Cari amici della Lazio, eccomi di nuovo al microfono di Quilazio, il mio sito preferito. Qui mi sento di casa come a Formello, o come sul mio trespolo all'Olimpico, o come sul braccio di Josè.
Mi piace questa squadra dai bei colori biancocelesti, mi piace proprio tanto, e ad essa io voglio portare fortuna. Quando, ogni quindici giorni, io posso compiere il mio volo, vedo tanta gente che mi batte le mani, che mi guarda con amore e simpatia; voglio bene soprattutto ai bambini quando, stringendo la mano al loro papà o alla loro mamma, mi indicano col dito e sento che sono felici.
Mi piace, poi, questa città: provo meraviglia quando dall'alto vedo le sue cupole, specialmente quel Cupolone grande, e quel grande monumento rotondo con tanti finestroni, che chiamano Colosseo e che ha duemila anni di storia . Mi dicono che anche allora c'era un'aquila romana che guidava un esercito che aveva conquistato tutto il mondo conosciuto.
Quando gioca questa squadra biancoceleste, io mi fermo a guardarla con amore. Mi piace il suo gioco. Mi piace soprattutto quel piccoletto, quel moretto: Maurito, sì, lo chiamano così, e sembra quasi che mi somigli, perchè in campo sembra volare.Ma sono tutti bravi, uno più bravo dell'altro, formano proprio una bella squadra, che vi darà tante soddisfazioni.
Qui mi trattano tutti bene. Mi danno cibi prelibati. Non è per questo, però, che amo Roma e la Lazio, ma perchè sento intorno a me un grande affetto, dal presidente Claudio Lotito all'ultimo dei tifosi, quel bambino che tende le mani verso di me come se volesse accarezzarmi.
Amici laziali, vi faccio un grande saluto. Andremo sempre più in alto.
La vostra aquila Olimpia.
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