giovedì 25 novembre 2010

La civetta e il pipistrello - 37 - storie di animali

Il loro regno è la notte. Solo quando il sole scompare e scende il buio, tu sentirai la civetta emanare il suo lugubre suono, e vedrai svolazzare con ritmo spezzato il pipistrello. Non capisco perché una città bella e solare come Atene abbia scelto entrambi questi animali come simboli: forse perché nella notte quel suono dolente e quel volo interrotto trovano il loro ambiente ideale lassù tra le colonne e il silenzio del Partenone fin dai tempi di Aristotele.
La civetta Mahalia, quella notte, si sentiva particolarmente triste, e la sua voce lugubre metteva paura a chi l'ascoltava poco distante. Mahalia ebbe un soprassalto: un pipistrello, coi suoi piccoli artigli, era venuto ad appoggiarsi proprio vicino a lei.
Il pipistrello, di nome Strip, abitava in un antro sulla collina poco distante, e avendo sentito la voce di Mahalia, era rimasto colpito dalla sua tristezza.
- Che cos'hai, amica? - Anch'io non ho motivi per essere allegro, ma la tua voce mette paura anche a me che sono abituato a far compagnia ai vampiri. Devi avere una ragione particolare per lamentarti così -
Mahalia non aveva affatto voglia di parlare, ma riuscì a dire queste parole: - Mi hanno cacciata! Mi hanno espulsa dal gruppo perché ho combinato un bel guaio...-
- Quale guaio? - chiese il pipistrello incuriosito.
- Ho schiacciato senza volerlo tutte le uova della covata del gruppo, e quest'anno non nasceranno civette! -
- Un bel guaio davvero! - disse Strip, ma in fondo non è che gli dispiacesse troppo. Meno brividi notturni per tutti, per quelle voci agghiaccianti.
- Come punizione - continuò la civetta Mahalia - ora dovrò stare completamente da sola finché non ci sarà una nuova covata, e passeranno dei mesi! Non riesco a vivere, così sola per tanto tempo -
- Verrò tutte le sere a farti un po' di compagnia - disse Strip impietosito - Tanto, non ho compiti particolari, nel mio gruppo: anch'io sono ritenuto un rompiscatole, un irregolare...-
Mahalia si sentì leggermente consolata. - Grazie, Strip: siamo davvero una bella coppia assortita, noi due: siamo due portatori di sventura già sventurati per conto proprio -
- Ma, insieme, possiamo fare qualche dispetto a quelli che ci vogliono male - suggerì Strip. - Io volerò nel covo dove sono le civette che ti hanno scacciata, e cercherò di dare loro un po' di fastidio con i miei artigli, e tu, se ti sposti un po' più in là, puoi metterti a gridare all'improvviso nell'imboccatura dell'antro dove sono quei bastardi dei miei fratelli, e metterai loro una solenne paura. Così imparano! -
Così succede spesso: chi è già deviato per conto suo, devia ancora di più per la malvagità degli altri.
Da quella sera, la civetta Mahalia, col suo becco adunco, i suoi occhi gialli e il suo stridore d'oltretomba, e il pipistrello Strip, con le sue ali aguzze, i suoi artigli, e il suo fastidioso svolazzare, fecero lega per mettere paura anche a chi faceva paura alla gente.



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