sabato 20 novembre 2010

Il coniglio e la lepre - 35 - storie di animali

Sembrano piuttosto simili, il coniglio e la lepre, coi loro lunghi orecchi, il pelo e le zampe che hanno la stessa apparenza, ma in realtà sono due animali che hanno un carattere completamente opposto.
Il coniglio è timido, timidissimo, e la lepre è audace e sfrenata; il coniglio si muove con lentezza e prudenza, mentre la lepre è il simbolo della velocità e dell' avventura.
Un giorno una lepre, dopo una corsa sfrenata per salvarsi dalla caccia di un cane, si fermò ansimando vicino alla stia di un coniglio che mordicchiava tranquillamente delle foglie di cavolo. La lepre, di nome Romilda, si rivolse al coniglio, che si chiamava Placido, e gli disse.- Beato te, coniglio, che non hai mai bisogno di salvarti la vita fuggendo a rotta di collo! Come invidio la tua calma e la tua vita serena! -
- Eh, mia cara Romilda - rispose il coniglio muovendo la testa in segno di diniego - non mi invidieresti quando viene l'uomo e prende te e i tuoi figli per prepararsi un gustoso pranzetto. L'uomo è ben felice del fatto che i conigli si riproducono in gran quantità, perché è un ottimo rimedio contro la fame. Ci nutre e ci tiene tranquilli solo a quello scopo, ma la nostra vita è breve e per niente serena, malgrado le apparenze -
La lepre rimase un attimo a riflettere. - Eppure hai delle belle zampe robuste: potresti provare a fuggire -
- Una volta ci ho provato - ribatté Placido con un po' di timore - ma ho percorso solo poche decine di metri e sono tornato indietro. Mia moglie e i miei piccoli mi chiamavano con una voce così pietosa che non ce l'ho fatta, e sono subito rientrato al mio nido e al mio destino -
- Io ho invece una paura tremenda dei cani, e come ne vedo uno sono costretta a fuggire terrorizzata. Non capisco come a te, che mi somigli tanto, i cani non facciano del male...-
- No, i cani sono nostri amici, perché sanno che noi non ci ribelliamo e ci adattiamo al nostro destino, un po' come fanno loro con il padrone. Spesso si fermano qui vicino a noi a rosicchiare il loro osso e dormono in una cuccia contigua alla nostra stia -
- Chissà, forse siamo stupide noi lepri a scappare quando li vediamo: se tu mostri paura, sùbito i malintenzionati ti perseguitano e ti danno la caccia. La storia della nostra inimicizia coi cani deve essere molto antica, e deve avere una ragione. Del resto l'uomo li aizza contro di noi: forse la nostra carne deve essere più saporita della vostra, altrimenti non si spiegherebbe tanto accanimento, come dice questa parola che deriva proprio dal nome del cane -
Il coniglio Placido riprese a rosicchiare la sua foglia di cavolo, un po' infastidito dai discorsi della lepre. Ma Romilda, tenendo gli orecchi ben tesi, si avvide che un cane si stava avvicinando, e , prima che il suo odore di selvatico arrivasse alle narici di quel bastardo, spiccò un gran salto e si diede alla fuga, ansimando più che mai.
- E' proprio una vitaccia da lepre! - strillò salutando il coniglio. - Non capisco perché dicono invece che sia una vitaccia da cani! -
In realtà, tra cane e lepre c'è un'antipatia profonda. Nei cinodromi, per far correre con più rabbia e decisione i cani, arrivano ad usare una lepre meccanica, una lepre di metallo che corre come una dannata e li fa davvero andare in bestia.
Chissà perché il coniglio, che pure somiglia tanto alla lepre, non li fa per niente arrabbiare. Non deve essere soltanto per quel famoso odore di selvatico, se basta una falsa lepre a farli diventare furiosi.

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