Lazio umiliata a Parma, schiantata nei primi undici minuti, con rete di Mariga al 5' e di Floccari all'11'.
Ormai è troppo facile per qualunque squadra battere la Lazio quando gioca fuori casa, quella stessa Lazio capace in precedenza di vincere ben sette partite in trasferta.
E' inutile sperare che la squadra possa rimontare, anche se l'occasione le è stata offerta: al 36' Scaloni ha ridotto le distanze su azione Rocchi-Kozak, e all'inizio della ripresa i biancocelesti hanno avuto una fiammata di orgoglio, e Kozak di testa ha mancato clamorosamente il 2-2.
Subito dopo, in contropiede, il Parma si è rilanciato nell'area di Marchetti e Floccari, ingratissimo ex, ci ha trafitto definitivamente.
La Lazio è diventata fragilissima, una squadra di vetro alla quale basta dare una spallata per farla crollare in pochissimi minuti. Senza Klose, Reja ha rinunciato anche al secondo cannoniere, Hernanes, ed ha puntato tutto sul duo Rocchi-Kozak che ha deluso tutte le aspettative.
Buio fitto, per la Lazio, anche letteralmente, essendosi le luci del Tardini spente un paio di volte, simbolo delle difficoltà di un intero paese che non riesce più neanche a illuminare per 90 minuti una partita di pallone.
Reja ha richiamato in campo Hernanes al posto di Mauri, ma il ragazzo brasiliano è anche lui a fari spenti. Così pure Alfaro subentrato a Rocchi. Senza Brocchi, anche il centrocampo ha fatto cilecca, e il disastro della squadra è stato completo. Sul 2-0 Dias, come al solito, ha completato lo scenario di uno sfascio totale con l'ennesimno infortunio: gli è subentrato Scaloni che ha avuto almeno il merito di aver segnato il suo primo gol italiano riaprendo addirittura una partita che come al solito scioccamente era stata gettata al vento in poche battute.
Questa Lazio, forse, riuscirà ancora una volta a salvare il terzo posto visti gli impegni del Napoli sul terreno della Juventus e dell'Udinese sul campo del Siena: ma sono troppe le occasioni gettate la vento con stoltezza assoluta, e il prossimo turno riserva un Lazio-Napoli che dovrà vedere in campo una squadra biancoceleste profondamente diversa se vuole conservare ancora delle speranze.
Qui Lazio by Luigi Jadicicco raccoglie tutti i laziali, a cominciare da quelli dei nostri paesi che sono orgogliosi di far parte di una terra ricca di gloria, di arte e di storia. Con loro i tifosi della Lazio, prima squadra di calcio di Roma. Degli amati paesi laziali trattiamo tutti i problemi, le attese, le speranze.
sabato 31 marzo 2012
Pinocchio ancora burattino: 32. Un grande equivoco
Pinocchio passò una notte ancora più terribile della prima sulla montagna dei briganti. Gli avevano dato da mangiare solo un pezzo di pane duro con un po' di formaggio e da bere un bicchiere d'acqua, togliendogli soltanto la benda dalla bocca, ma il bambino non osò neppure alzare la voce per paura di prendere dei violenti scapaccioni.
Con le mani legate, era appena riuscito a dare dei morsi al pane e al formaggio, e poi si era allungato su un pagliericccio che si trovava in un angolo di quella stanzaccia dove si rifugiavano i briganti Nanni e Marcone. Nanni era un po' meno violento, e ogni tanto, nel corso della giornata, gli rivolgeva qualche domanda, ma Pinocchio non rispondeva. Erano proprio convinti che lui fosse Valerio, il piccolo figlio dei conti Giannelli, e più Pinocchio diceva di no meno gli credevano.
A un certo punto, i due se ne andarono, lasciando Pinocchio solo con quel cagnaccio che gli faceva da guardia. Forse erano andati a scrivere la lettera e a portarla alla villa dei Giannelli per chiedere il riscatto. - Che stupidi! - pensava Pinocchio. Quel bambino sta a casa sua felice e contento, e loro credono di averlo preso in ostaggio - Così rischiavano davvero di essere presi e mandati in galera dopo tanti anni di latitanza. Si vedeva dai loro barboni che erano nascosti da chissà quanto tempo, e avevano qualcun altro che li nascondeva e procurava loro del cibo e le poche cose necessarie per vivere.
Rientrarono dopo alcune ore, e Pinocchio capì che avevano mandato un biglietto chiedendo una bella cifra per il riscatto, e dando appuntamento alle nove di quella sera alla grande quercia all'inizio del bosco con il conte Giannelli, al quale avrebbero riconsegnato subito il figlio se tutto fosse andato bene e non avessero messo i carabinieri di mezzo.
Aveva fatto da tramite un contadino loro amico, che non era sospettato da nessuno e aveva potuto agire liberamente, dicendo che era stato minacciato dai due briganti. In realtà, il conte aveva capito immediatamente che si trattava di un grosso equivoco, ma aveva taciuto. Valerio stava a casa tranquillo. Giocando con astuzia avrebbero potuto perfino mettere le mani sui briganti.
Con le mani legate, era appena riuscito a dare dei morsi al pane e al formaggio, e poi si era allungato su un pagliericccio che si trovava in un angolo di quella stanzaccia dove si rifugiavano i briganti Nanni e Marcone. Nanni era un po' meno violento, e ogni tanto, nel corso della giornata, gli rivolgeva qualche domanda, ma Pinocchio non rispondeva. Erano proprio convinti che lui fosse Valerio, il piccolo figlio dei conti Giannelli, e più Pinocchio diceva di no meno gli credevano.
A un certo punto, i due se ne andarono, lasciando Pinocchio solo con quel cagnaccio che gli faceva da guardia. Forse erano andati a scrivere la lettera e a portarla alla villa dei Giannelli per chiedere il riscatto. - Che stupidi! - pensava Pinocchio. Quel bambino sta a casa sua felice e contento, e loro credono di averlo preso in ostaggio - Così rischiavano davvero di essere presi e mandati in galera dopo tanti anni di latitanza. Si vedeva dai loro barboni che erano nascosti da chissà quanto tempo, e avevano qualcun altro che li nascondeva e procurava loro del cibo e le poche cose necessarie per vivere.
Rientrarono dopo alcune ore, e Pinocchio capì che avevano mandato un biglietto chiedendo una bella cifra per il riscatto, e dando appuntamento alle nove di quella sera alla grande quercia all'inizio del bosco con il conte Giannelli, al quale avrebbero riconsegnato subito il figlio se tutto fosse andato bene e non avessero messo i carabinieri di mezzo.
Aveva fatto da tramite un contadino loro amico, che non era sospettato da nessuno e aveva potuto agire liberamente, dicendo che era stato minacciato dai due briganti. In realtà, il conte aveva capito immediatamente che si trattava di un grosso equivoco, ma aveva taciuto. Valerio stava a casa tranquillo. Giocando con astuzia avrebbero potuto perfino mettere le mani sui briganti.
Diciamo "grazie" per la vita
Se consideriamo con attenzione la nostra vita, ci accorgiamo di aver ricevuto tanto: affetto, premure, occasioni per imparare, compagnia, esempi positivi, incoraggiamenti, perdono, giusti rimproveri, stimoli a migliorare, consolazione, bellezza da godere, la fede stessa.
E ancora prima abbiamo ricevuto la vita, la capacità di amare, le specifiche qualità che compongono il nostro essere, la magnificenza del creato.
Diventa impossibile non esprimere gratitudine: essa urge sulle labbra come una sorgente che non può restare imprigionata nel silenzio.
(da un articolo di Cristina Uguccioni)
E ancora prima abbiamo ricevuto la vita, la capacità di amare, le specifiche qualità che compongono il nostro essere, la magnificenza del creato.
Diventa impossibile non esprimere gratitudine: essa urge sulle labbra come una sorgente che non può restare imprigionata nel silenzio.
(da un articolo di Cristina Uguccioni)
Broccostella: in Canada si parla ciociaro
Oggi, sabato 31 marzo, a Oldcastle, Ontario, in Canada, verrà premiato il comune ciociaro di Broccostella, nel corso di un banchetto in onore del "Ciociaro Windsor Club". Si celebrano addirittura i 40 anni dalla fondazione, risalente al 1972 ad opera del presidente Frank Maceroni e di Carlo Malandruccolo. Broccostella sarà premiata come Comune dell'anno, e il premio verrà consegnato al sindaco Sergio Cippitelli, accompagnato dal sindaco di Settefrati Riccardo Frattaroli.
Saranno presenti anche l'assessore alla cultura della Provincia di Frosinone Antonio Abbate, il presidente del Consiglio Regionale del Lazio Mario Abbruzzese e il sindaco di Ceprano Giovanni Sorge.
Al club ciociaro-canadese, a nome del Presidente della Provincia di Frosinone Antonello Iannarilli, verrà consegnato un artistico mosaico rappresentante una donna ciociara.
La comunità ciociara è vivamente apprezzata nell'ambiente canadese per la sua grande operosità, la sua fantasia creativa e il suo dinamismo.
Saranno presenti anche l'assessore alla cultura della Provincia di Frosinone Antonio Abbate, il presidente del Consiglio Regionale del Lazio Mario Abbruzzese e il sindaco di Ceprano Giovanni Sorge.
Al club ciociaro-canadese, a nome del Presidente della Provincia di Frosinone Antonello Iannarilli, verrà consegnato un artistico mosaico rappresentante una donna ciociara.
La comunità ciociara è vivamente apprezzata nell'ambiente canadese per la sua grande operosità, la sua fantasia creativa e il suo dinamismo.
Ederson e Breno: alla Lazio arrivano i primi rinforzi
Lotito sta partendo col botto, per la prossima campagna acquisti non vuole farsi bruciare sul tempo, come troppo spesso è accaduto.
Cadono i primi dubbi: la Lazio ha già messo le mani su Ederson e Breno, un mediano e un centrale difensivo.
Sono entrambi brasiliani, ed entrambi giovani: Ederson ha 25 anni, e Breno solo 22. Entrambi hanno un passato da primi della classe ed hanno già conosciuto la maglia della nazionale verdeoro. Di brasiliani la Lazio ne ha già tre. Dias, Matuzalem ed Hernanes: si daranno una spinta tra loro.
Honorato Ederson viene dall'Olympique Lione, col quale ha giocato dieci volte nella Champions League ed è dunque un eccellente rinforzo per il nostro centrocampo. E' alto 1.81 e pesa 74 chilogrammi: un bel fisico. E idee chiare nel gioco.
Vinicius Breno di anni ne ha solo 22, è alto 1.87 e pesa 75 chilogrammi, da giovanissimo ha indossato la maglia della Nazionale ed ha fatto parte della formazione dei migliori undici giocatori brasiliani. Qualche problema di carattere psicologico che la Lazio, anticipando la Roma con uno scatto bruciante, conta di superare presto avendogli assicurato un contratto quadriennale.
La brutta esperienza avuta con Honda ha aperto gli occhi a Lotito, il quale annuncia di avere in canna altri due colpi sensazionali. Uno potrebbe riguardare proprio Seisuko Honda.
Cadono i primi dubbi: la Lazio ha già messo le mani su Ederson e Breno, un mediano e un centrale difensivo.
Sono entrambi brasiliani, ed entrambi giovani: Ederson ha 25 anni, e Breno solo 22. Entrambi hanno un passato da primi della classe ed hanno già conosciuto la maglia della nazionale verdeoro. Di brasiliani la Lazio ne ha già tre. Dias, Matuzalem ed Hernanes: si daranno una spinta tra loro.
Honorato Ederson viene dall'Olympique Lione, col quale ha giocato dieci volte nella Champions League ed è dunque un eccellente rinforzo per il nostro centrocampo. E' alto 1.81 e pesa 74 chilogrammi: un bel fisico. E idee chiare nel gioco.
Vinicius Breno di anni ne ha solo 22, è alto 1.87 e pesa 75 chilogrammi, da giovanissimo ha indossato la maglia della Nazionale ed ha fatto parte della formazione dei migliori undici giocatori brasiliani. Qualche problema di carattere psicologico che la Lazio, anticipando la Roma con uno scatto bruciante, conta di superare presto avendogli assicurato un contratto quadriennale.
La brutta esperienza avuta con Honda ha aperto gli occhi a Lotito, il quale annuncia di avere in canna altri due colpi sensazionali. Uno potrebbe riguardare proprio Seisuko Honda.
Stasera a Parma spazio per Kozak e Candreva
Dall'ultimo provino a Formello, si può dedurre che Reja stia cercando, per la trasferta di stasera a Parma, forze nuove e forze fresche. Avrà la difesa al completo, una delle pochissime volte (ed è imbattuta!) con Marchetti Konko Biava Dias Radu. Potrà contare su Ledesma Matuzalem e poi Gonzalez Mauri ed Hernanes a centrocampo, Rocchi unica punta, ma ci sono novità nell'aria, e riguardano Candreva e Kozak, apparsi molto impegnati e a posto nel fisico, pronti a dare una grossa mano in campo.
I due giocherrano sicuramente nella ripresa, vedremo in che ruoli tattici: Kozak forse al fianco di Rocchi per dare una spinta in più alla ricerca di un importantissimo successo, Candreva forse per dare fiato ad Hernanes, apparso non proprio al meglio in questi ultimi tempi, ma sul cui tiro da lontano e da fermo Reja non si sente proprio di rinunciare. Dopo Klose, del resto, il Profeta è il nostro cannoniere con 8 gol, che sicuramente saranno in doppia cifra a fine campionato, battendo il record di Nedved come mediano-goleador con 11 reti.
C'è aria di fiducia, ma attenti a quei due, lì davanti: Floccari e Giovinco. La difesa stia ben coperta, perché il Parma è deciso a vendere cara la pelle.
I due giocherrano sicuramente nella ripresa, vedremo in che ruoli tattici: Kozak forse al fianco di Rocchi per dare una spinta in più alla ricerca di un importantissimo successo, Candreva forse per dare fiato ad Hernanes, apparso non proprio al meglio in questi ultimi tempi, ma sul cui tiro da lontano e da fermo Reja non si sente proprio di rinunciare. Dopo Klose, del resto, il Profeta è il nostro cannoniere con 8 gol, che sicuramente saranno in doppia cifra a fine campionato, battendo il record di Nedved come mediano-goleador con 11 reti.
C'è aria di fiducia, ma attenti a quei due, lì davanti: Floccari e Giovinco. La difesa stia ben coperta, perché il Parma è deciso a vendere cara la pelle.
venerdì 30 marzo 2012
Fumo
Mani tremanti
riccioli di fumo
le vuote ore evadono.
E vai
e stai
e decidi
nuvola che culla
le fughe
dal vivere.
Piange l'anima
nel gelo
del perché.
(1968)
riccioli di fumo
le vuote ore evadono.
E vai
e stai
e decidi
nuvola che culla
le fughe
dal vivere.
Piange l'anima
nel gelo
del perché.
(1968)
La nobiltà della parola "grazie"
Dicendo "grazie" si avverte subito la nobiltà e la bellezza di questa parola, si sente profumo di verità e di libertà, si capisce che essa racconta il meglio di noi e il meglio degli altri.
Dietro questa parola si cela tutto il bene che abbiamo saputo accogliere e che altri hanno voluto offrirci, anche a costo di sacrifici. Per quanto non poche persone proclamino di "non dover dire grazie a nessuno" e orgogliosamente si vantino di essersi fatte da sole, per quanto oggi dilaghi l'individualismo e l'idea che ciascuno è un'isola ben separata e indipendente dagli altri, in realtà nessuno si è fatto da solo, ciascuno di noi è il frutto maturo, saporoso e irripetibile di tutti i semi buoni che ha ricevuto.
(da un articolo di Cristina Uguccioni)
Dietro questa parola si cela tutto il bene che abbiamo saputo accogliere e che altri hanno voluto offrirci, anche a costo di sacrifici. Per quanto non poche persone proclamino di "non dover dire grazie a nessuno" e orgogliosamente si vantino di essersi fatte da sole, per quanto oggi dilaghi l'individualismo e l'idea che ciascuno è un'isola ben separata e indipendente dagli altri, in realtà nessuno si è fatto da solo, ciascuno di noi è il frutto maturo, saporoso e irripetibile di tutti i semi buoni che ha ricevuto.
(da un articolo di Cristina Uguccioni)
Filettino: dal Principato al Commissariato
Crolla l'amministrazione di Filettino per le improvvise dimissioni dei consiglieri Giacomini (vice sindaco), Rossi e Nardecchia di maggioranza e di Luana Testa e De Meis di minoranza. Debbono perciò rinunciare il sindaco uscente Luca Sellari e i consiglieri Orologio, Circi, Marfori e Chiara Catena.
Le dimissioni dei cinque consiglieri sono un atto di protesta sia contro l'amministrazione Sellari che contro l'amministrazione regionale di Renata Polverini per l'abbandono totale di Filettino e dell'impianto sciistico di Campo Staffi, mentre ben 20 milioni di euro sono stati stanziati per il Terminillo.
Il siluro arriva però più direttamente contro il sindaco Luca Sellari, principale fautore del famoso Principato di Filettino insieme all'avvocato Carlo Taormina. Invece del Principato, arriverà, ahimé, un ben più triste Commissariato.
Le dimissioni dei cinque consiglieri sono un atto di protesta sia contro l'amministrazione Sellari che contro l'amministrazione regionale di Renata Polverini per l'abbandono totale di Filettino e dell'impianto sciistico di Campo Staffi, mentre ben 20 milioni di euro sono stati stanziati per il Terminillo.
Il siluro arriva però più direttamente contro il sindaco Luca Sellari, principale fautore del famoso Principato di Filettino insieme all'avvocato Carlo Taormina. Invece del Principato, arriverà, ahimé, un ben più triste Commissariato.
Un laziale tra i primatisti del calcio: il gigante turco Gulesin Sukru
La rivista inglese "The Guardian" si è divertita a fare le statistiche mondiali riguardanti il calcio negli oltre cento anni della sua storia, e tra i primati più o meno curiosi ce n'è uno che riguarda anche la Lazio.
Chi è il giocatore che al mondo ha segnato più gol direttamente su calcio d'angolo? Non c'è dubbio: è il gigante turco Gulesin Sukru, che ha militato nelle file della Lazio nella stagione 1951-52 segnando 16 gol su 29 presenze. Sukru, che in turco significa Zucchero, era un'ala sinistra dalla mole poderosa, 100 chili su 192 centimetri d'altezza, imponente nell'area di rigore, e che dalla bandierina sapeva arcuare il suo tiro potentissimo in modo tale da infilare direttamente la rete spiazzando i portieri con un diabolico effetto.
In questo modo il buon Gulesin, ricordato con affetto dai tifosi laziali per la sua simpatia, è riuscito a segnare la bellezza di 32 gol su un totale di 226 nella sua carriera, una cifra niente male per un giocatore che non ha avuto una storia lunghissima. Sukru infatti smise abbastanza presto di giocare a pallone, e del resto non è stato fortunato neanche nella sua vita civile, essendo morto giovane, a soli 55 anni. Nella Lazio ha giocato al fianco di noti campioni come i fratelli Sentimenti III, IV e V, Antonazzi, Puccinelli, Furiassi, Fuin, Magrini, assieme anche ad altri attaccanti famosi come gli scandinavi Larsen e Lofgren.
Queste cose i vecchi tifosi laziali nati negli anni '30 le ricordano benissimo, e la Lazio andava anche forte in classifica, piazzandosi al quarto posto per tre anni consecutivi alle spalle del Milan, dell'Inter e della Juventus.
Chi è il giocatore che al mondo ha segnato più gol direttamente su calcio d'angolo? Non c'è dubbio: è il gigante turco Gulesin Sukru, che ha militato nelle file della Lazio nella stagione 1951-52 segnando 16 gol su 29 presenze. Sukru, che in turco significa Zucchero, era un'ala sinistra dalla mole poderosa, 100 chili su 192 centimetri d'altezza, imponente nell'area di rigore, e che dalla bandierina sapeva arcuare il suo tiro potentissimo in modo tale da infilare direttamente la rete spiazzando i portieri con un diabolico effetto.
In questo modo il buon Gulesin, ricordato con affetto dai tifosi laziali per la sua simpatia, è riuscito a segnare la bellezza di 32 gol su un totale di 226 nella sua carriera, una cifra niente male per un giocatore che non ha avuto una storia lunghissima. Sukru infatti smise abbastanza presto di giocare a pallone, e del resto non è stato fortunato neanche nella sua vita civile, essendo morto giovane, a soli 55 anni. Nella Lazio ha giocato al fianco di noti campioni come i fratelli Sentimenti III, IV e V, Antonazzi, Puccinelli, Furiassi, Fuin, Magrini, assieme anche ad altri attaccanti famosi come gli scandinavi Larsen e Lofgren.
Queste cose i vecchi tifosi laziali nati negli anni '30 le ricordano benissimo, e la Lazio andava anche forte in classifica, piazzandosi al quarto posto per tre anni consecutivi alle spalle del Milan, dell'Inter e della Juventus.
giovedì 29 marzo 2012
Pinocchio ancora burattino: 31. Tra i briganti
Quando si svegliò, al mattino successivo, un cagnone grosso e dal pelo arruffato lo stava annusando per i piedi, e un omaccio barbuto, con un cappellone nero in testa, gli gridò: - Da dove vieni, bambino? Sei sceso giù dal cielo? Non ti abbiamo visto salire per questa montagna -
Un altro omaccione barbuto, con un gran fucile a tracolla, lo guardò bene e disse: - Deve essere un figlio dei conti Giannelli. Hanno un figlio di nove anni che somiglia proprio a questo bambino. Come ti chiami? -
- Pinocchio! - rispose il nostro piccolo amico, tremando di paura.
- Ma va, non prenderci per i fondelli! O che nome è Pinocchio? Tu sei Valerio, il piccolo dei Giannelli, non fare il finto tonto -
- Vieni con noi! - disse l'altro. - Il nostro rifugio è qui dietro a queste querce -
Raccolsero la stoffa spiegazzata del deltaplano, presero Pinocchio per una mano, e lo portarono fino a una rozza costruzione di pietra. Pinocchio si sedette su una panca rugosa e non osava neanche fiatare.
- Che ne facciamo di questo intruso? - disse il primo omaccio, che si chiamava Marcone.
- Non essere sciocco. Questo bambino può essere una fortuna, per noi. Se si è perduto, lo cercheranno. E allora diremo che se ci danno un bel po' di soldi glielo restituiremo. Per ora conviene aspettare e non muoverci -
Pinocchio ascoltava e aveva sempre più paura.
- Leghiamolo - disse il brigante più sveglio, che si chiamava Nanni. Si trattava proprio di due briganti nascosti da anni sulla montagna più scoscesa e fuori mano: avevano combinato tutta una serie di misfatti, ucciso una guardia e svaligiata una banca, e terrorizzavano la zona. Legarono le mani a Pinocchio con una rozza corda, e poi lo attaccarono a un grosso anello di ferro infisso nel muro, in modo che potesse star seduto, ma senza potersi muovere. Gli legarono anche una striscia di stoffa sulla bocca, in modo che non potesse nè parlare nè strillare. E poi gli legarono anche i piedi, in modo che non si potesse muovere del tutto. Pinocchio si sentì perduto, e per il momento decise di non far nulla.
- Chiediamo un riscatto. Cento zecchini d'oro - disse Nanni. - Farò arrivare un biglietto alla villa dei Giannelli. Il loro figlio val bene cento zecchini d'oro. Se sono saggi se la caveranno con poco, altrimenti gli faremo avere a casa un orecchio del bambino -
- Ben detto! - approvò Marcone strofinandosi le mani per la contentezza.
Un altro omaccione barbuto, con un gran fucile a tracolla, lo guardò bene e disse: - Deve essere un figlio dei conti Giannelli. Hanno un figlio di nove anni che somiglia proprio a questo bambino. Come ti chiami? -
- Pinocchio! - rispose il nostro piccolo amico, tremando di paura.
- Ma va, non prenderci per i fondelli! O che nome è Pinocchio? Tu sei Valerio, il piccolo dei Giannelli, non fare il finto tonto -
- Vieni con noi! - disse l'altro. - Il nostro rifugio è qui dietro a queste querce -
Raccolsero la stoffa spiegazzata del deltaplano, presero Pinocchio per una mano, e lo portarono fino a una rozza costruzione di pietra. Pinocchio si sedette su una panca rugosa e non osava neanche fiatare.
- Che ne facciamo di questo intruso? - disse il primo omaccio, che si chiamava Marcone.
- Non essere sciocco. Questo bambino può essere una fortuna, per noi. Se si è perduto, lo cercheranno. E allora diremo che se ci danno un bel po' di soldi glielo restituiremo. Per ora conviene aspettare e non muoverci -
Pinocchio ascoltava e aveva sempre più paura.
- Leghiamolo - disse il brigante più sveglio, che si chiamava Nanni. Si trattava proprio di due briganti nascosti da anni sulla montagna più scoscesa e fuori mano: avevano combinato tutta una serie di misfatti, ucciso una guardia e svaligiata una banca, e terrorizzavano la zona. Legarono le mani a Pinocchio con una rozza corda, e poi lo attaccarono a un grosso anello di ferro infisso nel muro, in modo che potesse star seduto, ma senza potersi muovere. Gli legarono anche una striscia di stoffa sulla bocca, in modo che non potesse nè parlare nè strillare. E poi gli legarono anche i piedi, in modo che non si potesse muovere del tutto. Pinocchio si sentì perduto, e per il momento decise di non far nulla.
- Chiediamo un riscatto. Cento zecchini d'oro - disse Nanni. - Farò arrivare un biglietto alla villa dei Giannelli. Il loro figlio val bene cento zecchini d'oro. Se sono saggi se la caveranno con poco, altrimenti gli faremo avere a casa un orecchio del bambino -
- Ben detto! - approvò Marcone strofinandosi le mani per la contentezza.
Sempre in favore della vita
La Chiesa è sempre "a favore della vita". L'elementare principio del "favor vitae" è sempre ragionevole.
Finché esiste il minimo dubbio che una persona sia viva, bisogna essere in favore della vita.
Sono ben consapevole della drammaticità di tante situazioni e di quale grande sacrificio talora richiedono, ma non c'è nulla che possa scalfire il diamante di questo atteggiamento a difesa di ogni singolo uomo e, a ben vedere, di tutta la società.
(da un articolo di Angelo Scola, arcivescovo di Milano)
Finché esiste il minimo dubbio che una persona sia viva, bisogna essere in favore della vita.
Sono ben consapevole della drammaticità di tante situazioni e di quale grande sacrificio talora richiedono, ma non c'è nulla che possa scalfire il diamante di questo atteggiamento a difesa di ogni singolo uomo e, a ben vedere, di tutta la società.
(da un articolo di Angelo Scola, arcivescovo di Milano)
San Donato Val di Comino: miglior olio laziale
E' dei produttori della Valle di Comino il miglior olio laziale: l'olio di San Donato si è aggiudicato il primo premio al Concorso "Olii del Lazio" per il miglior extravergine di oliva, categoria "fruttato leggero". Il premio regionale è stato organizzato da Unioncamere Lazio e dalla Camera di Commercio di Roma, ed è stato curato dall'assessore all'agricoltura della provincia di Roma Giovanni Melone.
La società olearia di Val di Comino è formata da tre soci, con a capo Valentina Franco, e sono circa 20 gli ettari di oliveto coltivato a varietà "marina", olive di montagna molto particolari coltivate a 750 metri di altezza, che trattengono un intenso profumo di erbe, mandorle, carciofo e pomodoro.
L'anno scorso l'olio di Val di Comino ha già avuto tre riconoscimenti nazionali.
La società olearia di Val di Comino è formata da tre soci, con a capo Valentina Franco, e sono circa 20 gli ettari di oliveto coltivato a varietà "marina", olive di montagna molto particolari coltivate a 750 metri di altezza, che trattengono un intenso profumo di erbe, mandorle, carciofo e pomodoro.
L'anno scorso l'olio di Val di Comino ha già avuto tre riconoscimenti nazionali.
La Lazio pesca in Svizzera: Tranquillo Barnetta
Ha 26 anni, è in scadenza di contratto con il Bayer Leverkusen, è un centrocampista offensivo di fascia destra, piace alla Lazio e la Lazio piace a lui.
Si chiama Tranquillo Barnetta, si è fatto un nome con la Nazionale Svizzera, con la quale ha segnato anche due gol contro l'Inghilterra a Londra. Di origini bergamasche, sarebbe il terzo svizzero che viene a giocare alla Lazio negli ultimi anni, sempre con esiti brillanti, dopo Behrami e Lichtsteiner. Lotito l'aveva già trattato nel 2009, ma poi il ragazzo aveva trovato spazio in Germania continuando nella sua parabola ascendente.
Barnetta si è appena ripreso da un lungo infortunio al ginocchio destro, ma, proprio come Behrami, appare integro nel fisico e pronto a rilanciarsi. La Lazio ha un'occasione d'oro, il giocatore non peserebbe che per il suo ingaggio personale, un paio di milioni al massimo. E in quel ruolo la Lazio avrebbe proprio bisogno di rinforzi, dopo il fallimento dell'operazione Cissé.
Barnetta, due anni fa, era veramente al top, ed ora deve riprendere con pazienza la via della risalita, ma alla Lazio sono specialisti in questi recuperi, l'aria di Formello pare ideale per le rinascite personali. Guardate Klose. Guardate Marchetti. O per i rilanci dopo brutti infortuni: guardate Diakité, ed anche Matuzalem. Non abbiamo dubbi che Tranquillo Barnetta, ancora giovane, avrebbe alla Lazio una parabola di rilancio.
Un altro giocatore in scadenza di contratto e da ricostruire, stavolta psicologicamente, è il centrale difensivo Borges Breno. Ha 23 anni e costerebbe poco. Lotito è alla caccia di giocatori così, fortissimi in passato e un momentino in difficoltà al presente. Ci penserà la Lazio a rilanciarli, e a rafforzarsi senza gettare troppi soldi al vento. In fondo anche lo stesso Seisuko Honda è un campione tutto da ricostruire, anche se il CSKA vuole 14 milioni.
Si chiama Tranquillo Barnetta, si è fatto un nome con la Nazionale Svizzera, con la quale ha segnato anche due gol contro l'Inghilterra a Londra. Di origini bergamasche, sarebbe il terzo svizzero che viene a giocare alla Lazio negli ultimi anni, sempre con esiti brillanti, dopo Behrami e Lichtsteiner. Lotito l'aveva già trattato nel 2009, ma poi il ragazzo aveva trovato spazio in Germania continuando nella sua parabola ascendente.
Barnetta si è appena ripreso da un lungo infortunio al ginocchio destro, ma, proprio come Behrami, appare integro nel fisico e pronto a rilanciarsi. La Lazio ha un'occasione d'oro, il giocatore non peserebbe che per il suo ingaggio personale, un paio di milioni al massimo. E in quel ruolo la Lazio avrebbe proprio bisogno di rinforzi, dopo il fallimento dell'operazione Cissé.
Barnetta, due anni fa, era veramente al top, ed ora deve riprendere con pazienza la via della risalita, ma alla Lazio sono specialisti in questi recuperi, l'aria di Formello pare ideale per le rinascite personali. Guardate Klose. Guardate Marchetti. O per i rilanci dopo brutti infortuni: guardate Diakité, ed anche Matuzalem. Non abbiamo dubbi che Tranquillo Barnetta, ancora giovane, avrebbe alla Lazio una parabola di rilancio.
Un altro giocatore in scadenza di contratto e da ricostruire, stavolta psicologicamente, è il centrale difensivo Borges Breno. Ha 23 anni e costerebbe poco. Lotito è alla caccia di giocatori così, fortissimi in passato e un momentino in difficoltà al presente. Ci penserà la Lazio a rilanciarli, e a rafforzarsi senza gettare troppi soldi al vento. In fondo anche lo stesso Seisuko Honda è un campione tutto da ricostruire, anche se il CSKA vuole 14 milioni.
mercoledì 28 marzo 2012
L'uomo non può essere ridotto a "cosa"
Ogni uomo, a qualunque età e in qualunque situazione, "viene creato" (il vero è al presente!) a immagine di Dio. La sua vita è un bene inalienabile: la Chiesa ne è custode forte, inflessibile. E non cessa di proclamarlo con forza: nessuna persona può mai essere ridotta a "cosa", pena la gravissima deriva di una società di cui i totalitarismi del XX secolo ci hanno dato tragica documentazione ("Ciò che non è persona in fondo non è nulla", Nicolàs Gomez Dàvila).
(da un articolo di Angelo Scola, arcivescovo di Milano)
(da un articolo di Angelo Scola, arcivescovo di Milano)
Colleferro: Gaia confluisce in Lazioambiente
Le tute arancione del consorzio Gaia si trasformeranno in quelle biancocelesti di Legambiente. Un incontro alla Regione Lazio ha stabilito che Gaia, con un grosso respiro di sollievo delle decine di suoi dipendenti, passerà agli ordini di Legambiente, dipendente dalla Regione Lazio, e la stessa sorte seguirà la discarica di Colle Fagiolara, dove Gaia concentrava le immondizie di dieci comuni della provincia di Roma e quelle di Fiuggi.
Sollievo generale, dunque, per molte famiglie che da mesi vivevano con il fiato sospeso, anche se i termini dell'accordo devono trovare una precisa definizione.
Sollievo generale, dunque, per molte famiglie che da mesi vivevano con il fiato sospeso, anche se i termini dell'accordo devono trovare una precisa definizione.
Zarate, Lazio nel cuore. Ma se torna...
Maurito Zarate aveva bisogno di una grande lezione di umiltà, e all'Inter hanno fatto di tutto per impartirgliela. Umiliato e offeso, si ritrova spesso in tribuna, qualche volta in panchina, in campo quasi mai. Certo che rimpiange la Lazio, dove un posticino in campo ce l'aveva assicurato, magari nei venti minuti finali.
Quanto abbia fatto Reja per conmvertire Zarate lo sappiamo tutti, solo Maurito non lo aveva capito. Reia lo aveva arretrato, quasi in copertura, per cercare di fargli capire la partecipazione corale al gioco.
L'impiego di Zarate resta un grosso problema, e se la Lazio dovesse continuare la sua marcia verso l'alto, e piazzarsi tra le più quotate formazioni europee, non potrebbe certo tollerare le follie dribblomani di Maurito: avrebbe bisogno di un attaccante rapido ed essenziale, e solo a questo patto la sua capacità di saltare l'uomo (ma una volta sola!) potrebbe essere un tesoro da sfruttare.
Zarate va riedificato nel fisico e nel morale, alla Lazio dovrebbero riservare molte energie a questo scopo. I tifosi amano ancora le sue invenzioni e il suo gioco della trottola, ma hanno anche capito che tutto ciò può essere solo un contorno e non la pietanza essenziale del gioco.
Il fratello di Zarate, Sergio, sta cercando di recuperargli la piazza di Roma, e Lotito sarebbe pure pronto ad accogliere il figliuol prodigo per cercare di recuperare una parte dei 20 milioni spesi per lui. Se proprio non dovesse avvenire il miracolo, resterà il compito ingrato di trovargli un'altra squadra disposta a scommettere qualcosa sui suoi ventiquattro anni.
Quanto abbia fatto Reja per conmvertire Zarate lo sappiamo tutti, solo Maurito non lo aveva capito. Reia lo aveva arretrato, quasi in copertura, per cercare di fargli capire la partecipazione corale al gioco.
L'impiego di Zarate resta un grosso problema, e se la Lazio dovesse continuare la sua marcia verso l'alto, e piazzarsi tra le più quotate formazioni europee, non potrebbe certo tollerare le follie dribblomani di Maurito: avrebbe bisogno di un attaccante rapido ed essenziale, e solo a questo patto la sua capacità di saltare l'uomo (ma una volta sola!) potrebbe essere un tesoro da sfruttare.
Zarate va riedificato nel fisico e nel morale, alla Lazio dovrebbero riservare molte energie a questo scopo. I tifosi amano ancora le sue invenzioni e il suo gioco della trottola, ma hanno anche capito che tutto ciò può essere solo un contorno e non la pietanza essenziale del gioco.
Il fratello di Zarate, Sergio, sta cercando di recuperargli la piazza di Roma, e Lotito sarebbe pure pronto ad accogliere il figliuol prodigo per cercare di recuperare una parte dei 20 milioni spesi per lui. Se proprio non dovesse avvenire il miracolo, resterà il compito ingrato di trovargli un'altra squadra disposta a scommettere qualcosa sui suoi ventiquattro anni.
martedì 27 marzo 2012
Pinocchio ancora burattino: 30. Una amara delusione
Ma Pinocchio non tornò. Non subito, almeno: aveva da vivere ancora alcuni anni di avventura. La povera Rosetta lo aveva capito, e pianse amaramente, perché si era molto affezionata a quel Pinocchio che gli era sembrato un bambino davvero bravo. E anche il pastore Adelmo aveva creduto che Pinocchio sarebbe rimasto parecchio tempo con lui, e provò un'amara delusione.
Intanto il volo di Pinocchio continuava con il favore del vento. Ben presto apparve la costa toscana da dove era partito qualche mese prima: riconosceva il bosco, il paese, la casa di Geppetto, la villa della Fata Turchina. Ma il vento continuava a soffiare, e Pinocchio non riusciva a fermare il volo del suo deltaplano.
Comparvero le prime montagne. Poi altre ancora più alte. Cominciava a fare buio, era quasi arrivata la notte. Il volo s'interruppe bruscamente tra i primi rami di una fitta boscaglia. Pinocchio si era fatto male sbattendo con una spalla contro il grande tronco di una quercia. Afferrandosi ai rami successivi, riuscì a scendere a terra tirando faticosamente la stoffa del deltaplano che si era squarciata.
Se ne liberò. Così pure lasciò le manopole e le pedivelle. Era solo in mezzo a un grande bosco, non sapeva neppure dove. Certamente molto lontano da casa.
Cominciava anche a fare freddo, perché non era ancora estate piena. Il cielo era coperto da fitti nuvoloni, da quanto riusciva a vedere tra la folta boscaglia. Sentiva un cane che latrava molto lontano. O forse era un lupo? Pinocchio cominciava ad avere paura. Tornò indietro a riprendere la stoffa del deltaplano: sarebbe servita almeno come coperta.
Quel latrato - o ululato? -ogni tanto riprendeva e lo faceva pregare. - O babbo Geppetto, dove sei? O fatina dai capelli turchini, lo so che tu non mi abbandoni: vienimi a salvare ancora una volta -
Piano piano si addormentò, rannicchiato ai piedi di un grande abete.
Intanto il volo di Pinocchio continuava con il favore del vento. Ben presto apparve la costa toscana da dove era partito qualche mese prima: riconosceva il bosco, il paese, la casa di Geppetto, la villa della Fata Turchina. Ma il vento continuava a soffiare, e Pinocchio non riusciva a fermare il volo del suo deltaplano.
Comparvero le prime montagne. Poi altre ancora più alte. Cominciava a fare buio, era quasi arrivata la notte. Il volo s'interruppe bruscamente tra i primi rami di una fitta boscaglia. Pinocchio si era fatto male sbattendo con una spalla contro il grande tronco di una quercia. Afferrandosi ai rami successivi, riuscì a scendere a terra tirando faticosamente la stoffa del deltaplano che si era squarciata.
Se ne liberò. Così pure lasciò le manopole e le pedivelle. Era solo in mezzo a un grande bosco, non sapeva neppure dove. Certamente molto lontano da casa.
Cominciava anche a fare freddo, perché non era ancora estate piena. Il cielo era coperto da fitti nuvoloni, da quanto riusciva a vedere tra la folta boscaglia. Sentiva un cane che latrava molto lontano. O forse era un lupo? Pinocchio cominciava ad avere paura. Tornò indietro a riprendere la stoffa del deltaplano: sarebbe servita almeno come coperta.
Quel latrato - o ululato? -ogni tanto riprendeva e lo faceva pregare. - O babbo Geppetto, dove sei? O fatina dai capelli turchini, lo so che tu non mi abbandoni: vienimi a salvare ancora una volta -
Piano piano si addormentò, rannicchiato ai piedi di un grande abete.
Una nascita, non la fine
Per i cristiani - e, almeno come presentimento - per tutti gli uomini religiosi - il giorno della morte è "dies natalis". Segna una nascita, e non la fine.
Ma, come la nascita, anche la morte ha bisogno di un accompagnamento amorevole. Come nessun neonato può sopravvivere senza la cura di chi gli vuol bene, così nessun ammalato o moribondo deve arrivare sulla soglia della morte da solo.
La grande testimonianza di Madre Teresa di Calcutta è lì a dimostrarcelo.
(da un articolo di Angelo Scola, arcivescovo di Milano)
Ma, come la nascita, anche la morte ha bisogno di un accompagnamento amorevole. Come nessun neonato può sopravvivere senza la cura di chi gli vuol bene, così nessun ammalato o moribondo deve arrivare sulla soglia della morte da solo.
La grande testimonianza di Madre Teresa di Calcutta è lì a dimostrarcelo.
(da un articolo di Angelo Scola, arcivescovo di Milano)
Anagni: senso unico e sfogo sulla circonvallazione
Ad Anagni si sta preparando una vera e propria rivoluzione per il traffico cittadino: senso unico in tutto il centro storico, con sfogo sulla circonvallazione e creazione di ampi spazi per i parcheggi.
Fautori e realizzatori di questo progetto il sindaco Carlo Noto e l'assessore al traffico Guglielmo Retarvi.
Risultatoi: dimezzamento del traffico e degli ingorghi nel centro cittadino, e grande rivalutazione dei monumenti storici, nonché benefici per i commercianti e risparmio di tempo per tutta la popolazione.
Fautori e realizzatori di questo progetto il sindaco Carlo Noto e l'assessore al traffico Guglielmo Retarvi.
Risultatoi: dimezzamento del traffico e degli ingorghi nel centro cittadino, e grande rivalutazione dei monumenti storici, nonché benefici per i commercianti e risparmio di tempo per tutta la popolazione.
Honda o Podolski? Nilmar o Ederson? Kuzmanovic o Krasic? Breno o Rodolfo?
La Lazio sta sognando in grande, in vista della prossima stagione, della Champions League e perfino della lotta per lo scudetto.
Lotito ha rotto gli indugi: quest'anno o mai più. I tempi sono maturi: sotto la guida di Edy Reja la squadra è cresciuta ed è pronta per il gran salto.
Lotito ha promesso quattro grandi rinforzi. Un grande attaccante da affiancare a Klose: Honda o Podolski?
Un grande centrocampista da sistemare a fianco di Hernanes: Nilmar o Ederson?
Un forte mediano battagliero e di classe:Kuzmanovic o Krasic?
Un fortissimo difensore centrale: Breno o Rodolfo?
Per ognuno di quest ruoli il presidente della Lazio, d'accordo con Tare ed anche con Reja, ha varato un piano di acquisti che prevede un paio di varianti o anche di più, non si sa mai quello che può succedere nelle manovre di compravendita, ne sappiamo qualcosa quando a fine gennaio abbiamo visto sfumare Honda all'ultimo minuto.
Quanti milioni serviranno, per portare a termine una simile faraonica campagna acquisti? A occhio e croce una quarantina. Roba da colpo apoplettico per uno come Claudio Lotito.
La metà della cifra verrebbe coperta con le entrate della Champions, l'altra metà con le quote degli sponsor, che dovrebbero essere molto generosi con una squadra che entra con idee bellicose nel grande agone europeo e quindi mondiale. Pensate solo all'eco che avrebbe in Giappone una Lazio che schiera Seisuko Honda.
Beh, per ora stiamo tranquilli. Pensiamo a quanto è dura la trasferta di sabato a Parma. Potremmo risvegliarci senza la famosa ricottina di Matilde sulla testa. Andava al mercato a venderla, ma le è caduta per terra e tutto è svanito.
Lotito ha rotto gli indugi: quest'anno o mai più. I tempi sono maturi: sotto la guida di Edy Reja la squadra è cresciuta ed è pronta per il gran salto.
Lotito ha promesso quattro grandi rinforzi. Un grande attaccante da affiancare a Klose: Honda o Podolski?
Un grande centrocampista da sistemare a fianco di Hernanes: Nilmar o Ederson?
Un forte mediano battagliero e di classe:Kuzmanovic o Krasic?
Un fortissimo difensore centrale: Breno o Rodolfo?
Per ognuno di quest ruoli il presidente della Lazio, d'accordo con Tare ed anche con Reja, ha varato un piano di acquisti che prevede un paio di varianti o anche di più, non si sa mai quello che può succedere nelle manovre di compravendita, ne sappiamo qualcosa quando a fine gennaio abbiamo visto sfumare Honda all'ultimo minuto.
Quanti milioni serviranno, per portare a termine una simile faraonica campagna acquisti? A occhio e croce una quarantina. Roba da colpo apoplettico per uno come Claudio Lotito.
La metà della cifra verrebbe coperta con le entrate della Champions, l'altra metà con le quote degli sponsor, che dovrebbero essere molto generosi con una squadra che entra con idee bellicose nel grande agone europeo e quindi mondiale. Pensate solo all'eco che avrebbe in Giappone una Lazio che schiera Seisuko Honda.
Beh, per ora stiamo tranquilli. Pensiamo a quanto è dura la trasferta di sabato a Parma. Potremmo risvegliarci senza la famosa ricottina di Matilde sulla testa. Andava al mercato a venderla, ma le è caduta per terra e tutto è svanito.
lunedì 26 marzo 2012
L'amico Piero Volpari e Aldo Puccinelli
Era sicuramente l'anno 1951, frequentavo la prima liceo classico al Conti Gentili di Alatri. Ero molto amico di Piero Volpari, oggi avvocato di grido proprio ad Alatri. Lui era romanista doc, io laziale al mille per mille. Ma il padre di Piero era lazialissimo anche lui, ed era direttamente in contatto con la squadra della Lazio, che in quel periodo veleggiava sicura su un brillante quarto posto in classifica che detenne per tre o quattro anni di fila.
Piero, che conosceva la mia lazialità, m'invitò a scrivere un biglietto ad Aldo Puccinelli, la piccola ala destra della Lazio e della nazionale italiana cadetti, vivace, intraprendente, e spesso anche autore di gol di qualità. Il padre di Piero avrebbe consegnato il mio biglietto a Puccinelli, che era il mio idolo di allora, giocava in una formazione che ricordo a memoria: Sentimenti IV; Antonazzi, Furiassi; Alzani, Remondini, Sentimenti III; Puccinelli, Flamini, Hofling, Cecconi, Unzain (o Nyers II).
Ricordo che per un periodo abbastanza prolungato Puccinelli, toscanaccio simpatico e sbrigliato, era rimasto assente per infortunio, e in quel biglietto io gli augurai di rientrare a Como "e magari di segnare la rete decisiva".
Fu proprio così: Puccinelli rientrò, la Lazio vinse 1-0 e Puccinelli segnò quel gol così prezioso. Quando il lunedì successivo tornammo a scuola, Piero Volpari mi guardò come si può guardare uno stregone che ha realizzato una magia, e mi portò come premio un autografo di Aldo Puccinelli. Ho ricordato questo episodio proprio oggi, essendomi accorto che sul mio blog qualcuno sta leggendo i capitoli del mio "Vita di collegio" all'altezza del punto in cui si parla di Alatri, della gare di atletica a Civita, e della corsa campestre in cui io e Piero ci contendevamo un posto per la finale dei campionati studenteschi di Frosinone.
Mi sbaglio, Piero, o sei davvero tu?
Piero, che conosceva la mia lazialità, m'invitò a scrivere un biglietto ad Aldo Puccinelli, la piccola ala destra della Lazio e della nazionale italiana cadetti, vivace, intraprendente, e spesso anche autore di gol di qualità. Il padre di Piero avrebbe consegnato il mio biglietto a Puccinelli, che era il mio idolo di allora, giocava in una formazione che ricordo a memoria: Sentimenti IV; Antonazzi, Furiassi; Alzani, Remondini, Sentimenti III; Puccinelli, Flamini, Hofling, Cecconi, Unzain (o Nyers II).
Ricordo che per un periodo abbastanza prolungato Puccinelli, toscanaccio simpatico e sbrigliato, era rimasto assente per infortunio, e in quel biglietto io gli augurai di rientrare a Como "e magari di segnare la rete decisiva".
Fu proprio così: Puccinelli rientrò, la Lazio vinse 1-0 e Puccinelli segnò quel gol così prezioso. Quando il lunedì successivo tornammo a scuola, Piero Volpari mi guardò come si può guardare uno stregone che ha realizzato una magia, e mi portò come premio un autografo di Aldo Puccinelli. Ho ricordato questo episodio proprio oggi, essendomi accorto che sul mio blog qualcuno sta leggendo i capitoli del mio "Vita di collegio" all'altezza del punto in cui si parla di Alatri, della gare di atletica a Civita, e della corsa campestre in cui io e Piero ci contendevamo un posto per la finale dei campionati studenteschi di Frosinone.
Mi sbaglio, Piero, o sei davvero tu?
La mano e il sorriso
Mano
sempre pronta
al richiamo
dell'amore.
Mano che porge,
mano
che resta
vuota
quando il cuore
chiede
in cambio
la goccia
di un sorriso.
(2012)
sempre pronta
al richiamo
dell'amore.
Mano che porge,
mano
che resta
vuota
quando il cuore
chiede
in cambio
la goccia
di un sorriso.
(2012)
Il dolore non è infelicità
Ho sperimentato che il dolore non è infelicità andando a trovare gli ammalati nelle loro case durante i sei anni della Visita pastorale nel patriarcato di Venezia. In particolare ho stampati nella memoria gli occhi luminosi, pieni di gratitudine e, mi verrebbe da dire, di allegria di un padre poco più che quarantenne, immobilizzato da una Sla molto avanzata, la cui parola e i cui gesti erano diventati quelli dei suoi due ragazzini poco più che decenni.
Come non dimenticherò più la risposta che mi diede il padre di un uomo ormai adulto portatore di una gravissima disabilità al mio goffo tentativo di consolarlo ricordandogli che il Signore lo avrebbe ricompensato del suo sacrificio: "Patriarca, ma il Signore mi ha già ricompensato! Mio figlio è il mio tesoro, mi ha insegnato l'amore". Mi sono sentito un verme.
(da un articolo di Angelo Scola, arcivescovo di Milano)
Come non dimenticherò più la risposta che mi diede il padre di un uomo ormai adulto portatore di una gravissima disabilità al mio goffo tentativo di consolarlo ricordandogli che il Signore lo avrebbe ricompensato del suo sacrificio: "Patriarca, ma il Signore mi ha già ricompensato! Mio figlio è il mio tesoro, mi ha insegnato l'amore". Mi sono sentito un verme.
(da un articolo di Angelo Scola, arcivescovo di Milano)
Olevano Romano è il paese più pulito
Olevano Romano ha vinto il concorso per il paese più pulito e più attrezzato per l'igiene pubblica: 100 mila euro per l'ambiente, premio assegnato dalla Provincia di Roma con il bando 4 R: Ridurre Rifiuti Riciclare Risorse.
La premiazione è avvenuta sabato scorso 24 marzo presso il Centro Culturale "La Pelanda" all'interno del MACRO di Piazza Giustiniana a Roma. Al secondo posto si è piazzato Trevignano Romano, al terzo posto a pari merito Allumiere e Ciampino.
Presenti il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, il geologo e giornalista Mario Tozzi, l'assessore Michele Civita e Lorenzo Parlato per la Legambiente.
La premiazione è avvenuta sabato scorso 24 marzo presso il Centro Culturale "La Pelanda" all'interno del MACRO di Piazza Giustiniana a Roma. Al secondo posto si è piazzato Trevignano Romano, al terzo posto a pari merito Allumiere e Ciampino.
Presenti il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, il geologo e giornalista Mario Tozzi, l'assessore Michele Civita e Lorenzo Parlato per la Legambiente.
Per la Champions, ora, favorita è la Lazio
Tre punti di vantaggio a nove giornate dalla fine non sono niente e possono essere tutto. Se la Lazio sa tenere il suo ritmo fino in fondo, per Napoli e Udinese non ci sarà niente da fare.
La Lazio sta procedendo al ritmo di 1,80 punti a partita, che moltiplicati per 9 danno un totale di 16 punti: uniti ai 51 già ottenuti si arriva a un totale di 67.
Per arrivare a questa quota, Napoli e Udinese dovrebbero totalizzare invece 19 punti in nove partite, vale a dire dovrebbero vincerne almeno 6 e pareggiarne una, perdendone due soltanto. Un ruolino di marcia che ben difficilmente saranno in grado di sostenere, dato che l'Udinese nelle ultime nove gare di punti ne ha ottenuti soltanto 10, mentre il Napoli, che sta andando molto meglio, ha ottenuto esattamente 19 punti, e dovrebbe ripetersi, ma ha in calendario bruttissimi clienti: domenica Juventus-Napoli, poi sarà la volta di Lazio-Napoli, poi avrà ancora Roma-Napoli alla 16.ma e la trasferta di Bologna alla penultima. Un calendariaccio, nel quale spicca il gran derby Lazio-Napoli del 7 aprile. Quel giorno, chissà, potrebbe arrivare già una sentenza.
Occhi aperti, Lazio: è il momento di essere concreti, la fortuna ci sta dando una visibile mano, quel che è successo ieri pomeriggio nell'ultimo quarto d'ora di gioco è quanto mai significativo.
A Parma riavremo la difesa titolare al completo: Konko-Biava-Dias-Radu hanno giocato solo cinque volte insiene, quattro volte abbiamo vinto ed una pareggiato: una difesa imbattuta, malgrado i tanti gol subiti ultimamente con le troppe riserve. Ieri la Lazio è tornata a non subire gol, e pur avendo giocato a livelli modesti ha ritrovato compattezza e capacità di battersi con forza. Marchetti è tornato alla sua bravura esplosiva, salvando nel finale quei tre preziosissimi punti. E' ora di essere concreti per ovviare all'assenza di Klose e di Lulic, che però saranno presenti al momento del volatone finale, ultime cinque o sei partite.
Lotito ha promesso, per la Champions, addirittura quattro rinforzi, e sta strizzando l'occhio al bravissimo Montella nel caso in cui Reja non dovesse rinnovare il contratto. Ma un uomo concreto e continuo come Reja noi ce lo terremmo ben stretto.
La Lazio sta procedendo al ritmo di 1,80 punti a partita, che moltiplicati per 9 danno un totale di 16 punti: uniti ai 51 già ottenuti si arriva a un totale di 67.
Per arrivare a questa quota, Napoli e Udinese dovrebbero totalizzare invece 19 punti in nove partite, vale a dire dovrebbero vincerne almeno 6 e pareggiarne una, perdendone due soltanto. Un ruolino di marcia che ben difficilmente saranno in grado di sostenere, dato che l'Udinese nelle ultime nove gare di punti ne ha ottenuti soltanto 10, mentre il Napoli, che sta andando molto meglio, ha ottenuto esattamente 19 punti, e dovrebbe ripetersi, ma ha in calendario bruttissimi clienti: domenica Juventus-Napoli, poi sarà la volta di Lazio-Napoli, poi avrà ancora Roma-Napoli alla 16.ma e la trasferta di Bologna alla penultima. Un calendariaccio, nel quale spicca il gran derby Lazio-Napoli del 7 aprile. Quel giorno, chissà, potrebbe arrivare già una sentenza.
Occhi aperti, Lazio: è il momento di essere concreti, la fortuna ci sta dando una visibile mano, quel che è successo ieri pomeriggio nell'ultimo quarto d'ora di gioco è quanto mai significativo.
A Parma riavremo la difesa titolare al completo: Konko-Biava-Dias-Radu hanno giocato solo cinque volte insiene, quattro volte abbiamo vinto ed una pareggiato: una difesa imbattuta, malgrado i tanti gol subiti ultimamente con le troppe riserve. Ieri la Lazio è tornata a non subire gol, e pur avendo giocato a livelli modesti ha ritrovato compattezza e capacità di battersi con forza. Marchetti è tornato alla sua bravura esplosiva, salvando nel finale quei tre preziosissimi punti. E' ora di essere concreti per ovviare all'assenza di Klose e di Lulic, che però saranno presenti al momento del volatone finale, ultime cinque o sei partite.
Lotito ha promesso, per la Champions, addirittura quattro rinforzi, e sta strizzando l'occhio al bravissimo Montella nel caso in cui Reja non dovesse rinnovare il contratto. Ma un uomo concreto e continuo come Reja noi ce lo terremmo ben stretto.
domenica 25 marzo 2012
La Lazio salva il terzo posto, anzi lo rafforza
A un quarto d'ora dalla fine, la Lazio perde il terzo posto. Il Napoli passa sul Catania, anzi straripa: 2-0. E la Lazio non ce la fa, contro un Cagliari di cuoio. Ci rassegniamo.
Anzi, no: su un calcio di punizione di Ledesma, Diakité si spinge all'attacco e insacca di testa: 1-0, i biancocelesti ancora una volta riconquistano il terzo posto di un solo punto.
E' finita? Neanche per idea. Il Catania sta facendo miracoli a Napoli, e in dieci minuti recupera i due gol. Il terzo posto della Lazio così si rafforza. Ora è avanti di tre punti!
Miracolo: qualcuno,lassù, ci vuole bene. Una giornataccia che sembrava non promettere niente di buono si è trasformata in un trionfo.
Lopez, sui suggerimenti di Reja, è andata via via rivoluzionando la squadra, dentro Kozak, dentro Candreva, dentro Alfaro,fuori Mauri, fuoriRocchi, fuori Hernanes, saltano gli schemi. Per fortuna salta anche Diakité, più in alto di tutti, e ci regala la vittoria più preziosa.Grazie, Mobido, umile e una volta tanto fortunato.
Ora però è tempo di rimettersi in sella anche col gioco e affrontare con grande forza d'animo la trasferta di Parma. Se resistiamo anche lì, può venirne fuori l'unghiata decisiva.
Anzi, no: su un calcio di punizione di Ledesma, Diakité si spinge all'attacco e insacca di testa: 1-0, i biancocelesti ancora una volta riconquistano il terzo posto di un solo punto.
E' finita? Neanche per idea. Il Catania sta facendo miracoli a Napoli, e in dieci minuti recupera i due gol. Il terzo posto della Lazio così si rafforza. Ora è avanti di tre punti!
Miracolo: qualcuno,lassù, ci vuole bene. Una giornataccia che sembrava non promettere niente di buono si è trasformata in un trionfo.
Lopez, sui suggerimenti di Reja, è andata via via rivoluzionando la squadra, dentro Kozak, dentro Candreva, dentro Alfaro,fuori Mauri, fuoriRocchi, fuori Hernanes, saltano gli schemi. Per fortuna salta anche Diakité, più in alto di tutti, e ci regala la vittoria più preziosa.Grazie, Mobido, umile e una volta tanto fortunato.
Ora però è tempo di rimettersi in sella anche col gioco e affrontare con grande forza d'animo la trasferta di Parma. Se resistiamo anche lì, può venirne fuori l'unghiata decisiva.
Breno brucia la casa, ma la Lazio vuole comprarlo
Borges Breno, ventiduenne difensore centrale brasiliano del Bayern Monaco, è tra i candidati alla maglia della Lazio per la prossima stagione.
Fin qui nulla di male: anzi! Breno ha un brillante passato, pur non essendo ancora che un ragazzo, sia pure con moglie e tre figli. Il guaio è che ultimamente è in piena crisi, si sente depresso perché non riesce a rendere come in passato, e i dirigenti del Bayern hanno deciso di affiancargli uno psicologo. In piena crisi depressiva, Breno ha dato fuoco alla sua bella casa di Monaco mentre era solo nel suo appartamento, causando circa un milione di danni. Prima è stato ricoverato per difficoltà respiratorie, poi si è fatto dieci giorni di carcere per evitare l'inquinamento delle prove di questo incendio inspiegabile.
Breno è costato 12 milioni di euro al Bayern, essendo forse il miglior giovane difensore brasiliano, ma ora le sue quotazioni sono scese a circa la metà.
La Lazio pensa di poter fare un affare? Se la sentono, a Formello, di rimettere in sesto la psiche di un ragazzo in crisi profonda? Tutto è possibile, ma il rischio è grande.
Fin qui nulla di male: anzi! Breno ha un brillante passato, pur non essendo ancora che un ragazzo, sia pure con moglie e tre figli. Il guaio è che ultimamente è in piena crisi, si sente depresso perché non riesce a rendere come in passato, e i dirigenti del Bayern hanno deciso di affiancargli uno psicologo. In piena crisi depressiva, Breno ha dato fuoco alla sua bella casa di Monaco mentre era solo nel suo appartamento, causando circa un milione di danni. Prima è stato ricoverato per difficoltà respiratorie, poi si è fatto dieci giorni di carcere per evitare l'inquinamento delle prove di questo incendio inspiegabile.
Breno è costato 12 milioni di euro al Bayern, essendo forse il miglior giovane difensore brasiliano, ma ora le sue quotazioni sono scese a circa la metà.
La Lazio pensa di poter fare un affare? Se la sentono, a Formello, di rimettere in sesto la psiche di un ragazzo in crisi profonda? Tutto è possibile, ma il rischio è grande.
Pinocchio ancora burattino: 29. Pinocchio vola
Pinocchio guardava sempre bene quel che facevano gli altri, guardava e imparava. Era diventato molto bravo e non aveva paura di nulla.
In pochi mesi, aveva fatto il venditore di frutta, poi il venditore di pesci, poi il pastore. Ora avrebbe imparato anche a volare?
Però bisognava stare con gli occhi spalancati, perché nella vita possono spuntare sempre un Orso e uno Struzzo che mandano all'aria tutto quel che di buono hai combinato. Chissà se Lucignolo se la cavava da solo a vendere il pesce del Pescatore Verde? Pinocchio, da solo, aveva fatto tanti bei passi avanti.
Un bel mattino Pinocchio, con tutto il suo piccolo gregge, tornò su alla Torre a cercare Eugenio. Non lo trovò. Certamente aveva chiuso il deltaplano dentro lo stanzone al pian terreno delle torre. Pinocchio aveva tanta voglia di vederlo bene da vicino, come era fatto, giocherellandoci un po'.
Eugenio gli aveva detto che la chiave dello stanzone era nascosta sotto una pietra, e se voleva poteva entrarci liberamente. Pinocchio fece così. Le pecorelle se ne stavano quiete quiete sul prato, e Fulmine come al solito le custodiva.
Pinocchio prese la chiave ed entrò. Il deltaplano era lì, non pesava molto, era facile da maneggiare. Lo prese come un grosso pacco, lo portò nel prato dietro la Torre, e cominciò a giocarci prendendolo per le manopole.
Tirava un leggero venticello. Pinocchio prese la rincorsa fino al punto in cui il prato s'interrompeva bruscamente, e si ritrovò nell'aria. Sistemò anche i piedi nelle pedivelle, e il deltaplano tricolore si sollevò e si gonfiò con uno schiocco. Stava volando!
Cominciò a fare giri intorno alla Torre, poi si ritrovò di nuovo nel vento. Davanti a sé vedeva la costa della Toscana, lontana cinque o sei chilometri. Sotto c'era la spiaggia dell'isola, e vide anche la sua barca.
Poi vide Rosetta: stava stendendo le lenzuola appena lavate sui fili davanti casa.
La chiamò: - Rosetta! -
La bambina volse il capo verso l'alto, sbalordita e spaventata. - O Pinocchio, dove vai? Ma sei impazzito? -
- Rosetta, io torno a casa! Va' a riprendere il gregge su alla Torre. Tieni anche la mia barca, e il denaro che ho nel comodimno dallo a Eugenio in cambio del deltaplano. Io tornerò, Rosetta: ciao! Salutami il tuo babbo -
In pochi mesi, aveva fatto il venditore di frutta, poi il venditore di pesci, poi il pastore. Ora avrebbe imparato anche a volare?
Però bisognava stare con gli occhi spalancati, perché nella vita possono spuntare sempre un Orso e uno Struzzo che mandano all'aria tutto quel che di buono hai combinato. Chissà se Lucignolo se la cavava da solo a vendere il pesce del Pescatore Verde? Pinocchio, da solo, aveva fatto tanti bei passi avanti.
Un bel mattino Pinocchio, con tutto il suo piccolo gregge, tornò su alla Torre a cercare Eugenio. Non lo trovò. Certamente aveva chiuso il deltaplano dentro lo stanzone al pian terreno delle torre. Pinocchio aveva tanta voglia di vederlo bene da vicino, come era fatto, giocherellandoci un po'.
Eugenio gli aveva detto che la chiave dello stanzone era nascosta sotto una pietra, e se voleva poteva entrarci liberamente. Pinocchio fece così. Le pecorelle se ne stavano quiete quiete sul prato, e Fulmine come al solito le custodiva.
Pinocchio prese la chiave ed entrò. Il deltaplano era lì, non pesava molto, era facile da maneggiare. Lo prese come un grosso pacco, lo portò nel prato dietro la Torre, e cominciò a giocarci prendendolo per le manopole.
Tirava un leggero venticello. Pinocchio prese la rincorsa fino al punto in cui il prato s'interrompeva bruscamente, e si ritrovò nell'aria. Sistemò anche i piedi nelle pedivelle, e il deltaplano tricolore si sollevò e si gonfiò con uno schiocco. Stava volando!
Cominciò a fare giri intorno alla Torre, poi si ritrovò di nuovo nel vento. Davanti a sé vedeva la costa della Toscana, lontana cinque o sei chilometri. Sotto c'era la spiaggia dell'isola, e vide anche la sua barca.
Poi vide Rosetta: stava stendendo le lenzuola appena lavate sui fili davanti casa.
La chiamò: - Rosetta! -
La bambina volse il capo verso l'alto, sbalordita e spaventata. - O Pinocchio, dove vai? Ma sei impazzito? -
- Rosetta, io torno a casa! Va' a riprendere il gregge su alla Torre. Tieni anche la mia barca, e il denaro che ho nel comodimno dallo a Eugenio in cambio del deltaplano. Io tornerò, Rosetta: ciao! Salutami il tuo babbo -
La scienza non può eliminare la morte
La cultura dominante oscilla tra il considerare la vita come un segmento di tempo sospeso tra due nulla e il considerare la morte come un "incidente di percorso" che - come tale - si può e si deve correggere. Talora la scienza, nel suo delirio di onnipotenza, tenta di convincerci che eliminerà la morte. Da qui l'ossesione di conservare la giovinezza del corpo, che spesso è inversamente proporzionale alla cura della giovinezza dello spirito.
Noi, uomini del terzo millennio, rimuoviamo il fatto di essere creature finite e ci troviamo sprovveduti di fronte al dolore della malattia e della morte. Invece la vita ci offre innumerevoli prove che la parola dolore non è sinonimo di infelicità quando il dolore, anche pesantissimo, è abbracciato dall'amore.
(da un articolo di Angelo Scola, arcivescovo di Milano)
Noi, uomini del terzo millennio, rimuoviamo il fatto di essere creature finite e ci troviamo sprovveduti di fronte al dolore della malattia e della morte. Invece la vita ci offre innumerevoli prove che la parola dolore non è sinonimo di infelicità quando il dolore, anche pesantissimo, è abbracciato dall'amore.
(da un articolo di Angelo Scola, arcivescovo di Milano)
Trionfo dell'olio laziale ieri alla Città del Gusto
Trentaquattro aziende delle province laziali hanno partecipato ieri alla Festa della Primavera organizzata dall'Arsial in collaborazione con il Gambero Rosso alla Città del Gusto per l'olio extravergine del Lazio in Via Enrico Fermi a Roma.
L'oro verde laziale ha colpito gusto e immaginazione delle centinaia di fruitori della degustazione nel pomeriggio, mentre la mattinata è stata animata dalle creazioni degli chef Adriano Baldassarre e Marco Martini.
Erder Mazzocchi per l'Arsial, Paolo Cuccia per il Gambero Rosso e Massimo Gargano per la Coldiretti hanno espresso la loro massima soddisfazione.
Hanno partecipato 7 aziende della provincia di Roma, 12 di Viterbo, 13 di Latina, 1 di Frosinone e 1 di Rieti, due province che in realtà forniscono una eccellente e apprezzata produzione di extravergine da valorizzare ulteriormente.
L'oro verde laziale ha colpito gusto e immaginazione delle centinaia di fruitori della degustazione nel pomeriggio, mentre la mattinata è stata animata dalle creazioni degli chef Adriano Baldassarre e Marco Martini.
Erder Mazzocchi per l'Arsial, Paolo Cuccia per il Gambero Rosso e Massimo Gargano per la Coldiretti hanno espresso la loro massima soddisfazione.
Hanno partecipato 7 aziende della provincia di Roma, 12 di Viterbo, 13 di Latina, 1 di Frosinone e 1 di Rieti, due province che in realtà forniscono una eccellente e apprezzata produzione di extravergine da valorizzare ulteriormente.
Il Cagliari bersaglio preferito per Tommaso Rocchi
Senza dubbio il Cagliari è la squadra contro la quale Tommaso Rocchi gioca più volentieri: dei suoi 99 gol segnati in serie A, ben 10 sono finiti nella rete dei sardi, con una frequenza più che doppia rispetto a tutte le altre squadre.
Rocchi, oggi all'Olimpico, è a caccia infatti del suo gol numero 100 in campionato, senza contare cioè le reti raggranellate nelle varie Coppe, Italia, Europa League e Champions, grazie alle quali è giunto invece a quota 110.
Rocchi sarà unica punta, ma avrà ai fianchi, come suggeritori e stretti collaboratori, due centrocampisti dal gol facile, Hernanes e Mauri, che in molte fasi di gioco comporranno con capitan Tommaso un vero e proprio tridente.
Oggi Reja dovrà saltare per squalifica questa delicata partita, che potrebbe dare nuovamente alla Lazio tre punti di vantaggio su tutte le avversarie per il terzo posto. Ma zio Edy ha preparato a dovere questa gara, e la fortuna una volta tanto gli dà una mano, lasciandogli la scelta degli uomini migliori, se si eccettua quel Mobido Diakité che prende il posto di Dias ed è ormai consapevole di essere forse stato, nella stagione, l'unico difensore laziale costante nel rendimento.
I recuperi preziosi di Brocchi e Mauri, in qualche modo, bilanciano le due gravi assenze di Klose e Lulic: la Lazio, le poche volte che non ha potuto disporre di Klose, si è battuta ugualmente con gagliardia, come ad esempio nel magnifico 2-0 contro il Milan, la gara più bella disputata quest'anno dai biancocelesti in perfetta umiltà e consapevolezza.
La Lazio, infatti, sa fare della compattezza di squadra la sua forza vera. Il suo centrocampo Brocchi-Ledesma-Gonzalez-Mauri-Hernanes appare come il più equilibrato e ben strutturato di tutto il torneo, la vera forza motrice della formazione che detiene non a caso il terzo posto. Contro il Cagliari, e con Rocchi a caccia della rete numero 100, dovrebbe darne una bella e confortante conferma.
Oggi è la prima domenica di Primavera, e c'è nell'aria un gran volo di Olimpia.
Rocchi, oggi all'Olimpico, è a caccia infatti del suo gol numero 100 in campionato, senza contare cioè le reti raggranellate nelle varie Coppe, Italia, Europa League e Champions, grazie alle quali è giunto invece a quota 110.
Rocchi sarà unica punta, ma avrà ai fianchi, come suggeritori e stretti collaboratori, due centrocampisti dal gol facile, Hernanes e Mauri, che in molte fasi di gioco comporranno con capitan Tommaso un vero e proprio tridente.
Oggi Reja dovrà saltare per squalifica questa delicata partita, che potrebbe dare nuovamente alla Lazio tre punti di vantaggio su tutte le avversarie per il terzo posto. Ma zio Edy ha preparato a dovere questa gara, e la fortuna una volta tanto gli dà una mano, lasciandogli la scelta degli uomini migliori, se si eccettua quel Mobido Diakité che prende il posto di Dias ed è ormai consapevole di essere forse stato, nella stagione, l'unico difensore laziale costante nel rendimento.
I recuperi preziosi di Brocchi e Mauri, in qualche modo, bilanciano le due gravi assenze di Klose e Lulic: la Lazio, le poche volte che non ha potuto disporre di Klose, si è battuta ugualmente con gagliardia, come ad esempio nel magnifico 2-0 contro il Milan, la gara più bella disputata quest'anno dai biancocelesti in perfetta umiltà e consapevolezza.
La Lazio, infatti, sa fare della compattezza di squadra la sua forza vera. Il suo centrocampo Brocchi-Ledesma-Gonzalez-Mauri-Hernanes appare come il più equilibrato e ben strutturato di tutto il torneo, la vera forza motrice della formazione che detiene non a caso il terzo posto. Contro il Cagliari, e con Rocchi a caccia della rete numero 100, dovrebbe darne una bella e confortante conferma.
Oggi è la prima domenica di Primavera, e c'è nell'aria un gran volo di Olimpia.
sabato 24 marzo 2012
Lazio: Mauri ed Hernanes ci saranno entrambi
Contro il Cagliari, Reja non rinuncia a nessuno dei suoi uomini migliori: ci saranno perciò sia Mauri che Hernanes, senza staffetta, e alle loro spalle il trio Brocchi-Ledesma-Gonzalez che garantisce la miglior copertura possibile alla difesa, anch'essa al meglio, col solo Diakité a sostituire lo squalificato Dias, ultimamente non sempre tonico e spesso nervoso.
Rocchi sarà solo davanti, ma solo per modo di dire, perché l'assistenza di Mauri ed Hernanes sarà a partecipazione diretta, quasi un tridente quando la Lazio attaccherà con maggiore insistenza.
La Lazio ha già acquisito due buoni risultati dagli anticipi: la Roma è ferma a 44, l'Udinese non ha colto che un punto a Palermo, e se la Lazio riuscirà a rimandare battuti i ragazzi di Ficcadenti potrà subito rinsaldare la sua bella terza posizione.
Rocchi sarà solo davanti, ma solo per modo di dire, perché l'assistenza di Mauri ed Hernanes sarà a partecipazione diretta, quasi un tridente quando la Lazio attaccherà con maggiore insistenza.
La Lazio ha già acquisito due buoni risultati dagli anticipi: la Roma è ferma a 44, l'Udinese non ha colto che un punto a Palermo, e se la Lazio riuscirà a rimandare battuti i ragazzi di Ficcadenti potrà subito rinsaldare la sua bella terza posizione.
Il canto e il tormento
Ulisse Ulisse,
legato all'albero
tu l'hai sentito
il dolce canto
delle Sirene.
Ulisse Ulisse,
quel canto
io cerco,
ma Poseidone
la via mi nega
e così resto
legato a vita
al duro albero
del mio tormento.
Per me ruggisce
l'urlo del vento.
(2012)
legato all'albero
tu l'hai sentito
il dolce canto
delle Sirene.
Ulisse Ulisse,
quel canto
io cerco,
ma Poseidone
la via mi nega
e così resto
legato a vita
al duro albero
del mio tormento.
Per me ruggisce
l'urlo del vento.
(2012)
Naufragio
Non c'è posto
per me
nell'isola
dell'amore.
Sono solo
in mezzo al mare:
non ho fortuna
di poter arrivare.
La mia vita
è solo un viaggio
senza meta
e senza approdo:
sola prospettiva
il naufragio.
(24 marzo 2012)
per me
nell'isola
dell'amore.
Sono solo
in mezzo al mare:
non ho fortuna
di poter arrivare.
La mia vita
è solo un viaggio
senza meta
e senza approdo:
sola prospettiva
il naufragio.
(24 marzo 2012)
Silenzi
La clessidra della noia
cerne
lente
ore di sabbia.
Stilla
dai miei silenzi
non so che gioia
di perdermi
e sempre
di ricominciare.
(1970)
cerne
lente
ore di sabbia.
Stilla
dai miei silenzi
non so che gioia
di perdermi
e sempre
di ricominciare.
(1970)
I bambini ci interrogano sul mistero della morte
Non so se ci avete fatto caso, ma quello della morte è un argomento tabù nei discorsi con i bambini, in famiglia. Non se ne parla. Come, quando ero piccolo io, non si parlava di sesso.
Invece, allora era abbastanza normale che un bambino assistesse, insieme ai genitori, alla morte del nonno. Forse perché il senso della morte, come quello della vita (le due cose sono inscindibili), era più familiare agli uomini e alle donne, anche se a malapena sapevano leggere e scrivere.
Interrogarsi sul significato della vita e della morte è un'attitudine universale, che scavalca i confini delle culture e delle religioni. E spesso sono proprio i bambini, molto più "diretti" e senza pregiudizi di noi, a ricordarcelo: "Mamma, perché le vacanze finiscono? Perché tutto finisce? Perché si nasce se poi si deve morire?"
Ma spesso gli adulti, spiazzati, cambiano discorso.
(da un articolo di Angelo Scola, Arcivescovo di Milano)
Invece, allora era abbastanza normale che un bambino assistesse, insieme ai genitori, alla morte del nonno. Forse perché il senso della morte, come quello della vita (le due cose sono inscindibili), era più familiare agli uomini e alle donne, anche se a malapena sapevano leggere e scrivere.
Interrogarsi sul significato della vita e della morte è un'attitudine universale, che scavalca i confini delle culture e delle religioni. E spesso sono proprio i bambini, molto più "diretti" e senza pregiudizi di noi, a ricordarcelo: "Mamma, perché le vacanze finiscono? Perché tutto finisce? Perché si nasce se poi si deve morire?"
Ma spesso gli adulti, spiazzati, cambiano discorso.
(da un articolo di Angelo Scola, Arcivescovo di Milano)
Paliano e Piglio tra le bellezze italiane
Le cittadine ciociare di Paliano e di Piglio sono state incluse nel Circuito di Primavera del Fondo Ambientale Italiano, realizzato per le giornate di oggi e domani sabato 24 e domenica 25 marzo, e contribuiranno con le loro risorse architettoniche e turistiche a questa inedita visione di un'Italia minore, ma ugualmente magnifica.
Le amministrazioni dei due paesi hanno predisposto i luoghi notevoli del circuito. A Paliano saranno il Palazzo Colonna, la Chiesa di S. Andrea, la Fortezza, la Mola dei Piscoli e il Palazzo Municipale, con le loro risorse artistiche ed ambientali. Le visite saranno curate dall'assessore Simone Maruccci, da Nadia Cersosimo, da don Damiano e dal principe Prospero Colonna.
A Piglio sono proposti come punti d'interesse il Convento e la Chiesa di San Lorenzo, il Castello Medioevale Superiore e Inferiore, la Chiesa di San Rocco e la casa Massimi-Berucci. Il circuito è curato dall'amministrazione, da Agostina Appetecchia, Giorgio Alessandro Pacetti, Maria e Manfredi Berucci e Mimmo Salvatori. Supervisione del FAI di Frosinone con il presidente Pio Roffi Isabelli.
Le amministrazioni dei due paesi hanno predisposto i luoghi notevoli del circuito. A Paliano saranno il Palazzo Colonna, la Chiesa di S. Andrea, la Fortezza, la Mola dei Piscoli e il Palazzo Municipale, con le loro risorse artistiche ed ambientali. Le visite saranno curate dall'assessore Simone Maruccci, da Nadia Cersosimo, da don Damiano e dal principe Prospero Colonna.
A Piglio sono proposti come punti d'interesse il Convento e la Chiesa di San Lorenzo, il Castello Medioevale Superiore e Inferiore, la Chiesa di San Rocco e la casa Massimi-Berucci. Il circuito è curato dall'amministrazione, da Agostina Appetecchia, Giorgio Alessandro Pacetti, Maria e Manfredi Berucci e Mimmo Salvatori. Supervisione del FAI di Frosinone con il presidente Pio Roffi Isabelli.
Lazio: è il momento dell'umiltà
Rassegnamoci: Klose mancherà non solo contro Cagliari e Parma, ma dovrà saltare soprattutto le sfide con Napoli e Juventus, decisive forse per il terzo posto al quale tanto teniamo.
Se contemporaneamente pensiamo anche all'assenza di quel trampolino di lancio che è Lulic, dovremmo soltanto rinfoderare tutte le nostre velleità, e magari concentrarci alla difesa almeno di un posto in Europa League, per il quale sarà necessario un quinto-sesto posto in classifica.
Ma la Lazio non deve adottare questo tipo di pensiero e di atteggiamento, non è da lei. Le rimangono altre armi: la compattezza e l'umiltà di gioco, e sono armi determinanti. Meno spensierati all'attacco, più concentrati nel sistema di difesa, consapevoli che non si tratta di una roccaforte da lasciare aperta agli assalti avvvversari. Si deve tornare a quel tipo di copertura anche psicologica che avevamo in altri tempi, quando Klose non c'era e ci si doveva adattare alla disponibilità di Floccari, Rocchi, Zarate e Sculli come cannonieri, mentre la vera essenza del nostro gioco era nelle mani di Ledesma-Mauri-Brocchi-Hernanes- Gonzalez, per fortuna tutti disponibili ancora oggi.
Dobbiamo tornare col pensiero a quella Lazio, più modesta ma ugualmente concreta. I gol possono venire dal piede di Rocchi o dalla testa di Kozak, oltre che dall'inventiva del Profeta e dalle belle incursioni di Mauri. Sarà un tipo di gioco più modesto, ma ugualmente funzionante e tale da garantirci, per il prossimo mese, la possibilità di difendere le nostre posizioni.
Se contemporaneamente pensiamo anche all'assenza di quel trampolino di lancio che è Lulic, dovremmo soltanto rinfoderare tutte le nostre velleità, e magari concentrarci alla difesa almeno di un posto in Europa League, per il quale sarà necessario un quinto-sesto posto in classifica.
Ma la Lazio non deve adottare questo tipo di pensiero e di atteggiamento, non è da lei. Le rimangono altre armi: la compattezza e l'umiltà di gioco, e sono armi determinanti. Meno spensierati all'attacco, più concentrati nel sistema di difesa, consapevoli che non si tratta di una roccaforte da lasciare aperta agli assalti avvvversari. Si deve tornare a quel tipo di copertura anche psicologica che avevamo in altri tempi, quando Klose non c'era e ci si doveva adattare alla disponibilità di Floccari, Rocchi, Zarate e Sculli come cannonieri, mentre la vera essenza del nostro gioco era nelle mani di Ledesma-Mauri-Brocchi-Hernanes- Gonzalez, per fortuna tutti disponibili ancora oggi.
Dobbiamo tornare col pensiero a quella Lazio, più modesta ma ugualmente concreta. I gol possono venire dal piede di Rocchi o dalla testa di Kozak, oltre che dall'inventiva del Profeta e dalle belle incursioni di Mauri. Sarà un tipo di gioco più modesto, ma ugualmente funzionante e tale da garantirci, per il prossimo mese, la possibilità di difendere le nostre posizioni.
venerdì 23 marzo 2012
Pinocchio ancora burattino: 28. Un ombrellone nell'aria
Pochi giorni dopo, mentre Pinocchio stava portando il gregge al pascolo, vide sopra la sua testa, nella limpida giornata estiva, un bellissimo ombrellone di stoffa azzurra, gialla e verde veleggiare nell'aria, con Eugenio aggrappato comodamente con le mani e coi piedi: era il famoso deltaplano. Meraviglioso! Eugenio era sospeso nell'aria, e volava lentamente, come un grande uccello che rincorreva pigro le nuvole lasciandosi trascinare dal vento.
- Pinochio! Pinocchio! - sentì la voce di Eugenio, cento metri più in alto, che lo chiamava - vedi come si vola bene? E' proprio facile. Basta prendere la rincorsa sul prato davanti alla torre e lanciarsi nel vuoto. Poi fa tutto il vento! -
Eugenio faceva ampi giri nell'aria, poi piano piano si abbassò, e andò a posarsi sul prato dietro la Torre. A Pinocchio venne una gran voglia di volare. Raccolse le pecore con un fischio, il cane Fulmine le ricorse, e insieme salirono fino alla Torre.
Eugenio si era posato leggero leggero sul prato, aveva lasciato le manopole e le pedivelle, e il grande ombrellone si era sgonfiato sull'erba come una coperta colorata. Era di stoffa robusta, ma morbida come lo scialle di una donna. Pinocchio osservava tutto attentamente: aveva capito come si faceva. Bastava afferrare le manopole, calzare le pedivelle, e poi saltare nel punto in cui il prato si interrompeva, lanciandosi nel vuoto.
Se c'era un po' di vento, la stoffa del deltaplano si sarebbe gonfiata come un grosso ombrello, e si poteva cominciare a volare. Poco o tanto, dipendeva dalla capacità di prendere il lieve soffio del vento.
- Pinochio! Pinocchio! - sentì la voce di Eugenio, cento metri più in alto, che lo chiamava - vedi come si vola bene? E' proprio facile. Basta prendere la rincorsa sul prato davanti alla torre e lanciarsi nel vuoto. Poi fa tutto il vento! -
Eugenio faceva ampi giri nell'aria, poi piano piano si abbassò, e andò a posarsi sul prato dietro la Torre. A Pinocchio venne una gran voglia di volare. Raccolse le pecore con un fischio, il cane Fulmine le ricorse, e insieme salirono fino alla Torre.
Eugenio si era posato leggero leggero sul prato, aveva lasciato le manopole e le pedivelle, e il grande ombrellone si era sgonfiato sull'erba come una coperta colorata. Era di stoffa robusta, ma morbida come lo scialle di una donna. Pinocchio osservava tutto attentamente: aveva capito come si faceva. Bastava afferrare le manopole, calzare le pedivelle, e poi saltare nel punto in cui il prato si interrompeva, lanciandosi nel vuoto.
Se c'era un po' di vento, la stoffa del deltaplano si sarebbe gonfiata come un grosso ombrello, e si poteva cominciare a volare. Poco o tanto, dipendeva dalla capacità di prendere il lieve soffio del vento.
Boxer e slip per la vendetta
Paradossalmente, i giovani debbono "artificialmente" ricostruire, quasi difendere, la differenza tra la loro giovinezza senza trucchi e quella truccata propria degli adulti.
E' vero: boxer e slip messi in risalto non sono proprio una gran bella cosa, ma, se servono a risvegliarci dalle manie giovanilistiche che hanno accecato la nostra società, allora ben vengano.
Ci provassero, gli adulti, a portare jeans sbracati e mutande in vista: allora sì che farebbero ridere...
(da un articolo di Armando Matteo)
E' vero: boxer e slip messi in risalto non sono proprio una gran bella cosa, ma, se servono a risvegliarci dalle manie giovanilistiche che hanno accecato la nostra società, allora ben vengano.
Ci provassero, gli adulti, a portare jeans sbracati e mutande in vista: allora sì che farebbero ridere...
(da un articolo di Armando Matteo)
Colleferro: un'impiegata dal mouse facile ha truffato un milione di euro all'INPS
Scoperta dalla Finanza a Colleferro una truffa di un milione di euro. Protagonista una semplice impiegata delle sede locale dell'ente, che dal 2004 al 2011, presa dalla febbre dell'onnipotenza, aveva autorizzato una cifra esagerata di ordinativi di pagamento a favore di amici e conoscenti premendo senza problemi il mouse del suo computer.
Sono state così denunciate oltre 30 persone, con perquisizioni domiciliari e documentazioni ritenute utili dagli investigatori della Procura di Velletri.
I finanzieri hanno chiesto il sequestro dei beni patrimoniali degli indagati per una cifra equivalente agli assegni percepiti.
Ora si sta indagando anche sulla posizione di altri impiegati, per verificare se ci siano state altre irregolarità.
Sono state così denunciate oltre 30 persone, con perquisizioni domiciliari e documentazioni ritenute utili dagli investigatori della Procura di Velletri.
I finanzieri hanno chiesto il sequestro dei beni patrimoniali degli indagati per una cifra equivalente agli assegni percepiti.
Ora si sta indagando anche sulla posizione di altri impiegati, per verificare se ci siano state altre irregolarità.
Senza Miro si vedrà di che panni è fatta la Lazio
Un infortunio ha deciso di dare uno stop ai miracoli di Miro Klose. Resterà fermo quindici giorni, e in questi quindici giorni senza il suo campione si vedrà di che panni è fatta la Lazio.
Domenica contro il Cagliari, la domenica successiva a Parma, la Lazio si affiderà al vecchio capitano Tommaso Rocchi, e lo potrà affiancare l'ultimo acquisto, Alfaro: saranno due attaccanti agili e pieni di volontà a cercare di sopperire alla grande assenza. Reja intende dare loro un supporto assai muscolare con Brocchi e Gonzalez, uomini da dieci chilometri a partita. Alle spalle delle due punte, una bella staffetta Mauri-Hernanes, con Stefano in pieno recupero e il Profeta invece bisognoso di tirare un po' il fiato: ma un tempo per uno ad alto ritmo possono benissimo farlo entrambi, conferendo alla squadra quella lucentezza che è mancata nelle due ultime prestazioni.
Abbiamo fiducia che anche senza Klose la Lazio avrà una fiammata d'orgoglio e riprenderà la sua marcia. L'anno scorso, tra Cagliari e Parma, la Lazio riuscì a strappare un solo punto: perse 0-1 all'Olimpico con i sardi, e ottenne uno stentato 1-1 a Parma. Quest'anno, dunque, potrebbe benissimo conquistare quei sei punti che dimostrerebbero una forza riconquistata e un netto guadagno sul ruolino di marcia della stagione precedente, in modo da tenere a bada le velleità dell'Udinese e soprattutto del Napoli.
E' nei momenti più difficili che la Lazio ha sempre saputo dimostrare di essere forte, perché la sua forza consiste appunto nell'orgoglio della reazione. Dove la Lazio è debole è nel non saper adoprare il pugno del k.o. quando si presenta il momento decisivo: quante volte ha mancato la grande occasione? Ma anche: quante volte ha saputo riconquistarla quando ormai nessuno ci sperava più? Così è fatta la Lazio, anche con le magie di Edy Reja.
Noi speriamo tanto nel rientro di Lulic, e che al suo ritorno Klose sia ancora più forte e decisivo. Secondo noi, la Lazio il meglio deve ancora darlo.
Domenica contro il Cagliari, la domenica successiva a Parma, la Lazio si affiderà al vecchio capitano Tommaso Rocchi, e lo potrà affiancare l'ultimo acquisto, Alfaro: saranno due attaccanti agili e pieni di volontà a cercare di sopperire alla grande assenza. Reja intende dare loro un supporto assai muscolare con Brocchi e Gonzalez, uomini da dieci chilometri a partita. Alle spalle delle due punte, una bella staffetta Mauri-Hernanes, con Stefano in pieno recupero e il Profeta invece bisognoso di tirare un po' il fiato: ma un tempo per uno ad alto ritmo possono benissimo farlo entrambi, conferendo alla squadra quella lucentezza che è mancata nelle due ultime prestazioni.
Abbiamo fiducia che anche senza Klose la Lazio avrà una fiammata d'orgoglio e riprenderà la sua marcia. L'anno scorso, tra Cagliari e Parma, la Lazio riuscì a strappare un solo punto: perse 0-1 all'Olimpico con i sardi, e ottenne uno stentato 1-1 a Parma. Quest'anno, dunque, potrebbe benissimo conquistare quei sei punti che dimostrerebbero una forza riconquistata e un netto guadagno sul ruolino di marcia della stagione precedente, in modo da tenere a bada le velleità dell'Udinese e soprattutto del Napoli.
E' nei momenti più difficili che la Lazio ha sempre saputo dimostrare di essere forte, perché la sua forza consiste appunto nell'orgoglio della reazione. Dove la Lazio è debole è nel non saper adoprare il pugno del k.o. quando si presenta il momento decisivo: quante volte ha mancato la grande occasione? Ma anche: quante volte ha saputo riconquistarla quando ormai nessuno ci sperava più? Così è fatta la Lazio, anche con le magie di Edy Reja.
Noi speriamo tanto nel rientro di Lulic, e che al suo ritorno Klose sia ancora più forte e decisivo. Secondo noi, la Lazio il meglio deve ancora darlo.
giovedì 22 marzo 2012
Amore amaro
Guarisce e gela
questa ferita
in fondo al cuore.
Di tanto fuoco
resta soltanto
cenere amara.
Una scintilla
ancora brilla
solo un istante,
ma poi si spegne,
occhio di gatto
nel focolare
abbandonato.
Amore amaro,
tutto è passato.
(2012)
questa ferita
in fondo al cuore.
Di tanto fuoco
resta soltanto
cenere amara.
Una scintilla
ancora brilla
solo un istante,
ma poi si spegne,
occhio di gatto
nel focolare
abbandonato.
Amore amaro,
tutto è passato.
(2012)
Coriandoli
Nel carnevale
della mia
bugiarda giovinezza
i tuoi sguardi sono
coriandoli
gettati
da una mano ebbra
fra i capelli.
(1982)
della mia
bugiarda giovinezza
i tuoi sguardi sono
coriandoli
gettati
da una mano ebbra
fra i capelli.
(1982)
La falsa e la vera giovinezza
Nella misura in cui noi adulti odierni, sempre più incantati dal mito della giovinezza, "abitiamo" i modi e i mondi classici della giovinezza, nel modo di vestire, di curare ossessivamente la linea, nell'investimento esagerato in chirurgia estetica, in creme, pillole, trucchi, tinte, aggiunta di capelli, e persino nel modo di parlare e di concepire la libertà, noi stessi "costringiamo" i giovani a mettere in evidenza la differenza tra una falsa, artificiale, truccata giovinezza (la nostra, per intenderci) e la loro, vera, cronologica, naturale.
(da un articolo di Armando Matteo)
(da un articolo di Armando Matteo)
Cassino capitale d'Europa grazie a San Benedetto
San Benedetto, patrono d'Europa, è stato solennemente commemorato ieri 21 marzo a Montecassino. Presenti il cardinale Guianfranco Ravasi del dicastero culturale vaticano, l'abate dom Pietro Vigorelli, il ministro del turismo Piero Guidi, l'assessore regionale Fabio Armeni, il presidente della provincia di Frosinone Antonello Iannarilli e l'ex sottoseretario del consiglio Gianni Letta.
Il presidente del consiglio regionale Abbruzzese ha ricordato la partenza della fiaccola benedettina un mese fa da Malta, capitale europea di turno, e l'alto messaggio di cultura della pace che fa di Cassino la capitale spirituale d'Europa.
Il presidente del consiglio regionale Abbruzzese ha ricordato la partenza della fiaccola benedettina un mese fa da Malta, capitale europea di turno, e l'alto messaggio di cultura della pace che fa di Cassino la capitale spirituale d'Europa.
Lazio: attacco + 7, ma difesa +11 !
C'è una bella differenza, tra la Lazio di quest'anno e quella dell'anno scorso. All'altezza della nona giornata di ritorno, ha tre punti in meno, 48 contro 51, ma in compenso la Lazio ora è terza ed allora era quarta, a due punti dal Napoli e con un punto in più dell'Udinese. Vuol dire che il campionato, per il terzo posto, si è notevolmente livellato verso il basso:buon per noi che riusciamo a resistere malgrado le due sconfitte consecutive.
Ci sono però altre differenze, che saltano agli occhi. Abbiamo una vittoria in meno, 14 contro 15, e una sconfitta in più, 8 contro 7. E tuttavia, la differenza fondamentale fra le due Lazio è questa: la Lazio quest'anno è più forte in attacco, con 7 gol segnati in più, 42 gol contro 35, ma molto più debole in difesa, con 34 reti subite contro sole 23. Allora eravamo secondi alle spalle del Milan, oggi siamo addirittura al decimo posto. La cosa si può spiegare con gli infortuni in serie un po' a tutti i giocatori, Konko, Dias, Radu, Biava ecc..., con le squalifiche e con la scarsità di rincalzi. Il difensore più costante è stato Diakité, ma essendo sulla carta una riserva ha finito per giocare meno degli altri.
Forse era il caso di affidarsi un po' di più ai giovani come Cavanda, ma diciamo pure con sincerità che la partenza di un mastino come Lichtsteiner si è sentita e come. La Juventus l'anno scorso era undicesima in difesa, e adesso è nettamente la prima.
Attacco: oggi abbiamo i 13 di gol di Klose, gli 8 di Hernanes, i 5 di Rocchi e i 4 di Lulic, mentre l'anno scorso il nostro capocannoniere era Hernanes con 7 gol, secondo Floccari con 6, terzo Kozak con 5, quarti Zarate e Mauri con 4. Klose è stato il nostro biglietto vincente alla lotteria del campionato, Hernanes, malgrado gli alti e bassi, si è addirittura migliorato grazie ai calci di rigore, e quanto a Kozak è stato nettamente danneggiato dal lungo infortunio,così come del resto Stefano Mauri. Per fortuna ha ripreso slancio Tommaso Rocchi, passato da 1 gol a 5. L'anomalia è in quei 4 gol di Zarate che, se fosse restato, avrebbe forse potuto darci una mano in più almeno in certe circostanze.
A proposito: Maurito tornerà. Se in umiltà, potrebbe essere utile e rilanciarsi. Se in superbia, sarebbe solo dannoso a se stesso e alla squadra.
Ci sono però altre differenze, che saltano agli occhi. Abbiamo una vittoria in meno, 14 contro 15, e una sconfitta in più, 8 contro 7. E tuttavia, la differenza fondamentale fra le due Lazio è questa: la Lazio quest'anno è più forte in attacco, con 7 gol segnati in più, 42 gol contro 35, ma molto più debole in difesa, con 34 reti subite contro sole 23. Allora eravamo secondi alle spalle del Milan, oggi siamo addirittura al decimo posto. La cosa si può spiegare con gli infortuni in serie un po' a tutti i giocatori, Konko, Dias, Radu, Biava ecc..., con le squalifiche e con la scarsità di rincalzi. Il difensore più costante è stato Diakité, ma essendo sulla carta una riserva ha finito per giocare meno degli altri.
Forse era il caso di affidarsi un po' di più ai giovani come Cavanda, ma diciamo pure con sincerità che la partenza di un mastino come Lichtsteiner si è sentita e come. La Juventus l'anno scorso era undicesima in difesa, e adesso è nettamente la prima.
Attacco: oggi abbiamo i 13 di gol di Klose, gli 8 di Hernanes, i 5 di Rocchi e i 4 di Lulic, mentre l'anno scorso il nostro capocannoniere era Hernanes con 7 gol, secondo Floccari con 6, terzo Kozak con 5, quarti Zarate e Mauri con 4. Klose è stato il nostro biglietto vincente alla lotteria del campionato, Hernanes, malgrado gli alti e bassi, si è addirittura migliorato grazie ai calci di rigore, e quanto a Kozak è stato nettamente danneggiato dal lungo infortunio,così come del resto Stefano Mauri. Per fortuna ha ripreso slancio Tommaso Rocchi, passato da 1 gol a 5. L'anomalia è in quei 4 gol di Zarate che, se fosse restato, avrebbe forse potuto darci una mano in più almeno in certe circostanze.
A proposito: Maurito tornerà. Se in umiltà, potrebbe essere utile e rilanciarsi. Se in superbia, sarebbe solo dannoso a se stesso e alla squadra.
mercoledì 21 marzo 2012
Metro di parità
Acqua poca
pane meno
povero bambino nero.
Qua si beve
e si scialacqua
e di chi soffre
non c'importa un'acca.
Questo, Dio
non l'ha voluto
quando ha creato Adamo
e lo fece nudo.
Ora l'Eden
è solo per pochi
mentre per tanti
c'è la Geenna
con i suoi roghi.
Solo l'Inferno
ora sarà
il nostro metro
di parità.
(2012)
pane meno
povero bambino nero.
Qua si beve
e si scialacqua
e di chi soffre
non c'importa un'acca.
Questo, Dio
non l'ha voluto
quando ha creato Adamo
e lo fece nudo.
Ora l'Eden
è solo per pochi
mentre per tanti
c'è la Geenna
con i suoi roghi.
Solo l'Inferno
ora sarà
il nostro metro
di parità.
(2012)
La margherita
Mi ama.
Il mio cuore
si apre
e ride
come una rosa di marzo
baciata da un'ape.
Non mi ama.
E il cuore
si chiude
piegato
sui petali
del suo dolore.
Mi ama?
Vorrei
ancora
sorridere
ma i petali del mio cuore
li ha portati via il vento.
(2012)
Il mio cuore
si apre
e ride
come una rosa di marzo
baciata da un'ape.
Non mi ama.
E il cuore
si chiude
piegato
sui petali
del suo dolore.
Mi ama?
Vorrei
ancora
sorridere
ma i petali del mio cuore
li ha portati via il vento.
(2012)
I giovani: strategia di presenza
I bizzarri modi di vestire e di curare il viso, da parte dei giovani, non sempre risultano esteticamente apprezzabili, ma un effetto senz'altro lo ottengono: quello di far notare la loro presenza.
E questo è a mio avviso il punto: l'eccentricità è diventata una strategia di presenza, addirittura di difesa. Tramite l'abbigliamento e il trucco spesso eccentrici, mi pare infatti che i giovani tentino null'altro che di difendere la loro giovinezza dai molti disperati moti di aggressione ora in atto da parte degli adulti che non si arrendono alle leggi dell'età.
(da un articolo di Armando Matteo)
E questo è a mio avviso il punto: l'eccentricità è diventata una strategia di presenza, addirittura di difesa. Tramite l'abbigliamento e il trucco spesso eccentrici, mi pare infatti che i giovani tentino null'altro che di difendere la loro giovinezza dai molti disperati moti di aggressione ora in atto da parte degli adulti che non si arrendono alle leggi dell'età.
(da un articolo di Armando Matteo)
San Vito, Bellegra, Subiaco e Olevano tra i comuni migliori
Tra i Comuni vincitori del bando Pro.Vis, programma di valorizzazione degli insediamenti storici della Provincia di Roma, si segnalano San Vito Romano, Bellegra, Subiaco e Olevano Romano, che hanno presentato i migliori progetti per il rilancio dei centri storici.
I Comuni premiati quest'anno sono stati 20, e tra essi ci sono anche quelli di Capranica Prenestina, Zagarolo e Carpineto Romano. Il progetto migliore è stato presentato da Rocca di Papa.
Il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti, e l'assessore alla politica del territorio, Michele Civita, hanno sottolineato, a Palazzo Valentini, l'importanza di questi progetti di sviluppo, che la Provincia incoraggia con appositi finanziamenti.
I Comuni premiati quest'anno sono stati 20, e tra essi ci sono anche quelli di Capranica Prenestina, Zagarolo e Carpineto Romano. Il progetto migliore è stato presentato da Rocca di Papa.
Il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti, e l'assessore alla politica del territorio, Michele Civita, hanno sottolineato, a Palazzo Valentini, l'importanza di questi progetti di sviluppo, che la Provincia incoraggia con appositi finanziamenti.
Lazio: nessun crollo nel XXI secolo: siamo solo 33.mi nel mondo
La Roma decima, la Lazio 33.ma nel calcio mondiale relativamente al XXI secolo.
Qualcuno ha letto male la cosa, ed ha parlato di crollo della Lazio. Errore, grosso errore. Per XXI secolo s'intende la storia che va dal 1900 al 1999, cioè la storia passata del nostro calcio, escludendo quella del XXII secolo che va dal 2000 al 2009.
In questo calcolo, quindi, è compresa la Roma con i suoi tre scudetti, ed è compresa la Lazio con il suo scudetto 1974 (quello del 2000 fa parte del XXII secolo),ma anche con i lunghi anni in serie B, mentre la Roma in serie B c'è stata un anno soltanto.
E poi, la Roma, oltre ai tre scudetti, ha lottato a lungo per le prime piazze, mentre la Lazio lo ha fatto solo negli anni recenti, quelli che comprendono la storia che verrà, quella del XXII secolo, nella quale siamo piazzati decisamente meglio e forse possiamo sperare di aver raggiunto e superato la Roma.
Nessun crollo della Lazio, dunque, ma al contrario una netta ascesa nel nuovo secolo, da noi aperto con uno scudetto e onorato con bei piazzamenti grazie ad Eriksson, Mancini, Delio Rossi che ci portò nella Champions League, ed ora Edy Reja, che la Champions l'anno scorso l'ha fallita solo per la differenza reti con l'Udinese e quest'anno però può meritatamente prendersi una rivincita ed ottenere quel che gli è sfuggito per un'inezia. Basta crederci.
Dunque, e nettamente, Lazio in ascesa nel nuovo secolo. Si potrà già stilare una classifica nuova, e in questa siamo molto più avanti, magari più avanti della Roma stessa. Forse faremo questo lungo calcolo, a meno che non ci pensi la Federazione Mondiale prima di noi. Comunque, anche se la Roma dovesse stare ancora sopra di noi, la Lazio ora le sarebbe proprio vicina vicina.
Qualcuno ha letto male la cosa, ed ha parlato di crollo della Lazio. Errore, grosso errore. Per XXI secolo s'intende la storia che va dal 1900 al 1999, cioè la storia passata del nostro calcio, escludendo quella del XXII secolo che va dal 2000 al 2009.
In questo calcolo, quindi, è compresa la Roma con i suoi tre scudetti, ed è compresa la Lazio con il suo scudetto 1974 (quello del 2000 fa parte del XXII secolo),ma anche con i lunghi anni in serie B, mentre la Roma in serie B c'è stata un anno soltanto.
E poi, la Roma, oltre ai tre scudetti, ha lottato a lungo per le prime piazze, mentre la Lazio lo ha fatto solo negli anni recenti, quelli che comprendono la storia che verrà, quella del XXII secolo, nella quale siamo piazzati decisamente meglio e forse possiamo sperare di aver raggiunto e superato la Roma.
Nessun crollo della Lazio, dunque, ma al contrario una netta ascesa nel nuovo secolo, da noi aperto con uno scudetto e onorato con bei piazzamenti grazie ad Eriksson, Mancini, Delio Rossi che ci portò nella Champions League, ed ora Edy Reja, che la Champions l'anno scorso l'ha fallita solo per la differenza reti con l'Udinese e quest'anno però può meritatamente prendersi una rivincita ed ottenere quel che gli è sfuggito per un'inezia. Basta crederci.
Dunque, e nettamente, Lazio in ascesa nel nuovo secolo. Si potrà già stilare una classifica nuova, e in questa siamo molto più avanti, magari più avanti della Roma stessa. Forse faremo questo lungo calcolo, a meno che non ci pensi la Federazione Mondiale prima di noi. Comunque, anche se la Roma dovesse stare ancora sopra di noi, la Lazio ora le sarebbe proprio vicina vicina.
martedì 20 marzo 2012
Ha trovato te
Era il mio cuore
un duro sasso.
Venne la bufera
e il sasso si sgretolò.
Arrivasti tu
e lo trovasti a piangere
come un bambino.
Ora piange e ride
piange e ride
perché ha trovato te
Amore.
(1970)
un duro sasso.
Venne la bufera
e il sasso si sgretolò.
Arrivasti tu
e lo trovasti a piangere
come un bambino.
Ora piange e ride
piange e ride
perché ha trovato te
Amore.
(1970)
Grazie a Florio e G. Barbera
Un grazie di cuore ai bravissimi dottori Gaetano Florio e Giovanni Barbera, rispettivamente di chirurgia e nefrologia, dell'ospedale di Colleferro, per la perizia, la pazienza e l'amore con cui mi hanno sottoposto a un piccolo-grande intervento lo scorso venerdì 16.
Un grazie anche a tutto il personale medico e assistenziale, veramente egregio.
Un grazie anche a tutto il personale medico e assistenziale, veramente egregio.
La moda giovane
Tante volte si resta parecchio meravigliati dal modo in cui si vestono i nostri ragazzi e i nostri giovani.
Dal jeans a vita bassa al boxer e allo slip messi bene in evidenza, dalla maglietta particolarmente generosa alle scarpe di ogni forgia e colore, dalla superminigonna al maglione indossato senza camicia, nel vestire giovanile c'è sempre un tocco di assoluta eccentricità.
Senza, ovviamente, dimenticare il grande investimento di fantasia sui capelli e sul volto: lacche, gel, cerone, rossetto, capelli color viola, oro, verde, tagli all'insù, verso destra, verso sinistra, ciuffetti di barba, baffi senza ordine, e via dicendo: chi più inventa più gode.
(da un articolo di Armando Matteo)
Dal jeans a vita bassa al boxer e allo slip messi bene in evidenza, dalla maglietta particolarmente generosa alle scarpe di ogni forgia e colore, dalla superminigonna al maglione indossato senza camicia, nel vestire giovanile c'è sempre un tocco di assoluta eccentricità.
Senza, ovviamente, dimenticare il grande investimento di fantasia sui capelli e sul volto: lacche, gel, cerone, rossetto, capelli color viola, oro, verde, tagli all'insù, verso destra, verso sinistra, ciuffetti di barba, baffi senza ordine, e via dicendo: chi più inventa più gode.
(da un articolo di Armando Matteo)
Frosinone: sulla scena Piglio, Paliano e la Strada del Cesanese
Giornata del FAI, Fondo Ambientale Italiano, oggi 20 marzo alle ore 12 a Frosinone, Palazzo della Provincia, per presentare scenari turistici ed economici ciociari.
Stavolta sono di scena Piglio, Paliano e la Strada del Cesanese, che comprende anche i comuni di Acuto ed Anagni.
Animano la presentazione l'assessore provinciale alla cultura Antonio Abbate, il presidente del FAI Pio Roffi Isabelli, e il direttore della Strada del Cesanese Maria Ernesta Berucci.
La vacanza diventa non solo divertimento, ma anche conoscenza e crescita culturale.
Sabato 24 e domenica 25, l'incontro fra turismo, arte ed enogastronomia sarà concretizzato direttamente sulle scene del bel paesaggio ciociaro.
Stavolta sono di scena Piglio, Paliano e la Strada del Cesanese, che comprende anche i comuni di Acuto ed Anagni.
Animano la presentazione l'assessore provinciale alla cultura Antonio Abbate, il presidente del FAI Pio Roffi Isabelli, e il direttore della Strada del Cesanese Maria Ernesta Berucci.
La vacanza diventa non solo divertimento, ma anche conoscenza e crescita culturale.
Sabato 24 e domenica 25, l'incontro fra turismo, arte ed enogastronomia sarà concretizzato direttamente sulle scene del bel paesaggio ciociaro.
Più forza all'attacco: Rocchi accanto a Klose
Torna il Cagliari della nostra primavera, le rondini della ripresa affiancano il loro volo a quello di Olimpia.
Si riaccendono le nostre speranze: Miro Klose cerca un compagno duttile e sveglio accanto a lui per ritrovare la via del gol in buona compagnia. Per lui il modulo giusto è il 4-3-1-2, col quale ha segnato quasi tutti i suoi gol e la Lazio colto quasi tutte le sue vittorie.
Si avverte non poco l'assenza di un gladiatore come Lulic, ma il ritorno di Brocchi, prematuro a Catania, sarà efficace contro gli uomini del recuperato Ficcadenti. Il duo Brocchi-Rocchi è destinato a ridare energia e grinta alla Lazio, mentre un altro ritorno, quello di Mauri, dovrà prima o poi riportare quel plus di potenzialità offensive che fanno parte del bagaglio di Stefano, autore di gol e assist in quantità e in qualità.
Il modulo del 4-3-1-2 richiede però anche un altro Hernanes, che ritrovi la forma e l'ispirazione che hanno contraddistinto le sue giornate migliori. Ma in questo momento alla Lazio cominciano ad abbondare i ricambi, per cui restano a disposizione i Gonzalez, i Candreva, i Matuzalem, presto Cana, e poi Alfaro, e Kozak, grazie ai quali Reja potrà tornare a mischiare tranquillamente le sue carte e trovare all'improvviso il colpo del cartoccio. Se gli infortuni ci daranno finalmente un po' di tregua, la squadra potrà distendersi nuovamente in campo con tutta la sagacia e la concretezza di cui in questi due ultimi campionati ha dato spesso prova raccogliendo risultati a livello europeo.
Si riaccendono le nostre speranze: Miro Klose cerca un compagno duttile e sveglio accanto a lui per ritrovare la via del gol in buona compagnia. Per lui il modulo giusto è il 4-3-1-2, col quale ha segnato quasi tutti i suoi gol e la Lazio colto quasi tutte le sue vittorie.
Si avverte non poco l'assenza di un gladiatore come Lulic, ma il ritorno di Brocchi, prematuro a Catania, sarà efficace contro gli uomini del recuperato Ficcadenti. Il duo Brocchi-Rocchi è destinato a ridare energia e grinta alla Lazio, mentre un altro ritorno, quello di Mauri, dovrà prima o poi riportare quel plus di potenzialità offensive che fanno parte del bagaglio di Stefano, autore di gol e assist in quantità e in qualità.
Il modulo del 4-3-1-2 richiede però anche un altro Hernanes, che ritrovi la forma e l'ispirazione che hanno contraddistinto le sue giornate migliori. Ma in questo momento alla Lazio cominciano ad abbondare i ricambi, per cui restano a disposizione i Gonzalez, i Candreva, i Matuzalem, presto Cana, e poi Alfaro, e Kozak, grazie ai quali Reja potrà tornare a mischiare tranquillamente le sue carte e trovare all'improvviso il colpo del cartoccio. Se gli infortuni ci daranno finalmente un po' di tregua, la squadra potrà distendersi nuovamente in campo con tutta la sagacia e la concretezza di cui in questi due ultimi campionati ha dato spesso prova raccogliendo risultati a livello europeo.
lunedì 19 marzo 2012
Pinocchio ancora burattino: 19. Un bel piatto di frittura
- Abbiamo un bel carrettino a poca strada da qui. Domani possiamo benissimo venire a prenderli. A quanto ce lo vendete? -
- Tra pesce pregiato e pesce meno pregiato, potrete pagare uno scudo in tutto. Volete assaggiarne un po'? Sto cuocendo giustappunto un bel po' di triglie e di orate in padella! -
Lucignolo e Pinocchio non si fecero pregare, e accettarono l'offerta del Pescatore Verde, che gli mise davanti un bel piatto di frittura che i due bambini divorarono in pochi minuti, togliendo appena appena le lische. Salutarono lo strano pescatore, un gigante che non metteva per niente paura, e si diedero appuntamento per il giorno dopo.
Pinocchio e Lucignolo portarono il carrettino, lo riempirono di pesce fresco di ogni tipo, pagarono ben volentieri lo scudo che il pescatore aveva chiesto, e si avviarono a passi lenti verso il mercato. Una gran bella fatica. Ma il pescatore li richiamò dall'ingresso della grotta: - Se vi fa comodo, ho anche un somarello in fondo alla grotta, e ve lo posso vendere a poco prezzo, due scudi soltanto. Lo volete? -
- Faccelo vedere - disse Lucignolo un po' timoroso. Il Pescatore Verde andò a slegare l'asinello in fondo alla grotta, e lo mostrò ai due bambini, che lo guardarono ben bene negli occhi, negli orecchi e nelle zampe prima di dire di sì. Sembrava tutto a posto. Lo legarono con un bel pettorale di cuoio alle stanghe del carretto, e tutti contenti si avviarono verso quel mercato dove, due giorni prima, avevano venduto ananassi e banane e poi avevano preso una solenne bastonata.
p.s. Cari lettori, scusate, ma per qualche incomprensibile motivo il capitoletto 19 del mio "Pinocchio è tornato" era saltato via, credo con qualche perplessità di chi lo sta seguendo. Ho provveduto a inserirlo a questo punto, e non sarà difficile ricostruire bene la storia riportandosi al capitolo 18: Dal Pescatore Verde, e quindi al capitolo 20: Orate e triglie. Chiedo venia e ringrazio per la pazienza.
- Tra pesce pregiato e pesce meno pregiato, potrete pagare uno scudo in tutto. Volete assaggiarne un po'? Sto cuocendo giustappunto un bel po' di triglie e di orate in padella! -
Lucignolo e Pinocchio non si fecero pregare, e accettarono l'offerta del Pescatore Verde, che gli mise davanti un bel piatto di frittura che i due bambini divorarono in pochi minuti, togliendo appena appena le lische. Salutarono lo strano pescatore, un gigante che non metteva per niente paura, e si diedero appuntamento per il giorno dopo.
Pinocchio e Lucignolo portarono il carrettino, lo riempirono di pesce fresco di ogni tipo, pagarono ben volentieri lo scudo che il pescatore aveva chiesto, e si avviarono a passi lenti verso il mercato. Una gran bella fatica. Ma il pescatore li richiamò dall'ingresso della grotta: - Se vi fa comodo, ho anche un somarello in fondo alla grotta, e ve lo posso vendere a poco prezzo, due scudi soltanto. Lo volete? -
- Faccelo vedere - disse Lucignolo un po' timoroso. Il Pescatore Verde andò a slegare l'asinello in fondo alla grotta, e lo mostrò ai due bambini, che lo guardarono ben bene negli occhi, negli orecchi e nelle zampe prima di dire di sì. Sembrava tutto a posto. Lo legarono con un bel pettorale di cuoio alle stanghe del carretto, e tutti contenti si avviarono verso quel mercato dove, due giorni prima, avevano venduto ananassi e banane e poi avevano preso una solenne bastonata.
p.s. Cari lettori, scusate, ma per qualche incomprensibile motivo il capitoletto 19 del mio "Pinocchio è tornato" era saltato via, credo con qualche perplessità di chi lo sta seguendo. Ho provveduto a inserirlo a questo punto, e non sarà difficile ricostruire bene la storia riportandosi al capitolo 18: Dal Pescatore Verde, e quindi al capitolo 20: Orate e triglie. Chiedo venia e ringrazio per la pazienza.
Pinocchio ancora burattino: 27. L'inventore Eugenio
- Mi chiamo Eugenio e faccio l'inventore. Sto lavorando a un bellissimo congegno che chiamerò deltaplano, e un giorno mi consentirà di volare semplicemente con un paracadute che riuscirò a manovrare con le mani e con i piedi e mi permetterà di compiere anche molti chilometri sfruttando abilmente il vento -
Pinocchio si era fermato incantato ad ascoltare Eugenio l'inventore. Le pecore si erano sparse placidamente tutte intorno e il cane Fulmine le controllava con occhio vigile. Pinocchio si accostò a Eugenio che aveva smesso di armeggiare con la fiamma ossidrica e stava consultando un grande disegno.
- Vedi - spiegò Eugenio. - Questo è il grande ombrellone, lungo e robusto, che sfrutterà il vento. Questi sono sono i manubri del volante, e queste le pedivelle per i piedi, che orienteranno anch'esse il volo come fanno le gambe per un nuotatore.Con la necessaria esperienza, e senza troppa fatica, se il vento è giusto si può fare un viaggio lungo come dalla costa toscana all'isola d'Elba anche per decine di chilometri -
- Davvero? - Pinocchio guardava il disegno con occhi sgranati e ascoltava Eugenio con grande interesse.
- Se un giorno tu volessi volare, io t'insegnerò - disse Eugenio. - Dapprima si possono fare anche piccoli voli da qui alla spiaggia, più o meno un chilometro in linea d'aria -
Pinocchio radunò il gregge e salutò Eugenio con allegria. - Bravo Eugenio! Per ora non mi va di volare, ma un giorno chissà. Mi piacerebbe fare la prova. Ciao! -
Eugenio salutò Pinocchio agitando una delle sue robuste mani. - Ciao, Pinocchio! Vienimi a trovare quassù alla Torre, anche senza il gregge -
Pinocchio si era fermato incantato ad ascoltare Eugenio l'inventore. Le pecore si erano sparse placidamente tutte intorno e il cane Fulmine le controllava con occhio vigile. Pinocchio si accostò a Eugenio che aveva smesso di armeggiare con la fiamma ossidrica e stava consultando un grande disegno.
- Vedi - spiegò Eugenio. - Questo è il grande ombrellone, lungo e robusto, che sfrutterà il vento. Questi sono sono i manubri del volante, e queste le pedivelle per i piedi, che orienteranno anch'esse il volo come fanno le gambe per un nuotatore.Con la necessaria esperienza, e senza troppa fatica, se il vento è giusto si può fare un viaggio lungo come dalla costa toscana all'isola d'Elba anche per decine di chilometri -
- Davvero? - Pinocchio guardava il disegno con occhi sgranati e ascoltava Eugenio con grande interesse.
- Se un giorno tu volessi volare, io t'insegnerò - disse Eugenio. - Dapprima si possono fare anche piccoli voli da qui alla spiaggia, più o meno un chilometro in linea d'aria -
Pinocchio radunò il gregge e salutò Eugenio con allegria. - Bravo Eugenio! Per ora non mi va di volare, ma un giorno chissà. Mi piacerebbe fare la prova. Ciao! -
Eugenio salutò Pinocchio agitando una delle sue robuste mani. - Ciao, Pinocchio! Vienimi a trovare quassù alla Torre, anche senza il gregge -
Riduzione della spesa e riforme
E' ormai indispensabile la riduzione della spesa pubblica, alla quale finalmente il governo Monti sta mettendo mano. La Banca europea ci ha richiamato espressamente non solo a mettere i conti in ordine, ma anche ad affrontare le riforme.
Tuttavia, su questo terreno, la politica fin qui si è dimostrata sorda, e si continua tuttora ad ostacolare l'opera riformatrice di Monti. Ma bisogna capire che la festa è veramente finita, e bisogna girare pagina. Il Paese ha le risorse, umane ed economiche, per farlo e per affrontare questo difficile viaggio. Ma il conducente deve avere il consenso di tutti per condurci alla meta.
(da un articolo di Francesco Jori)
Tuttavia, su questo terreno, la politica fin qui si è dimostrata sorda, e si continua tuttora ad ostacolare l'opera riformatrice di Monti. Ma bisogna capire che la festa è veramente finita, e bisogna girare pagina. Il Paese ha le risorse, umane ed economiche, per farlo e per affrontare questo difficile viaggio. Ma il conducente deve avere il consenso di tutti per condurci alla meta.
(da un articolo di Francesco Jori)
Cave: quattro isole a Magicland
Sarà la città di Cave, con le sue associazioni culturali, a curare l'inaugurazione del Parco Magicland di Valmontone sabato 31 marzo, dando vita a quattro "isole tematiche".
Protagoniste le associazioni di Cave guidate dal Comune: Cave in Tour, Turismo Prenestino, Comunicarte, Jazz in Castagna, Palio della Pace, Arcobaleno Amico, Comitato di San Lorenzo ed altre ancora.
La prima isola sarà dedicata all'Arte, animata dal Liceo Artistico Matisse di Cave, che esporrà le opere di sei studenti. La seconda isola sarà dedicata ai bambini, con spettacoli musicali animati dal gruppo Caffè Corretto. La terza isola sarà quella Folkloristica, con la musica pop degli Erre 6, ricostruzioni della vita contadina, degustazione di prodotti tipici cavesi. Quarta isola sarà quella Sacra, con la sfilata fantasmagorica del Christus del venerdì Santo, spettacolare fiaccolata e antichi inni.
Gli abitanti di Cave avranno diritto a trascorrere l'intera giornata nel Parco con ingresso a soli 20 euro.
Protagoniste le associazioni di Cave guidate dal Comune: Cave in Tour, Turismo Prenestino, Comunicarte, Jazz in Castagna, Palio della Pace, Arcobaleno Amico, Comitato di San Lorenzo ed altre ancora.
La prima isola sarà dedicata all'Arte, animata dal Liceo Artistico Matisse di Cave, che esporrà le opere di sei studenti. La seconda isola sarà dedicata ai bambini, con spettacoli musicali animati dal gruppo Caffè Corretto. La terza isola sarà quella Folkloristica, con la musica pop degli Erre 6, ricostruzioni della vita contadina, degustazione di prodotti tipici cavesi. Quarta isola sarà quella Sacra, con la sfilata fantasmagorica del Christus del venerdì Santo, spettacolare fiaccolata e antichi inni.
Gli abitanti di Cave avranno diritto a trascorrere l'intera giornata nel Parco con ingresso a soli 20 euro.
Col Cagliari cominciò il nostro riscatto a San Benedetto
Due anni fa, trasferta di Cagliari. E' il giorno di San Benedetto, 21 marzo. La Lazio, in crisi appena uscita dalle mani di Ballardini, improvvisamente si riaccende e passa all'Amsicora, segnando il giorno del riscatto.
Da allora la Lazio, nelle mani di Reja, ha fatto sempre bene, veleggiando stabilmente, quanto a risultati, fra le prime quattro squadre del campionato. Quel 2-0 di Cagliari, reti di Rocchi e Floccari, segnarono l'inizio del nostro riscatto.
I numeri ritornano: domenica prossima, 25 marzo, primavera sarà arrivata da quattro giorni, ed arriva all'Olimpico il Cagliari, il nome legato al nostro riscatto. Dobbiamo tornare a vincere e riprendere la via maestra, che sembra smarrita dopo le sconfitte col Bologna e col Catania.
Queste sconfitte sono legate anche al fatto che il nostro cannoniere, Klose, si è per il momento fermato. Se Klose non segna, la Lazio sembra spegnersi. Quindi domenica prossima, o si riaccende Klose, o bisogna mettergli al fianco un altro attaccante per dare più penetrazione al nostro attacco. Questo attaccante potrebbe essere proprio quel Rocchi che due anni fa, a Cagliari, cominciò a riaccendere la Lazio nuova, quella che in Italia ha solo due o tre squadre che vanno meglio di lei. Quest'anno, finora, meglio della Lazio hanno fatto solo Milan e Juventus, per il resto noi siamo davanti a tutte le altre, segno del destino non aver perso il terzo posto, ora bisogna difenderlo e rafforzarlo in queste dieci partite che restano. Occhio al Napoli, soprattutto: ma neanche gli azzurri di Mazzarri stanno straripando, e a Udine avrebbero anche potuto lasciarci le penne.
Non dobbiamo aver paura di nessuno. Aspettiamo il ritorno di Lulic. L'infermeria si è quasi svuotata, bisogna gettare in campo tutto l'orgoglio e tutte le energie.
Da allora la Lazio, nelle mani di Reja, ha fatto sempre bene, veleggiando stabilmente, quanto a risultati, fra le prime quattro squadre del campionato. Quel 2-0 di Cagliari, reti di Rocchi e Floccari, segnarono l'inizio del nostro riscatto.
I numeri ritornano: domenica prossima, 25 marzo, primavera sarà arrivata da quattro giorni, ed arriva all'Olimpico il Cagliari, il nome legato al nostro riscatto. Dobbiamo tornare a vincere e riprendere la via maestra, che sembra smarrita dopo le sconfitte col Bologna e col Catania.
Queste sconfitte sono legate anche al fatto che il nostro cannoniere, Klose, si è per il momento fermato. Se Klose non segna, la Lazio sembra spegnersi. Quindi domenica prossima, o si riaccende Klose, o bisogna mettergli al fianco un altro attaccante per dare più penetrazione al nostro attacco. Questo attaccante potrebbe essere proprio quel Rocchi che due anni fa, a Cagliari, cominciò a riaccendere la Lazio nuova, quella che in Italia ha solo due o tre squadre che vanno meglio di lei. Quest'anno, finora, meglio della Lazio hanno fatto solo Milan e Juventus, per il resto noi siamo davanti a tutte le altre, segno del destino non aver perso il terzo posto, ora bisogna difenderlo e rafforzarlo in queste dieci partite che restano. Occhio al Napoli, soprattutto: ma neanche gli azzurri di Mazzarri stanno straripando, e a Udine avrebbero anche potuto lasciarci le penne.
Non dobbiamo aver paura di nessuno. Aspettiamo il ritorno di Lulic. L'infermeria si è quasi svuotata, bisogna gettare in campo tutto l'orgoglio e tutte le energie.
domenica 18 marzo 2012
Lazio ancora terza: ma ora bisogna svegliarsi!
Pronostico azzeccato: dopo il 2-2 di Udinese-Napoli la Lazio è ancora terza, con un punto di vantaggio su Napoli e Udinese. Chi mette più paura è il Napoli libero dalle Coppe, e che ha rimontato tantissimi punti ai biancocelesti.
Però gli uomini di Reja ora possono svegliarsi e riprendersi i regali fatti nel dopoderby. Ritrovare se stessi e il proprio orgoglio, il proprio coraggio. Il recupero di Lulic potrebbe aiutarli nello scopo. Sarà comunque un finale di campionato interessantissimo!
Però gli uomini di Reja ora possono svegliarsi e riprendersi i regali fatti nel dopoderby. Ritrovare se stessi e il proprio orgoglio, il proprio coraggio. Il recupero di Lulic potrebbe aiutarli nello scopo. Sarà comunque un finale di campionato interessantissimo!
L'aeroplanino di Montella vola più in alto dell'aquila Olimpia
Lazio, seconda sconfitta in otto giorni. Speriamo stasera in un pareggio tra Udinese e Napoli per non perdere il terzo posto, ma la Lazio ha bisogno di una scossa per ripartire con la sua marcia regolare verso la Champions.
A Catania la Lazio si è battuta abbastanza bene, ma un gol di Legrottaglie a dieci minuti dalla fine ha condannato la squadra biancoceleste, che ha mancato parecchie occasioni per andare a segno prima degli etnei: solo una grande parata di Carrizo su Dias ha impedito alla Lazio di trovare il gol sullo 0-0, orientando ben diversamente la partita.
E' rientrato Brocchi forse prematuramente, ma la squadra non è ancora al completo in difesa, e ne risente. Domenica dovrà per forza arrivare un successo rinfrancante contro il Cagliari. Nulla è perduto e c'è da battersi ancora vigorosamente.
Lotito, a fine partita, ha confermato che Reja non si tocca fino a fine campionato e che un'ipotesi Reja direttore tecnico e Zola allenatore per il prossimo campionato non verrebbe accettata da Reja.
Se la Lazio sembra in fase non positiva, non si può dire che le altre volino: questo ci darà modo di riprenderci e di difendere la nostra posizione. Una parola di plauso va al Catania dell'aeroplanino Montella, che continua a volare alto ed ha raggiunto l'Inter in classifica.
A Catania la Lazio si è battuta abbastanza bene, ma un gol di Legrottaglie a dieci minuti dalla fine ha condannato la squadra biancoceleste, che ha mancato parecchie occasioni per andare a segno prima degli etnei: solo una grande parata di Carrizo su Dias ha impedito alla Lazio di trovare il gol sullo 0-0, orientando ben diversamente la partita.
E' rientrato Brocchi forse prematuramente, ma la squadra non è ancora al completo in difesa, e ne risente. Domenica dovrà per forza arrivare un successo rinfrancante contro il Cagliari. Nulla è perduto e c'è da battersi ancora vigorosamente.
Lotito, a fine partita, ha confermato che Reja non si tocca fino a fine campionato e che un'ipotesi Reja direttore tecnico e Zola allenatore per il prossimo campionato non verrebbe accettata da Reja.
Se la Lazio sembra in fase non positiva, non si può dire che le altre volino: questo ci darà modo di riprenderci e di difendere la nostra posizione. Una parola di plauso va al Catania dell'aeroplanino Montella, che continua a volare alto ed ha raggiunto l'Inter in classifica.
mercoledì 14 marzo 2012
Uno Stato invadente contrasta le liberalizzazioni
Le liberalizzazioni, in Italia, restano tuttora largamente incompiute, con uno Stato eccessivamente invadente e con professioni tramutate in vere e proprie caste. Solo in questi giorni il governo Monti è riuscito a compiere dei buoni passi in avanti in tal senso, incontrando peraltro dei fortissimi ostacoli.
La tradizione storica, in Italia, ha sempre favorito queste forti organizzazioni di categoria, residuo del passato corporativo. I farmacisti e i tassisti sono un esempio della grande resistenza opposta alla necessaria liberalizzazione, apportatrice di benefici reali per tutta la popolazione italiana.
(da un articolo di Francesco Jori)
La tradizione storica, in Italia, ha sempre favorito queste forti organizzazioni di categoria, residuo del passato corporativo. I farmacisti e i tassisti sono un esempio della grande resistenza opposta alla necessaria liberalizzazione, apportatrice di benefici reali per tutta la popolazione italiana.
(da un articolo di Francesco Jori)
Piglio Paliano Serrone Acuto: 20 giovani per il turismo
I quattro comuni aderenti al progetto "Immaginiamo il nostro territorio", Piglio, Paliano, Serrone e Acuto, hanno pubblicato un avviso per individuare 20 giovani che beneficieranno dei fondi regionali per la valorizzazione del turismo locale, puntando sul patrimonio culturale e ricettivo per migliorare la comunicazione.
Il progetto, di cui il comune di Piglio è capolista, ha ottenuto un finanziamento di 75 mila euro da spendere per attività turistiche.
Adelmo Petrucci, assessore alle politiche giovanili del comune di Acuto, ha sottolineato l'opportunità per i giovani dai 23 ai 30 anni di valorizzare il proprio territorio. La selezione avverrà in base ai curricula scolastici, alle attitudini, all'esperienza, con preferenza per gli inoccupati. I prescelti dovranno presentare, organizzati in gruppetti di quattro, progetti di sviluppo turistico che verranno premiati e realizzati.
Le domande vanno presentate ai Comuni entro il 5 aprile.
Il progetto, di cui il comune di Piglio è capolista, ha ottenuto un finanziamento di 75 mila euro da spendere per attività turistiche.
Adelmo Petrucci, assessore alle politiche giovanili del comune di Acuto, ha sottolineato l'opportunità per i giovani dai 23 ai 30 anni di valorizzare il proprio territorio. La selezione avverrà in base ai curricula scolastici, alle attitudini, all'esperienza, con preferenza per gli inoccupati. I prescelti dovranno presentare, organizzati in gruppetti di quattro, progetti di sviluppo turistico che verranno premiati e realizzati.
Le domande vanno presentate ai Comuni entro il 5 aprile.
Rodolfo e Honda rinforzi per giugno
Per rinforzare la squadra a giugno, la Lazio ha due obbiettivi precisi: Honda per l'attacco, Rodolfo per la difesa. Si tratta di due eccellenti giocatori, uno costerebbe i soliti 14 milioni e l'altro 6. Il CSKA non dovrebbe opporre resistenza alla partenza di Keisuko: è solo questione di far trovare quei benedetti soldi pronta cassa, ragione per la quale ce lo lasciammo sfuggire il 31 gennaio. Quanto a Rodolfo, ragazzone brasiliano di 26 anni, centrale difensivo del San Paolo, ha lo stesso manager di Hernanes, e quindi la Lazio ha un ottimo punto di riferimento per convincere il giocatore a venire, e la squadra brasiliana, bisognosa di far cassa, a cederlo per quella cifra non esorbitante.
Parlano di Rodolfo come di un giocatore tipo Lucio dell'Inter: forte di testa, con buone caratteristiche tecniche, extracomunitario, ma ora la Lazio non ha problemi in questo senso, avendo ceduto Carrizo e scadendo infine il contratto di Makinwa.
Insomma, non ci sono sulla carta problemi per rinforzare notevolmente la squadra. Saranno sufficienti quei 20 milioni di euro che la partecipazione alla Champions League basterebbe da sola a garantirci.
Parlano di Rodolfo come di un giocatore tipo Lucio dell'Inter: forte di testa, con buone caratteristiche tecniche, extracomunitario, ma ora la Lazio non ha problemi in questo senso, avendo ceduto Carrizo e scadendo infine il contratto di Makinwa.
Insomma, non ci sono sulla carta problemi per rinforzare notevolmente la squadra. Saranno sufficienti quei 20 milioni di euro che la partecipazione alla Champions League basterebbe da sola a garantirci.
A Catania aria nuova: ecco Brocchi, Radu, Rocchi e forse Konko
Sta per arrivare la primavera, e in casa Lazio si comincia a respirare aria nuova. L'infermeria, infatti, finalmente si sta svuotando: torna Radu, torna Brocchi, torna Rocchi, forse torna anche Konko, e perfino Cana è vicino alla ripresa. Visto come si sta battendo Mauri, anche lui fresco di recupero, si capisce che queste forze nuove saranno oro, per la Lazio, in vista della volata finale di undici partite, una volata davvero impegnativa per la conquista della Champions League, che vede una lotta serrata fra Lazio, Udinese, Napoli, Inter e Roma. Delle cinque, chi sarà la più brava?
A Catania dovremo fare a meno degli squalificati Matuzalem e Gonzalez, ma per fortuna uno dei due posti lo riprenderà Brocchi, per l'altro c'è Mauri, e poi ci sono Hernanes e Candreva, o perfino quell'Alfaro che è un attaccante capace di dare un buon apporto anche a centrocampo.
Non mancheranno, dunque, a Reja, i giocatori per metter su una formazione di tutto rispetto, capace di riscattarsi dell'infortunio patito contro il Bologna. Vincere a Catania sarà tutt'altro che facile, ma con una buona tenuta difensiva si potrà sicuramente tentare lo sfondamento con Klose, appoggiato da Hernanes e forse anche da Alfaro, in quel gioco di ripartenze che sarà favorito dalla voglia del Catania di buttarsi all'attacco, come è nelle caratteristiche della squadra di Montella, allenatore di stampo offensivo.
Che la Lazio non sia cotta sul piano fisico lo dimostra la veemenza con cui è riuscita ad attaccare e a impensierire la difesa del Bologna con soli 9 uomini contro 11. Se a Catania metteremo la stessa rabbia e la stessa generosità, il risultato non dovrebbe mancare.
A Catania dovremo fare a meno degli squalificati Matuzalem e Gonzalez, ma per fortuna uno dei due posti lo riprenderà Brocchi, per l'altro c'è Mauri, e poi ci sono Hernanes e Candreva, o perfino quell'Alfaro che è un attaccante capace di dare un buon apporto anche a centrocampo.
Non mancheranno, dunque, a Reja, i giocatori per metter su una formazione di tutto rispetto, capace di riscattarsi dell'infortunio patito contro il Bologna. Vincere a Catania sarà tutt'altro che facile, ma con una buona tenuta difensiva si potrà sicuramente tentare lo sfondamento con Klose, appoggiato da Hernanes e forse anche da Alfaro, in quel gioco di ripartenze che sarà favorito dalla voglia del Catania di buttarsi all'attacco, come è nelle caratteristiche della squadra di Montella, allenatore di stampo offensivo.
Che la Lazio non sia cotta sul piano fisico lo dimostra la veemenza con cui è riuscita ad attaccare e a impensierire la difesa del Bologna con soli 9 uomini contro 11. Se a Catania metteremo la stessa rabbia e la stessa generosità, il risultato non dovrebbe mancare.
martedì 13 marzo 2012
Presentazione di Luigi Raiola per "Piccole storie di animali"
Mai visto tanti animali nella narrativa favolistica ben contrapposti l'uno all'altro con molta arguzia.
Che gli animali parlino "da un tempo lontano" sia nella poesia che nella prosa, lo dice lo stesso autore, è cosa risaputa.
Le "Piccole storie di animali" di Luigi Jadicicco parlano e si comportano come gli uomini e le donne del nostro tempo simulando, sia negli atteggiamenti che nelle movenze, in un contesto naturalistico prativo-boschivo- arboreo- marino, le caratteristiche del nostro umano vivere cittadino. Emergono così le scale sociali, la competizione, la vendetta sottile, la superbia malcelata, la solidarietà, la sofferenza, l'amore, la finzione, etc.
Il tutto esposto con una prosa scorrevole, meditata, attenta ai particolari, acuta nell'osservare i movimenti e i comportamenti di ogni essere animato.
La schiavitù e la libertà aleggiano in tutte le favole come anche la vita lenta che si scontra con la vita consumata senza pause e meditazioni.
Si percepisce che l'autore-poeta è persona di grande sensibilità che lascia i "brividi dell'anima" poetica e va per le strade della vita dove incontra e descrive i comportamenti animal-umani nelle forme più usuali e ricorrenti.
Nelle 9 per 9 favole la metafora della nostra attuale vita è sotto i nostri occhi.
Ho letto queste splendide favole e le commenterò, come nonno, con mia nipote, convinto che la mia piccola Matilde le ascolterà e le commenterà con "giudizio". E' un libro di "favole" da leggere attentamente per il suo originale genere letterario, da diffondere nelle scuole elementari e medie.
Luigi Raiola, Dirigente e Consulente di Aziende industriali.
.......
Luigi Jadicicco
"Piccole storie di animali"
edizioni www.pileum.blogspot.com
Che gli animali parlino "da un tempo lontano" sia nella poesia che nella prosa, lo dice lo stesso autore, è cosa risaputa.
Le "Piccole storie di animali" di Luigi Jadicicco parlano e si comportano come gli uomini e le donne del nostro tempo simulando, sia negli atteggiamenti che nelle movenze, in un contesto naturalistico prativo-boschivo- arboreo- marino, le caratteristiche del nostro umano vivere cittadino. Emergono così le scale sociali, la competizione, la vendetta sottile, la superbia malcelata, la solidarietà, la sofferenza, l'amore, la finzione, etc.
Il tutto esposto con una prosa scorrevole, meditata, attenta ai particolari, acuta nell'osservare i movimenti e i comportamenti di ogni essere animato.
La schiavitù e la libertà aleggiano in tutte le favole come anche la vita lenta che si scontra con la vita consumata senza pause e meditazioni.
Si percepisce che l'autore-poeta è persona di grande sensibilità che lascia i "brividi dell'anima" poetica e va per le strade della vita dove incontra e descrive i comportamenti animal-umani nelle forme più usuali e ricorrenti.
Nelle 9 per 9 favole la metafora della nostra attuale vita è sotto i nostri occhi.
Ho letto queste splendide favole e le commenterò, come nonno, con mia nipote, convinto che la mia piccola Matilde le ascolterà e le commenterà con "giudizio". E' un libro di "favole" da leggere attentamente per il suo originale genere letterario, da diffondere nelle scuole elementari e medie.
Luigi Raiola, Dirigente e Consulente di Aziende industriali.
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Luigi Jadicicco
"Piccole storie di animali"
edizioni www.pileum.blogspot.com
Pinocchio ancora burattino: 26. Nella torre c'è qualcuno
Pinocchio stava imparando in fretta . Ora conduceva le pecore al pascolo anche da solo, così il pastore Adelmo poteva dedicarsi completamente a fare la ricotta, il formaggio ed il burro. Gli affari andavano bene. Ora venivano anche dal continente, ogni tanto, con barche e barconi, a fare acquisto di quei prodotti così genuini. Il gregge era cresciuto, perché Adelmo raramente uccideva un agnello o un abbacchio o una vecchia pecora.
Anche Pinocchio, quando aveva un po' di tempo, aiutava Adelmo a fare la ricotta e il formaggio, e ormai riusciva benissimo anche lui a ricavare prodotti di buona qualità, tali da poter essere venduti. Il pastore lo ricompensava con qualche moneta pregiata ogni tanto, e il gruzzoletto di Pinocchio si era arricchito.
Una mattina Pinocchio, con il suo piccolo gregge, era arrivato al punto più alto del'isola, dove c'era un'antica torretta. Si fermò a guardare il bel panorama sul mare e sulla costa, non lontana, da dove era arrivato circa due mesi prima. Guardò anche la spiaggia dell'isola da quella parte, e vide che la sua barca, che era soltanto una piccola macchia scura, era ancora lì: quando voleva, poteva sempre ripartire, anche se gli dispiaceva lasciare quei due grandi amici che ormai erano per lui Adelmo e Rosetta.
Poi si voltò verso la vecchia torre, e vide che non era disabitata. Sulla porta d'ingresso c'era un uomo sui trent'anni, robusto e con la pelle abbronzata come chi sta gran parte del giorno all'aria aperta. Stava armeggiando con una fiamma ossidrica addosso a dei ferri.
- Chi sei? - fece l'uomo a Pinocchio. - Non ti ho mai visto da queste parti. Ma quello non è il gregge di Adelmo? -
- Sì - rispose Pinocchio. - Sono un suo lontano parente e gli dò una mano. E tu come ti chiami? E che mestiere fai? -
Anche Pinocchio, quando aveva un po' di tempo, aiutava Adelmo a fare la ricotta e il formaggio, e ormai riusciva benissimo anche lui a ricavare prodotti di buona qualità, tali da poter essere venduti. Il pastore lo ricompensava con qualche moneta pregiata ogni tanto, e il gruzzoletto di Pinocchio si era arricchito.
Una mattina Pinocchio, con il suo piccolo gregge, era arrivato al punto più alto del'isola, dove c'era un'antica torretta. Si fermò a guardare il bel panorama sul mare e sulla costa, non lontana, da dove era arrivato circa due mesi prima. Guardò anche la spiaggia dell'isola da quella parte, e vide che la sua barca, che era soltanto una piccola macchia scura, era ancora lì: quando voleva, poteva sempre ripartire, anche se gli dispiaceva lasciare quei due grandi amici che ormai erano per lui Adelmo e Rosetta.
Poi si voltò verso la vecchia torre, e vide che non era disabitata. Sulla porta d'ingresso c'era un uomo sui trent'anni, robusto e con la pelle abbronzata come chi sta gran parte del giorno all'aria aperta. Stava armeggiando con una fiamma ossidrica addosso a dei ferri.
- Chi sei? - fece l'uomo a Pinocchio. - Non ti ho mai visto da queste parti. Ma quello non è il gregge di Adelmo? -
- Sì - rispose Pinocchio. - Sono un suo lontano parente e gli dò una mano. E tu come ti chiami? E che mestiere fai? -
Attuare le privatizzazioni
Un settore in cui l'economia italiana accusa un netto ritardo rispetto agli altri grandi Paesi europei è quelloi delle privatizzazioni. L'Italia è rimasta nettamente indietro, negli ultimi trent'anni, rispetto alle più progredite economie europee.
Nel 2010 le privatizzazioni hanno fatto incassare al Paese 2.570 miliardi, ma la Francia è al triplo con 6.118 e la Gran Bretagna al doppio con 4.977. Abbiamo dunque ancora grandi passi da compiere.
(da un articolo di Francesco Jori)
Nel 2010 le privatizzazioni hanno fatto incassare al Paese 2.570 miliardi, ma la Francia è al triplo con 6.118 e la Gran Bretagna al doppio con 4.977. Abbiamo dunque ancora grandi passi da compiere.
(da un articolo di Francesco Jori)
Valmontone: al Parco arrivano i Gladiatori
Ieri mattina, 12 marzo, il Parco Magicland Rainbow di Valmontone ha ospitato l'osservatorio regionale del Turismo, che sta studiando la possibilità di potenziare questo faro di attrazione del turismo laziale.
La delegazione era guidata dall'assessore regionale al turismo Stefano Zappalà, ed ha ascoltato la relazione di Stefano Cigarini, amministratore delegato del Parco. Cigarini ha annunciato le novità per il 2012: arriva un nuovo grande spettacolo, quello dei Gladiatori, una nuova area stuntman, parco aperto dal 31 marzo fino al 6 gennaio 2013. Si punta al raddoppio dei visitatori, dopo un anno di rodaggio, passando dai 700 mila al milione e 300 mila, con la fruizione di pacchetti di ospitalità negli alberghi della zona a 45 euro per due giornate e un pernottamento.
Un sostegno al Parco sarà offerto dalla Regione Lazio con Giancarlo Miele, Mario Noccioli ed Ersilia Maffeo, alla guida degli organismi regionali del turismo.
Primo obbiettivo, un migliore inserimento del Parco nella realtà del territorio laziale.
La delegazione era guidata dall'assessore regionale al turismo Stefano Zappalà, ed ha ascoltato la relazione di Stefano Cigarini, amministratore delegato del Parco. Cigarini ha annunciato le novità per il 2012: arriva un nuovo grande spettacolo, quello dei Gladiatori, una nuova area stuntman, parco aperto dal 31 marzo fino al 6 gennaio 2013. Si punta al raddoppio dei visitatori, dopo un anno di rodaggio, passando dai 700 mila al milione e 300 mila, con la fruizione di pacchetti di ospitalità negli alberghi della zona a 45 euro per due giornate e un pernottamento.
Un sostegno al Parco sarà offerto dalla Regione Lazio con Giancarlo Miele, Mario Noccioli ed Ersilia Maffeo, alla guida degli organismi regionali del turismo.
Primo obbiettivo, un migliore inserimento del Parco nella realtà del territorio laziale.
Lazio: quando l'arbitro è tifoso...una sconfitta annunziata
Non vogliamo vederci del male, ma quando sentimmo che ad arbitrare Lazio-Bologna era stato designato l'arbitro Guida di Torre Annunziata, subito storcemmo la bocca.
Chi è nato a Pompei, vive a Torre Annunziata e s'interessa di calcio, molto probabilmente sarà tifoso del Napoli. Ora, che bella occasione poter influire, contro la Lazio, a favore della propria beneamata squadra, alla rincorsa proprio della Lazio per la Champions League?
Possibile che il designatore degli arbitri, quando fa la sua scelta, queste cose non le possa vedere? Oppure...ma sapete quante volte ci è sembrato che le designazioni degli arbitri per la Lazio siano state fatte in modo negativo, superficiale se non volutamente contrarie? Quanti nemici si è fatti, in Lega e soprattutto in Federazione, il bravo Lotito! Quante volte è sembrato che qualcuno gliele stia facendo pagare, le sue alzate d'ingegno?
Domenica non abbiamo voluto dire nulla contro Guida, anche se spesso ci abbia dato l'impressione di fischiare contro la Lazio. La manata di Matuzalem sulla faccia di Diamanti c'era tutta, ma è stata un po' come un fallo di mano in area: volontario o non volontario? Espulsione o non espulsione? Espulsione.
Fatto sta: la Lazio stava già perdendo 2-0, e l'espulsione di Matuzalem è stata la mazzata decisiva.
Quando, dopo l'autorete di Rubin, sul 2-1 la Lazio si stava rilanciando follemente all'offensiva per tentare quello che le era riuscito nelle stesse condizioni con il Cesena, ecco la sciocchezza di Gonzalez di atterrare Ramirez lanciato verso il gol. Era l'ultimo uomo davanti a Marchetti, e andava espulso: ma la frittata era già stata confezionata prima; così il Bologna è arrivato facilmente al terzo gol e la Lazio è stata fermata, in una giornata in cui, con la vittoria sul Bologna, avrebbe mantenuto i suoi cinque punti di vantaggio sul Napoli. Ora si sono ridotti a due. Forse Guida non l'ha fatto apposta, ma sicuramente ha dato una buona mano al Napoli.
Ma il designatore arbitrale che ci sta a fare, se queste cose non le vede? I tifosi saranno in malafede, ma non bisogna dare loro l'opportunità di pensarle, queste cose. Non c'era nessun altro arbitro, per la Lazio, che non fosse di Torre Annunziata?
Appunto: una sconfitta...annunziata. E come tremava, il Bologna, attaccato da una povera squadra ridotta in nove!
Chi è nato a Pompei, vive a Torre Annunziata e s'interessa di calcio, molto probabilmente sarà tifoso del Napoli. Ora, che bella occasione poter influire, contro la Lazio, a favore della propria beneamata squadra, alla rincorsa proprio della Lazio per la Champions League?
Possibile che il designatore degli arbitri, quando fa la sua scelta, queste cose non le possa vedere? Oppure...ma sapete quante volte ci è sembrato che le designazioni degli arbitri per la Lazio siano state fatte in modo negativo, superficiale se non volutamente contrarie? Quanti nemici si è fatti, in Lega e soprattutto in Federazione, il bravo Lotito! Quante volte è sembrato che qualcuno gliele stia facendo pagare, le sue alzate d'ingegno?
Domenica non abbiamo voluto dire nulla contro Guida, anche se spesso ci abbia dato l'impressione di fischiare contro la Lazio. La manata di Matuzalem sulla faccia di Diamanti c'era tutta, ma è stata un po' come un fallo di mano in area: volontario o non volontario? Espulsione o non espulsione? Espulsione.
Fatto sta: la Lazio stava già perdendo 2-0, e l'espulsione di Matuzalem è stata la mazzata decisiva.
Quando, dopo l'autorete di Rubin, sul 2-1 la Lazio si stava rilanciando follemente all'offensiva per tentare quello che le era riuscito nelle stesse condizioni con il Cesena, ecco la sciocchezza di Gonzalez di atterrare Ramirez lanciato verso il gol. Era l'ultimo uomo davanti a Marchetti, e andava espulso: ma la frittata era già stata confezionata prima; così il Bologna è arrivato facilmente al terzo gol e la Lazio è stata fermata, in una giornata in cui, con la vittoria sul Bologna, avrebbe mantenuto i suoi cinque punti di vantaggio sul Napoli. Ora si sono ridotti a due. Forse Guida non l'ha fatto apposta, ma sicuramente ha dato una buona mano al Napoli.
Ma il designatore arbitrale che ci sta a fare, se queste cose non le vede? I tifosi saranno in malafede, ma non bisogna dare loro l'opportunità di pensarle, queste cose. Non c'era nessun altro arbitro, per la Lazio, che non fosse di Torre Annunziata?
Appunto: una sconfitta...annunziata. E come tremava, il Bologna, attaccato da una povera squadra ridotta in nove!
lunedì 12 marzo 2012
"Piccole storie di animali" pubblicato in volume
Ho il piacere di annunciare che il mio nuovo libro, "Piccole storie di animali", uscito a puntate su "Qui Lazio by Jadicicco" nei mesi scorsi, è stato pubblicato, con la firma di Luigi Jadicicco, in un bel volumetto di 180 pagine, con una significativa premessa di monsignor Domenico Pompili della CEI e una simpatica introduzione del dirigente industriale Luigi Raiola.
Il volume può essere reperito contattando www.pileum.blogspot.com, e sta subito incontrando l'interesse del pubblico.
Il volume può essere reperito contattando www.pileum.blogspot.com, e sta subito incontrando l'interesse del pubblico.
Le tasse, troppe e farraginose
Uno dei più forti motivi di disagio, nella crisi dell'economia italiana, sono le tasse, un sistema farraginoso e oppressivo, oltretutto in continuo aumento.
La pressione fiscale, in Italia, ha ormai raggiunto e superato ai 43,1 per cento del prodotto interno lordo, ed è la più pesante tra i Paesi d'Europa. La media dell'Unione Europea si ferma infatti al 35,8 per cento, circa otto punti di percentuale che costituiscono davvero un pesante "spread"per la nostra economia.
(da un articolo di Francesco Jori)
La pressione fiscale, in Italia, ha ormai raggiunto e superato ai 43,1 per cento del prodotto interno lordo, ed è la più pesante tra i Paesi d'Europa. La media dell'Unione Europea si ferma infatti al 35,8 per cento, circa otto punti di percentuale che costituiscono davvero un pesante "spread"per la nostra economia.
(da un articolo di Francesco Jori)
Filettino: il Principato ha il suo premier, Squitieri!
Il Principe di Filettino, l'avvocato Carlo Taormina, ha nominato i dieci ministri del governo, che hanno prestato giuramento, nonché il suo premier, che è il regista cinematografico Carlo Squitieri.
Il parlamento si compone di 30 deputati, uno ogni 15 abitanti di questo paesello di montagna che raggiunge sì e no le 500 anime.
Squitieri funge anche da ministro del Lavoro. Ci sono addirittura tre donne, nel governo del Principato: Maria Rosaria Galella alla Giustizia, Francesca Pontesilli ai Diritti della persona, e Laura Jona alla Cultura.
Si fa sul serio? Il sindaco di Filettino, Luca Selleri, giura di sì: - Lo facciamo per il risveglio del nostro paese -
Per ora il tricolore verde-bianco-rosso sventola ancora al balcone del Comune, assieme a una bandiera azzurra che potrebbe essere quella del Principato. Circola già la moneta nuova, il Fiorito, ma per ora è solo un pezzo di carta, e al massimo dà diritto a una bevuta beneaugurante al bar.
Il parlamento si compone di 30 deputati, uno ogni 15 abitanti di questo paesello di montagna che raggiunge sì e no le 500 anime.
Squitieri funge anche da ministro del Lavoro. Ci sono addirittura tre donne, nel governo del Principato: Maria Rosaria Galella alla Giustizia, Francesca Pontesilli ai Diritti della persona, e Laura Jona alla Cultura.
Si fa sul serio? Il sindaco di Filettino, Luca Selleri, giura di sì: - Lo facciamo per il risveglio del nostro paese -
Per ora il tricolore verde-bianco-rosso sventola ancora al balcone del Comune, assieme a una bandiera azzurra che potrebbe essere quella del Principato. Circola già la moneta nuova, il Fiorito, ma per ora è solo un pezzo di carta, e al massimo dà diritto a una bevuta beneaugurante al bar.
Diamanti ci ha fatto impazzire. Compriamolo...
Ha ventinove anni, non è più giovanissimo quell'Alessandro Diamanti che ieri sera ci ha fatto impazzire. Sua l'azione che ha portato al primo gol di Portanova, suo soprattutto quello splendido gol da oltre trenta metri che ha beffato Marchetti e assicurato la vittoria al Bologna. Suo...lo schiaffo in faccia che gli ha rifilato Matuzalem, decidendo ancora di più l'incontro con la sacrosanta espulsione di Franzelino.Ma come fermarlo altrimenti, quel diavolaccio là, che ha fatto ballare tutta la difesa della Lazio, a cominciare da Luciano Zauri che non ci ha capito un'acca.
Un fantasista così, trequartista virtuoso e dai grandi colpi, autore anche di una bella stagione nel West Ham dove segnò otto gol e venne riconosciuto come secondo miglior giocatore della squadra, anche se ha ventinove anni io non me lo lascerei sfuggire. Potrebbe esssere molto utile alla Lazio per il prossimo campionato, specialmente se dovessimo davvero arrivare alla Champions League. Tre anni fa nel Livorno fece un campionato straordinario, e sarebbe stato quello il momento di assicurarselo, quando aveva ancora ventisei anni e sicuramente la Lazio già ci aveva fatto un pensierino.
Un altro giocatorino davvero interessante è quel Gaston Ramirez, 21 anni, uruguayano, centrocampista mancino elegante e dalla grande tecnica, chiamato El Nigno per la sua giovane età. Formerebbe una coppia davvero eccezionale col suo connazionale Alvaro Gonzalez, El Tata.
Ma eccoci ora a piangere sul latte versato del dopoderby, eccoci a rifare tutti i conti per la possibile conquista del terzo posto. Il traguardo restano i 72 punti, ma per ottenerli ci vogliono almeno sette vittorie sugli undici incontri che restano, e davvero non si può più sbagliare.
Domenica a Catania, contro la forte squadra dell'aeroplanino Montella, la Lazio dovrebbe farsi perdonare con una grande partita: ma come faremo, praticamente senza centrocampisti, data l'assenza degli squalificati Matuzalem e Gonzalez? Speriamo in un possibile rientro di Brocchi e in un partitone di Candreva, che contro il Bologna ci ha dato dentro con buona energia nel secondo tempo, con la squadra ridotta in nove. Ma siamo convinti che la Lazio a Catania riuscirà a fare un partitone e a farsi perdonare l'incredibile sciocchezza compiuta.
Un fantasista così, trequartista virtuoso e dai grandi colpi, autore anche di una bella stagione nel West Ham dove segnò otto gol e venne riconosciuto come secondo miglior giocatore della squadra, anche se ha ventinove anni io non me lo lascerei sfuggire. Potrebbe esssere molto utile alla Lazio per il prossimo campionato, specialmente se dovessimo davvero arrivare alla Champions League. Tre anni fa nel Livorno fece un campionato straordinario, e sarebbe stato quello il momento di assicurarselo, quando aveva ancora ventisei anni e sicuramente la Lazio già ci aveva fatto un pensierino.
Un altro giocatorino davvero interessante è quel Gaston Ramirez, 21 anni, uruguayano, centrocampista mancino elegante e dalla grande tecnica, chiamato El Nigno per la sua giovane età. Formerebbe una coppia davvero eccezionale col suo connazionale Alvaro Gonzalez, El Tata.
Ma eccoci ora a piangere sul latte versato del dopoderby, eccoci a rifare tutti i conti per la possibile conquista del terzo posto. Il traguardo restano i 72 punti, ma per ottenerli ci vogliono almeno sette vittorie sugli undici incontri che restano, e davvero non si può più sbagliare.
Domenica a Catania, contro la forte squadra dell'aeroplanino Montella, la Lazio dovrebbe farsi perdonare con una grande partita: ma come faremo, praticamente senza centrocampisti, data l'assenza degli squalificati Matuzalem e Gonzalez? Speriamo in un possibile rientro di Brocchi e in un partitone di Candreva, che contro il Bologna ci ha dato dentro con buona energia nel secondo tempo, con la squadra ridotta in nove. Ma siamo convinti che la Lazio a Catania riuscirà a fare un partitone e a farsi perdonare l'incredibile sciocchezza compiuta.
domenica 11 marzo 2012
Lazio ubbriaca, Bologna domina 3-1
Lazio ubriaca, e suicidio contro il Bologna. Solita partenza sballata, gol dopo undici minuti di Portanova, romano e tifoso della Lazio! Ancora un quarto d'ora, e splendido bis di Diamanti con un tiro fulminante da grande distanza.
Le disgrazie della Lazio non sono finite: al 41' Matuzalem , sopraffatto dal nervosismo, ferma con una manata in faccia lo scatenato Diamanti, e l'arbitro Guida non può che espellerlo.
Si è creata una situazione identica al famoso Lazio-Cesena: due gol di svantaggio e un uomo in meno. La Lazio ci crede e si butta all'attacco, ma il Bologna non è il Cesena, è una squadra sveglia e dinamica. Tuttavia i biancocelesti, dopo undici minuti della ripresa, vanno a bersaglio riducendo le distanze con uno spunto di Klose che il difensore Rubin cerca di anticipare deviando la sfera alle spalle del suo portiere.
Si sta forse per ripetere il miracolo? L'illusione dura nemmeno un minuto, perchè il Bologna riparte in contropiede e Gonzalez, una palla di nervi anche lui, stende Ramirez da ultimo uomo, e anche in questo caso espulsione giustissima. Passano solo quattro minuti, ed arriva il 3-1 con un altro tiro da lontano dell'ex interista Krhin.
E' finita, anche se la Lazio, schierata con una disperata difesa a tre ( Zauri ha ceduto il suo posto ad Alfaro), getta le sue ultime energie 9 contro 11, con ammirevole orgoglio. Reja concede cinque minuti anche a Kozak subentrato ad Hernanes, e il Bologna addirittura è costretto a rallentare il ritmo e a cercare di guadagnare tempo. Ma non è servita a nulla, alla Lazio, la sua folle generosità.
Per fortuna, anche l'Udinese, stanca per l'Europa League, ha perduto addirittura sul campo del derelitto Novara. Restiamo terzi ancora con due punti di vantaggio, ma abbiamo buttato al vento un'occasione favolosa e ovviamente subiamo il recupero di Napoli, Inter e Roma che avevamo nettamente staccato.
Ora, a Catania, dovremo ritentare il miracolo, ma con una squadra ancora più decimata. Chi schiereremo, a centrocampo, senza Matuzalem e Gonzalez? E ancora una volta è stata fatale la sbornia del derby, che abbiamo spesso scontato con una sonora capocciata al muro.
Le disgrazie della Lazio non sono finite: al 41' Matuzalem , sopraffatto dal nervosismo, ferma con una manata in faccia lo scatenato Diamanti, e l'arbitro Guida non può che espellerlo.
Si è creata una situazione identica al famoso Lazio-Cesena: due gol di svantaggio e un uomo in meno. La Lazio ci crede e si butta all'attacco, ma il Bologna non è il Cesena, è una squadra sveglia e dinamica. Tuttavia i biancocelesti, dopo undici minuti della ripresa, vanno a bersaglio riducendo le distanze con uno spunto di Klose che il difensore Rubin cerca di anticipare deviando la sfera alle spalle del suo portiere.
Si sta forse per ripetere il miracolo? L'illusione dura nemmeno un minuto, perchè il Bologna riparte in contropiede e Gonzalez, una palla di nervi anche lui, stende Ramirez da ultimo uomo, e anche in questo caso espulsione giustissima. Passano solo quattro minuti, ed arriva il 3-1 con un altro tiro da lontano dell'ex interista Krhin.
E' finita, anche se la Lazio, schierata con una disperata difesa a tre ( Zauri ha ceduto il suo posto ad Alfaro), getta le sue ultime energie 9 contro 11, con ammirevole orgoglio. Reja concede cinque minuti anche a Kozak subentrato ad Hernanes, e il Bologna addirittura è costretto a rallentare il ritmo e a cercare di guadagnare tempo. Ma non è servita a nulla, alla Lazio, la sua folle generosità.
Per fortuna, anche l'Udinese, stanca per l'Europa League, ha perduto addirittura sul campo del derelitto Novara. Restiamo terzi ancora con due punti di vantaggio, ma abbiamo buttato al vento un'occasione favolosa e ovviamente subiamo il recupero di Napoli, Inter e Roma che avevamo nettamente staccato.
Ora, a Catania, dovremo ritentare il miracolo, ma con una squadra ancora più decimata. Chi schiereremo, a centrocampo, senza Matuzalem e Gonzalez? E ancora una volta è stata fatale la sbornia del derby, che abbiamo spesso scontato con una sonora capocciata al muro.
Pinocchio ancora burattino: 25. Pinocchio pastorello
Nell'isola c'erano poche case e soltanto un piccolo negozio che vendeva di tutto, dal sale alla pasta, dai bottoni al sapone da bucato.
Il pastore Adelmo guidava il gregge, mentre il cane Fulmine stava in coda assieme a Pinocchio.
Quello era l'unico gregge di tutta l'isola, e riforniva una trentina di abitanti, dieci famiglie in tutto, di latte, formaggio e ricotta. C'era da lavorare e da vivere in modo sereno, e di moneta ne circolava molto poca.
Pinocchio si accorse che nelle tasche dei pantaloni da lavoro gli avevano messo i cinque scudi che portava con sé la sera prima: con quei cinque scudi lui era davvero un signore. Adelmo e Rosetta erano delle persone oneste, e così tutti gli abitanti dell'isola, almeno a giudicare da quei pochi che Pinocchio aveva incontrato. Tutti si salutavano con affetto, chiamandosi per nome.
- Oh, Adelmo, hai un pastorello nuovo, ora? - disse una vecchietta ferma davanti alla sua piccola casa. - E' proprio un bel bambino simpatico! Come ti chiami? -
Al sentire il nome di Pinocchio, la gente sorrideva: sembrava a tutti un nome allegro e divertente.
Pinocchio, a sua volta, si divertita a star dietro alle pecore. Quando si fermavano a brucare dove l'erba era più folta, Adelmo e Pinocchio trovavano subito qualche pietra comoda per sedersi, e chiacchieravano di tante cose: per esempio, se Rosetta sarebbe restata per sempre sull'isola, o avesse dei parenti della sua mamma che l'aspettavano sul continente, magari in qualche città.
- No, no: siamo tutti qui sull'isola: qualche parente lo abbiamo qui. E poi la mamma Ninetta ha la sua tomba qui nel piccolo cimitero. Noi non ci muoviamo da qui. E tu, Pinocchio? -
- Io ho il mio babbo in un paese sulla costa. Ho anche una buona parente che abita nello stesso paese, in una villa un po' fuori mano. E poi ho un caro amico, Lucignolo -
E nel dir così gli venne un po' di malinconia.
Il pastore Adelmo guidava il gregge, mentre il cane Fulmine stava in coda assieme a Pinocchio.
Quello era l'unico gregge di tutta l'isola, e riforniva una trentina di abitanti, dieci famiglie in tutto, di latte, formaggio e ricotta. C'era da lavorare e da vivere in modo sereno, e di moneta ne circolava molto poca.
Pinocchio si accorse che nelle tasche dei pantaloni da lavoro gli avevano messo i cinque scudi che portava con sé la sera prima: con quei cinque scudi lui era davvero un signore. Adelmo e Rosetta erano delle persone oneste, e così tutti gli abitanti dell'isola, almeno a giudicare da quei pochi che Pinocchio aveva incontrato. Tutti si salutavano con affetto, chiamandosi per nome.
- Oh, Adelmo, hai un pastorello nuovo, ora? - disse una vecchietta ferma davanti alla sua piccola casa. - E' proprio un bel bambino simpatico! Come ti chiami? -
Al sentire il nome di Pinocchio, la gente sorrideva: sembrava a tutti un nome allegro e divertente.
Pinocchio, a sua volta, si divertita a star dietro alle pecore. Quando si fermavano a brucare dove l'erba era più folta, Adelmo e Pinocchio trovavano subito qualche pietra comoda per sedersi, e chiacchieravano di tante cose: per esempio, se Rosetta sarebbe restata per sempre sull'isola, o avesse dei parenti della sua mamma che l'aspettavano sul continente, magari in qualche città.
- No, no: siamo tutti qui sull'isola: qualche parente lo abbiamo qui. E poi la mamma Ninetta ha la sua tomba qui nel piccolo cimitero. Noi non ci muoviamo da qui. E tu, Pinocchio? -
- Io ho il mio babbo in un paese sulla costa. Ho anche una buona parente che abita nello stesso paese, in una villa un po' fuori mano. E poi ho un caro amico, Lucignolo -
E nel dir così gli venne un po' di malinconia.
La crisi delle infrastrutture in Italia
Un settore in cui l'economia italiana è venuta ultimamente a ritrovarsi in piena crisi è senz'altro quello delle infrastrutture, che in diversi settore sono paurosamente arretrate.
Facciamo un solo esempio: quello degli aeroporti. Neanche uno dei nostri aeroporti è collegato con la rete ferroviaria ad alta velocità, e quest'ultima è appena di 876 chilometri contro i 1915 della Francia, i 1616 della Spagna e i 1300 della Germania.
In compenso, noi facciamo le nostre battaglie ideali a vantaggio di un mondo naturale integro. Ma con queste battaglie non facciamo che allontanarci sempre più dal mondo progredito.
(da un articolo di Francesco Jori)
Facciamo un solo esempio: quello degli aeroporti. Neanche uno dei nostri aeroporti è collegato con la rete ferroviaria ad alta velocità, e quest'ultima è appena di 876 chilometri contro i 1915 della Francia, i 1616 della Spagna e i 1300 della Germania.
In compenso, noi facciamo le nostre battaglie ideali a vantaggio di un mondo naturale integro. Ma con queste battaglie non facciamo che allontanarci sempre più dal mondo progredito.
(da un articolo di Francesco Jori)
Tivoli: ricordiamo Bruno Tescari
Il sindaco di Tivoli, Sandro Gallotti, ha ricordato con parole commosse, in consiglio comunale, la nobile figura di Bruno Tescari, scomparso venerdì 2 marzo all'età di 78 anni.
Colpito da poliomielite all'età di due anni, Tescari è stato capace, malgrado il suo handicap, di farsi largo nella vita e nella società con una forza d'animo straordinaria, una vasta cultura umanistica e una sensibilità di eccezione a favore di un mondo senza barriere e veramente uguale per tutti.
Un impegno politico morale e sociale a beneficio di chi è svantaggiato per un qualsiasi motivo, svolto nelle scuole, alla radio, alla televisione, con interviste, articoli e libri sempre apprezzati. Personalmente, abbiamo conosciuto Bruno nel corso di un esame di maturità a Roma, dove eravamo colleghi di commissione, ed abbiamo avuto agio per un mese intero, giorno per giorno, di ammirare la sua profonda umanità e amicizia.
Colpito da poliomielite all'età di due anni, Tescari è stato capace, malgrado il suo handicap, di farsi largo nella vita e nella società con una forza d'animo straordinaria, una vasta cultura umanistica e una sensibilità di eccezione a favore di un mondo senza barriere e veramente uguale per tutti.
Un impegno politico morale e sociale a beneficio di chi è svantaggiato per un qualsiasi motivo, svolto nelle scuole, alla radio, alla televisione, con interviste, articoli e libri sempre apprezzati. Personalmente, abbiamo conosciuto Bruno nel corso di un esame di maturità a Roma, dove eravamo colleghi di commissione, ed abbiamo avuto agio per un mese intero, giorno per giorno, di ammirare la sua profonda umanità e amicizia.
Per la Champions? vincere otto partite...
Per la Champions? Basta vincere otto partite delle dodici che restano: quattro le puoi perdere tranquillamente. Con ventiquattro punti la Lazio salirebbe a quota 72, e sarebbe ben difficile per l'Udinese, il Napoli e l'Inter fare di meglio, cioè vincere nove volte e conquistare tre punti in più della Lazio.
I pareggi è meglio evitarli accuratamente: o vincere o perdere. Quali sono le otto partite che la Lazio dovrebbe vincere? Le sei in casa: Bologna, Cagliari, Napoli, Lecce, Siena e Inter, e due fuori: le più possibili tra Catania, Parma, Juventus, Novara, Udinese e Atalanta sono Parma e Novara, ma qui c'è l'opportunità di ampia scelta, mentre al contrario il compito casalingo di sei vittorie su sei appare più difficile da raggiungere.
Come vedete, è un ruolino di marcia duro, ma tutt'altro che impossibile: basta avere i piedi a terra, coprirsi bene, correre il minimo dei rischi, buttarla sulle ripartenze e sfruttare il più possibile i calci da fermo con Hernanes e Ledesma.
La Lazio sta aspettando il rientro di una serie impressionante di giocatori: Brocchi, Rocchi, Cana, Konko, Radu, Biava, Stankevicius...ciascuno di questi aggiunge una piccola percentuale di terzo posto in più con il suo apporto. Con un po' d'immancabile fortuna Reja potrà...piangere lagrime abbondanti per la conquista di quella Champions League che aprirebbe alla Lazio l'Olimpo del calcio europeo dopo anni e anni di lontananza, e stavolta con un telaio di squadra capace di andare oltre la solita comparsata delle fasi preliminari.
La Lazio infatti ha ormai un'ossatura di squadra veramente europea: Marchetti, Radu, Ledesma, Lulic, Gonzalez, Mauri, Klose e Brocchi sono otto pilastri ai quali aggiungere quei tre giocatori di rinforzo che insieme ai Dias, Rocchi, Konko, Diakité, Bizzarri, Matuzalem, Biava ed altri ancora costituiscono una rosa valida anche per il futuro.
Ma oggi dobbiamo pensare al Bologna. E' la prima di quelle famose otto partite da vincere.
Ogni volta che ne saltasse una bisognerebbe ricominciare il conto da capo, e lo si potrebbe fare solo...quattro volte. In bocca al lupo, Lazio!
I pareggi è meglio evitarli accuratamente: o vincere o perdere. Quali sono le otto partite che la Lazio dovrebbe vincere? Le sei in casa: Bologna, Cagliari, Napoli, Lecce, Siena e Inter, e due fuori: le più possibili tra Catania, Parma, Juventus, Novara, Udinese e Atalanta sono Parma e Novara, ma qui c'è l'opportunità di ampia scelta, mentre al contrario il compito casalingo di sei vittorie su sei appare più difficile da raggiungere.
Come vedete, è un ruolino di marcia duro, ma tutt'altro che impossibile: basta avere i piedi a terra, coprirsi bene, correre il minimo dei rischi, buttarla sulle ripartenze e sfruttare il più possibile i calci da fermo con Hernanes e Ledesma.
La Lazio sta aspettando il rientro di una serie impressionante di giocatori: Brocchi, Rocchi, Cana, Konko, Radu, Biava, Stankevicius...ciascuno di questi aggiunge una piccola percentuale di terzo posto in più con il suo apporto. Con un po' d'immancabile fortuna Reja potrà...piangere lagrime abbondanti per la conquista di quella Champions League che aprirebbe alla Lazio l'Olimpo del calcio europeo dopo anni e anni di lontananza, e stavolta con un telaio di squadra capace di andare oltre la solita comparsata delle fasi preliminari.
La Lazio infatti ha ormai un'ossatura di squadra veramente europea: Marchetti, Radu, Ledesma, Lulic, Gonzalez, Mauri, Klose e Brocchi sono otto pilastri ai quali aggiungere quei tre giocatori di rinforzo che insieme ai Dias, Rocchi, Konko, Diakité, Bizzarri, Matuzalem, Biava ed altri ancora costituiscono una rosa valida anche per il futuro.
Ma oggi dobbiamo pensare al Bologna. E' la prima di quelle famose otto partite da vincere.
Ogni volta che ne saltasse una bisognerebbe ricominciare il conto da capo, e lo si potrebbe fare solo...quattro volte. In bocca al lupo, Lazio!
sabato 10 marzo 2012
Una premessa di monsignor Domenico Pompili a "Piccole storie di animali"
Una importante premessa di Monsignor Domenico Pompili, direttore dell'Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali della CEI e nostro illustre concittadino di Acuto, onora la pubblicazione del nostro libro "Piccole storie di animali", dato alle stampe grazie al "Pileum.blogspot.com" di Antonio Iadicicco.
Ringraziamo Monsignor Pompili per le sue chiare e significative parole, che come sempre rendono il suo intervento ricco di significato e di valore morale. Ne riproponiamo il testo, sicuri di fare opera utile ai lettori.
............
FAVOLE? TUTT'ALTRO CHE FANDONIE
di Monsignor Domenico Pompili *
Tradizionalmente un breve e vivace componimento narrativo, che ha come protagonisti animali e oggetti inanimati, e come fine quello di comprendere in modo semplice una verità morale si chiama "favola".
E questo è dunque, certamente, un libro di "favole". Però, e non a caso parallelamente alla relativizzazione o al rifiuto della morale, che ha portato alla riformulazione semantica nell'ormai più diffuso termine "moralismo", dall'innegabile accezione negativa, anche il termine "favola" ha mutato di segno, finendo con l'indicare una fandonia, una frottola, qualcosa di irreale e irrilevante, oppure desiderabile ma irrealistico.
Lo stesso destino ha subito il termine "mito", che insieme a "logos" è il termine greco per indicare la parola, nella sua componente di rivelazione di una realtà indimostrabile (mentre oggi, con "miti e leggende", intendiamo qualcosa di puerile e irreale, quando non falso).
Eppure, da Esopo a Orwell, dovremmo ormai sapere che le favole sono tutt'altro che fandonie.
Sia perché, come l'etimologia insegna, osservare il comportamento degli animali può essere utile, per similitudine o per differenza, a meglio comprendere alcuni aspetti del comportamento umano.
Sia, soprattutto, perché l'analogia è uno strumento prezioso per illuminare un mondo a partire da un altro e per rendere comprensibili analisi, e soprattutto, valutazioni (alle quali troppo spesso oggi rinunciamo, in nome di una malintesa idea di tolleranza) che un linguaggio più letterale finirebbe per circoscrivere a segmenti più ristretti di possibili lettori.
Parlare di un mondo attraverso un altro, tradurre le idee in immagini concrete, partire da esperienze che sono di tutti per alludere a significati più ampi sono tutti modi di affinare la nostra capacità di osservare, interpretare, raccontare il mondo che abitiamo. Un mondo che ci è stato dato in dono, perché lo "coltivassimo e lo custodissimo", per prendercene cura e per continuare a stupircene. Un mondo che condividiamo con altri esseri animati, che qualche volta, indirettamente, possono richiamarci al nostro dovere di essere pienamente umani.
* Direttore Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali della CEI
Ringraziamo Monsignor Pompili per le sue chiare e significative parole, che come sempre rendono il suo intervento ricco di significato e di valore morale. Ne riproponiamo il testo, sicuri di fare opera utile ai lettori.
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FAVOLE? TUTT'ALTRO CHE FANDONIE
di Monsignor Domenico Pompili *
Tradizionalmente un breve e vivace componimento narrativo, che ha come protagonisti animali e oggetti inanimati, e come fine quello di comprendere in modo semplice una verità morale si chiama "favola".
E questo è dunque, certamente, un libro di "favole". Però, e non a caso parallelamente alla relativizzazione o al rifiuto della morale, che ha portato alla riformulazione semantica nell'ormai più diffuso termine "moralismo", dall'innegabile accezione negativa, anche il termine "favola" ha mutato di segno, finendo con l'indicare una fandonia, una frottola, qualcosa di irreale e irrilevante, oppure desiderabile ma irrealistico.
Lo stesso destino ha subito il termine "mito", che insieme a "logos" è il termine greco per indicare la parola, nella sua componente di rivelazione di una realtà indimostrabile (mentre oggi, con "miti e leggende", intendiamo qualcosa di puerile e irreale, quando non falso).
Eppure, da Esopo a Orwell, dovremmo ormai sapere che le favole sono tutt'altro che fandonie.
Sia perché, come l'etimologia insegna, osservare il comportamento degli animali può essere utile, per similitudine o per differenza, a meglio comprendere alcuni aspetti del comportamento umano.
Sia, soprattutto, perché l'analogia è uno strumento prezioso per illuminare un mondo a partire da un altro e per rendere comprensibili analisi, e soprattutto, valutazioni (alle quali troppo spesso oggi rinunciamo, in nome di una malintesa idea di tolleranza) che un linguaggio più letterale finirebbe per circoscrivere a segmenti più ristretti di possibili lettori.
Parlare di un mondo attraverso un altro, tradurre le idee in immagini concrete, partire da esperienze che sono di tutti per alludere a significati più ampi sono tutti modi di affinare la nostra capacità di osservare, interpretare, raccontare il mondo che abitiamo. Un mondo che ci è stato dato in dono, perché lo "coltivassimo e lo custodissimo", per prendercene cura e per continuare a stupircene. Un mondo che condividiamo con altri esseri animati, che qualche volta, indirettamente, possono richiamarci al nostro dovere di essere pienamente umani.
* Direttore Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali della CEI
Il problema delle pensioni
Una delle cause fondamentali del nostro regresso economico negli ultimi anni è senza dubbio il problema delle pensioni.
In Italia,l 'addio al lavoro avviene troppo presto: l'età media di ritiro negli ultimi cinque anni è stata di 61,1 anni per gli uomini e 58,7 per le donne. La Comunità Europea spinge le nostre autorità politiche ad aumentare il periodo di lavoro fino a 7o anni. Ma per raggiungere questo traguardo saranno necessari ancora alcuni decenni, e sarà dunque un recupero lento e faticoso.
(da un articolo di Francesco Jori)
In Italia,l 'addio al lavoro avviene troppo presto: l'età media di ritiro negli ultimi cinque anni è stata di 61,1 anni per gli uomini e 58,7 per le donne. La Comunità Europea spinge le nostre autorità politiche ad aumentare il periodo di lavoro fino a 7o anni. Ma per raggiungere questo traguardo saranno necessari ancora alcuni decenni, e sarà dunque un recupero lento e faticoso.
(da un articolo di Francesco Jori)
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