Tra i momenti più movimentati dei miei anni di scuola devo ricordare sicuramente una gita a Parigi con le quinte classi dell'istituto di Palestrina.
Vi ho già detto che il mentore naturale sarebbe stato Manlio Maggi, grande conoscitore del Louvre e dei principali luoghi d'arte parigini come il Quartiere Latino, Montmartre, Le Sacré Coeur, Notre Dame, e via dicendo. Ma il professor Maggi, per l'occasione, entrato in urto con il preside per qualche dettaglio delle visite o chissà per quale altro motivo, ci abbandonò a noi stessi, e dovetti fare io da capo équipe pur non avendo...le phisique du rol. In compenso il preside mi fornì come sostegno una professoressa di francese appassionata d'arte, e un'altra insegnante, sempre di francese, appassionata...nel rompere meravigliosamente i programmi altrui, nell'innervosire la comitiva con i suoi problemi e nello scoraggiare ogni iniziativa.
Purtroppo la prima insegnante, appena arrivata a Parigi, si ammalò e restò in albergo per l'intera settimana, e io dovetti supplirla, con esiti non proprio entusiasmanti, sia nelle visite ai monumenti cittadini che nella grande giornata dedicata al Louvre.
Ma altri furono i momenti-clou della gita: memorabile la nostra decisione di trascorrere una serata nella vita notturna della Ville Lumière, al Moulin Rouge e dintorni. Alcuni nostri ragazzi del corso geometri ottennero il permesso di entrare autonomamente in un piccolo locale piuttosto movimentato, e finì che il gruppetto si trovò accerchiato da alcune entreneuses di colore che ne strizzarono ben bene le tasche: un ragazzo dovette lasciare il suo braccialetto d'oro, dono di sua nonna, perché non aveva altro con cui pagare, e non fu facile recuperare quei cinque o sei ragazzi da una specie di sequestro.
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