giovedì 4 novembre 2010

La volpe e l'ermellino - 29 - storie di animali

La volpe, con la sua bella coda fluente e i suoi occhietti vivaci e sempre in cerca di qualcosa di cui appropriarsi, è sempre stata il simbolo dell'avidità e dell'astuzia.
L'ermellino, invece, animale noto per il suo prezioso mantello candidissimo, ha sempre significato la preziosità di una carica, da quella dei magistrati che amministrano la giustizia, a quella dei re e delle regine, che un dono divino ha destinato a reggere i popoli e gli stati.
Però, in fondo, entrambi sono dei semplici animali, e come tali pensano, ragionano, e nelle favole parlano ed esprimono i loro sentimenti.
Una bellissima volpe, Ester, dal pelo color nocciola brillante, s'incontrò un giorno in un boschetto con un ermellino, Amos, e rimase stupita ad ammirare il suo candore.
- Non avevo mai visto un ermellino, prima di te - disse alla fine non senza un po' di timidezza, atteggiamento molto raro, in lei. - Da dove vieni? E dove sei diretto?-
Amos aveva un animo nobile e un po' altezzoso, ma anche a lui quella volpe dalla coda così maestosa aveva fatto una certa impressione. - La mia pelliccia è molto ricercata, e per questo non voglio dirti dov'è la mia tribù, perchè l'uomo potrebbe sterminarci. Ti prego, tu che sei così astuta, non dire a nessuno che mi hai incontrato, e soprattutto che non lontano da qui c'è un buon numero di miei compagni -
- Non ci guadagnerei nulla a denunciare la tua presenza all'uomo - rispose la volpe Ester- perché per ognuna delle tue rare pellicce la mia è cento volte più comune da smerciare, dal momento che la portano al collo moltissime signore della piccola borghesia ed anche del popolo. Per questo me ne sto sempre alla larga dall'uomo e dalle sue trappole -
- Allora sei mia amica, Ester - riprese l'ermellino. - Possiamo fare un patto di alleanza e di solidarietà -
I due animali si strinsero amichevolmente la zampa, e stavano continuando con piacere la loro conversazione, quando la volpe tese le orecchie a guzze e disse. - Ti prego, taci: sento un abbaiare di cani che mi mette in allarme...-
Infatti. Era la stagione delle cacce, in quella zona abbastanza frequenti. Una muta di cani irruppe all'improvviso, seguita da cacciatori e cacciatrici a cavallo.
Miracolosamente la volpe e l'ermellino trovarono una grande siepe di rovo e vi si nascosero in fretta, ansimando, incuranti delle spine che rovinarono le loro belle livree. La muta dei cani passò lì davanti, e non si accorsero di nulla. Il sangue delle ferite aveva coperto l'odore selvatico della volpe e dell'ermellino.
Quando il gruppone dei cacciatori fu passato, i due poveri animali ebbero il coraggio di riemergere dalla siepe, sanguinanti e con le pellicce completamente strappate. La coda della volpe era in condizioni pietose, mentre l'ermellino aveva perduto tutto il suo candore e aveva brutte macchie rosse da più parti.
- Vieni nella mia tana - disse Ester. - Non è lontano da qui. Ci riposeremo e cureremo le nostre ferite -
Amos era molto triste nel veder così malridotto il suo magico mantello, ma accettò con gratitudine. Non avrebbe mai creduto che una volpe, malgrado la sua cattiva reputazione, potesse essere così generosa. Nelle sventure si riconoscono i veri amici. Amos ed Ester brindarono insieme un bel bicchiere di whisky: la volpe Ester ne aveva una bella riserva nella sua tana calda e accogliente, che ad Amos piacque molto.
Da quel giorno la volpe e l'ermellino, pur avendo perduto tutta la loro bellezza, stipularono un patto di eterna solidarietà contro quel crudele rapinatore che è l'uomo.



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