Lungo la strada della solitudine
oggi ho avuto una dolce compagnia:
son tornati, dai luoghi più reconditi,
cari ricordi della vita mia.
Oh, quanto è bello, quanto è stato facile,
il mio passato, a vederlo così!
il sole è in cielo, un cielo senza nuvole:
nulla resta di ciò che mi ferì.
Son fuggite paure ed inquietudini,
rimane una visione ampia e serena:
trasfigura, il ricordo, anche le immagini:
le scruto in volto...e le conosco appena.
Tutti cari, compagni, che inseguendomi
in quest'ora che dedico al passato
volete un volto, un nome (solo un attimo!),
un volto, un nome...che ho dimenticato.
Quanti foste, nei banchi di tante aule!
Volete che ricordi tante cose?
Eppure mi rimorde un poco l'animo
di salutarvi con mani dubbiose.
Maestre...professori...volti nitidi,
e volti dai contorni un po' sfumati:
quanti rancori il tempo ha fatto perdere!
oggi mi pare avervi sempre amati.
Qualche volto più caro, qualche timido
sorriso d'un bel volto di fanciulla
non l'ho scordati, no, se ancora un palpito
di tenerezza il cuore entro sé culla.
Qualche amico fedele è sempre memore
di sogni e affanni di quei tempi belli
che sui banchi ogni dì ci affratellarono:
e nella vita siamo ancor fratelli.
Ma fra i ricordi e le più care immagini
una ce n'è che non so più scordare:
la più lontana, e la più addentro all'animo:
la maestra di prima elementare.
(1956)
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