Il fallaccio di Matuzalem nei confonti del povero Cristian Brocchi meritava non solo l'espulsione, ma anche un gesto di vergogna e di scusa da parte del brasiliano. Invece - almeno sembra -niente di tutto ciò. C'era del rancore? C'era della rabbia? Solo Francelino lo sa. Qualcuno ha pagato per i lunghi mesi di attesa a Formello, fuori squadra e fuori da ogni stima da parte della società. Ma non è stato un gesto degno di un uomo che porta il nome di Francesco, amico anche dei lupi.
Da Genova siamo usciti proprio con le ossa rotte. Due mesi senza Klose sappiamo benissimo cosa significano: almeno cinque o sei punti in meno sul ruolino di marcia previsto, da 72 si scende a 67, e con 67 la conquista del terzo posto sarà molto ma molto difficile.
Però, dove la Lazio perde in qualità e in quantità, guadagna in cuore. Mettiamoci un pezzetto di cuore in più. Una buona squadra la racimoliamo lo stesso. Eccola: Marchetti; Konko, Biava, Dias, Radu; Ledesma; Candreva, Gonzalez, Mauri, Lulic; Floccari. Ma siamo quasi con gli uomini contati. Chi avanza, per il turnover e le occasionali sostituzioni? Bizzarri; Cavanda, Stankevicius, Ciani, Diakité; Onazi; Pereirinha, Cana, Rozzi, Kozak, più Hernanes ed Ederson quando rientreranno, e magari un pensierino di pentimento per Zarate. Petkovic dovrà fare miracoli e meraviglie con le poche lumache che restano nel cesto: rimangono giusto quelle per fare una gustosa polentata, non certo quante e quali ne servirebbero per affrontare tre grandi competizioni come il Campionato, la Coppa Europa e l'Europa League.
E sabato c'è un Lazio-Napoli da scintille, con in gioco subito la possibile riapertura per il secondo posto in classifica.
Nessun commento:
Posta un commento