mercoledì 3 novembre 2010

Lazio-Roma alle 15 e senza l'aquila Olimpia

Il Questore di Roma ama anche lui il derby, ma vuole che si svolga nella massima sicurezza. Gli piace l'aquila, ma capisce che Olimpia sarebbe un elemento di scontro e di disturbo, e perciò ha consigliato Lotito a far saltare il turno di quel magico volo, al quale ci siamo tutti affezionati, e che riceve consensi da ogni parte d'Italia e del mondo.
Il derby, sempre per massima sicurezza, si gioca alle 15, in piena luce del sole, e quindi niente fascino della notturna, niente spettacolo di luci e di fuochi. Ma spettacolo di tifo sì, di cori sì, di battute e controbattute sì, di striscioni più o meno velenosi sì: restano davvero mille motivi perché un derby sia veramente un derby, senza bisogno d'intorbidare le acque. Vi ricordate a che punto eravamo arrivati, quando un paio di scalmanati riuscirono a interrompere un derby in notturna e ad imporsi alla pacifica volontà di sessantamila persone?
La Lazio si presenta concentrata al derby senza Totti e senza Biava, squalificati dal
giudice sportivo. Più danneggiata è la Roma, senza il suo capitano-simbolo: ma ricordatevi che spesso spesso la Roma ha giocato e segnato e vinto e stravinto anche senza l'uomo dei 200 gol.
Nessuno sconto e nessuna illusione. Il motto della Lazio è "piedi per terra", non ci illudono i 22 punti, di punti noi abbiamo sempre fame e dobbiamo arrivare al più presto a 40, e poi potremo pensare a qualcosa di più.
Lotito sta preparando con Reja la Lazio del futuro, ancora più grande, ancora più forte. Reja sarà il nostro Ferguson, cioè a vita alla Lazio, col futuro completamente aperto. Già si parla di Miranda, che dal Brasile fa sapere di voler venire in Europa per il prossimo campionato. E si parla di un grande rinforzo anche in attacco, di un uomo che abbia veramente il gol in tasca e dia al nostro attacco la dinamite che spesso gli manca.
Ma ora, più modestamente, pensiamo al derby. I tre punti sono più utili a noi che alla Roma, che avrà tutto il tempo di innescare la marcia della rimonta in grande stile che le è consueta.
Senza Biava, noi abbiamo Guglielmo Stendardo pronto: un buon centrale con tanto di laurea, che accanto al leone Dias sarà indubbiamente agevolato nella sua azione.
La formazione tipo è valida e non si discute, ma abbiamo anche tre innesti, Rocchi Bresciano e Matuzalem, che ci fanno dormire su quattro cuscini. Se qualcosa non funziona, ci sono sempre loro pronti a rimediare. E poi ci sono i vari Gonzalez, Diakité, Garrido, Foggia, Kozak, Berni e Cavanda a lasciarci tranquilli. Chiunque è chiamato in campo è capace ed è pronto a dare il meglio di sé: miracolo di uno spogliatoio compatto come non lo è stato mai, nemmeno al tempo dei due scudetti.

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