Il passero e il topo di campagna s'incontrano spesso nei campi: sono due formidabili divoratori di grano, e tra di loro non si possono neanche vedere, perché ciascuno dei due ruba il cibo all'altro, ed entrambi lo rubano all'uomo, che, poveretto, fa tanta fatica per procurarselo.
Comunque un giorno di tarda primavera il passero Cip s'incontrò col topo di campagna Gerardo. Entrambi avevano già un bel pancino rotondo e prominente, ma il loro appetito era davvero insaziabile.
Cip non voleva salutare Gerardo, e Gerardo non voleva salutare Cip, ma si trovarono entrambi vicini alla stessa spiga di grano e dovettero per forza rivolgersi la parola, anche se per litigare.
- E' mia! - disse Cip. - Sono arrivato prima di te! -
-Bugiardo! - ribatté irritato Gerardo. -Io sto qui da almeno un minuto, aspettando che arrivi la mia amica Speranza per fare un po' di provviste -
Cip dovette accettare l'evidenza, ma non gli andava di darla vinta a quel pancione di un topo. -Il campo è grande e c'è posto per tutti! -
- Ma la mia tana è proprio qui vicino: dovrei fare una fatica inutile solo per fare un favore a te? E poi tu hai tanto di ali: che fatica ti costa fare un salto più in là? -
Gerardo aveva ragione, ma Cip, in fondo, aveva la pancia bella piena anche lui, e solo aveva un po' di voglia di bisticciare e di chiacchierare: sapete come sono fatti gli uccelli, se incominciano a cinguettare, poi non la smettono mai.
- Dai - disse conciliante Cip - facciamo la pace e facciamo anche una piccola pausa. Io per oggi ho mangiato abbastanza -
-Come si vede che sei un egoista! Pensi solo a te stesso. Un piccolo svolazzo, una beccata svelta svelta, e ognuno provvede a se stesso. Io invece devo fare provviste e portarmele nella tana in previsione dei brutti mesi dell'inverno -
- Ma l'inverno é brutto anche per noi uccelli - ribatté Cip puntigliosamente.
- Già! Però a voi la natura ha fatto il grande dono delle ali, e quando arriva il brutto tempo fate una bella trasvolata e ve ne andate in un altro paese dove il grano, magari, sta ancora maturando -
Cip rimase un momento a pensare, e con una zampetta si grattò un momentino la testa. Sì, in un certo senso gli uccelli erano un po' più fortunati dei topi di campagna, destinati a restare sempre allo stesso posto.
Cip, poi, era un passero coraggioso, e non aveva paura di nulla. Gli spaventapasseri lo facevano solo ridere, e spesso si divertiva a svolazzargli intorno e a lasciargli magari un ricordino sul cappello, per derisione verso l'uomo.
Ma a un tratto...bum!bum! - risuonarono due colpi di fucile. La stagione della caccia
si era riaperta, e due cacciatori erano sulla collina lì vicino. Un colpo sfiorò Cip e gli strappò due piccole piume dell'ala destra. Terrorizzato, il passero riuscì a volare lontano, ansimante e stordito.
Già, con l'uomo, con tutto il grano che loro gli trafugavano, non c'era proprio niente da scherzare, pensò Gerardo scappando anche lui, tutto impaurito, verso la tana vicina.
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