Stavolta la Lazio il gol lo aveva trovato: al 95', con Libor Kozak. Macché: l'arbitro Calvarese annulla, è fuorigioco. E intanto, aveva anche espulso Biava per doppia ammonizione. Insomma, zero a zero, un piccolo punto nel carniere dopo due sconfitte, scalato ancora un posto in classifica verso il basso, ora siamo ottavi, si allontana con la Roma anche l'Udinese. Solo l'Inter ha fatto peggio di noi, e l'unica posizione che potremo al limite recuperare sarà proprio quella coi nerazzurri, molto sfortunati, che hanno perduto anche Zanetti. Ma un settimo posto probabilmente non servirebbe a nulla per la conquista di un posto per l'Europa League.
Ci resta solo una speranza: la finalissima di Coppa Italia del 26 maggio. Ma dobbiamo vincerla, perchè la Roma un posto sicuro nelle coppe europee ancora non ce l'ha.
Attendevamo uno squillo di resurrezione in quel di Parma, ma non è arrivato. O meglio, ci è rimasto nella strozza dopo l'annullamento del gol di Kozak. La Lazio si è completamente smarrita, non riesce assolutamente a far gioco, e soprattutto non riesce a far gol. Non sono serviti né Floccari né il bravo Libor, che almeno ci ha provato. E' una squadra, la nostra, che deve essere rigenerata, e ormai mancano solo quattro altre occasioni per riuscirci: Bologna, Inter, Sampdoria e Cagliari. Quattro occasioni da non gettare assolutamente al vento, con l'appendice del derby straordinario di Coppa Italia. A questo punto, la Lazio ha il destino nelle sue mani e solo con le sue forza potrà trovare l'opportunità di salvare una stagione che sta andando a fondo. Ormai Petkovic ha nelle sue mani il suo stesso avvenire tecnico, dopo una mezza stagione cominciata in modo trionfale. Dovrà fare appello alle ultimissime energie dei suoi uomini, energie ridotte al lumicino.
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