Il collega intellettualmente superiore fu per lunghi anni mio amico. Insegnavamo in corsi diversi, ma in classi parallele. Nei primi tempi mi aveva aiutato a trovare un appartamento nel suo stesso palazzo, proprio l'ultimo rimasto libero, due piani al di sopra del suo. Così mi veniva spesso a trovare, e nel pomeriggio passavamo qualche ora di conversazione insieme, davanti all'immancabile bottiglia di Martini dry, che a me non piaceva molto, ma che compravo apposta per lui sapendo che era la sua bevanda preferita.
L'amico mi ripagava invitandomi spesso al bar vicino a casa nostra, il famoso bar Paris, dove aveva un conto mensile: quindi la consumazione sembrava libera, e lui, invitando anche altri amici, invitava a non preoccuparci se il conto poteva sembrare salato. In realtà, il caro collega aveva risorse economiche inesauribili, e quell'offerta generosa al tavolo del bar era per lui solo un piacere.
Altrettanto generoso era il fratello, un vero e proprio spendaccione, che offriva bevute e pranzi bruciando tutti i suoi guadagni di costruttore, con in più la passione per le donne che invece l'amico nostro non mostrava di avere in repertorio. Aveva tuttavia molte amiche donne per le sue conversazioni, come una collega ugualmente fornita di una cultura superiore, anche se di tendenze politiche diametralmente opposte: lei una "pasionaria" della sinistra, lui un conservatore accanito se non estremista, dato che la tolleranza era uno degli aspetti della sua superiorità culturale.
Aveva poi un'amica straordinaria in un'altra insegnante, con la quale organizzava in modo regolare tutte le sue più importanti visite ai musei di mezza Europa, con soggiorni anche di una settimana. La collega, sposata con un docente universitario, riusciva a rendersi sempre disponibile per queste lunghe gite artistiche, preparate minuziosamente con largo anticipo.
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