di Hernanes al 7' della ripresa su un'azione travolgente di Keita sulla fascia sinistra, e morbido passaggio raccolto di testa dal Profeta. Al 20' Hernanes ha poi colpito il palo con un fendente dopo una prolungata azione individuale, mentre al 25' Ederson, con uno spunto magnifico, ha concluso di pochissimo a lato.
E' stato il momento migliore della Lazio, che poi ha dovuto badare a difendersi dagli attacchi del Legia che non voleva arrendersi.
Nel finale Petkovic ha fatto entrare Ledesma al posto di Ederson, Lulic al posto di Hernanes e Novaretti al posto dell'applauditissimo Keita, e proprio Novaretti ha sfiorato un altro gol con un bel colpo di testa al 43'.
Tutto sommato, dunque, la Lazio ha meritato chiaramente la vittoria, mostrando anche sprazzi di bel gioco malgrado le assenze di quattro giocatori fondamentali. Bene le seconde linee, con Cavanda, Onazi e Keita in evidenza.
Lazio primavera prima in Italia negli ultimi cinque anni
La Lazio primavera è la squadra più forte in Italia negli ultimi cinque anni, in base ai risultati ottenuti nel relativo campionato a partire dal 2008 fino al 2013.
La squadra di Bollini, seconda l'anno scorso e prima quest'anno, è anche finalista della SuperCoppa con la Juventus , che si disputerà all'Olimpico di Roma il 26 settembre.
La Lazio è prima con 76 punti, e precede la Juventus con 72, la Roma con 71, l'Inter con 68, il Genoa e il Milan con 67.
Di questa classifica fanno parte le 42 società professionistiche di serie A e serie B.
La squadra di Bollini, seconda l'anno scorso e prima quest'anno, è anche finalista della SuperCoppa con la Juventus , che si disputerà all'Olimpico di Roma il 26 settembre.
La Lazio è prima con 76 punti, e precede la Juventus con 72, la Roma con 71, l'Inter con 68, il Genoa e il Milan con 67.
Di questa classifica fanno parte le 42 società professionistiche di serie A e serie B.
Piglio: il Cesanese premiato ad Asti
Asti, 47.ma rassegna dei vini: il rosso del Piglio DOCG superiore, vendemmia 2010, è stato l'unico vino del Lazio ad essere premiato con il "Douja d'Or 2013" dalla Camera di Commercio di Asti. Era uno dei 509 vini tra DOC e DOCG provenienti da tutta Italia nella rassegna tenuta dal 6 al 15 settembre al Palazzo dell'Enofila di Asti.
Il premio è andato al vino "La Bolla di Urbano" presentato dall'azienda Pileum di Piglio.
Grande soddisfazione è stata espressa da Marcello Pigliacelli, presidente della Camera di Commercio di Frosinone.
L'azienda Pileum, in occasione dei dieci anni di attività, presenterà al Circolo Golf Fiuggi Terme domenica 22 settembre il 5° Trofeo "Bolla di Urbano".
Il premio è andato al vino "La Bolla di Urbano" presentato dall'azienda Pileum di Piglio.
Grande soddisfazione è stata espressa da Marcello Pigliacelli, presidente della Camera di Commercio di Frosinone.
L'azienda Pileum, in occasione dei dieci anni di attività, presenterà al Circolo Golf Fiuggi Terme domenica 22 settembre il 5° Trofeo "Bolla di Urbano".
Lazio-Legia: la meravigliosa panchina...
Comincia l'Europa League. Ma, per favore, leggiamo un po' come è composta la panchina biancoceleste: Berisha, Ledesma, Candreva, Lulic, Klose...Sogno o son desto? E in campo, allora, chi ci andrà?
Ci andrà la nuova Lazio, quella dei 28 milioni di Lotito, che non ha arricchito la squadra dei titolari, ma quella delle riserve sì, eccome! Come ha sostituito quei quattro fenomeni che siedono ai bordi del prato? Al posto di Klose il giovanissimo Keita, al posto di Ledesma il giovane Onazi, al posto di Candreva il rinascente Ederson, al posto di Lulic il restaurato Cavanda. Quattro colpi di mercato bene assestati tra l'anno scorso e quest'anno, segno che a Formello non si dorme, si amministrano pochi soldi ma si riesce ad investirli bene. E restano fuori ancora fior di giocatori ancora inutilizzati come Felipe Anderson, Perea, Vinicius, Elez, Tounkara, Berisha e il seminuovo Novaretti, tutta gente che potrebbe davvero costituire il "tesoretto" del futuro dal punto di vista tecnico.
Innsomma, una Lazio che grande non sarà, ma potrebbe pian piano diventarlo nel futuro, anche con il recupero di Mauri e di Radu che sono i grandi assenti di una formazione che trova stabilmente posto fra le Sette Sorelle del grande calcio italiano, pronta a risalire posizioni come l'anno scorso, quando riuscimmo a inanellare un girone di andata semplicemente esplosivo. Poi crollammo, ma proprio perchè mancavano quei rincalzi che oggi invece abbondano in maniera straordinaria. E questa potrebbe essere davvero la grande risorsa della Lazio 2014, a quarant'anni esatti dal suo primo scudetto sotto il cielo di Chinaglia.
Stasera, contro i campioni di Polonia del Legia, cominceremo a vedere di che panni si veste questa Lazio nuova.
Ci andrà la nuova Lazio, quella dei 28 milioni di Lotito, che non ha arricchito la squadra dei titolari, ma quella delle riserve sì, eccome! Come ha sostituito quei quattro fenomeni che siedono ai bordi del prato? Al posto di Klose il giovanissimo Keita, al posto di Ledesma il giovane Onazi, al posto di Candreva il rinascente Ederson, al posto di Lulic il restaurato Cavanda. Quattro colpi di mercato bene assestati tra l'anno scorso e quest'anno, segno che a Formello non si dorme, si amministrano pochi soldi ma si riesce ad investirli bene. E restano fuori ancora fior di giocatori ancora inutilizzati come Felipe Anderson, Perea, Vinicius, Elez, Tounkara, Berisha e il seminuovo Novaretti, tutta gente che potrebbe davvero costituire il "tesoretto" del futuro dal punto di vista tecnico.
Innsomma, una Lazio che grande non sarà, ma potrebbe pian piano diventarlo nel futuro, anche con il recupero di Mauri e di Radu che sono i grandi assenti di una formazione che trova stabilmente posto fra le Sette Sorelle del grande calcio italiano, pronta a risalire posizioni come l'anno scorso, quando riuscimmo a inanellare un girone di andata semplicemente esplosivo. Poi crollammo, ma proprio perchè mancavano quei rincalzi che oggi invece abbondano in maniera straordinaria. E questa potrebbe essere davvero la grande risorsa della Lazio 2014, a quarant'anni esatti dal suo primo scudetto sotto il cielo di Chinaglia.
Stasera, contro i campioni di Polonia del Legia, cominceremo a vedere di che panni si veste questa Lazio nuova.
mercoledì 18 settembre 2013
Anni di scuola: 198. Una clamorosa ingenuità
Ora, col senno di poi, mi pento di aver commesso in modo clamoroso l'ingenuità di sottolineare l'errore del preside: per tutti i colleghi, da quel momento, io divenni apertamente l'insegnante irrequieto e maleducato che si permetteva di correggere il proprio preside, e dunque un ribelle dichiarato che andava punito e richiamato all'ordine.
Questo mio gesto sconsiderato può spiegare benissimo perché, da quel momento, io venni considerato dal mio preside un antagonista e un oppositore aperto al suo potere. In realtà si trattava di uno strapotere poggiato su fragili basi culturali, al quale nessuno dei colleghi suoi stretti amici, e ce n'erano di assai preparati e intelligenti, pensò mai di dare un vero sostegno limitandone gli eccessi peraltro ogni giorno più evidenti.
D'altro canto io stesso, dentro di me, ho desiderato che il preside mi chiamasse a colloquio riservato, nel corso del quale avrei voluto chiedergli scusa del mio atteggiamento talora ribelle, e proporgli una mia sincera collaborazione. Ma il mio preside, nel corso dei lunghi anni in cui abbiamo lavorato insieme, e in particolare nei primissimi tempi, non sentì mai il dovere di chiedermi spiegazioni, mai ebbe l'umiltà di convocarmi e di cercare una stretta di mano che volentieri gli avrei dato. Fu per tal motivo che, fino all'ultimo, tra lui e me ci fu incomprensione e freddo distacco, anche se dentro di noi, forse, c'era sempre la speranza inconfessata di un'amichevole riconciliazione.
Questo mio gesto sconsiderato può spiegare benissimo perché, da quel momento, io venni considerato dal mio preside un antagonista e un oppositore aperto al suo potere. In realtà si trattava di uno strapotere poggiato su fragili basi culturali, al quale nessuno dei colleghi suoi stretti amici, e ce n'erano di assai preparati e intelligenti, pensò mai di dare un vero sostegno limitandone gli eccessi peraltro ogni giorno più evidenti.
D'altro canto io stesso, dentro di me, ho desiderato che il preside mi chiamasse a colloquio riservato, nel corso del quale avrei voluto chiedergli scusa del mio atteggiamento talora ribelle, e proporgli una mia sincera collaborazione. Ma il mio preside, nel corso dei lunghi anni in cui abbiamo lavorato insieme, e in particolare nei primissimi tempi, non sentì mai il dovere di chiedermi spiegazioni, mai ebbe l'umiltà di convocarmi e di cercare una stretta di mano che volentieri gli avrei dato. Fu per tal motivo che, fino all'ultimo, tra lui e me ci fu incomprensione e freddo distacco, anche se dentro di noi, forse, c'era sempre la speranza inconfessata di un'amichevole riconciliazione.
San Cesareo: problemi per la Villa di Cesare e Massenzio
A San Cesareo monta la protesta per le condizioni di abbandono della Villa di Cesare e Massenzio, il grande ritrovamento archeologico del 2011, che ha richiamato l'attenzione della cultura e del turismo.
Una lettera aperta di denuncia è stata pubblicata da parte di associazioni come il Comitato di Difesa Territoriale dei Monti Prenestini e dei Castelli Romani, Italia Nostra, Love San Cesareo, Movimento 5 Stelle e PD contro il progetto varato dal Comune che porta il nome di Programma Integrato "La Pietrara", che prevede nuove costruzioni per una superficie di circa 80 mila metri quadri e l'edificazione della Chiesa di San Giuseppe proprio a ridosso dell'area archeologica, dove potrebbero venire alla luce altri reperti di grande rilevanza.
Il progetto avrebbe un effetto devastante anche per il paesaggio e l'assetto urbano, con un dannoso aumento della popolazione, già cresciuta del 50 per cento negli ultimi dieci anni.
Una lettera aperta di denuncia è stata pubblicata da parte di associazioni come il Comitato di Difesa Territoriale dei Monti Prenestini e dei Castelli Romani, Italia Nostra, Love San Cesareo, Movimento 5 Stelle e PD contro il progetto varato dal Comune che porta il nome di Programma Integrato "La Pietrara", che prevede nuove costruzioni per una superficie di circa 80 mila metri quadri e l'edificazione della Chiesa di San Giuseppe proprio a ridosso dell'area archeologica, dove potrebbero venire alla luce altri reperti di grande rilevanza.
Il progetto avrebbe un effetto devastante anche per il paesaggio e l'assetto urbano, con un dannoso aumento della popolazione, già cresciuta del 50 per cento negli ultimi dieci anni.
Dimentichiamo Yilmaz e tifiamo Keita
Comincia l'Europa League, per noi davvero allegra se pensiamo che l'abbiamo scippata alla Roma con il derby del 26 maggio. Loro infatti ci avevano beffato in campionato, soffiandoci per un punto il sesto posto proprio all'ultima giornata. Che rabbia per i romanisti vederci in campo una stagione intera per tutta Europa al posto loro!
Arriva il Legia Varsavia, squadra forte, non sarà una passeggiata. Abbiamo ancora il dente avvelenato per non essere riusciti a portare Yilmaz a Roma per un paio di milioni, sia pure per un tentativo di scasso da parte di un disonesto procuratore. Certe cose Lotito non le sopporta, e perciò i tifosi devono inghiottire un rospo in più.
Dimentichiamo Yilmaz e dimentichiamo anche Kozak, che l'anno scorso in Europa segnò dieci gol in dieci partite, quanto un buon giocatore in un intero campionato. Kozak non c'è più, non c'è ancora il misterioso Perea ancora alle prese con difficoltà burocratiche. E se Klose fa turn over, riecco il vecchio Floccari, ma soprattutto il diciottenne Balde Diao Keita: basta il suo nome a giustificare il biglietto di Lazio-Legia, perché il ragazzo è un vero fenomeno, e se solo rendesse il cinquanta per cento di quel che vale, avremmo di che battere le mani e di che sperare per il futuro. Petkovic ha deciso di farci questo regalo, e di convocare forse anche quel Tounkara che di anni ne ha solo diciassette, ma già si è messo in coda anche lui per raggiungere presto in prima squadra il suo compagno della cantera barcellonese, e intanto i gol in Primavera li segna lui.
Sono scelte preziose, queste di Tare nel campo dei giovani. Quest'anno abbiamo comprato anche un grande difensore come Elez, che presto vedremo tra i grandi.
Lotito ha speso 28 milioni per la campagna acquisti, e tutti abbiamo detto che li ha spesi male perché non ci ha portato Yilmaz. Però ha portato Berisha, Biglia, Novaretti, Vinicius, Felipe Anderson, Perea, riscattato il grande Candreva, e portato tra i giovani Keita, Tounkara ed Elez. Diamogli tre o quattro mesi di tempo per vedere con quanti di questi nomi ci ha azzeccato, e godiamoci intanto questa Europa League regalataci dalla Roma su un piatto d'argento.
Arriva il Legia Varsavia, squadra forte, non sarà una passeggiata. Abbiamo ancora il dente avvelenato per non essere riusciti a portare Yilmaz a Roma per un paio di milioni, sia pure per un tentativo di scasso da parte di un disonesto procuratore. Certe cose Lotito non le sopporta, e perciò i tifosi devono inghiottire un rospo in più.
Dimentichiamo Yilmaz e dimentichiamo anche Kozak, che l'anno scorso in Europa segnò dieci gol in dieci partite, quanto un buon giocatore in un intero campionato. Kozak non c'è più, non c'è ancora il misterioso Perea ancora alle prese con difficoltà burocratiche. E se Klose fa turn over, riecco il vecchio Floccari, ma soprattutto il diciottenne Balde Diao Keita: basta il suo nome a giustificare il biglietto di Lazio-Legia, perché il ragazzo è un vero fenomeno, e se solo rendesse il cinquanta per cento di quel che vale, avremmo di che battere le mani e di che sperare per il futuro. Petkovic ha deciso di farci questo regalo, e di convocare forse anche quel Tounkara che di anni ne ha solo diciassette, ma già si è messo in coda anche lui per raggiungere presto in prima squadra il suo compagno della cantera barcellonese, e intanto i gol in Primavera li segna lui.
Sono scelte preziose, queste di Tare nel campo dei giovani. Quest'anno abbiamo comprato anche un grande difensore come Elez, che presto vedremo tra i grandi.
Lotito ha speso 28 milioni per la campagna acquisti, e tutti abbiamo detto che li ha spesi male perché non ci ha portato Yilmaz. Però ha portato Berisha, Biglia, Novaretti, Vinicius, Felipe Anderson, Perea, riscattato il grande Candreva, e portato tra i giovani Keita, Tounkara ed Elez. Diamogli tre o quattro mesi di tempo per vedere con quanti di questi nomi ci ha azzeccato, e godiamoci intanto questa Europa League regalataci dalla Roma su un piatto d'argento.
martedì 17 settembre 2013
Genazzano: gli amici restaurano il bar incendiato
Un grande esempio di solidarietà. Il bar Federici di Via Palmiro Togliatti, a San Filippo, è stato dato alle fiamme da sconosciuti che avevano tentato inutilmente di scassinarlo. Il bar, che è un po' fuori mano, è stato più volte visitato dai ladri.
Un gruppo di amici dei proprietari, originari di Montecompatri, hanno deciso di accelerare i tempi del restauro dando gratuitamente una mano per riaprire subito il bar nel giro di due o tre giorni. Si tratta di Nicola e Andrea Pochesci, Andrea Di Bernardino, Adriano Cosimo e Vasile Farbo, amici del figlio, che hanno offerto il loro lavoro facendo risparmiare ai proprietari in difficoltà diverse migliaia di euro. Un gesto che in paese è stato molto apprezzato.
Un gruppo di amici dei proprietari, originari di Montecompatri, hanno deciso di accelerare i tempi del restauro dando gratuitamente una mano per riaprire subito il bar nel giro di due o tre giorni. Si tratta di Nicola e Andrea Pochesci, Andrea Di Bernardino, Adriano Cosimo e Vasile Farbo, amici del figlio, che hanno offerto il loro lavoro facendo risparmiare ai proprietari in difficoltà diverse migliaia di euro. Un gesto che in paese è stato molto apprezzato.
Forza Europa: avanti col Legia, lancio di Keita
Alla Roma ci penseremo venerdì: ora avanti col Legia, campione di Polonia, una squadra da non disprezzare.
La Lazio ha la sua bella Europa da vivere, l'abbiamo strappata alla Roma con il derby del 26 maggio, e ora dobbiamo meritarla, godercela, possibilmente vincerla. I mezzi li abbiamo, non credete a una Lazio modesta e spuntata, i nostri sono maturati.
Klose riposa, entra Floccari al suo posto, e avrà al suo fianco il diciottenne Balde Diao Keita, l'ex cantera Barcellona, ora tutto nostro e tutto da godere. E' campione d'Italia della Primavera, e i suoi gol sono sempre stati tanti e spettacolari. Riuscisse questo lancio, la Lazio avrebbe vinto la sua campagna acquisti a prescindere anche da Perea.
Il turno over, necessario per presentare una squadra fresca contro la capolista Roma, coinvolge parecchia gente. Rientra Hernanes, è fresco e può tirare la carretta per tutti. Rientra anche Gonzalez a tempo pieno, e Onazi, ormai lanciato, può dare un po' di respiro a Ledesma che domenica sarà fondamentale come Klose.
Godiamoci anche la bella ripresa a cui sta dando vita quel Cavanda che sta diventando uno spauracchio per tutte le difese sulla corsia di destra. Bellissimo il suo gol contro il Chievo, guadagnato con uno sprint e concluso con un colpo da biliardo sul largo cross di Ledesma: da antologia del calcio. Uno che fa gol così non può che fare strada.
Abbiamo insomma forze di ricambio notevoli, anche Ederson non scherza. Perciò possiamo permetterci un turn over pieno di promesse e di pregi. Ma attenzione al Legia, squadra campione di Polonia, mentre noi siamo stati solo settimi nel nostro campionato.
La Lazio ha la sua bella Europa da vivere, l'abbiamo strappata alla Roma con il derby del 26 maggio, e ora dobbiamo meritarla, godercela, possibilmente vincerla. I mezzi li abbiamo, non credete a una Lazio modesta e spuntata, i nostri sono maturati.
Klose riposa, entra Floccari al suo posto, e avrà al suo fianco il diciottenne Balde Diao Keita, l'ex cantera Barcellona, ora tutto nostro e tutto da godere. E' campione d'Italia della Primavera, e i suoi gol sono sempre stati tanti e spettacolari. Riuscisse questo lancio, la Lazio avrebbe vinto la sua campagna acquisti a prescindere anche da Perea.
Il turno over, necessario per presentare una squadra fresca contro la capolista Roma, coinvolge parecchia gente. Rientra Hernanes, è fresco e può tirare la carretta per tutti. Rientra anche Gonzalez a tempo pieno, e Onazi, ormai lanciato, può dare un po' di respiro a Ledesma che domenica sarà fondamentale come Klose.
Godiamoci anche la bella ripresa a cui sta dando vita quel Cavanda che sta diventando uno spauracchio per tutte le difese sulla corsia di destra. Bellissimo il suo gol contro il Chievo, guadagnato con uno sprint e concluso con un colpo da biliardo sul largo cross di Ledesma: da antologia del calcio. Uno che fa gol così non può che fare strada.
Abbiamo insomma forze di ricambio notevoli, anche Ederson non scherza. Perciò possiamo permetterci un turn over pieno di promesse e di pregi. Ma attenzione al Legia, squadra campione di Polonia, mentre noi siamo stati solo settimi nel nostro campionato.
lunedì 16 settembre 2013
Palestrina: un reparto efficiente e simpatico
Superate alcune inevitabili difficoltà iniziali, come paziente in emodialisi mi trovo molto bene nel reparto nefrologico dell'ospedale di Palestrina, condotto con correttezza, efficienza e simpatia dal dottor Massimiliano Pelosi, coadiuvato con bravura dai medici Maria Laura Puliti, Giampiero Proietti, Filippo Tulli e Marta Ilardi, e da uno staff d'infermieri di buon valore come la caposala Elena, Maria, Roberto, Bruno, Giulio, Vincenza, Antonella, Anna, Simonetta, Annarella, Simona e altro personale ausiliario, tutti umani e simpatici, tali da farti sentire di casa e ben protetti.
Anni di scuola: 197. Tudor
Come fa un preside, che non ha un'adeguata cultura perché ha vinto il concorso con una di quelle raccomandazioni speciali che una volta erano pane di tutti i giorni, a battere la strada delle circolari estremamente impegnative perché rivolte a un centinaio di persone laureate che le sottopongono al loro vaglio e al loro giudizio?
La vita di un preside - o dirigente d'istituto - oggi è tutt'altro che facile, a meno che non sia così intelligente da limitare al minimo indispensabile i suoi interventi scritti, oppure da farsi aiutare da qualcuno che, pur non essendo preside, sia più esperto di lui.
Ma esiste, purtroppo, anche la categoria del preside pavone, che non esita a mostrare le variopinte penne della sua coda senza accorgersi che sono striminzite e lasciano scoperta una parte del posteriore.
Le novità tecniche della didattica sono continue, e così diventa indispensabile che un preside s'impegni in una costante frequentazione delle innovazioni.
Era freschissima la novità della scelta di un insegnante-guida in ciascun corso e in ciascuna classe, che facesse da guida agli altri docenti meno esperti. Così, un giorno, il nostro preside emanò una circolare in cui era prevista la scelta del tutor (semplicemente, il tutore). Ma, essendo il suo latino qualcosa che si perdeva nella notte dei tempi, il "nostro" identificò quella parola con un anglicismo piuttosto estroso, che si rifaceva alla famiglia reale dei Tudor.
Al sottoscritto - maledizione! - nel leggere quell'attesissima circolare alla presenza di una dozzina di colleghi molto interessati, venne istintivo prendere una penna rossa che aveva a portata di mano, una di quelle che servono per correggere i temi, e di sottolineare con un vistoso segno color sangue quell'errore così pacchiano.
La vita di un preside - o dirigente d'istituto - oggi è tutt'altro che facile, a meno che non sia così intelligente da limitare al minimo indispensabile i suoi interventi scritti, oppure da farsi aiutare da qualcuno che, pur non essendo preside, sia più esperto di lui.
Ma esiste, purtroppo, anche la categoria del preside pavone, che non esita a mostrare le variopinte penne della sua coda senza accorgersi che sono striminzite e lasciano scoperta una parte del posteriore.
Le novità tecniche della didattica sono continue, e così diventa indispensabile che un preside s'impegni in una costante frequentazione delle innovazioni.
Era freschissima la novità della scelta di un insegnante-guida in ciascun corso e in ciascuna classe, che facesse da guida agli altri docenti meno esperti. Così, un giorno, il nostro preside emanò una circolare in cui era prevista la scelta del tutor (semplicemente, il tutore). Ma, essendo il suo latino qualcosa che si perdeva nella notte dei tempi, il "nostro" identificò quella parola con un anglicismo piuttosto estroso, che si rifaceva alla famiglia reale dei Tudor.
Al sottoscritto - maledizione! - nel leggere quell'attesissima circolare alla presenza di una dozzina di colleghi molto interessati, venne istintivo prendere una penna rossa che aveva a portata di mano, una di quelle che servono per correggere i temi, e di sottolineare con un vistoso segno color sangue quell'errore così pacchiano.
Frosinone: 280 borse di studio
L'iniziativa di "Solidiamo", con il suo progetto "FormAzione", mette a disposizione dei giovani studenti di Frosinone ben 280 borse di studio, 80 di 500 euro per gli studenti universitari, 100 di 200 euro per le medie inferiori, e 100 per gli studenti delle medie superiori da 300 euro circa, con un investimento complessivo di circa 90 mila euro sulla cultura e istruzione dei giovani.
Le domande degli studenti vanno presentate entro il 24 settembre, e le graduatorie saranno pubblicate il 28 settembre. Le famiglie dovranno presentare un modello di autocertificazione del reddito.
Il sindaco Nicola Ottaviani sottolinea il valore sociale dell'iniziativa, ricordando che il finanziamento deriva dal taglio del 50 per cento delle indennità degli amministratori.
Le domande degli studenti vanno presentate entro il 24 settembre, e le graduatorie saranno pubblicate il 28 settembre. Le famiglie dovranno presentare un modello di autocertificazione del reddito.
Il sindaco Nicola Ottaviani sottolinea il valore sociale dell'iniziativa, ricordando che il finanziamento deriva dal taglio del 50 per cento delle indennità degli amministratori.
Sinceramente, Lotito non ha torto...
- Non sono veri tifosi della Lazio, sono figli di una vecchia contestazione -
Così si è espresso Lotito dopo la manifestazione di ieri dei tifosi biancocelesti, curva nord vuota fino al 15' del primo tempo, quando la squadra era già sull'1-0 e loro si erano persi il bel gol di Antonio Candreva, nuovo cannoniere della Lazio.
Una squadra senza attacco ha vinto per 3-0 mancando almeno altri tre gol. Lotito si difende. -Stiamo ancora pagando milioni di debiti del passato, ma la Lazio è risorta, abbiamo vinto due Coppe Italia e una Supercoppa, non è roba da squadrette di quattro soldi. Siamo in Europa League con possibilità di vincere questa competizione, siamo in campionato fra le Sette Sorelle, siamo nell'élite italiana e continentale, decisi a restarci e a guadagnare possibilmente altre posizioni. Dieci anni fa la Lazio era morta -
- Non ci hanno perdonato il mancato acquisto di Yilmaz, ma Yilmaz non era nei nostri programmi. Ce l'hanno offerto e lo avevamo anche preso se qualcuno non avesse voluto speculare illegalmente su di noi. Queste cose noi non le accettiamo, nessuno può metterci nel sacco. Noi contiamo su Perea e sui nostri giovani come Keita e Tounkara, e il futuro ci darà ragione -
Sinceramente, Lotito non ha torto. E' bastato il 3-0 con il Chievo a riportare serenità nell'ambiente. La Lazio è forte, siamo appena un punto sotto quella Juventus che ci aveva stritolato ed era sembrata sette volte più forte di noi. Più forte lo è, ma non di troppo. Possiamo cavarcela, abbiamo buone prospettive, abbiamo scacciato la negatività che era nata dalla delusione dopo il trionfo del derby. Ma ora alle porte c'è già un altro derby, e la Lazio deve dimostrare di essere ancora lei "la prima squadra di Roma".
Così si è espresso Lotito dopo la manifestazione di ieri dei tifosi biancocelesti, curva nord vuota fino al 15' del primo tempo, quando la squadra era già sull'1-0 e loro si erano persi il bel gol di Antonio Candreva, nuovo cannoniere della Lazio.
Una squadra senza attacco ha vinto per 3-0 mancando almeno altri tre gol. Lotito si difende. -Stiamo ancora pagando milioni di debiti del passato, ma la Lazio è risorta, abbiamo vinto due Coppe Italia e una Supercoppa, non è roba da squadrette di quattro soldi. Siamo in Europa League con possibilità di vincere questa competizione, siamo in campionato fra le Sette Sorelle, siamo nell'élite italiana e continentale, decisi a restarci e a guadagnare possibilmente altre posizioni. Dieci anni fa la Lazio era morta -
- Non ci hanno perdonato il mancato acquisto di Yilmaz, ma Yilmaz non era nei nostri programmi. Ce l'hanno offerto e lo avevamo anche preso se qualcuno non avesse voluto speculare illegalmente su di noi. Queste cose noi non le accettiamo, nessuno può metterci nel sacco. Noi contiamo su Perea e sui nostri giovani come Keita e Tounkara, e il futuro ci darà ragione -
Sinceramente, Lotito non ha torto. E' bastato il 3-0 con il Chievo a riportare serenità nell'ambiente. La Lazio è forte, siamo appena un punto sotto quella Juventus che ci aveva stritolato ed era sembrata sette volte più forte di noi. Più forte lo è, ma non di troppo. Possiamo cavarcela, abbiamo buone prospettive, abbiamo scacciato la negatività che era nata dalla delusione dopo il trionfo del derby. Ma ora alle porte c'è già un altro derby, e la Lazio deve dimostrare di essere ancora lei "la prima squadra di Roma".
domenica 15 settembre 2013
Lazio: tre squilli di gloria con Candreva Cavanda Lulic
Battuto seccamente il Chievo, la Lazio risorge dalle ceneri delll'1-4 di Torino e manda al cielo tre squilli di gloria con Candreva all'8', Cavanda al 38' e l'attesissimo Lulic al 42'. Poi la squadra biancoceleste si è appagata, non ha straripato, si è accontentato di fare un bel balzo in avanti in classifica: siamo già al sesto posto, una posizione che ci compete e che possiamo anche migliorare.
Mancavano Mauri, Hernanes e Radu, poi si è infortunato anche Biava sostituito da Ciani, ma la squadra non ha risentito di queste assenze così importanti.
Sono arrivate, anzi, belle notizie dai nuovi: Cavanda, tentennante a sinistra, fortissimo quando è stato spostato sulla corsia di destra; un Onazi vivacissimo; e un Ederson che ha sostituito alla grande il Profeta: è venuto dai suoi piedi, in un prodigioso recupero, il pallone giusto per il gol-spazzanuvole del solito Candreva, che ha fornito una prestazione super, con tocchi di grande classe. Da quel momento è stata SuperLazio, la Lazio delle buone speranze restaurate, e il Chievo non ci ha messo più paura, anche se Paloschi ha mancato due o tre buone occasioni.
Il punteggio avrebbe potuto essere anche più netto se Klose non fosse incappato in una giornata di scarsa vena, ma la sua presenza di unica punta assai temuta è sempre preziosa. Il Chievo si è battuto, specialmente nel primo tempo, con la solita pericolosità, mostrando buone idee ma poca concretezza.
Ora ci aspetta il derby. La Roma, anche se sta andando forte, non ci fa paura. Con la ritrovata umiltà e concretezza, la Lazio può rispondere con orgoglio a una sfida che i giallorossi sentono fortissimamente. Ma non sarà facile neanche per loro piegare la resistenza della Lazio. E prima ancora prepariamoci con calma alla sfida di giovedì 19 contro i polacchi del Legia in Europa League, un torneo che ci interessa fortemente.
Sentiamo fortemente, dall'alto, il benefico influsso della grande ombra protettrice di Giorgione Chinaglia.
Mancavano Mauri, Hernanes e Radu, poi si è infortunato anche Biava sostituito da Ciani, ma la squadra non ha risentito di queste assenze così importanti.
Sono arrivate, anzi, belle notizie dai nuovi: Cavanda, tentennante a sinistra, fortissimo quando è stato spostato sulla corsia di destra; un Onazi vivacissimo; e un Ederson che ha sostituito alla grande il Profeta: è venuto dai suoi piedi, in un prodigioso recupero, il pallone giusto per il gol-spazzanuvole del solito Candreva, che ha fornito una prestazione super, con tocchi di grande classe. Da quel momento è stata SuperLazio, la Lazio delle buone speranze restaurate, e il Chievo non ci ha messo più paura, anche se Paloschi ha mancato due o tre buone occasioni.
Il punteggio avrebbe potuto essere anche più netto se Klose non fosse incappato in una giornata di scarsa vena, ma la sua presenza di unica punta assai temuta è sempre preziosa. Il Chievo si è battuto, specialmente nel primo tempo, con la solita pericolosità, mostrando buone idee ma poca concretezza.
Ora ci aspetta il derby. La Roma, anche se sta andando forte, non ci fa paura. Con la ritrovata umiltà e concretezza, la Lazio può rispondere con orgoglio a una sfida che i giallorossi sentono fortissimamente. Ma non sarà facile neanche per loro piegare la resistenza della Lazio. E prima ancora prepariamoci con calma alla sfida di giovedì 19 contro i polacchi del Legia in Europa League, un torneo che ci interessa fortemente.
Sentiamo fortemente, dall'alto, il benefico influsso della grande ombra protettrice di Giorgione Chinaglia.
Segni: trionfo di Ufagrà a Via Margutta
Il pittore di Segni Antonio Fiore, in arte Ufagrà, sta letteralmente spopolando nella galleria Vittoria di Via Margutta.
La sua "Sinfonia di tempeste spaziali" presenta ben 18 opere che spiccano per dinamismo e splendore di colori, attirando una folla inconsueta di visitatori.
Ufagrà è nato a Segni nel 1938, ed è considerato l'ultimo grande futurista. La mostra resterà aperta fino al 29 settembre. I cittadini di Segni, a cominciare dal sindaco, Stefano Corsi, stanno condividendo il successo del loro grande compaesano partecipando attivamente e in maniera compatta alla mostra.
La sua "Sinfonia di tempeste spaziali" presenta ben 18 opere che spiccano per dinamismo e splendore di colori, attirando una folla inconsueta di visitatori.
Ufagrà è nato a Segni nel 1938, ed è considerato l'ultimo grande futurista. La mostra resterà aperta fino al 29 settembre. I cittadini di Segni, a cominciare dal sindaco, Stefano Corsi, stanno condividendo il successo del loro grande compaesano partecipando attivamente e in maniera compatta alla mostra.
Tounkara convocato contro il Chievo
Petkovic è stato molto generoso, nella convocazione dei giocatori laziali pronti a scendere in campo contro il Chievo. La formazione è presto fatta: Marchetti; Konko, Biava, Cana, Cavanda; Onazi, Ledesma, Candreva, Ederson, Lulic; Klose. Ma quanti giovani siederanno in panchina, pronti a prendere l'occasione al balzo. Oltre ai previsti Keita e Strakosha, ecco gli inattesi Tounkara, Crecco e Vinicius, quest'ultimo dato per morto e invece risultato più che vivo nelle ultime sedute di allenamento.
Con questi ragazzi - Mamadou Tounkara ha appena diciassette anni! - sembrano rinascere all'improvviso tante speranze, sicché i possibili tre punti contro un avversario tosto e indigesto come il Chievo risulterebbero davvero preziosi per il nostro rilancio.
Petkovic è un po' risentito per la negatività che si è venuta creando ultimamente nei confronti della Lazio, dimenticando che abbiamo dovuto affrontare la più brutta trasferta del campionato, quella di Torino con la Juventus, persa male ma persa contro una squadra più forte. Una sconfitta che ci poteva stare e che invece ha portato depressione nell'ambiente, forse troppo esaltato dalla vittoria nel derby del 26 maggio.
E' stata quella la sbornia da smaltire, più che la sconfitta di Torino. Ha ragione Petkovic. Ma ora, se la Lazio c'è davvero, non saranno le assenze di Hernanes, Mauri e Radu a metterci paura. Aspettiamo tutti una bella partita di rinascita contro il Chievo, sospinti anche più del solito dal grande Miro Klose, primatista di Germania.
Con questi ragazzi - Mamadou Tounkara ha appena diciassette anni! - sembrano rinascere all'improvviso tante speranze, sicché i possibili tre punti contro un avversario tosto e indigesto come il Chievo risulterebbero davvero preziosi per il nostro rilancio.
Petkovic è un po' risentito per la negatività che si è venuta creando ultimamente nei confronti della Lazio, dimenticando che abbiamo dovuto affrontare la più brutta trasferta del campionato, quella di Torino con la Juventus, persa male ma persa contro una squadra più forte. Una sconfitta che ci poteva stare e che invece ha portato depressione nell'ambiente, forse troppo esaltato dalla vittoria nel derby del 26 maggio.
E' stata quella la sbornia da smaltire, più che la sconfitta di Torino. Ha ragione Petkovic. Ma ora, se la Lazio c'è davvero, non saranno le assenze di Hernanes, Mauri e Radu a metterci paura. Aspettiamo tutti una bella partita di rinascita contro il Chievo, sospinti anche più del solito dal grande Miro Klose, primatista di Germania.
12 maggio 2014, all'Olimpico gran festa per ricordare lo scudetto 1974.
Si sta già organizzando una gran festa per il tifo laziale lunedì 12 maggio 2014, a quarant'anni esatti dal giorno memorabile della conquista del primo scudetto biancoceleste.
Il ritorno della salma di Giorgio Chinaglia è stata l'occasione per i fedelissimi della Lazio, promotori Oddi e Wilson,di organizzare una festa laziale che prevede per l'occasione il ritorno di grandi giocatori del passato biancoceleste, da Veron a Simeone, da Almeyda a Nesta, da Mihajlovic a Boksic, da Giordano a Signori, da Marchegiani a Negro, da Garlaschelli a D'Amico, da Stankovic a Favalli, da Nedved a Casiraghi, e chi più ne ha più ne metta.
Un momento memorabile per il passato, ma con un occhio anche al futuro, nella speranza di un prepotente ritorno della "Grande Lazio", non più Lazietta.
Il ritorno della salma di Giorgio Chinaglia è stata l'occasione per i fedelissimi della Lazio, promotori Oddi e Wilson,di organizzare una festa laziale che prevede per l'occasione il ritorno di grandi giocatori del passato biancoceleste, da Veron a Simeone, da Almeyda a Nesta, da Mihajlovic a Boksic, da Giordano a Signori, da Marchegiani a Negro, da Garlaschelli a D'Amico, da Stankovic a Favalli, da Nedved a Casiraghi, e chi più ne ha più ne metta.
Un momento memorabile per il passato, ma con un occhio anche al futuro, nella speranza di un prepotente ritorno della "Grande Lazio", non più Lazietta.
Chinaglia è tornato!
Stamattina alle 7, è arrivato a Fiumicino il feretro di Giorgio Chinaglia proveniente dagli Stati Uniti. Ad accoglierlo, Oddi e Wilson, i suoi più fedeli compagni di squadra, e una piccola rappresentanza di tifosi. Una signora del pubblico, quando ha visto la bara coperta di un drappo azzurro, è scoppiata in pianto, e un altro tra la gente l'ha consolata dicendo: - Signo', è normale che lei pianga. Chinaglia è di tutti!-
Sì, Giorgione è veramente di tutti, laziali e non. Riposerà finalmente accanto al suo maestro, Tommaso Maestrelli, nella tomba di famiglia dell'allenatore al Verano. Lì tutti i tifosi della Lazio e gli sportivi veri potranno recare un fiore accompagnato da una preghiera e da un ricordo che non si spegnerà mai. Giorgione e Tommaso, laziali per sempre, eroi del memorabile primo scudetto 1974.
Sì, Giorgione è veramente di tutti, laziali e non. Riposerà finalmente accanto al suo maestro, Tommaso Maestrelli, nella tomba di famiglia dell'allenatore al Verano. Lì tutti i tifosi della Lazio e gli sportivi veri potranno recare un fiore accompagnato da una preghiera e da un ricordo che non si spegnerà mai. Giorgione e Tommaso, laziali per sempre, eroi del memorabile primo scudetto 1974.
sabato 14 settembre 2013
Il Bayern offre 25 milioni per Hernanes
Bepi Guardiola, allenatore del Bayern Monaco, torna all'assalto della Lazio per avere Anderson Hernanes, il Profeta. Il Bayern è disposto a mettere sul piatto della bilancia qualcosa come 25 milioni. Una grossa tentazione per Lotito, che pagò per Hernanes 11 milioni ed avrebbe un bel plusvalore di 14 milioni netti, capaci di aggiustare il bilancio.
Però siamo convinti che il Profeta resterà a Roma. Scontato il turno di squalifica contro il Chievo, è pronto a scendere in campo nel derby del 22 settembre con intenzioni bellicose.
Però siamo convinti che il Profeta resterà a Roma. Scontato il turno di squalifica contro il Chievo, è pronto a scendere in campo nel derby del 22 settembre con intenzioni bellicose.
Lazio primavera-Catania 1-0: quel fenomeno di Tounkara!
Lazio primavera batte Catania 1-0 con gol di Tounkara al 38' della ripresa. E' stata una vera battaglia fra le due capolista del girone C: La Lazio ha preso d'assalto la rete degli etnei, che hanno rEsistito per quasi tutto l'incontro mettendo in mostra qualche pericoloso contropiede.
GLi attaccanti biancocelesti non avevano il piede centrato.Tounkara comunque protagonista: nel primo tempo è stato atterrato in area, ma l'arbitro lo ha ammonito per simulazione. Nella ripresa, un suo tiro forse varca la linea, ma l'arbitro dice di no. Finalmente, a cinque minuti dalla fine, su passasìggio di Palombi appena entrato in campo, Tounkara scaraventa in rete il pallone della preziosa vittoria.
Bollini ha schierato: Strakosha; Pollace, Serpieri, Elez, Filippini; Oikonomidis, Antic (Pace), Ilari (Fiore); Lombardi (Palombi), Tounkara, Crecco.
La Lazio rimane capolista del girone. La cavalcata vittoriosa continua.
GLi attaccanti biancocelesti non avevano il piede centrato.Tounkara comunque protagonista: nel primo tempo è stato atterrato in area, ma l'arbitro lo ha ammonito per simulazione. Nella ripresa, un suo tiro forse varca la linea, ma l'arbitro dice di no. Finalmente, a cinque minuti dalla fine, su passasìggio di Palombi appena entrato in campo, Tounkara scaraventa in rete il pallone della preziosa vittoria.
Bollini ha schierato: Strakosha; Pollace, Serpieri, Elez, Filippini; Oikonomidis, Antic (Pace), Ilari (Fiore); Lombardi (Palombi), Tounkara, Crecco.
La Lazio rimane capolista del girone. La cavalcata vittoriosa continua.
Anni di scuola: 196. Dal troppo difficile al troppo facile
Il preside disse pubblicamente agli alunni che le sue comunicazioni erano la cosa più importante, mentre le spiegazioni e i discorsi dell'insegnante erano le solite "quattro pappole".
Da dove fosse nata questa storia delle "quattro pappole" non lo so: so solo che in certi ambienti attecchì. Una collega, che aveva un figlio in gravi difficoltà nella classe dell'insegnante più severa e drasticamente di sinistra, pensò bene di far cambiare sezione al proprio rampollo e di mandarlo da me, il professore delle "quattro pappole". Il ragazzo ne era proprio convinto, e venne nella nostra sezione sicuro di farsi una passeggiata. E' vero, i voti in italiano erano migliorati, nel senso che dal 3 erano passati al 4 e mezzo e perfino al 5 in orale, ma soltanto perché il metodo degli insegnanti era diverso: l'una era solita stangare e scoraggiare sistematicamente i peggiori, mentre io ero per la politica del lento, graduale recupero e possibile miglioramento.
Ecco da dove veniva la storia delle "quattro pappole", contro la quale solo il tempo e la ragione prevalsero ristabilendo la verità, a cominciare dagli esami di maturità che restituirono la realtà e le giuste dimensioni. La collega che si voleva giovare del "facile" a favore del figlio tentò in tutti i modi la scorciatoia per il 60 da attribuire al suo ragazzo, ma non tenne conto della serietà con cui venivano stilati i giudizi individuali, in base ai quali quel 60 diventava un vero miraggio, e un vero miraggio sarebbe stato il voto alto che riuscì a strappare grazie a compiacenze di vario tipo, a cominciare dal lavorio del rappresentante di classe che era della corrente di sinistra propalatrice delle "dicerie dell'untore" e disponibile a modulare giudizi e valutazioni grazie ad atteggiamenti molto lontani da ogni serietà e rispetto della verità. Le vere "quattro pappole" si ritrovarono da tutt'altra parte, non certo da chi si era sempre battuto lealmente per i meriti veri.
Da dove fosse nata questa storia delle "quattro pappole" non lo so: so solo che in certi ambienti attecchì. Una collega, che aveva un figlio in gravi difficoltà nella classe dell'insegnante più severa e drasticamente di sinistra, pensò bene di far cambiare sezione al proprio rampollo e di mandarlo da me, il professore delle "quattro pappole". Il ragazzo ne era proprio convinto, e venne nella nostra sezione sicuro di farsi una passeggiata. E' vero, i voti in italiano erano migliorati, nel senso che dal 3 erano passati al 4 e mezzo e perfino al 5 in orale, ma soltanto perché il metodo degli insegnanti era diverso: l'una era solita stangare e scoraggiare sistematicamente i peggiori, mentre io ero per la politica del lento, graduale recupero e possibile miglioramento.
Ecco da dove veniva la storia delle "quattro pappole", contro la quale solo il tempo e la ragione prevalsero ristabilendo la verità, a cominciare dagli esami di maturità che restituirono la realtà e le giuste dimensioni. La collega che si voleva giovare del "facile" a favore del figlio tentò in tutti i modi la scorciatoia per il 60 da attribuire al suo ragazzo, ma non tenne conto della serietà con cui venivano stilati i giudizi individuali, in base ai quali quel 60 diventava un vero miraggio, e un vero miraggio sarebbe stato il voto alto che riuscì a strappare grazie a compiacenze di vario tipo, a cominciare dal lavorio del rappresentante di classe che era della corrente di sinistra propalatrice delle "dicerie dell'untore" e disponibile a modulare giudizi e valutazioni grazie ad atteggiamenti molto lontani da ogni serietà e rispetto della verità. Le vere "quattro pappole" si ritrovarono da tutt'altra parte, non certo da chi si era sempre battuto lealmente per i meriti veri.
Fiuggi: premio storia Lazio meridionale
Sono sei i finalisti del Premio Fiuggi Storia Lazio Meridionale, che verrà assegnato sabato 28 settembre nella chiesa di Santo Stefano nell'antico borgo di Anticoli. Il premio è presieduto da Antimo Della Valle; segretaria, Vera Manacorda.
I finalisti sono: Fernando Riccardi, Roberto Salvatori, Francesco Cioci, Loreto Mario D'Emilia, Giancarlo Parisi e Luigi Cappelli, con interessanti pubblicazioni di storia della Ciociaria. Ci dispiace che non sia stato ricordato anche "Paese di Ciociaria, memorie di un bambino di dieci anni" di Luigi Jadicicco. Chiedere informazioni a Natalino, parrucchiere per uomo, Acuto.
Il premio è in memoria del compianto don Celestino Ludovici, autore di una pregevole "Storia di Anticoli" e nostro vecchio amico.
I finalisti sono: Fernando Riccardi, Roberto Salvatori, Francesco Cioci, Loreto Mario D'Emilia, Giancarlo Parisi e Luigi Cappelli, con interessanti pubblicazioni di storia della Ciociaria. Ci dispiace che non sia stato ricordato anche "Paese di Ciociaria, memorie di un bambino di dieci anni" di Luigi Jadicicco. Chiedere informazioni a Natalino, parrucchiere per uomo, Acuto.
Il premio è in memoria del compianto don Celestino Ludovici, autore di una pregevole "Storia di Anticoli" e nostro vecchio amico.
Anderson-Keita-Perea, tre ragazzi per il nostro volo
La Lazio sta per innescare il futuro nel suo volo. Una squadra vecchia, che ha bisogno di rinnovarsi e di ripartire.
Ebbene, ci sono tre ragazzi che stanno per essere innescati nel nostro volo. Si tratta di Felipe Anderson, di Balde Diao Keita e di Brayan Perea, centrocampo ed attacco da ringiovanire per nuove speranze e nuove proiezioni nel grande calcio.
Perea finalmente ieri pomeriggio è arrivato, il fantasma ha preso corpo, fra una decina di giorni sapremo di che materiale è fatto, se è davvero quel forte attaccante in cui Lotito e Tare sembrano riporre tante speranze. Secondo loro, Perea non farà rimpiangere il mancato acquisto di Yilmaz, che dai due big della società non era stato affatto programmato.
Felipe Anderson, 9 milioni investiti in quello che è il terzo acquisto più costoso finora effettuato da Lotito dopo i 20 di Zarate e gli 11 di Hernanes. Ha il tocco raffinato del fuoriclasse, ed è quasi pronto per l'esordio dopo un lungo ovattato periodo di preparazione. Un qualche bRano della "sinfonia Felipe Anderson" potremmo anche ascoltarlo domani pomeriggio nel finale di Lazio-Chievo, che è sempre una partita da brividi per i tifosi biancocelesti.
E sta per entrare finalmente nello scenario della serie A anche quel Balde Diao Keita che è forse il diciottenne più atteso del nostro calcio, lampi di vera classe nella Primavera di cui è campione d'Italia grazie anche ai suoi funambolici gol. E' uomo da spettacolo: lasciamolo crescere piano piano, ma in modo sicuro, perché su di lui è riposta buona parte del nostro avvenire.
Ebbene, ci sono tre ragazzi che stanno per essere innescati nel nostro volo. Si tratta di Felipe Anderson, di Balde Diao Keita e di Brayan Perea, centrocampo ed attacco da ringiovanire per nuove speranze e nuove proiezioni nel grande calcio.
Perea finalmente ieri pomeriggio è arrivato, il fantasma ha preso corpo, fra una decina di giorni sapremo di che materiale è fatto, se è davvero quel forte attaccante in cui Lotito e Tare sembrano riporre tante speranze. Secondo loro, Perea non farà rimpiangere il mancato acquisto di Yilmaz, che dai due big della società non era stato affatto programmato.
Felipe Anderson, 9 milioni investiti in quello che è il terzo acquisto più costoso finora effettuato da Lotito dopo i 20 di Zarate e gli 11 di Hernanes. Ha il tocco raffinato del fuoriclasse, ed è quasi pronto per l'esordio dopo un lungo ovattato periodo di preparazione. Un qualche bRano della "sinfonia Felipe Anderson" potremmo anche ascoltarlo domani pomeriggio nel finale di Lazio-Chievo, che è sempre una partita da brividi per i tifosi biancocelesti.
E sta per entrare finalmente nello scenario della serie A anche quel Balde Diao Keita che è forse il diciottenne più atteso del nostro calcio, lampi di vera classe nella Primavera di cui è campione d'Italia grazie anche ai suoi funambolici gol. E' uomo da spettacolo: lasciamolo crescere piano piano, ma in modo sicuro, perché su di lui è riposta buona parte del nostro avvenire.
venerdì 13 settembre 2013
Subiaco: il cammino delle abbazie
La città di Subiaco è stata scelta in Europa come modello di buon funzionamento degli itinerari culturali, e nella giornata di giovedì 19 settembre accoglierà un folto gruppo di visitatori.
Il "Cammino delle abbazie" è stato designato a rappresentare uno degli itinerari più belli della Regione Lazio.
Alle ore 10, visita a S. Scolastica, punto di partenza della Via Benedicti. Dalle 10.30 alle 11.45 visita al Sacro Speco, e quindi partenza per l'abbazia di San Sebastiano.
Subiaco è stata scelta dal consiglio europeo nel Programma Itinerari Culturali Europei, dall'APAIC, accordo parzialmente allargato sugli itinerari culturali, e dal progetto CERTESS della Regione Lazio.
Il "Cammino delle abbazie" è stato designato a rappresentare uno degli itinerari più belli della Regione Lazio.
Alle ore 10, visita a S. Scolastica, punto di partenza della Via Benedicti. Dalle 10.30 alle 11.45 visita al Sacro Speco, e quindi partenza per l'abbazia di San Sebastiano.
Subiaco è stata scelta dal consiglio europeo nel Programma Itinerari Culturali Europei, dall'APAIC, accordo parzialmente allargato sugli itinerari culturali, e dal progetto CERTESS della Regione Lazio.
Bojinov è libero, può venire alla Lazio
Ricordate Bojinov? E' un calciatore giramondo, Lecce, Fiorentina, Juventus, Parma, Manchester City, Sporting Lisbona, Verona, Vicenza...ha girato più squadre che anni di carriera, magari due squadre in una sola stagione. Infatti ha solo 27 ani e sembra che ne abbia quaranta.
Ebbene, lo Sporting Lisbona, con la quale il giocatore bulgaro stava per iniziare la stagione, all'improvviso ha rescisso il contratto triennale e l'attaccante bulgaro è libero sulla piazza. Alla Lazio ci hanno fatto un pensierino, perchè il giocatore è ancora giovane, ha buone capacità, è solo fuori forma, troppo su di peso: 80 chilogrammi per 1.79 di altezza.
Però Bojinov ha fatto causa allo Sporting e si ritiene in corsa per un possibile rientro, sicché forse alla Lazio non conviene andare a cacciarsi in un ginepraio tipo Zarate, cioè di un giocatore in rotta con la società da cui dovrebbe percepire lo stipendio ancora per tre anni.
Comunque, non si può sapere come andrà a finire, e il giocatore potrebbe essere interessato a trovare un'altra buona squadra.
In dieci anni di carriera, Valeri Bojinov, centravanti della nazionale bulgara, ha disputato 257 partite e segnato 57 gol: ha indossato la maglia della nazionale bulgara per ben 39 volte, segnando 7 gol. Se la Lazio lo acquistasse, a prezzo assai conveniente, non farebbe forse un cattivo affare.
Ebbene, lo Sporting Lisbona, con la quale il giocatore bulgaro stava per iniziare la stagione, all'improvviso ha rescisso il contratto triennale e l'attaccante bulgaro è libero sulla piazza. Alla Lazio ci hanno fatto un pensierino, perchè il giocatore è ancora giovane, ha buone capacità, è solo fuori forma, troppo su di peso: 80 chilogrammi per 1.79 di altezza.
Però Bojinov ha fatto causa allo Sporting e si ritiene in corsa per un possibile rientro, sicché forse alla Lazio non conviene andare a cacciarsi in un ginepraio tipo Zarate, cioè di un giocatore in rotta con la società da cui dovrebbe percepire lo stipendio ancora per tre anni.
Comunque, non si può sapere come andrà a finire, e il giocatore potrebbe essere interessato a trovare un'altra buona squadra.
In dieci anni di carriera, Valeri Bojinov, centravanti della nazionale bulgara, ha disputato 257 partite e segnato 57 gol: ha indossato la maglia della nazionale bulgara per ben 39 volte, segnando 7 gol. Se la Lazio lo acquistasse, a prezzo assai conveniente, non farebbe forse un cattivo affare.
giovedì 12 settembre 2013
La collana verde, romanzo psychophantasy di Luigi Jadicicco
Nei prossimi giorni, lunedì 23 settembre, san Pio di Pietrelcina, giorno d'inizio dell'autunno, comincerà su questo blog la pubblicazione di un grande romanzo a puntate, "La collana verde" di Luigi Jadicicco, uno psychophantasy dai risvolti imprevedibili. Contiamo di avervi tra i nostri lettori più fedeli.
Anni di scuola: 195. Quattro pappole
Quando, come un ciclone, arrivò a Palestrina un preside nuovo da un paese vicino, l'atmosfera, nel nostro istituto, cambiò all'improvviso. Astutamente, il preside nuovo, pur non essendo affatto di sinistra - io, che lo conoscevo, sapevo anzi che era di estrazione decisamente conservatrice - rovesciò la situazione in atto, che era stata sempre pilotata da elementi moderati, e si gettò nella mischia cercando il sostegno della CGIL e degli esponenti delle idee di sinistra.
Ci fu una conversione generale anche di quelli che idee politiche ne avevano poche, e soprattutto poco chiare. Fatto sta che la segreteria economica, quella didattica, il consiglio d'istituto e il collegio dei docenti cambiarono tutti la loro rappresentanza, e saltarono allegramente sul carro del vincitore.
Da quel momento, tutto quello che era andato bene fino ad allora non andò bene più. Me ne accorsi subito nel trattamento riservato alla mia sezione, la B, fino ad allora da tutti considerata nettamente la migliore. Ci fu uno smantellamento generale, con gli insegnanti base cambiati, e io, che rimasi al mio posto e naturalmente con le mie vecchie idee, perché non sono mai stato un voltagabbana, mi ritrovai decisamente a disagio, e cominciò per me una lotta serrata contro i mulini a vento.
Si cominciò con lo sminuire la valutazione nei miei confronti. Io, che ero stato sempre considerato, non dirò il migliore, ma uno dei migliori insegnanti, mi ritrovai improvvisamente bollato con la valutazione, allegramente posta in giro, delle "quattro pappole". Uno dei primi giorni venne in ispezione nella mia classe terminale della quinta B il signor preside in persona, il quale aveva mandato in giro per le classi una sua comunicazione con bigliettini rivolti individualmente ai singoli alunni, e trovandoli casualmente quasi tutti sparsi in terra, rimproverò la classe e l'insegnante, che ero io.
Ci fu una conversione generale anche di quelli che idee politiche ne avevano poche, e soprattutto poco chiare. Fatto sta che la segreteria economica, quella didattica, il consiglio d'istituto e il collegio dei docenti cambiarono tutti la loro rappresentanza, e saltarono allegramente sul carro del vincitore.
Da quel momento, tutto quello che era andato bene fino ad allora non andò bene più. Me ne accorsi subito nel trattamento riservato alla mia sezione, la B, fino ad allora da tutti considerata nettamente la migliore. Ci fu uno smantellamento generale, con gli insegnanti base cambiati, e io, che rimasi al mio posto e naturalmente con le mie vecchie idee, perché non sono mai stato un voltagabbana, mi ritrovai decisamente a disagio, e cominciò per me una lotta serrata contro i mulini a vento.
Si cominciò con lo sminuire la valutazione nei miei confronti. Io, che ero stato sempre considerato, non dirò il migliore, ma uno dei migliori insegnanti, mi ritrovai improvvisamente bollato con la valutazione, allegramente posta in giro, delle "quattro pappole". Uno dei primi giorni venne in ispezione nella mia classe terminale della quinta B il signor preside in persona, il quale aveva mandato in giro per le classi una sua comunicazione con bigliettini rivolti individualmente ai singoli alunni, e trovandoli casualmente quasi tutti sparsi in terra, rimproverò la classe e l'insegnante, che ero io.
Artena: cinque ore per salvare la cagnolina Brenda
Ieri, mercoledì 11 settembre, intorno alle 11, nel centro storico di Artena, la cagnolina Brenda è caduta in fondo a una dolina carsica di 30 metri.
Sono accorsi i vigili del fuoco di Colleferro, che hanno dovuto chiedere la collaborazione del nucelo SAF Regionale Terra.
Il recupero è stato reso difficile a causa del distacco di rocce e per la presenza di scarichi fognari lungo le pareti della dolina.
L'intervento si è concluso alle 17, con la riconsegna di Brenda alla proprietaria commossa. Un vigile, per riuscirci, ha dovuto calarsi con una corda.
Applausi per tutti.
Sono accorsi i vigili del fuoco di Colleferro, che hanno dovuto chiedere la collaborazione del nucelo SAF Regionale Terra.
Il recupero è stato reso difficile a causa del distacco di rocce e per la presenza di scarichi fognari lungo le pareti della dolina.
L'intervento si è concluso alle 17, con la riconsegna di Brenda alla proprietaria commossa. Un vigile, per riuscirci, ha dovuto calarsi con una corda.
Applausi per tutti.
Guglielmo Stendardo, rimpianto della Lazio
Guglielmo Stendardo, anni 32, centrale difensivo dell'Atalanta, due reti decisive nelle prime due giornate del campionato, è senz'altro il grande rimpianto della Lazio, con tutti i suoi problemi difensivi. Si parla adddirittura di un suo possibile ritorno in biancoceleste, ma il giocatore lo ha escluso. A Bergamo si trova benissimo, in nerazzurro regna la meritocrazia, cosa che alla Lazio è stata sempre difficile, almeno per lui.
Stendardo, laureato in giurisprudenza, è un calciatore colto e preparato. Alla Lazio ha giocato per tre stagioni, disputando 104 partite e segnando anche 7 gol. Ma negli ultimi tempi ha avuto vita difficile, ed è stato ceduto nel gennaio del 2012. Nelle partite disputate, ha sempre lasciato il segno, ma per lui, alla Lazio, la vita è stata sempre troppo difficile. Non è stato compreso. E' stato ritenuto un ribelle e un superbo. Ma chissà perché, a Bergamo tutto ciò non si è verificato. A Bergamo, Guglielmo Stendardo è un vero e proprio semidio.
Stendardo, laureato in giurisprudenza, è un calciatore colto e preparato. Alla Lazio ha giocato per tre stagioni, disputando 104 partite e segnando anche 7 gol. Ma negli ultimi tempi ha avuto vita difficile, ed è stato ceduto nel gennaio del 2012. Nelle partite disputate, ha sempre lasciato il segno, ma per lui, alla Lazio, la vita è stata sempre troppo difficile. Non è stato compreso. E' stato ritenuto un ribelle e un superbo. Ma chissà perché, a Bergamo tutto ciò non si è verificato. A Bergamo, Guglielmo Stendardo è un vero e proprio semidio.
Silivio Piola: cento anni, 339 gol
Il Circolo Canottieri Lazio, nella giornata di ieri 11 settembre, ha presentato la maglia celebrativa dei cento anni del grande calciatore Silvio Piola, nato il 29 settembre del 1913.
A Silvio Piola sarà intitolata una strada all'interno di Villa Glori.
Erano presenti il presidente della Lazio Claudio Lotito, il presidente della Polisportiva Lazio Boccioni, e Paola, la figlia del grande centravanti azzurro campione del mondo 1934 e 1938.
Proprio ieri la FIGC ha riconosciuto validi i 27 gol segnati da Piola con la maglia del Torino nel campionato del dopoguerra 1944. Pertanto il record di Piola, di gol segnati nel campionato italiano di serie A, resta ufficialmente a quota 290. Se si considerano anche le reti segnate nelle Coppe, il record di Piola sale alla cifra vertiginosa di 339 gol.
Silvio Piola ha militato per ben nove anni, dal 1934 al 1943, nelle file della Lazio, con la quale è stato due volte campione del mondo segnando la cifra, anch'essa record, di 149 reti in maglia biancoceleste.
A Silvio Piola sarà intitolata una strada all'interno di Villa Glori.
Erano presenti il presidente della Lazio Claudio Lotito, il presidente della Polisportiva Lazio Boccioni, e Paola, la figlia del grande centravanti azzurro campione del mondo 1934 e 1938.
Proprio ieri la FIGC ha riconosciuto validi i 27 gol segnati da Piola con la maglia del Torino nel campionato del dopoguerra 1944. Pertanto il record di Piola, di gol segnati nel campionato italiano di serie A, resta ufficialmente a quota 290. Se si considerano anche le reti segnate nelle Coppe, il record di Piola sale alla cifra vertiginosa di 339 gol.
Silvio Piola ha militato per ben nove anni, dal 1934 al 1943, nelle file della Lazio, con la quale è stato due volte campione del mondo segnando la cifra, anch'essa record, di 149 reti in maglia biancoceleste.
mercoledì 11 settembre 2013
Rocca Priora: scuolabus per Palestrina
Il Comune di Rocca Priora ha istituito per il nuovo anno scolastico un collegamento di scuolabus, che servirà gli studenti di Rocca Priora e Colle di Fuori verso il grande campus scolastico di via Pedemontana a Palestrina, comprendente liceo classico, magistrali, ragioneria, geometri e istituto per la moda.
Il servizio prevede una corsa diretta al mattino per l'andata, e due corse per il ritorno, con un pullman gran turismo dedicato a questo compito. Gestisce la società "Italian Star", che ha proposto anche un servizio da Rocca Priora per la scuola "James Joice" di Ariccia.
Il servizio per Palestrina avrà inizio lunedì 16 settembre. Il sindaco di Rocca Priora, Damiano Pucci, ha espresso la sua soddisfazione per una iniziativa davvero importante.
Il servizio prevede una corsa diretta al mattino per l'andata, e due corse per il ritorno, con un pullman gran turismo dedicato a questo compito. Gestisce la società "Italian Star", che ha proposto anche un servizio da Rocca Priora per la scuola "James Joice" di Ariccia.
Il servizio per Palestrina avrà inizio lunedì 16 settembre. Il sindaco di Rocca Priora, Damiano Pucci, ha espresso la sua soddisfazione per una iniziativa davvero importante.
Balde Diao Keita: che tentazione per Petkovic!
Dato che Perea ancora non si vede (che giocatore fantasma!), domenica contro il Chievo Petkovic ha una grande tentazione: perché non provare con Balde Diao Keita, almeno per una ventina di minuti finali?
Il ragazzo è un vero fenomeno, l'ha confermato ancora ieri nella partitella a Formello, segnando due gol fantastici, uno di destro e uno di sinistro, a dimostrare ancora una volta la completezza del suo gioco. Keita è bravo, lo sappiamo tutti, nella Primavera quest'anno ha fatto meraviglie, e se i ragazzi di Bollini possono sfoggiare lo scudetto sulla maglia lo devono in gran parte alle sue prodezze. Prodezze confermate ad Auronzo, dove il diciannovenne spagnolo d'Africa era il beniamino dei tifosi e di tutti gli spettatori.
La Lazio, con i suoi gravi problemi offensivi, si fa fin troppi scrupoli a tenere nel debito conto un giocatorino così, anche se ha solo diciotto anni. Altrove, col Chievo o con l'Atalanta, avrebbe già esordito in serie A, con tutte le conseguenze positive che ne sarebbero scaturite. Ma alla Lazio no, alla Lazio non si può, ci sono troppi tabù e si bada troppo alle vecchie gerarchie, prima di Keita toccherà sempre a Floccari, a Perea, a Felipe Anderson e magari a Sculli.
Però Petkovic un pensierino a Keita, per Lazio-Chievo, è tentato davvero di farlo. Magari a risultato assicurato, se mai fosse così forte la Lazio da mettere subito i tre punti in cassa. Negli ultimi venti minuti, la recuperata Curva Nord potrebbe deliziarsi per l'esordio di questo giovane fenomeno, un ragazzo nato per incantare le folle del calcio, Balde Diao Keita, figlio della cantera barcellonese.
Il ragazzo è un vero fenomeno, l'ha confermato ancora ieri nella partitella a Formello, segnando due gol fantastici, uno di destro e uno di sinistro, a dimostrare ancora una volta la completezza del suo gioco. Keita è bravo, lo sappiamo tutti, nella Primavera quest'anno ha fatto meraviglie, e se i ragazzi di Bollini possono sfoggiare lo scudetto sulla maglia lo devono in gran parte alle sue prodezze. Prodezze confermate ad Auronzo, dove il diciannovenne spagnolo d'Africa era il beniamino dei tifosi e di tutti gli spettatori.
La Lazio, con i suoi gravi problemi offensivi, si fa fin troppi scrupoli a tenere nel debito conto un giocatorino così, anche se ha solo diciotto anni. Altrove, col Chievo o con l'Atalanta, avrebbe già esordito in serie A, con tutte le conseguenze positive che ne sarebbero scaturite. Ma alla Lazio no, alla Lazio non si può, ci sono troppi tabù e si bada troppo alle vecchie gerarchie, prima di Keita toccherà sempre a Floccari, a Perea, a Felipe Anderson e magari a Sculli.
Però Petkovic un pensierino a Keita, per Lazio-Chievo, è tentato davvero di farlo. Magari a risultato assicurato, se mai fosse così forte la Lazio da mettere subito i tre punti in cassa. Negli ultimi venti minuti, la recuperata Curva Nord potrebbe deliziarsi per l'esordio di questo giovane fenomeno, un ragazzo nato per incantare le folle del calcio, Balde Diao Keita, figlio della cantera barcellonese.
martedì 10 settembre 2013
L'Italia del calcio qualificata per i mondiali
Battuta la Repubblica Ceca per 2-1, l'Italia del calcio ha conquistato con due turni di anticipo la qualifica ai mondiali del 2014 in Brasile.
In svantaggio per un gol subito a metà del primo tempo dall'ex laziale Libor Kozak - che ha sfiorato addiritura il 2-0 allo scadere del 45' - l'Italia ha rovesciato il risultato nei minuti iniziali della ripresa con una rete di Chiellini su un bel calcio d'angolo del solito bravissimo Candreva, e su un rigore subìto e realizzato da Balotelli, che ha avuto moltissime occasioni da rete sbagliate per un nulla e con una traversa colpita da due passi.
Vittoria meritata, ma non facile da conquistare, contro un avversario duro e pericoloso fino alla fine.
In svantaggio per un gol subito a metà del primo tempo dall'ex laziale Libor Kozak - che ha sfiorato addiritura il 2-0 allo scadere del 45' - l'Italia ha rovesciato il risultato nei minuti iniziali della ripresa con una rete di Chiellini su un bel calcio d'angolo del solito bravissimo Candreva, e su un rigore subìto e realizzato da Balotelli, che ha avuto moltissime occasioni da rete sbagliate per un nulla e con una traversa colpita da due passi.
Vittoria meritata, ma non facile da conquistare, contro un avversario duro e pericoloso fino alla fine.
Iscriviti a:
Post (Atom)