Due fennomeni, alla Lazio: Sergio Floccari e Libor Kozak. In Europa stanno facendo sfracelli. La Lazio è, a oltre metà competizione, ancora imbattuta. E che bel collaudo, ieri sera, contro un arbitro russo che ti dà tre rigori contro, ti espelle un giocatore, Dias, e ti riempie di calci di punizione contro come se il buon Dio gli avesse affidato la missione di stroncare quella squadraccia italiana (forse una squadraccia di fascisti? così dice la fama internazionale...)
Bà, mettiamoci una pietra sopra: sarà forse solo una squadra estremamente scorretta, alla quale un bandito, Petkovic, insegna unicamente a falciare gli avversari.
Ma il discorso non era questo. Il discorso vero riguarda invece due giocatori, appunto Sergio Floccari e Libor Kozak. Sono i re di Coppa: giocano poco, ma segnano molto. Kozak ha giocato pochissime partite ma è nettamente il re delle Coppe Europee come numero di gol: ben sette! E se continua di questo passo, batterà ogni record. Evidentemente in Europa ancora non lo conoscono e riesce ancora a sfondare indisturbato, ma ormai stanno cominciando a segnarsi il suo nome, il nome di un vero e proprio Attila devastatore. Ieri ci ha prima portati in vantaggio con una sbalorditiva rimonta, e poi ha agguantato il miracoloso pareggio al 93'.
Quanto a Sergio Floccari, di gol in Europa ne ha segnati "solo" quattro, ma un altro ne ha fatto in Coppa Italia e altri quattro nelle poche comparsate nel campionato italiano. Se contiamo i minuti di gioco raggranellati, Floccari ha senza dubbio battuto il record di Klose, due gol ogni tre partite disputate come minutaggio. Ecco l'ultima grande scoperta di Petkovic in fatto di giocatori risolutori, con la crescente stima che l'allenatore ogni giorno di più prova verso questo grande, paziente e silenzioso atleta che ci sta cavando le castagne dal fuoco in un momento di pausa e di attesa nel campionato. Ieri sera Mazzarri ha provato a fare il furbo con la squadra 2, ma a lui questi giochi non riescono, ed ecco il Napoli estromesso dall'Europa. Petkovic, evidentemente, è più saggio di Mazzarri, che continua a ispirarsi, ma inutilmente, al tecnico laziale.
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