Il Questore di Roma ama anche lui il derby, ma vuole che si svolga nella massima sicurezza. Gli piace l'aquila, ma capisce che Olimpia sarebbe un elemento di scontro e di disturbo, e perciò ha consigliato Lotito a far saltare il turno di quel magico volo, al quale ci siamo tutti affezionati, e che riceve consensi da ogni parte d'Italia e del mondo.
Il derby, sempre per massima sicurezza, si gioca alle 15, in piena luce del sole, e quindi niente fascino della notturna, niente spettacolo di luci e di fuochi. Ma spettacolo di tifo sì, di cori sì, di battute e controbattute sì, di striscioni più o meno velenosi sì: restano davvero mille motivi perché un derby sia veramente un derby, senza bisogno d'intorbidare le acque. Vi ricordate a che punto eravamo arrivati, quando un paio di scalmanati riuscirono a interrompere un derby in notturna e ad imporsi alla pacifica volontà di sessantamila persone?
La Lazio si presenta concentrata al derby senza Totti e senza Biava, squalificati dal
giudice sportivo. Più danneggiata è la Roma, senza il suo capitano-simbolo: ma ricordatevi che spesso spesso la Roma ha giocato e segnato e vinto e stravinto anche senza l'uomo dei 200 gol.
Nessuno sconto e nessuna illusione. Il motto della Lazio è "piedi per terra", non ci illudono i 22 punti, di punti noi abbiamo sempre fame e dobbiamo arrivare al più presto a 40, e poi potremo pensare a qualcosa di più.
Lotito sta preparando con Reja la Lazio del futuro, ancora più grande, ancora più forte. Reja sarà il nostro Ferguson, cioè a vita alla Lazio, col futuro completamente aperto. Già si parla di Miranda, che dal Brasile fa sapere di voler venire in Europa per il prossimo campionato. E si parla di un grande rinforzo anche in attacco, di un uomo che abbia veramente il gol in tasca e dia al nostro attacco la dinamite che spesso gli manca.
Ma ora, più modestamente, pensiamo al derby. I tre punti sono più utili a noi che alla Roma, che avrà tutto il tempo di innescare la marcia della rimonta in grande stile che le è consueta.
Senza Biava, noi abbiamo Guglielmo Stendardo pronto: un buon centrale con tanto di laurea, che accanto al leone Dias sarà indubbiamente agevolato nella sua azione.
La formazione tipo è valida e non si discute, ma abbiamo anche tre innesti, Rocchi Bresciano e Matuzalem, che ci fanno dormire su quattro cuscini. Se qualcosa non funziona, ci sono sempre loro pronti a rimediare. E poi ci sono i vari Gonzalez, Diakité, Garrido, Foggia, Kozak, Berni e Cavanda a lasciarci tranquilli. Chiunque è chiamato in campo è capace ed è pronto a dare il meglio di sé: miracolo di uno spogliatoio compatto come non lo è stato mai, nemmeno al tempo dei due scudetti.
Nessun commento:
Posta un commento