Un bel giorno, dopo lunghi giri e tanti spettacoli musicali accolti sempre bene dalla gente, Pinocchio vide finalmente da lontano, appollaiato su una verde collina, il suo paese, e ne fu molto felice.
Non li aspettavano davvero, quella sera, quando si presentarono con il loro carretto e il loro cavallo davanti alla Trattoria di Pinocchio. Del resto, nessuno dei padroni di casa conosceva Remigio, Ulderico e Lamberto. Pinocchio scese per ultimo, e il primo che incontrò fu proprio Geppetto. Baci a abbracci commossi. Uscì la Fatina dai capelli turchini, ormai tutti bianchi in verità, e la scena si ripetè con la stessa intensità. E poi Lucignolo: abbracci a non finire. E mastro Ciliegia. E la piccola Lucia, timida timida e anch'essa in lagrime.
Pinocchio presentò Remigio, il piccolo conte ciociaro, e poi Ulderico e Lamberto, due eccelsi musicisti, e il cane Monello che scodinzolava felice, e il cavallo Bortolo, che muoveva le orecchie per manifestare anche lui la gioia che leggeva nei movimenti di Pinocchio.
- La trattoria? E' andata benissimo anche senza di te - disse Lucignolo con orgoglio. - Abbiamo fatto onore al tuo nome. Gli affari vanno a gonfie vele -
- Ho per voi una grande sorpresa. Questi miei amici suonano benissimo la tromba, l'armonica, il violino e l'ocarina, suono anch'io con loro, e conosciamo tante belle canzoni con le quali potremo dare spettacolo ogni sera nella trattoria. Ci saranno ancora più clienti. Di posto, per fortuna, ce n'è tanto, e potremo anche ingrandire -
- Grazie, Pinocchio - disse Geppetto affettuosamente. - Perché tu rimani sempre con noi, non importa se resterai ancora un burattino -
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