domenica 21 aprile 2013

Rifondazione Lazio: ma che cosa cambiare?

Non potendo cambiare squadra, che è quella che è, si provi a cambiare altro: non so, direzione tecnica o al limite presidenza.
Nella Lazio attuale c'è qualcosa che non funziona. O meglio, per essere precisi: non c'è cosa che funzioni. Tutto al diavolo. La squadra non segna più un gol nemmeno se sta tre domeniche di fila in campo a pestare erba nell'area avversaria. E' una sterilità congenita, come la possibilità che un cane castrato possa dare alla luce un bel cagnolino.Ci vuole una cagna che possa farlo, e questa cagna è la Fortuna, che da casa laziale non passa da un bel po' di tempo a questa parte.
Tu sommi Klose più Floccari più Kozak più Candreva più Hernanes, cinque signori giocatori, e da questa espressione matematica non esce fuori un gol, su azione o su calcio piazzato, da almeno tre domeniche. C'è qualcosa di malato, di malsano, un bubbone scoppiato all'improvviso, come se da parte dei giocatori di Petkovic sia venuta fuori un'allergia congenita. Dove mettere le mani?
Diamo la squadra ad Alberto Bollini: lui ha portato la Lazio sette volte su sette alle finali nazionali della Primavera, lui sa come far giocare a pallone i vari ragazzi affidatigli, anche quelli che vengono dalla Spagna o dall'Africa, come ha fatto un anno fa con Onazi, due anni fa con Cavanda, quest'anno con Rozzi, Keita e Tounkara ecc..ecc.. Bisogna aver coraggio e anche una punta di follia nella vita. Non possiamo accontentarci di una Lazio che arriva ai quarti in Europa League e alla finalissima di Coppia Italia. E' stata tutta un'illlusione? E perché questo scoppio improvviso, una vera deflagrazione? Qualcuno ci spieghi questo mistero. Se la Lazio si ritrova così male sulle gambe, un perché ci sarà, e bisogna scoprire cos'è questo perchè. Coraggiosamente.

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