Si era appena scesi in campo, e subito Sansone è andato a segno. E' fatta! abbiamo creduto tutti. Basta stringere i denti per quaranta minuti, o meglio cercare di attaccare, ma con molta saggezza, incutendo timore all'avversario .Il Pescara non si è intimorito affatto, e così, dopo 25 minuti, è arrivato il pareggio con Maniero. Questo nome...
E piove, e piove...acqua a non finire. Anche stavolta si è giocato al limite dell'impossibile. Piovono delusioni: partita, anzi mezza partita, dura e difficile.
Per fortuna almeno la classifica un pochino si è addolcita. Abbiamo raggiunto il Grosseto a quota 18, abbiamo sotto di noi a quota 17 la Triestina, poi c'è la zona retrocessione diretta: Ascoli,Piacenza, Sassuolo e Albinoleffe 16, Portogruaro 14.
Bisogna darsi una smossa. Vogliamo darcela già domenica a Vicenza? Anche un pareggio sarebbe manna dal cielo, ma , miracolo per miracolo, tre punti sarebbero ancora meglio. Un po' di fortuna sarebbe ora, no? Tanto, ormai è diventato più facile vincere in trasferta piuttosto che al Comunale.
Qui Lazio by Luigi Jadicicco raccoglie tutti i laziali, a cominciare da quelli dei nostri paesi che sono orgogliosi di far parte di una terra ricca di gloria, di arte e di storia. Con loro i tifosi della Lazio, prima squadra di calcio di Roma. Degli amati paesi laziali trattiamo tutti i problemi, le attese, le speranze.
martedì 30 novembre 2010
Ancelotti vuole Ledesma al Chelsea : 17 milioni !
Che Cristian Ledesma sia un eccellente calciatore non c'è dubbio. Che un grande allenatore come Ancelotti, alla guida del Chelsea, possa volerlo nelle sue file, non ci sorprende davvero.
Ci può sorprendere, semmai, il suo prezzo: 17 milioni di euro, ma non bisogna dimenticare che Claudio Lotito, quando voleva vendere il giocatore italo- argentino, ha sempre preteso una cifra intorno ai 15 milioni. E Ledesma nel frattempo è cresciuto, ha conquistato perfino la maglia azzurra, e il suo rendimento costante fa pensare che il futuro sia tutto con lui.
Ed ora, che farà Lotito? Vorrà davvero privarsi di un faro del gioco di centrocampo come Ledesma? Reja ha sempre legato i suoi programmi al nome di Ledesma: bisognerebbe avere un sostituto giovane e forte tra le mani, prima di commettere la leggerezza di privarsi di un uomo-chiave: e, a quanto si sa, questo sostituto giovane e forte non c'è. C'è semmai Matuzalem, sicuramente bravissimo, ma un poco in là con gli anni, e sempre con qualche problema fisico in agguato: inoltre pende sempre su di lui la tagliola di un contratto violato quando era al Saragozza, nei confronti della squadra ucraina dello Shakhtar Donetsk, che pretende 12 milioni di penalità, e che potrebbe costargli una lunga squalifica.
E allora? Alla sirena Ancelotti-Chelsea pensiamo che Lotito resisterà. Almeno per ora. Finché non avrà trovato un sostituto all'altezza. In fondo sono passate solo poche ore dalla solenne promessa di fare della Lazio una delle società all'avanguardia nel mondo del calcio globale.
E allora: o Ledesma, o uno più forte di Ledesma.
Ci può sorprendere, semmai, il suo prezzo: 17 milioni di euro, ma non bisogna dimenticare che Claudio Lotito, quando voleva vendere il giocatore italo- argentino, ha sempre preteso una cifra intorno ai 15 milioni. E Ledesma nel frattempo è cresciuto, ha conquistato perfino la maglia azzurra, e il suo rendimento costante fa pensare che il futuro sia tutto con lui.
Ed ora, che farà Lotito? Vorrà davvero privarsi di un faro del gioco di centrocampo come Ledesma? Reja ha sempre legato i suoi programmi al nome di Ledesma: bisognerebbe avere un sostituto giovane e forte tra le mani, prima di commettere la leggerezza di privarsi di un uomo-chiave: e, a quanto si sa, questo sostituto giovane e forte non c'è. C'è semmai Matuzalem, sicuramente bravissimo, ma un poco in là con gli anni, e sempre con qualche problema fisico in agguato: inoltre pende sempre su di lui la tagliola di un contratto violato quando era al Saragozza, nei confronti della squadra ucraina dello Shakhtar Donetsk, che pretende 12 milioni di penalità, e che potrebbe costargli una lunga squalifica.
E allora? Alla sirena Ancelotti-Chelsea pensiamo che Lotito resisterà. Almeno per ora. Finché non avrà trovato un sostituto all'altezza. In fondo sono passate solo poche ore dalla solenne promessa di fare della Lazio una delle società all'avanguardia nel mondo del calcio globale.
E allora: o Ledesma, o uno più forte di Ledesma.
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Il canguro e il koala - 39 - storie di animali
Ecco una graziosa coppia di animali esotici, che tra la Malesia e l' Australia è facile incontrare. Sono entrambi dei marsupiali: le femmine hanno sulla pancia quella specie di borsa dove i loro piccoli conducono a termine il periodo dello svezzamento.
Ma non dovete credere che questi due animali, per quanto imparentati fra loro, siano amici: il canguro ha un pessimo carattere, e quando si arrabbia è bene stare lontano dalla portata delle sue braccia e delle sue zampe, che sono delle armi micidiali, tanto è vero che spesso i canguri sono raffigurati con i guantoni da pugile e l'uomo si diverte pure ad addestrarli sul ring.
Il koala, invece, ha un carattere mite: si arrampica sugli alberi, si tiene fortemente abbracciato ai rami, e se ne sta lì senza disturbare nessuno, nutrendosi di quelle belle foglie saporite. I bambini ne hanno fatto una specie di idolo, con quelle grosse orecchie e con quegli occhioni circondati da un alone nero che li fanno somigliare a degli orsacchiotti.
Il canguro Zamora si trovò un giorno sulla strada del suo cuginastro, il koala Malù, e non appena lo vide cominciò a prenderlo in giro.
- Ma che fai lì aggrappato al tronco di quell'albero, stupido di un koala! Scendi giù e viene a passare il tempo con me, faremo tanti giochi divertenti e trascorreremo una bella mattinata! -
- Fossi matto! - rispose lentamente , ma in tono sicuro, il koala Malù. - Non vedi che porto ancora sottto gli occhi i segni di tutta una serie di cazzotti che mi hai mollato l'ultima volta che ci siamo incontrati? -
- Che gran bugiardo che sei! - ribatté il canguro Zamora. - Come se non ti conoscessi! Quelle belle macchie nere te le ha fatte tua madre, che è poi mia zia Ermelinda. Io tiro sì qualche pugno, ma solo per gioco, e non vorrei davvero farti male -
- Certo, certo: dici sempre così, pur di convincermi a giocare con te. Io sto molto bene in pace tra i rami di quest'albero, le cui foglie mi piacciono molto, ma ogni tanto mi tocca farti compagnia per evitare complicazioni. Andiamo ! -
Nel dir così, Malù balzò accanto a Zamora, e insieme cominciarono a giocare sul tappeto erboso. Ma il koala apparve subito a malpartito, perché il canguro è prepotente e discolo per natura, anche se si sforza di essere divertente e giocherellone.
- Ahi! ahi! - ogni tanto strillava Malù, ma ormai era abituato ai colpi a tradimento del cugino Zamora, che cercava di ricambiare con dei piccoli morsi. Ma il canguro era un bel po' più grande, e la lotta era impari.
In fondo in fondo, però, anche il koala si divertiva nella lotta, perché era piuttosto resistente, malgrado il suo aspetto morbido e delicato. Quanto al canguro, ogni tanto era costretto ad emettere uno strillo, perché quei morsi agli orecchi facevano piuttosto male. Ma se vuoi divertirti, qualche cosa bisogna pur patire.
Alla fine i due cugini, un po' stanchi e un po' malridotti, decisero di fare la pace, sempre per gioco.
- Ciao, Zamora! - disse Malù ancora un po' ansimante.
- Ciao, Malù! Domani ripasso sotto al tuo albero; fatti trovare che giochiamo un altro po'. In fondo è divertente, no? -
- Sì e no - rispose il koala. - Però ripassa, perché in fondo giocare piace anche a me, è vero, anche se poi mi ritrovo con la faccia e le zampe ammaccate -
Proprio così: è molto bello avere amici con cui giocare, anche se talvolta un po' prepotenti. Ma un morsetto bene aggiustato, ogni tanto, riesce sempre a mettere le cose a posto.
Ma non dovete credere che questi due animali, per quanto imparentati fra loro, siano amici: il canguro ha un pessimo carattere, e quando si arrabbia è bene stare lontano dalla portata delle sue braccia e delle sue zampe, che sono delle armi micidiali, tanto è vero che spesso i canguri sono raffigurati con i guantoni da pugile e l'uomo si diverte pure ad addestrarli sul ring.
Il koala, invece, ha un carattere mite: si arrampica sugli alberi, si tiene fortemente abbracciato ai rami, e se ne sta lì senza disturbare nessuno, nutrendosi di quelle belle foglie saporite. I bambini ne hanno fatto una specie di idolo, con quelle grosse orecchie e con quegli occhioni circondati da un alone nero che li fanno somigliare a degli orsacchiotti.
Il canguro Zamora si trovò un giorno sulla strada del suo cuginastro, il koala Malù, e non appena lo vide cominciò a prenderlo in giro.
- Ma che fai lì aggrappato al tronco di quell'albero, stupido di un koala! Scendi giù e viene a passare il tempo con me, faremo tanti giochi divertenti e trascorreremo una bella mattinata! -
- Fossi matto! - rispose lentamente , ma in tono sicuro, il koala Malù. - Non vedi che porto ancora sottto gli occhi i segni di tutta una serie di cazzotti che mi hai mollato l'ultima volta che ci siamo incontrati? -
- Che gran bugiardo che sei! - ribatté il canguro Zamora. - Come se non ti conoscessi! Quelle belle macchie nere te le ha fatte tua madre, che è poi mia zia Ermelinda. Io tiro sì qualche pugno, ma solo per gioco, e non vorrei davvero farti male -
- Certo, certo: dici sempre così, pur di convincermi a giocare con te. Io sto molto bene in pace tra i rami di quest'albero, le cui foglie mi piacciono molto, ma ogni tanto mi tocca farti compagnia per evitare complicazioni. Andiamo ! -
Nel dir così, Malù balzò accanto a Zamora, e insieme cominciarono a giocare sul tappeto erboso. Ma il koala apparve subito a malpartito, perché il canguro è prepotente e discolo per natura, anche se si sforza di essere divertente e giocherellone.
- Ahi! ahi! - ogni tanto strillava Malù, ma ormai era abituato ai colpi a tradimento del cugino Zamora, che cercava di ricambiare con dei piccoli morsi. Ma il canguro era un bel po' più grande, e la lotta era impari.
In fondo in fondo, però, anche il koala si divertiva nella lotta, perché era piuttosto resistente, malgrado il suo aspetto morbido e delicato. Quanto al canguro, ogni tanto era costretto ad emettere uno strillo, perché quei morsi agli orecchi facevano piuttosto male. Ma se vuoi divertirti, qualche cosa bisogna pur patire.
Alla fine i due cugini, un po' stanchi e un po' malridotti, decisero di fare la pace, sempre per gioco.
- Ciao, Zamora! - disse Malù ancora un po' ansimante.
- Ciao, Malù! Domani ripasso sotto al tuo albero; fatti trovare che giochiamo un altro po'. In fondo è divertente, no? -
- Sì e no - rispose il koala. - Però ripassa, perché in fondo giocare piace anche a me, è vero, anche se poi mi ritrovo con la faccia e le zampe ammaccate -
Proprio così: è molto bello avere amici con cui giocare, anche se talvolta un po' prepotenti. Ma un morsetto bene aggiustato, ogni tanto, riesce sempre a mettere le cose a posto.
lunedì 29 novembre 2010
Il pagellino di Lazio-Catania
Muslera 6-: qualche piccola svista, per il resto a posto
Lichtsteiner 6: ordinato, ma stavolta non riesce a spingere
Biava 6: tutto semplice, è stato impegnato poco
Dias 6: giornata tranquilla; qualche entrata spericolata
Radu 6: Ha controllato con un po' di fatica Gomez
Brocchi 6: s'impegna, ma non è in giornata di vena
Ledesma 6: concreto, ma meno brillante del solito
Matuzalem 6.5: ha saputo sveltire il gioco
Mauri 5: sembra avere i riflessi appannati
Foggia 5: vorrebbe, ma non riesce a incidere
Hernanes 7: emerge per classe nel ginepraio catanese
Floccari 5.5: gioca troppo arretrato per poter farsi valere
Zarate 7: azioni entusiasmanti nella ripresa
Reja 5.5: non ha visto bene questa partita
Lichtsteiner 6: ordinato, ma stavolta non riesce a spingere
Biava 6: tutto semplice, è stato impegnato poco
Dias 6: giornata tranquilla; qualche entrata spericolata
Radu 6: Ha controllato con un po' di fatica Gomez
Brocchi 6: s'impegna, ma non è in giornata di vena
Ledesma 6: concreto, ma meno brillante del solito
Matuzalem 6.5: ha saputo sveltire il gioco
Mauri 5: sembra avere i riflessi appannati
Foggia 5: vorrebbe, ma non riesce a incidere
Hernanes 7: emerge per classe nel ginepraio catanese
Floccari 5.5: gioca troppo arretrato per poter farsi valere
Zarate 7: azioni entusiasmanti nella ripresa
Reja 5.5: non ha visto bene questa partita
Classifiche di rendimento per Fantacalcio 14. giornata
Portieri: Curci Handanovic Sirigu
Difensori: Abate Cassani Terlizzi
Chiellini Bovo Canini
Balzaretti Silvestre Pasqual
Centrocampisti: Stankovic Migliaccio Angelo
Cambiasso Donadel Bacinovic
Hernanes Biabiany Cossu
Nocerino Thiago Motta Vargas
Attaccanti: Robinho Pastore Pepe
Matri Crespo Ilicic
Di Natale Miccoli Zarate
Allenatori: Benitez Delio Rossi Guidolin
Il migliore: il magnifico attaccante udinese Di Natale, autore di una tripletta al Napoli
Il podio: al secondo posto il fenomenale Stankovic, autore anche lui di una tripletta contro il Parma; al terzo posto il brillante attaccante sardo Matri, autore di una doppietta contro il Lecce
La formazione della settimana: Curci; Abate, Chiellini, Balzaretti; Stankovic, Cambiasso, Hernanes, Nocerino; Robinho, Matri, Di Natale. Allenatore: Benitez.
La Nazionale della settimana: Curci; Abate, Chiellini, Balzaretti; Migliaccio, Donadel, Cossu, Nocerino; Pepe, Matri, Di Natale. Allenatore: Delio Rossi.
Difensori: Abate Cassani Terlizzi
Chiellini Bovo Canini
Balzaretti Silvestre Pasqual
Centrocampisti: Stankovic Migliaccio Angelo
Cambiasso Donadel Bacinovic
Hernanes Biabiany Cossu
Nocerino Thiago Motta Vargas
Attaccanti: Robinho Pastore Pepe
Matri Crespo Ilicic
Di Natale Miccoli Zarate
Allenatori: Benitez Delio Rossi Guidolin
Il migliore: il magnifico attaccante udinese Di Natale, autore di una tripletta al Napoli
Il podio: al secondo posto il fenomenale Stankovic, autore anche lui di una tripletta contro il Parma; al terzo posto il brillante attaccante sardo Matri, autore di una doppietta contro il Lecce
La formazione della settimana: Curci; Abate, Chiellini, Balzaretti; Stankovic, Cambiasso, Hernanes, Nocerino; Robinho, Matri, Di Natale. Allenatore: Benitez.
La Nazionale della settimana: Curci; Abate, Chiellini, Balzaretti; Migliaccio, Donadel, Cossu, Nocerino; Pepe, Matri, Di Natale. Allenatore: Delio Rossi.
Tra le prime sei, solo l'Inter guadagna
Giornata grigia per le grandi: delle prime sei, solo l'Inter guadagna (5-2 sul Parma, tripletta di Stankovic, reti di Cambiasso, Thiago Motta e doppietta di Crespo). Pareggiano invece, tutte per 1-1, il Milan a Marassi contro la Sampdoria ( rete di Robinho rimontata da Pazzini ), la Lazio all'Olimpico col Catania ( gol di Silvestre
ripreso da Hernanes ), la Juventus a Torino con la Fiorentina ( autorete di Motta, gol di Pepe).
Brutte sconfitte, invece, per il Napoli (1-3 a Udine: tripletta Di Natale, rete di Hamsik che ha sbagliato anche un rigore per la possibile rimonta) e per la Roma (1-3 a Palermo, reti di Miccoli, Ilicic, Nocerino e Totti).
Milan e Lazio restano comunque nettamente prima e seconda, la Juventus raggiunge il Napoli al terzo posto, e il Palermo agguanta l'Inter al quinto. Settima resta la Roma. Per ora la zona Coppe si chiude qui, ma Sampdoria, Udinese e Chievo sono in agguato. Nell'anticipo del prossimo venerdì, spettacolare sfida all'Olimpico tra Lazio e Inter per la zona scudetto.
Rinviata per neve Bologna-Chievo, e mortificante 0-0 sotto la neve anche a Brescia fra le rondinelle e il Genoa, al limite del ridicolo e del rischio.
Nella zona media della classifica, unico successo quello del Cagliari sul Lecce (3-2, doppietta di Matri, gol di Canini , reti di Olivera e Di Michele in una pericolosa rimonta pugliese). In due domeniche Donadoni ha ottenuto sei punti che portano i sardi in zona tranquilla.
Pareggio tra le pericolanti Bari e Cesena ( rigore di Colucci rimontato da Caputo).
Il quartetto Lecce, Brescia e Cesena a 12 e il Bari a 10 sono le più indiziate in zona retrocessione.
CLASSIFICA
Milan 30
Lazio 27
Juventus e Napoli 24
Inter e Palermo 23
Roma 22
Sampdoria e Udinese 20
Chievo 19*
Catania e Genoa 18
Cagliari 17
Fiorentina 16
Parma 15
Bologna 14*
Brescia, Cesena e Lecce 12
Bari 10
* Bologna e Chievo una partita da recuperare
CANNONIERI
9 reti: Eto'o dell'Inter e Cavani del Napoli
8 reti: Matri del Cagliari, Di Natale dell'Udinese
7 reti: Di Vaio del Bologna, Ibrahimovic del Milan, Pastore del Palermo
6 reti: Quagliarella della Juventus, Pato del Milan, Hamsik del Napoli, Ilicic del Palermo, Borriello della Roma
5 reti: Caracciolo del Brescia, Pellisier del Chievo, Gilardino della Fiorentina, Floccari della Lazio, Pazzini della Sampdoria
ripreso da Hernanes ), la Juventus a Torino con la Fiorentina ( autorete di Motta, gol di Pepe).
Brutte sconfitte, invece, per il Napoli (1-3 a Udine: tripletta Di Natale, rete di Hamsik che ha sbagliato anche un rigore per la possibile rimonta) e per la Roma (1-3 a Palermo, reti di Miccoli, Ilicic, Nocerino e Totti).
Milan e Lazio restano comunque nettamente prima e seconda, la Juventus raggiunge il Napoli al terzo posto, e il Palermo agguanta l'Inter al quinto. Settima resta la Roma. Per ora la zona Coppe si chiude qui, ma Sampdoria, Udinese e Chievo sono in agguato. Nell'anticipo del prossimo venerdì, spettacolare sfida all'Olimpico tra Lazio e Inter per la zona scudetto.
Rinviata per neve Bologna-Chievo, e mortificante 0-0 sotto la neve anche a Brescia fra le rondinelle e il Genoa, al limite del ridicolo e del rischio.
Nella zona media della classifica, unico successo quello del Cagliari sul Lecce (3-2, doppietta di Matri, gol di Canini , reti di Olivera e Di Michele in una pericolosa rimonta pugliese). In due domeniche Donadoni ha ottenuto sei punti che portano i sardi in zona tranquilla.
Pareggio tra le pericolanti Bari e Cesena ( rigore di Colucci rimontato da Caputo).
Il quartetto Lecce, Brescia e Cesena a 12 e il Bari a 10 sono le più indiziate in zona retrocessione.
CLASSIFICA
Milan 30
Lazio 27
Juventus e Napoli 24
Inter e Palermo 23
Roma 22
Sampdoria e Udinese 20
Chievo 19*
Catania e Genoa 18
Cagliari 17
Fiorentina 16
Parma 15
Bologna 14*
Brescia, Cesena e Lecce 12
Bari 10
* Bologna e Chievo una partita da recuperare
CANNONIERI
9 reti: Eto'o dell'Inter e Cavani del Napoli
8 reti: Matri del Cagliari, Di Natale dell'Udinese
7 reti: Di Vaio del Bologna, Ibrahimovic del Milan, Pastore del Palermo
6 reti: Quagliarella della Juventus, Pato del Milan, Hamsik del Napoli, Ilicic del Palermo, Borriello della Roma
5 reti: Caracciolo del Brescia, Pellisier del Chievo, Gilardino della Fiorentina, Floccari della Lazio, Pazzini della Sampdoria
domenica 28 novembre 2010
Lazio: la grande occasione mancata - 1-1 col Catania
E meno male che all'ultimo minuto il Catania ha mancato una palla-gol, dopo aver fatto muro per tutto l'incontro: presentatisi in quattro contro due davanti a Reja, gli etnei hanno mancato il gol che ci avrebbe distrutto.
Una giornata grigia, quasi nera, per la Lazio, già andata in svantaggio con Silvestre allo scadere del primo tempo, svantaggio miracolosamente annullato da Hernanes tre minuti dopo, in pieno recupero, ed anche su una mezza papera di Andujar.
Il Catania ha fatto mucchio in maniera davvero spietata, senza badare a nulla se non a perdere tempo, sfiorando e superando il muro della vergogna sportiva.
Ma, tutto sommato, per la Lazio è stata una giornata storta. Neanche il magnifico volo di Olimpia ha potuto dare quel colpo di fortuna che sarebbe stato necessario per incasellare altri due punti d'oro, così preziosi da sfiorare il riaggancio col Milan.
Così i rossoneri restano ancora tre punti più su: e meno male che anche loro hanno inciampato, così come ha inciampato la Juventus, mentre il Napoli si è fermato a 24 per il crollo di Udine. L'unica a guadagnare è stata l'Inter, con la vittoria un po' troppo
vistosa sul Parma. Ma l'Inter è ancora sotto di quattro punti, e venerdì giocherà all'Olimpico proprio contro di noi.
Da Palermo,in serata, si sono sapute brutte notizie sula Roma, battuta nettamente e scavalcata dai rosanero, che hanno raggiunto l'Inter a quota 23. La Roma resta a 22,
cinque punti ancora sotto la Lazio.
A noi, cxomunque, non rimane che fare il muso lungo per la grandissima occasione mancata.
Solo Maurito Zarate, al 5' della ripresa, è riuscito a travolgere l'intera difesa catanese con un'azione irresistibile, ma il portiere Andujar ha superato se stesso sventando il gol con la punta delle unghie. Per il resto, oggi non si è visto il consueto bel gioco della Lazio. Eppure il Catania si è presentato con una formazione rabberciata al massimo, che in un certo senso ha costretto l'allenatore Giampaolo a impostare l'incontro sul non gioco.
Passare tra quella selva di gambe era praticamente impossibile. Ci sarebbe voluto un
gioco illuminato, ma Ledesma e Mauri, finora i veri piloti dela navigazione biancoceleste, hanno accusato un po' di stanchezza. Al 20' della ripresa Reja li ha sostituiti con Matuzalem e Foggia, ma la musica non è cambiata, e niente ha potuto fare Rocchi nei dieci minuti in cui ha sostituito un Floccari abbastanza provato.
Il migliore della Lazio è stato senza dubbio Zarate, autore di molti spunti di gran classe. Bene anche Hernanes, che ha dato segni di risveglio ed ha segnato un gran bel gol.
Ma ora voltiamo pagina e pensiamo all'incontro di venerdì. Dopo l'incontro Reja è apparso ben carico e deciso. Ogni tanto capita di fare una figuraccia, e stavolta è toccata a noi. Forse la prima volta quest'anno. Meno male che i danni sono stati tutto sommato relativi.
Una giornata grigia, quasi nera, per la Lazio, già andata in svantaggio con Silvestre allo scadere del primo tempo, svantaggio miracolosamente annullato da Hernanes tre minuti dopo, in pieno recupero, ed anche su una mezza papera di Andujar.
Il Catania ha fatto mucchio in maniera davvero spietata, senza badare a nulla se non a perdere tempo, sfiorando e superando il muro della vergogna sportiva.
Ma, tutto sommato, per la Lazio è stata una giornata storta. Neanche il magnifico volo di Olimpia ha potuto dare quel colpo di fortuna che sarebbe stato necessario per incasellare altri due punti d'oro, così preziosi da sfiorare il riaggancio col Milan.
Così i rossoneri restano ancora tre punti più su: e meno male che anche loro hanno inciampato, così come ha inciampato la Juventus, mentre il Napoli si è fermato a 24 per il crollo di Udine. L'unica a guadagnare è stata l'Inter, con la vittoria un po' troppo
vistosa sul Parma. Ma l'Inter è ancora sotto di quattro punti, e venerdì giocherà all'Olimpico proprio contro di noi.
Da Palermo,in serata, si sono sapute brutte notizie sula Roma, battuta nettamente e scavalcata dai rosanero, che hanno raggiunto l'Inter a quota 23. La Roma resta a 22,
cinque punti ancora sotto la Lazio.
A noi, cxomunque, non rimane che fare il muso lungo per la grandissima occasione mancata.
Solo Maurito Zarate, al 5' della ripresa, è riuscito a travolgere l'intera difesa catanese con un'azione irresistibile, ma il portiere Andujar ha superato se stesso sventando il gol con la punta delle unghie. Per il resto, oggi non si è visto il consueto bel gioco della Lazio. Eppure il Catania si è presentato con una formazione rabberciata al massimo, che in un certo senso ha costretto l'allenatore Giampaolo a impostare l'incontro sul non gioco.
Passare tra quella selva di gambe era praticamente impossibile. Ci sarebbe voluto un
gioco illuminato, ma Ledesma e Mauri, finora i veri piloti dela navigazione biancoceleste, hanno accusato un po' di stanchezza. Al 20' della ripresa Reja li ha sostituiti con Matuzalem e Foggia, ma la musica non è cambiata, e niente ha potuto fare Rocchi nei dieci minuti in cui ha sostituito un Floccari abbastanza provato.
Il migliore della Lazio è stato senza dubbio Zarate, autore di molti spunti di gran classe. Bene anche Hernanes, che ha dato segni di risveglio ed ha segnato un gran bel gol.
Ma ora voltiamo pagina e pensiamo all'incontro di venerdì. Dopo l'incontro Reja è apparso ben carico e deciso. Ogni tanto capita di fare una figuraccia, e stavolta è toccata a noi. Forse la prima volta quest'anno. Meno male che i danni sono stati tutto sommato relativi.
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Ore 18: commento a Lazio-Catania
La giornata può essere positiva per la Lazio. Il grande Milan, pur giocando un'ottima partita, è stato fermato a Marassi dalla Sampdoria. Anche la Juventus, nostra rivale nelle Coppe, non è andata oltre il pareggio interno con la Fiorentina, e anzi è stata costretta a inseguire per ottenere almeno un punto.
Quanto ai rivali della Roma, il viaggio a Palermo non sarà davvero una passeggiata, perché i rosanero sono altrettanto ambiziosi. E il Napoli troverà pane per i suoi denti in quel di Udine, contro quel duo d'attacco tutto napoletano formato da Di Natale e Floro Flores che sicuramente farà scintille per rimandare battuti i compaesani.
Nell'anticipo dell'ora di pranzo, l'Inter dovrebbe battere il Parma a San Siro. Ma la squadra di Rafa Benitez ha i giocatori contati, stanchi per l'incontro di Coppa, e non è detto che non ne esca una sorpresa da parte di quel Parma che domenica scorsa ha fatto perdere due punti anche a noi.
Detto questo, è naturale che anche la Lazio, contro il Catania, dovrà stare con gli occhi bene aperti. Edoardo Reja ha confermato in blocco la formazione titolare: stanno tutti bene, beato lui, e questo dovrebbe aiutare per quel risultato che rilancerebbe chiaramente le ambizioni biancazzurre in vista dei due grandi incontri con Inter e Juventus.
Alle ore 18 potrete seguire su questo schermo il commento della partita Lazio-Catania, con tanti auguri di notizie belle e ubriacanti come il volo di Olimpia.
Quanto ai rivali della Roma, il viaggio a Palermo non sarà davvero una passeggiata, perché i rosanero sono altrettanto ambiziosi. E il Napoli troverà pane per i suoi denti in quel di Udine, contro quel duo d'attacco tutto napoletano formato da Di Natale e Floro Flores che sicuramente farà scintille per rimandare battuti i compaesani.
Nell'anticipo dell'ora di pranzo, l'Inter dovrebbe battere il Parma a San Siro. Ma la squadra di Rafa Benitez ha i giocatori contati, stanchi per l'incontro di Coppa, e non è detto che non ne esca una sorpresa da parte di quel Parma che domenica scorsa ha fatto perdere due punti anche a noi.
Detto questo, è naturale che anche la Lazio, contro il Catania, dovrà stare con gli occhi bene aperti. Edoardo Reja ha confermato in blocco la formazione titolare: stanno tutti bene, beato lui, e questo dovrebbe aiutare per quel risultato che rilancerebbe chiaramente le ambizioni biancazzurre in vista dei due grandi incontri con Inter e Juventus.
Alle ore 18 potrete seguire su questo schermo il commento della partita Lazio-Catania, con tanti auguri di notizie belle e ubriacanti come il volo di Olimpia.
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Parla l'aquila: ci avviciniamo...
Il cielo è grigio, ma non fa niente: noi siamo azzurri nel cuore.
Oggi non mancate, tifosi laziali, al grande incontro con il Catania: il Milan è stato fermato nella città di Genova, e noi abbiamo...sì, vi prometto, farò tre voli completi sul cielo dell'Olimpico, e poi andrò a posarmi al centro del campo.
Voi lo sapete bene che cosa significa questo: nella mia città di Olimpia, in Grecia, c'era l'Oracolo che prevedeva gli eventi. Io sono un'aquila, non sono un oracolo, ma i tre giri del mio volo piacciono lassù sull'Olimpo.
Oggi sarà un giorno propizio per quel moretto, quel piccoletto che si chiama Maurito. Il gran capo Edoardo Pennabianca gli ha detto di tirare più spesso in porta, di tenere meno la palla; la stessa cosa ha detto al "profeta" brasiliano, Hernanes. Quanto a Sergio, al cannoniere Floccari, lui ci pensa già per conto suo a tirare in porta il più possibile, il più preciso possibile.
Ma a quelli del fortino, Muslera-Lichtsteiner-Biava-Dias-Radu, dico di stare bene attenti a questa squadra che viene dai piedi dell'Etna. Dico anche al trio Brocchi-Ledesma-Mauri di vigilare bene alle soglie dell'area. Poi, via! all'attacco, a cercare quella vittoria che ci riavvicina alla vetta. Credeteci. Quest'anno non dobbiamo fallire, e ad ogni partita ci metteremo tutto il cuore.
Il presidente Claudio, quel vulcano d'idee che mi ha portato qui, intende fare di questa società una vera bandiera europea, destinata a sventolare in tutto il mondo.
Mi ha detto in un orecchio che a gennaio ci sarà una grande novità, per cui il mio volo diventerà ancora più sicuro. Sì, ci metteremo tutto il cuore, tutta la volontà.
A cominciare dalla vostra affezionatissima
aquila Olimpia.
Oggi non mancate, tifosi laziali, al grande incontro con il Catania: il Milan è stato fermato nella città di Genova, e noi abbiamo...sì, vi prometto, farò tre voli completi sul cielo dell'Olimpico, e poi andrò a posarmi al centro del campo.
Voi lo sapete bene che cosa significa questo: nella mia città di Olimpia, in Grecia, c'era l'Oracolo che prevedeva gli eventi. Io sono un'aquila, non sono un oracolo, ma i tre giri del mio volo piacciono lassù sull'Olimpo.
Oggi sarà un giorno propizio per quel moretto, quel piccoletto che si chiama Maurito. Il gran capo Edoardo Pennabianca gli ha detto di tirare più spesso in porta, di tenere meno la palla; la stessa cosa ha detto al "profeta" brasiliano, Hernanes. Quanto a Sergio, al cannoniere Floccari, lui ci pensa già per conto suo a tirare in porta il più possibile, il più preciso possibile.
Ma a quelli del fortino, Muslera-Lichtsteiner-Biava-Dias-Radu, dico di stare bene attenti a questa squadra che viene dai piedi dell'Etna. Dico anche al trio Brocchi-Ledesma-Mauri di vigilare bene alle soglie dell'area. Poi, via! all'attacco, a cercare quella vittoria che ci riavvicina alla vetta. Credeteci. Quest'anno non dobbiamo fallire, e ad ogni partita ci metteremo tutto il cuore.
Il presidente Claudio, quel vulcano d'idee che mi ha portato qui, intende fare di questa società una vera bandiera europea, destinata a sventolare in tutto il mondo.
Mi ha detto in un orecchio che a gennaio ci sarà una grande novità, per cui il mio volo diventerà ancora più sicuro. Sì, ci metteremo tutto il cuore, tutta la volontà.
A cominciare dalla vostra affezionatissima
aquila Olimpia.
sabato 27 novembre 2010
Anche stavolta, Frosinone a metà
E' durata tre minuti l'illusione di poter battere l'Ascoli e di poter mettere in bacheca tre punti preziosissimi: al 21' Terranova apre le ali alle speranze frusinati, ma anche stavolta è arrivato immediatamente il pareggio degli ospiti ascolani, al 24' con Lupoli, e la partita, guarda caso, si è chiusa lì.
I canarini, da un po' di tempo, non trovano le energie giuste per reagire e concludere vittoriosamente una partita.
Così, dall'auspicata quota 19, si è rimasti a 17, numero poco simpatico.
Il Frosinone, ora, ha un solo punto di vantaggio sulla zona retrocessione. Bisognerà sfruttare bene i 45 minuti che restano da recuperare contro il Pescara, al Comunale, martedì prossimo 30 novembre: a quota 20 si potrà respirare meglio.
Anche perché domenica 5 dicembre, alle ore 18, ci sarà la trasferta di Vicenza, difficile
ma non impossibile. Però occorre un Frosinone più energico e sveglio.
I canarini, da un po' di tempo, non trovano le energie giuste per reagire e concludere vittoriosamente una partita.
Così, dall'auspicata quota 19, si è rimasti a 17, numero poco simpatico.
Il Frosinone, ora, ha un solo punto di vantaggio sulla zona retrocessione. Bisognerà sfruttare bene i 45 minuti che restano da recuperare contro il Pescara, al Comunale, martedì prossimo 30 novembre: a quota 20 si potrà respirare meglio.
Anche perché domenica 5 dicembre, alle ore 18, ci sarà la trasferta di Vicenza, difficile
ma non impossibile. Però occorre un Frosinone più energico e sveglio.
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cronaca sportiva
Con Olimpia su nel cielo
(da cantarsi sulle note di "Maledetta primavera")
Se
questa Lazio è proprio forte
noi
ci battiam fino alla morte
per conquistar
una vita grande e vera
forte e sincera
che più in alto porterà.
Se
vola Olimpia su nel cielo
e
nell'azzurro compie il volo
la Lazio va
vola verso il suo destino
ormai vicino:
lo scudetto vincerà.
Se
questa Lazio è proprio forte
noi
ci battiam fino alla morte
per conquistar
una vita grande e vera
forte e sincera
che più in alto porterà.
Se
vola Olimpia su nel cielo
e
nell'azzurro compie il volo
la Lazio va
vola verso il suo destino
ormai vicino:
lo scudetto vincerà.
La jena e il leone - 38 - storie di animali
Ai margini del deserto, una jena macilenta, di nome Maddalena, si imbatté in un leone bello grasso e ben portante, e invece di fargli un inchino rispettoso,cominciò a ridere, a ridere...
Il leone Leonardo guardò con un'aria piuttosto rabbiosa quell'animale così repellente già nel suo aspetto, e disse: - Si può sapere che cos'hai da ridere? Ho qualcosa di strano e di buffo nella mia figura? -
- No, no ! - ribatté prontamente la jena. Sei un gran bel leone ed hai tutto il mio rispetto. Sto solo pensando che tu, per fare i tuoi pasti, devi ogni volta compiere una gran fatica per uccidere la tua vittima, mentre io arrivo fresca fresca e trovo sempre un bel po' di carne di cui cibarmi senza fatica. Se lo consenti, questo mi mette di buon umore: è solo per tale motivo che sto ridendo -
Il leone Leonardo, tuttavia, trovava irriverente quell'atteggiamento della jena, ed era anche infastidito dalla sua compagnia.
- E' per questo che ti chiamano lo spazzino del deserto e della foresta: non fai altro che ripulire gli ultimi resti dei pasti altrui, e ti rimangono solo le parti più ripugnanti e andate a male. Devi avere uno stomaco sempre in disordine, mentre il tuo alito non è per niente gradevole. Perciò gli animali più nobili ti ritengono di razza inferiore e ti disprezzano -
- Sai che cosa m'importa! - ribatté la jena Maddalena scoppiando in un'altra risata sgradevole. -. Al mondo ci sono animali di tutte le specie, e perciò non tutti hanno lo stesso destino. Io, però, mi accontento del mio, e vado avanti bene, senza affanni, sicura di trovare sempre qualcosa di cui vivere. Quanto a te, ti ho visto fare delle fatiche terribili per inseguire una gazzella o un'antilope, e non sempre riesci nel tuo intento. Talvolta soffri anche la fame, ma io non te l'auguro, perché poi quando arrivo
non trovo neanch' io qualcosa da mettere nello stomaco -
- Sei una vera sfruttatrice del lavoro altrui, oltre che un animale lurido e miserabile.
Non ti rendi conto che la fatica e il lavoro rendono la vita degna di tale nome. Tu sguazzi soltanto fra le cose morte: come puoi chiamarla vita? -
La jena scosse la magra testa e si lasciò sfuggire un'altra risata, stavolta però per niente convinta e sicura. Il leone aveva toccato un tasto dolente, che in qualche occasione rendeva la vita amara anche a lei che viveva in modo così comodo e facile. Non era gradevole arrivare sul luogo dove altri avevano banchettato cibi freschi, e sentire il cattivo odore delle carni andate a male, sulle quali mosche e mosconi stavano già facendo festa. Anche lei, dunque, pur avendo quattro forti zampe e delle belle zanne, si poneva al livello di quei brutti insetti da rapina. Che gusto c'era? Avrebbe voluto essere anche lei un animale nobile come il leone Leonardo.
Il leone la stava guardando negli occhi sfuggevoli, e forse aveva capito qualcosa del suo rammarico e della sua amarezza. - La prossima volta - disse con voce addolcita -
vieni con me, e avrai un pasto fresco e decoroso. A me non dispiace, perché mi avanza sempre una parte della mia preda. Vorrei che anche tu avessi un po' di dignità e di vita decente -
- Sei un vero re, Leonardo - rispose la jena Maddalena, colpita da quella proposta. - Ti ho sempre ammirato, per questo. Purtroppo, il mio modo di vivere è diverso, e non potrò mai essere un animale nobile come te. Grazie. Forse servirà a farmi essere meno volgare nei miei comportamenti -
E nel dir così, salutò con rispetto il leone, senza quella sua risataccia sfacciata. Il leone Leonardo rispose sollevando una zampa come per dire: - Se puoi, cerca di comportarti almeno senza arroganza! -
Il leone Leonardo guardò con un'aria piuttosto rabbiosa quell'animale così repellente già nel suo aspetto, e disse: - Si può sapere che cos'hai da ridere? Ho qualcosa di strano e di buffo nella mia figura? -
- No, no ! - ribatté prontamente la jena. Sei un gran bel leone ed hai tutto il mio rispetto. Sto solo pensando che tu, per fare i tuoi pasti, devi ogni volta compiere una gran fatica per uccidere la tua vittima, mentre io arrivo fresca fresca e trovo sempre un bel po' di carne di cui cibarmi senza fatica. Se lo consenti, questo mi mette di buon umore: è solo per tale motivo che sto ridendo -
Il leone Leonardo, tuttavia, trovava irriverente quell'atteggiamento della jena, ed era anche infastidito dalla sua compagnia.
- E' per questo che ti chiamano lo spazzino del deserto e della foresta: non fai altro che ripulire gli ultimi resti dei pasti altrui, e ti rimangono solo le parti più ripugnanti e andate a male. Devi avere uno stomaco sempre in disordine, mentre il tuo alito non è per niente gradevole. Perciò gli animali più nobili ti ritengono di razza inferiore e ti disprezzano -
- Sai che cosa m'importa! - ribatté la jena Maddalena scoppiando in un'altra risata sgradevole. -. Al mondo ci sono animali di tutte le specie, e perciò non tutti hanno lo stesso destino. Io, però, mi accontento del mio, e vado avanti bene, senza affanni, sicura di trovare sempre qualcosa di cui vivere. Quanto a te, ti ho visto fare delle fatiche terribili per inseguire una gazzella o un'antilope, e non sempre riesci nel tuo intento. Talvolta soffri anche la fame, ma io non te l'auguro, perché poi quando arrivo
non trovo neanch' io qualcosa da mettere nello stomaco -
- Sei una vera sfruttatrice del lavoro altrui, oltre che un animale lurido e miserabile.
Non ti rendi conto che la fatica e il lavoro rendono la vita degna di tale nome. Tu sguazzi soltanto fra le cose morte: come puoi chiamarla vita? -
La jena scosse la magra testa e si lasciò sfuggire un'altra risata, stavolta però per niente convinta e sicura. Il leone aveva toccato un tasto dolente, che in qualche occasione rendeva la vita amara anche a lei che viveva in modo così comodo e facile. Non era gradevole arrivare sul luogo dove altri avevano banchettato cibi freschi, e sentire il cattivo odore delle carni andate a male, sulle quali mosche e mosconi stavano già facendo festa. Anche lei, dunque, pur avendo quattro forti zampe e delle belle zanne, si poneva al livello di quei brutti insetti da rapina. Che gusto c'era? Avrebbe voluto essere anche lei un animale nobile come il leone Leonardo.
Il leone la stava guardando negli occhi sfuggevoli, e forse aveva capito qualcosa del suo rammarico e della sua amarezza. - La prossima volta - disse con voce addolcita -
vieni con me, e avrai un pasto fresco e decoroso. A me non dispiace, perché mi avanza sempre una parte della mia preda. Vorrei che anche tu avessi un po' di dignità e di vita decente -
- Sei un vero re, Leonardo - rispose la jena Maddalena, colpita da quella proposta. - Ti ho sempre ammirato, per questo. Purtroppo, il mio modo di vivere è diverso, e non potrò mai essere un animale nobile come te. Grazie. Forse servirà a farmi essere meno volgare nei miei comportamenti -
E nel dir così, salutò con rispetto il leone, senza quella sua risataccia sfacciata. Il leone Leonardo rispose sollevando una zampa come per dire: - Se puoi, cerca di comportarti almeno senza arroganza! -
venerdì 26 novembre 2010
Parla l'aquila: anche questi sono campioni !
Qui Olimpia: faceva freddo, ieri sera, all'Olimpico, e ho preso anche una bella doccia sotto l'acqua battente, eppure mi sono divertita lo stesso a fare il mio volo. Ci sto prendendo proprio gusto, perchè vedo che la gente laziale mi vuole sempre più bene.
Certo, ci fosse stato cielo limpido sarebbe stato meglio, ma la primavera non tarderà ad arrivare.
Ieri sera ho visto in campo tutta un'altra squadra, ma vi dirò che mi è piaciuta moltissimo, quanto quella di Maurito e di Hernanes. Visto come giocano? Ma questi sono lo stesso dei grandi campioni. Visto che incrocio dei pali quel Garrido, su calcio di punizione? Queste cose qui le fanno solo gli assi del pallone. Certo, Javier è ancora un po' troppo grassottello, ma sta tornando in forma, e presto ne vedremo delle belle.
Visto il bellissimo gol di Del Nero? Mamma mia: ma è brasiliano, quello? Due tocchi al volo di sinistro, e grande realizzazione, è entrato in rete con tutto il pallone.
Mi ha colpito la velocità pazzesca di Tata Gonzalez, il suo correre sfrenato per tutta la partita, un vero diavolaccio: e non sbaglia quasi mai! Invece della squadra giallorossa
con quello strano nome, Albinoleffe, mi ha impressionato il giovanissimo Michael Cia, un biondino di grande classe: ha diciannove anni e Lotito non sbaglierebbe a farci un pensierino, perché costruisce il gioco con grande maestria.
Il prossimo derby, quello di Coppa del 12 o 19 gennaio, io lo farei giocare agli stessi undici di stasera, che hanno costruito queste vittorie di Coppa e che contro i giallorossi darebbero proprio tutto pur di vincere ancora e cercare di conquistare la Coppa Italia con le loro forze freschissime.
Certo, ci fosse stato cielo limpido sarebbe stato meglio, ma la primavera non tarderà ad arrivare.
Ieri sera ho visto in campo tutta un'altra squadra, ma vi dirò che mi è piaciuta moltissimo, quanto quella di Maurito e di Hernanes. Visto come giocano? Ma questi sono lo stesso dei grandi campioni. Visto che incrocio dei pali quel Garrido, su calcio di punizione? Queste cose qui le fanno solo gli assi del pallone. Certo, Javier è ancora un po' troppo grassottello, ma sta tornando in forma, e presto ne vedremo delle belle.
Visto il bellissimo gol di Del Nero? Mamma mia: ma è brasiliano, quello? Due tocchi al volo di sinistro, e grande realizzazione, è entrato in rete con tutto il pallone.
Mi ha colpito la velocità pazzesca di Tata Gonzalez, il suo correre sfrenato per tutta la partita, un vero diavolaccio: e non sbaglia quasi mai! Invece della squadra giallorossa
con quello strano nome, Albinoleffe, mi ha impressionato il giovanissimo Michael Cia, un biondino di grande classe: ha diciannove anni e Lotito non sbaglierebbe a farci un pensierino, perché costruisce il gioco con grande maestria.
Il prossimo derby, quello di Coppa del 12 o 19 gennaio, io lo farei giocare agli stessi undici di stasera, che hanno costruito queste vittorie di Coppa e che contro i giallorossi darebbero proprio tutto pur di vincere ancora e cercare di conquistare la Coppa Italia con le loro forze freschissime.
Il gioco più bello del mondo - puntata 14 - quilazio
Gli eventi si accavallano, e siamo già alla 14. giornata. Come al solito, ricca d'interesse.
Proviamo a fare centro.
BARI-CESENA 2-0 marcatori Barreto e Kutuzov
BOLOGNA-CHIEVO 1-1 marcatori Di Vaio e Pellissier
BRESCIA-GENOA 2-1 marcatori Diamanti Caracciolo e Toni
CAGLIARI-LECCE 2-0 marcatori Matri e Conti
INTER-PARMA 3-0 marcatori Eto'o Milito e Snejider
JUVENTUS-FIORENTINA 2-1 marcatori Krasic Quagliarella e Gilardino
LAZIO-CATANIA 3-0 marcatori Hernanes Floccari e Zarate
PALERMO-ROMA 2-2 marcatori Pastore Miccoli Totti e Borriello
SAMPDORIA-MILAN 2-1 marcatori Pazzini Guberti e Ibrahimovic
UDINESE-NAPOLI 1-1 marcatori Di Natale e Cavani
Totalizzatore: 5 punti per ogni punteggio esatto (3-0, 2-2...); 2 punti per ogni risultato indovinato (vittoria, pareggio, sconfitta); 1 punto per ogni marcatore individuato. Un risultato buono è intorno ai 30 punti.
N.B. Al controllo del lunedì sono stati riscontrati 4 punti per due risultati indovinati
( vittorie del Cagliari e dell'Inter ) più 6 punti per altrettanti marcatori individuati
(Matri, Hernanes, Miccoli, Totti, Pazzini e Di Natale), per un totale di 4 + 6 = 10 punti, che è un risultato modesto.
Proviamo a fare centro.
BARI-CESENA 2-0 marcatori Barreto e Kutuzov
BOLOGNA-CHIEVO 1-1 marcatori Di Vaio e Pellissier
BRESCIA-GENOA 2-1 marcatori Diamanti Caracciolo e Toni
CAGLIARI-LECCE 2-0 marcatori Matri e Conti
INTER-PARMA 3-0 marcatori Eto'o Milito e Snejider
JUVENTUS-FIORENTINA 2-1 marcatori Krasic Quagliarella e Gilardino
LAZIO-CATANIA 3-0 marcatori Hernanes Floccari e Zarate
PALERMO-ROMA 2-2 marcatori Pastore Miccoli Totti e Borriello
SAMPDORIA-MILAN 2-1 marcatori Pazzini Guberti e Ibrahimovic
UDINESE-NAPOLI 1-1 marcatori Di Natale e Cavani
Totalizzatore: 5 punti per ogni punteggio esatto (3-0, 2-2...); 2 punti per ogni risultato indovinato (vittoria, pareggio, sconfitta); 1 punto per ogni marcatore individuato. Un risultato buono è intorno ai 30 punti.
N.B. Al controllo del lunedì sono stati riscontrati 4 punti per due risultati indovinati
( vittorie del Cagliari e dell'Inter ) più 6 punti per altrettanti marcatori individuati
(Matri, Hernanes, Miccoli, Totti, Pazzini e Di Natale), per un totale di 4 + 6 = 10 punti, che è un risultato modesto.
giovedì 25 novembre 2010
Garrido-Stendardo-Del Nero: 3-0 e derby assicurato
Ma quale Lazio due! Questi giocano, e giocano bene! Rincalzi in gamba, che hanno messo sotto l'Albinoleffe di Mondonico malgrado una strettissima partita difensiva.
Ha aperto Garrido al 14' con un bel calcio di punizione all'incrocio dei pali. Ha raddoppiato Stendardo al 44' con un'estirada su azione di calcio d'angolo favorita dal peso di Diakité. Ed ha chiuso al 36' della ripresa Del Nero con una straordinaria azione al volo e tocco di sinistro su invito di Gonzalez.
E Rocchi? E Kozak? Ci hanno provato una dozzina di volte ciascuno, ma la fortuna non li ha assistiti: solo una traversa per Kozak e un palo per capitan Rocchi, sempre pronto nei suoi tentativi.
Una gran bella Lazio, bella come il volo di Olimpia, che si è esibita malgrado la pioggia sempre più fitta. Questo Olimpico ha davvero un bel drenaggio, perchè il terreno era perfettamente agibile.
Così abbiamo guadagnato gli ottavi e soprattutto il diritto a disputare un altro derby con la Roma, un derby particolarmente pepato perchè aprirebbe un grosso spiraglio per la conquista della Coppa, cioè di un "titulo" che comincia ad avere il suo peso sulla scena nazionale.
La Lazio è piaciuta. In progresso Garrido e Bresciano, molto brillanti soprattutto Diakité, un vero bastione (attenti alla a!) e Tata Gonzalez, che sotto la pioggia ha messo in mostra una vitalità eccezionale, macinando chilometri e chilometri senza perdere quasi mai lucidità. Molto buona anche la prestazione del fantasista Foggia, che ha sfruttato bene tutti i palloni che gli giungevano sulla sponda destra del centrocampo.
Nell'Albinoleffe, buona la resistenza opposta dal portiere Layeni, e assai promettente il giovanissimo centrocampista Cia, subentrato nella ripresa. Reja ha dato respiro nel secondo tempo a Ledesma, Foggia e Scaloni, concedendo spazio a Del Nero, Brocchi e Cavanda. Applausi per tutti.
Ha aperto Garrido al 14' con un bel calcio di punizione all'incrocio dei pali. Ha raddoppiato Stendardo al 44' con un'estirada su azione di calcio d'angolo favorita dal peso di Diakité. Ed ha chiuso al 36' della ripresa Del Nero con una straordinaria azione al volo e tocco di sinistro su invito di Gonzalez.
E Rocchi? E Kozak? Ci hanno provato una dozzina di volte ciascuno, ma la fortuna non li ha assistiti: solo una traversa per Kozak e un palo per capitan Rocchi, sempre pronto nei suoi tentativi.
Una gran bella Lazio, bella come il volo di Olimpia, che si è esibita malgrado la pioggia sempre più fitta. Questo Olimpico ha davvero un bel drenaggio, perchè il terreno era perfettamente agibile.
Così abbiamo guadagnato gli ottavi e soprattutto il diritto a disputare un altro derby con la Roma, un derby particolarmente pepato perchè aprirebbe un grosso spiraglio per la conquista della Coppa, cioè di un "titulo" che comincia ad avere il suo peso sulla scena nazionale.
La Lazio è piaciuta. In progresso Garrido e Bresciano, molto brillanti soprattutto Diakité, un vero bastione (attenti alla a!) e Tata Gonzalez, che sotto la pioggia ha messo in mostra una vitalità eccezionale, macinando chilometri e chilometri senza perdere quasi mai lucidità. Molto buona anche la prestazione del fantasista Foggia, che ha sfruttato bene tutti i palloni che gli giungevano sulla sponda destra del centrocampo.
Nell'Albinoleffe, buona la resistenza opposta dal portiere Layeni, e assai promettente il giovanissimo centrocampista Cia, subentrato nella ripresa. Reja ha dato respiro nel secondo tempo a Ledesma, Foggia e Scaloni, concedendo spazio a Del Nero, Brocchi e Cavanda. Applausi per tutti.
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Rocchi-Kozak in Coppa pensando al derby
Un bello squarcio di azzurro si è aperto su Roma prima di questo Lazio-Albinoleffe. E' di buon auspicio per un volo di Olimpia sullo stadio, e di un desiderato successo della Lazio sulla formazione bergamasca, in vista di un ottavo di Coppa Italia che potrebbe essere un nuovo derby programmato tra dicembre e gennaio.
Alle 18 l'Olimpico vedrà il volo dell'aquila e la discesa in campo di una giovane formazione biancoceleste comprendente Berni; Scaloni, Diakité, Stendardo, Garrido; Gonzalez, Ledesma, Bresciano; Foggia; Rocchi, Kozak. Ci auguriamo di vedere più di qualche gol, in particolare del duo Rocchi-Kozak attesissimo alla prova, con Rocchi più esperto e capace anche di assist molto intelligenti per l'ariete Libor, uno dei giovani attaccanti più promettenti e seguiti in questa fase della stagione.
Alle loro spalle il "folletto" Pasqualino Foggia, ispirato suggeritore, e il tandem Ledesma-Bresciano, intelligenti manovratori del gioco. Un occhio di particolare attenzione per Tata Gonzalez e per Javier Garrido, possibili importanti innesti per la squadra.
Alle ore 20 potrete leggere il commento dell'incontro sullo schermo di Quilazio.
Alle 18 l'Olimpico vedrà il volo dell'aquila e la discesa in campo di una giovane formazione biancoceleste comprendente Berni; Scaloni, Diakité, Stendardo, Garrido; Gonzalez, Ledesma, Bresciano; Foggia; Rocchi, Kozak. Ci auguriamo di vedere più di qualche gol, in particolare del duo Rocchi-Kozak attesissimo alla prova, con Rocchi più esperto e capace anche di assist molto intelligenti per l'ariete Libor, uno dei giovani attaccanti più promettenti e seguiti in questa fase della stagione.
Alle loro spalle il "folletto" Pasqualino Foggia, ispirato suggeritore, e il tandem Ledesma-Bresciano, intelligenti manovratori del gioco. Un occhio di particolare attenzione per Tata Gonzalez e per Javier Garrido, possibili importanti innesti per la squadra.
Alle ore 20 potrete leggere il commento dell'incontro sullo schermo di Quilazio.
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La civetta e il pipistrello - 37 - storie di animali
Il loro regno è la notte. Solo quando il sole scompare e scende il buio, tu sentirai la civetta emanare il suo lugubre suono, e vedrai svolazzare con ritmo spezzato il pipistrello. Non capisco perché una città bella e solare come Atene abbia scelto entrambi questi animali come simboli: forse perché nella notte quel suono dolente e quel volo interrotto trovano il loro ambiente ideale lassù tra le colonne e il silenzio del Partenone fin dai tempi di Aristotele.
La civetta Mahalia, quella notte, si sentiva particolarmente triste, e la sua voce lugubre metteva paura a chi l'ascoltava poco distante. Mahalia ebbe un soprassalto: un pipistrello, coi suoi piccoli artigli, era venuto ad appoggiarsi proprio vicino a lei.
Il pipistrello, di nome Strip, abitava in un antro sulla collina poco distante, e avendo sentito la voce di Mahalia, era rimasto colpito dalla sua tristezza.
- Che cos'hai, amica? - Anch'io non ho motivi per essere allegro, ma la tua voce mette paura anche a me che sono abituato a far compagnia ai vampiri. Devi avere una ragione particolare per lamentarti così -
Mahalia non aveva affatto voglia di parlare, ma riuscì a dire queste parole: - Mi hanno cacciata! Mi hanno espulsa dal gruppo perché ho combinato un bel guaio...-
- Quale guaio? - chiese il pipistrello incuriosito.
- Ho schiacciato senza volerlo tutte le uova della covata del gruppo, e quest'anno non nasceranno civette! -
- Un bel guaio davvero! - disse Strip, ma in fondo non è che gli dispiacesse troppo. Meno brividi notturni per tutti, per quelle voci agghiaccianti.
- Come punizione - continuò la civetta Mahalia - ora dovrò stare completamente da sola finché non ci sarà una nuova covata, e passeranno dei mesi! Non riesco a vivere, così sola per tanto tempo -
- Verrò tutte le sere a farti un po' di compagnia - disse Strip impietosito - Tanto, non ho compiti particolari, nel mio gruppo: anch'io sono ritenuto un rompiscatole, un irregolare...-
Mahalia si sentì leggermente consolata. - Grazie, Strip: siamo davvero una bella coppia assortita, noi due: siamo due portatori di sventura già sventurati per conto proprio -
- Ma, insieme, possiamo fare qualche dispetto a quelli che ci vogliono male - suggerì Strip. - Io volerò nel covo dove sono le civette che ti hanno scacciata, e cercherò di dare loro un po' di fastidio con i miei artigli, e tu, se ti sposti un po' più in là, puoi metterti a gridare all'improvviso nell'imboccatura dell'antro dove sono quei bastardi dei miei fratelli, e metterai loro una solenne paura. Così imparano! -
Così succede spesso: chi è già deviato per conto suo, devia ancora di più per la malvagità degli altri.
Da quella sera, la civetta Mahalia, col suo becco adunco, i suoi occhi gialli e il suo stridore d'oltretomba, e il pipistrello Strip, con le sue ali aguzze, i suoi artigli, e il suo fastidioso svolazzare, fecero lega per mettere paura anche a chi faceva paura alla gente.
La civetta Mahalia, quella notte, si sentiva particolarmente triste, e la sua voce lugubre metteva paura a chi l'ascoltava poco distante. Mahalia ebbe un soprassalto: un pipistrello, coi suoi piccoli artigli, era venuto ad appoggiarsi proprio vicino a lei.
Il pipistrello, di nome Strip, abitava in un antro sulla collina poco distante, e avendo sentito la voce di Mahalia, era rimasto colpito dalla sua tristezza.
- Che cos'hai, amica? - Anch'io non ho motivi per essere allegro, ma la tua voce mette paura anche a me che sono abituato a far compagnia ai vampiri. Devi avere una ragione particolare per lamentarti così -
Mahalia non aveva affatto voglia di parlare, ma riuscì a dire queste parole: - Mi hanno cacciata! Mi hanno espulsa dal gruppo perché ho combinato un bel guaio...-
- Quale guaio? - chiese il pipistrello incuriosito.
- Ho schiacciato senza volerlo tutte le uova della covata del gruppo, e quest'anno non nasceranno civette! -
- Un bel guaio davvero! - disse Strip, ma in fondo non è che gli dispiacesse troppo. Meno brividi notturni per tutti, per quelle voci agghiaccianti.
- Come punizione - continuò la civetta Mahalia - ora dovrò stare completamente da sola finché non ci sarà una nuova covata, e passeranno dei mesi! Non riesco a vivere, così sola per tanto tempo -
- Verrò tutte le sere a farti un po' di compagnia - disse Strip impietosito - Tanto, non ho compiti particolari, nel mio gruppo: anch'io sono ritenuto un rompiscatole, un irregolare...-
Mahalia si sentì leggermente consolata. - Grazie, Strip: siamo davvero una bella coppia assortita, noi due: siamo due portatori di sventura già sventurati per conto proprio -
- Ma, insieme, possiamo fare qualche dispetto a quelli che ci vogliono male - suggerì Strip. - Io volerò nel covo dove sono le civette che ti hanno scacciata, e cercherò di dare loro un po' di fastidio con i miei artigli, e tu, se ti sposti un po' più in là, puoi metterti a gridare all'improvviso nell'imboccatura dell'antro dove sono quei bastardi dei miei fratelli, e metterai loro una solenne paura. Così imparano! -
Così succede spesso: chi è già deviato per conto suo, devia ancora di più per la malvagità degli altri.
Da quella sera, la civetta Mahalia, col suo becco adunco, i suoi occhi gialli e il suo stridore d'oltretomba, e il pipistrello Strip, con le sue ali aguzze, i suoi artigli, e il suo fastidioso svolazzare, fecero lega per mettere paura anche a chi faceva paura alla gente.
mercoledì 24 novembre 2010
Domani sera Albinoleffe - pensando al nuovo derby
E vai, Lazio nuova! E vai, aquila Olimpia! Pioggia permettendo.
Domani sera alle 18, stadio Olimpico: quarto turno di Coppa Italia, con Lazio-Albinoleffe, contro la simpatica squadra lombarda che si sta facendo onore in serie B.
Per Lazio nuova s'intende non la Lazio riserve: non ci sono riserve, in questa squadra, ma solo giocatori che vengono impiegati di meno. Ecco perciò il bravissimo Berni tra i pali, i terzini Cavanda e Garrido, i centrali Diakité e Stendardo, tutti fior di calciatori.
E a centrocampo il simpatico Tata Gonzalez accanto a Ledesma, che domenica a Parma è stato impiegato solo pochi minuti; poi in fase di lancio ecco il brillante Pasqualino Foggia e il quotatissimo Bresciano, uscito definitivamente dai suoi problemi fisici. E in attacco un duo molto simpatico e molto efficace, quello composto da Tommaso Rocchi e da Libor Kozak. Questa squadra farebbe invidia ad almeno sei o sette formazioni titolari di serie A.
Obbiettivo: battere l'Albinoleffe per incontrare la Roma nel derby degli ottavi fissato all'Olimpico probabilmente per il 12 gennaio. Non è mica tanto lontano!
Domani sera alle 18, stadio Olimpico: quarto turno di Coppa Italia, con Lazio-Albinoleffe, contro la simpatica squadra lombarda che si sta facendo onore in serie B.
Per Lazio nuova s'intende non la Lazio riserve: non ci sono riserve, in questa squadra, ma solo giocatori che vengono impiegati di meno. Ecco perciò il bravissimo Berni tra i pali, i terzini Cavanda e Garrido, i centrali Diakité e Stendardo, tutti fior di calciatori.
E a centrocampo il simpatico Tata Gonzalez accanto a Ledesma, che domenica a Parma è stato impiegato solo pochi minuti; poi in fase di lancio ecco il brillante Pasqualino Foggia e il quotatissimo Bresciano, uscito definitivamente dai suoi problemi fisici. E in attacco un duo molto simpatico e molto efficace, quello composto da Tommaso Rocchi e da Libor Kozak. Questa squadra farebbe invidia ad almeno sei o sette formazioni titolari di serie A.
Obbiettivo: battere l'Albinoleffe per incontrare la Roma nel derby degli ottavi fissato all'Olimpico probabilmente per il 12 gennaio. Non è mica tanto lontano!
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Floccari 15 gol - ma ci vorrebbe un altro come lui
Siamo a un terzo del cammino, e Floccari ha segnato 5 gol: basta moltiplicare per 3 e sapremo quanti gol avrà segnato a fine anno: 15. Una cifra abbastanza notevole, che lo pone tra i primi dieci cannonieri del campionato italiano.
Dopo Floccari, Mauri. Ha segnato 3 gol, e moltiplicati per 3 danno 9: una cifra considerevole per un trequartista che ha una media annuale di 3/4 gol.
Poi vengono Zarate ed Hernanes: 2 gol per 3 fanno 6 a fine anno, una cifra assolutamente inadeguata per una punta come Zarate, appena adeguata per un centrocampista come Hernanes.
Infine vengono Rocchi, Kozak, Ledesma e Dias: 1 per 3 dà un totale di 3, accettabile per Ledesma e Dias, due difensori, ma assolutamente inaccettabile per due attaccanti di vaglia come Rocchi e Kozak.
Il numero totale di gol della Lazio, 16, moltiplicato per 3, dà un totale di 48, che è un totale magro: l'anno scorso segnò 48 gol la Fiorentina, terminata al dodicesimo posto fra gli attacchi italiani. Il più potente l'Inter con 75 gol.
Con le reti potenziali della Lazio non ci siamo affatto: così non si arriva in Champions League e forse nemmeno in Europa League.
Per fortuna la Lazio è fortissima in difesa: 10 reti subìte in 13 incontri. Solo l'Inter ha fatto meglio, con 9, ma se si considera che la Lazio ha subìto 4 rigori e l'Inter soltanto 1, ecco che la difesa della Lazio, 6 gol, è più forte di quella dell'Inter con 8 gol. La difesa Muslera-Lichtsteiner-Biava-Dias-Radu è senza dubbio di altissimo livello, e potrebbe garantirci quella Coppa che l'attacco invece non ci garantisce.
Come si può rimediare? In due modi: acquistando un'altra punta da 15 gol, ad esempio Matri ( 6 per 3 = 18), oppure utilizzando stabilmente, a turno, Rocchi e Kozak, potenzialmente capaci di segnare 9 reti Rocchi e 6 Kozak. Forse sarà una Lazio meno bella, ma sicuramente più efficace.
Dopo Floccari, Mauri. Ha segnato 3 gol, e moltiplicati per 3 danno 9: una cifra considerevole per un trequartista che ha una media annuale di 3/4 gol.
Poi vengono Zarate ed Hernanes: 2 gol per 3 fanno 6 a fine anno, una cifra assolutamente inadeguata per una punta come Zarate, appena adeguata per un centrocampista come Hernanes.
Infine vengono Rocchi, Kozak, Ledesma e Dias: 1 per 3 dà un totale di 3, accettabile per Ledesma e Dias, due difensori, ma assolutamente inaccettabile per due attaccanti di vaglia come Rocchi e Kozak.
Il numero totale di gol della Lazio, 16, moltiplicato per 3, dà un totale di 48, che è un totale magro: l'anno scorso segnò 48 gol la Fiorentina, terminata al dodicesimo posto fra gli attacchi italiani. Il più potente l'Inter con 75 gol.
Con le reti potenziali della Lazio non ci siamo affatto: così non si arriva in Champions League e forse nemmeno in Europa League.
Per fortuna la Lazio è fortissima in difesa: 10 reti subìte in 13 incontri. Solo l'Inter ha fatto meglio, con 9, ma se si considera che la Lazio ha subìto 4 rigori e l'Inter soltanto 1, ecco che la difesa della Lazio, 6 gol, è più forte di quella dell'Inter con 8 gol. La difesa Muslera-Lichtsteiner-Biava-Dias-Radu è senza dubbio di altissimo livello, e potrebbe garantirci quella Coppa che l'attacco invece non ci garantisce.
Come si può rimediare? In due modi: acquistando un'altra punta da 15 gol, ad esempio Matri ( 6 per 3 = 18), oppure utilizzando stabilmente, a turno, Rocchi e Kozak, potenzialmente capaci di segnare 9 reti Rocchi e 6 Kozak. Forse sarà una Lazio meno bella, ma sicuramente più efficace.
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Critica sportiva
martedì 23 novembre 2010
La puzzola e il castoro - 36 - storie di animali
Un giorno il castoro Giovanni, tutto affaccendato sull'ansa di un ruscello dove stava costruendo una bellissima diga, vide con la coda dell'occhio una magnifica puzzola, dalla lunga coda a strisce bianche e nere, che stava infilandosi in tutta fretta nel bosco.
Giovanni, colpito dalla splendida livrea nera di quell'animale e dalla sua elegante coda, lo chiamò a gran voce: - Ohé, bell'animale, dove te ne vai così di corsa? Fermati un po' qui vicino, sulla sponda del ruscello, a fare due chiacchiere con me -
La puzzola si fermò e rivolse la parola al castoro: - Forse mi stai scambiando per qualcun altro. Non vedi che sono una puzzola? Il mio nome è Veneranda, tutti mi sfuggono perché emano un cattivo odore. Non te ne sei ancora accorto? -
Era così graziosa, Veneranda, e in quel momento non emanava alcun cattivo odore, per cui il castoro Giovanni, più che mai interessato, ribatté: - Non sento cattivi odori, e mi piacerebbe fare amicizia con te, che mi sembri così gentile e attraente. Caso mai, se vieni ad abitare qui sulla diga, che è poi la mia casa, potrai fare continuamente dei bei bagnetti ed essere sempre profumata e pulita -
- Grazie, mio caro castoro. Tu mi sembri molto galante e ben educato, e mi fermerei volentieri con te. Purtroppo, se avverto qualche pericolo o qualcuno cerca di afferrarmi all'improvviso, l'unica arma di difesa che ho è quell'orribile odore che proviene dalle mie glandole, e non riesco a controllarlo. Quando questo avviene, tutti sono costretti a fuggire, e nessuno riesce a sopportare il mio cattivo odore che si spande all' intorno. Se accogliessi il tuo invito, sono convinta che in breve ti accorgeresti anche tu della mia terribile caratteristica -
Ma il castoro, più guardava la puzzola Veneranda, più se ne innamorava. - Io penso che tu reagisci in quel modo con chi vuole farti del male. Io invece voglio soltanto starti vicino ad ammirare la tua bellezza, e tu certamente non vorrai offendermi: staremo bene, insieme! -
La puzzola Veneranda avrebbe tanto voluto restare vicina al castoro Giovanni, ma sapeva che proprio non era possibile. Solo un'altra puzzola è capace di sopportare quel malefico odore, e Giovanni non era una puzzola. Tuttavia, tanto era l'amore con cui Giovanni la invitava, che non poté fare a meno di salire sui tronchi della diga e d'infilarsi nella bella costruzione che il castoro stava preparando.
Ma quando gli altri castori la videro, e specialmente la castorina Emanuela, che faceva una corte segreta a Giovanni, esplosero in uno strillo di terrore, e la povera Veneranda, impaurita, emanò il suo tremendo odore.
Si rivolse a guardare il caro Giovanni, e anche nei suoi occhi, e nel suo naso, lesse l'orrore per la dolorosa scoperta. - Addio, addio, Giovanni! - esclamò fuggendo oltre la diga e verso il bosco. - Vedi che non è proprio possibile. La natura mi ha fatto così! Scegliti un altro amore -
Allora, finalmente, Giovanni scoprì la tremenda verità : non tutto ciò che piace è veramente bello. E capì che Veneranda aveva detto la verità: il loro era proprio un amore impossibile !
Giovanni, colpito dalla splendida livrea nera di quell'animale e dalla sua elegante coda, lo chiamò a gran voce: - Ohé, bell'animale, dove te ne vai così di corsa? Fermati un po' qui vicino, sulla sponda del ruscello, a fare due chiacchiere con me -
La puzzola si fermò e rivolse la parola al castoro: - Forse mi stai scambiando per qualcun altro. Non vedi che sono una puzzola? Il mio nome è Veneranda, tutti mi sfuggono perché emano un cattivo odore. Non te ne sei ancora accorto? -
Era così graziosa, Veneranda, e in quel momento non emanava alcun cattivo odore, per cui il castoro Giovanni, più che mai interessato, ribatté: - Non sento cattivi odori, e mi piacerebbe fare amicizia con te, che mi sembri così gentile e attraente. Caso mai, se vieni ad abitare qui sulla diga, che è poi la mia casa, potrai fare continuamente dei bei bagnetti ed essere sempre profumata e pulita -
- Grazie, mio caro castoro. Tu mi sembri molto galante e ben educato, e mi fermerei volentieri con te. Purtroppo, se avverto qualche pericolo o qualcuno cerca di afferrarmi all'improvviso, l'unica arma di difesa che ho è quell'orribile odore che proviene dalle mie glandole, e non riesco a controllarlo. Quando questo avviene, tutti sono costretti a fuggire, e nessuno riesce a sopportare il mio cattivo odore che si spande all' intorno. Se accogliessi il tuo invito, sono convinta che in breve ti accorgeresti anche tu della mia terribile caratteristica -
Ma il castoro, più guardava la puzzola Veneranda, più se ne innamorava. - Io penso che tu reagisci in quel modo con chi vuole farti del male. Io invece voglio soltanto starti vicino ad ammirare la tua bellezza, e tu certamente non vorrai offendermi: staremo bene, insieme! -
La puzzola Veneranda avrebbe tanto voluto restare vicina al castoro Giovanni, ma sapeva che proprio non era possibile. Solo un'altra puzzola è capace di sopportare quel malefico odore, e Giovanni non era una puzzola. Tuttavia, tanto era l'amore con cui Giovanni la invitava, che non poté fare a meno di salire sui tronchi della diga e d'infilarsi nella bella costruzione che il castoro stava preparando.
Ma quando gli altri castori la videro, e specialmente la castorina Emanuela, che faceva una corte segreta a Giovanni, esplosero in uno strillo di terrore, e la povera Veneranda, impaurita, emanò il suo tremendo odore.
Si rivolse a guardare il caro Giovanni, e anche nei suoi occhi, e nel suo naso, lesse l'orrore per la dolorosa scoperta. - Addio, addio, Giovanni! - esclamò fuggendo oltre la diga e verso il bosco. - Vedi che non è proprio possibile. La natura mi ha fatto così! Scegliti un altro amore -
Allora, finalmente, Giovanni scoprì la tremenda verità : non tutto ciò che piace è veramente bello. E capì che Veneranda aveva detto la verità: il loro era proprio un amore impossibile !
lunedì 22 novembre 2010
Paradigma dei rigori Milan-Lazio al 22/11/2010
MILAN rigori a favore 3
LAZIO rigori a favore 1
vantaggio MILAN punti 2
MILAN rigori contro 0
LAZIO rigori contro 4
vantaggio MILAN punti 4
vera classifica
MILAN 29 - 6 = 23
LAZIO 26 = 26
Ecco quanto vale il fischio degli arbitri
LAZIO rigori a favore 1
vantaggio MILAN punti 2
MILAN rigori contro 0
LAZIO rigori contro 4
vantaggio MILAN punti 4
vera classifica
MILAN 29 - 6 = 23
LAZIO 26 = 26
Ecco quanto vale il fischio degli arbitri
Il pagellino di Parma-Lazio
Muslera 6: sicuro nei pochi interventi
Lichtsteiner 6: buona gara, ma sbaglia una ripartenza
Biava 6: bravo, a parte la svista su Crespo
Dias 6.5: efficace e talvolta anche brillante
Radu 6: si batte quasi sempre in modo oculato
Brocchi 6.5: un lottatore instancabile
Matuzalem 6.5: molto preciso; rallenta nel finale
Mauri 6.5: grande impegno, ma non sempre lucido
Hernanes 6: bene, seppure un po' discontinuo
Floccari 7: il suo peso si sente sempre, anche nel gol
Zarate 6: molto mobile, ma non sempre al posto giusto
Diakité 6: eccellente nei venti minuti finali
Ledesma 6: quando entra, dà respiro alla difesa
Reja 7: abile nell'impostazione della gara
Lichtsteiner 6: buona gara, ma sbaglia una ripartenza
Biava 6: bravo, a parte la svista su Crespo
Dias 6.5: efficace e talvolta anche brillante
Radu 6: si batte quasi sempre in modo oculato
Brocchi 6.5: un lottatore instancabile
Matuzalem 6.5: molto preciso; rallenta nel finale
Mauri 6.5: grande impegno, ma non sempre lucido
Hernanes 6: bene, seppure un po' discontinuo
Floccari 7: il suo peso si sente sempre, anche nel gol
Zarate 6: molto mobile, ma non sempre al posto giusto
Diakité 6: eccellente nei venti minuti finali
Ledesma 6: quando entra, dà respiro alla difesa
Reja 7: abile nell'impostazione della gara
Classifiche di rendimento per Fantacalcio 13. giornata
Portieri: Boruc Curci Abbiati
Difensori: Diamoutene Perico Mantovani
Lucarelli Camporese Andreolli
Terlizzi Ziegler Campagnaro
Centrocampisti: Hamsik Marchisio Greco
Sedorf Ilicic Rigoni
Aquilani Constant Cossu
Krasic Conti Balzaretti
Attaccanti: Lavezzi Menez Pellissier
Ibrahimovic Floccari Borriello
Pazzini Cavani Miccoli
Allenatori: Pioli Di Carlo Mazzarri
Il migliore: il sampdoriano Pazzini, autore di una tripletta a Bari
Il podio: secondo il napoletano Hamsik, coi due gol contro il Bologna, terzo il milanista Ibrahimovic, autore della rete decisiva contro la Fiorentina
La formazione della settimana: Boruc; Diamoutene, Lucio, Terlizzi; Hamsik, Seedorf, Aquilani, Krasic; Pellissier, Ibrahimovic, Pazzini. Allenatore: Pioli.
La Nazionale della settimana: Curci; Perico, Lucarelli, Terlizzi; Marchisio, Rigoni, Aquilani, Conti; Pellissier, Floccari, Pazzini: Allenatore: Pioli.
Difensori: Diamoutene Perico Mantovani
Lucarelli Camporese Andreolli
Terlizzi Ziegler Campagnaro
Centrocampisti: Hamsik Marchisio Greco
Sedorf Ilicic Rigoni
Aquilani Constant Cossu
Krasic Conti Balzaretti
Attaccanti: Lavezzi Menez Pellissier
Ibrahimovic Floccari Borriello
Pazzini Cavani Miccoli
Allenatori: Pioli Di Carlo Mazzarri
Il migliore: il sampdoriano Pazzini, autore di una tripletta a Bari
Il podio: secondo il napoletano Hamsik, coi due gol contro il Bologna, terzo il milanista Ibrahimovic, autore della rete decisiva contro la Fiorentina
La formazione della settimana: Boruc; Diamoutene, Lucio, Terlizzi; Hamsik, Seedorf, Aquilani, Krasic; Pellissier, Ibrahimovic, Pazzini. Allenatore: Pioli.
La Nazionale della settimana: Curci; Perico, Lucarelli, Terlizzi; Marchisio, Rigoni, Aquilani, Conti; Pellissier, Floccari, Pazzini: Allenatore: Pioli.
Il Milan fugge - Lazio seconda
Il Milan è in fuga. Un gol di Ibrahimovic è bastato a dargli la vittoria (1-0) sulla Fiorentina. Hanno resistito il Napoli (4-1 sul Bologna: doppietta di Hamsik, Maggio,Cavani; Meggiorini), la Juventus (2-0 sul terreno del Genoa: Marchisio e Krasic), la Roma (2-0 all'Udinese, Menez e Borriello), il Palermo (2-1 sul campo del Cesena, Ilicic, Miccoli; Bogdani), la Sampdoria (3-2 a Lecce: tripletta di Pazzini, gol di De Micheli e Diamoutene), il Chievo (2-1 sull'Inter, reti di Pellissier, Moscardelli; Eto'o) e il Catania (1-0 sul Bari: Terlizzi).
Ha ceduto invece due punti la Lazio con il pareggio di Parma (1-1, reti di Crespo e Floccari) e addirittura tre punti l'Inter sconfitta a Chievo. Il passo falso nerazzurro
porta di colpo a 9 punti il distacco dal Milan!
In zona di bassa classifica ha fatto tre punti soltanto il Cagliari vittorioso 2-1 a Brescia (Matri, Conti; Caracciolo) con il fortunato Donadoni, e il Parma, che ha strappato il pareggio alla Lazio, unico pari della giornata.
La Lazio resta comunque nettamente seconda, con due punti sul Napoli terzo, tre sulla Juventus, quarta, e quattro sulla Roma, già risalita al quinto posto.
LA CLASSIFICA
Milan 29
Lazio 26
Napoli 24
Juventus 23
Roma 22
Inter e Palermo 20
Sampdoria e Chievo 19
Catania, Udinese e Genoa 17
Fiorentina e Parma 15
Cagliari e Bologna 14
Lecce 12
Brescia e Cesena 11
Bari 9
CANNONIERI
9 reti: Eto'o del Milan e Cavani del Napoli
7 reti: Di Vaio del Bologna, Ibrahimovic del Milan e Pastore del Palermo
6 reti: Quagliarella della Juventus, Pato del Milan, Borriello della Roma e Matri del Cagliari
5 reti: Caracciolo del Brescia, Pellissier del Chievo, Gilardino della Fiorentina, Floccari della Lazio,Hamsik del Napoli, Ilicic del Palermo e Di Natale dell'Udinese
Ha ceduto invece due punti la Lazio con il pareggio di Parma (1-1, reti di Crespo e Floccari) e addirittura tre punti l'Inter sconfitta a Chievo. Il passo falso nerazzurro
porta di colpo a 9 punti il distacco dal Milan!
In zona di bassa classifica ha fatto tre punti soltanto il Cagliari vittorioso 2-1 a Brescia (Matri, Conti; Caracciolo) con il fortunato Donadoni, e il Parma, che ha strappato il pareggio alla Lazio, unico pari della giornata.
La Lazio resta comunque nettamente seconda, con due punti sul Napoli terzo, tre sulla Juventus, quarta, e quattro sulla Roma, già risalita al quinto posto.
LA CLASSIFICA
Milan 29
Lazio 26
Napoli 24
Juventus 23
Roma 22
Inter e Palermo 20
Sampdoria e Chievo 19
Catania, Udinese e Genoa 17
Fiorentina e Parma 15
Cagliari e Bologna 14
Lecce 12
Brescia e Cesena 11
Bari 9
CANNONIERI
9 reti: Eto'o del Milan e Cavani del Napoli
7 reti: Di Vaio del Bologna, Ibrahimovic del Milan e Pastore del Palermo
6 reti: Quagliarella della Juventus, Pato del Milan, Borriello della Roma e Matri del Cagliari
5 reti: Caracciolo del Brescia, Pellissier del Chievo, Gilardino della Fiorentina, Floccari della Lazio,Hamsik del Napoli, Ilicic del Palermo e Di Natale dell'Udinese
domenica 21 novembre 2010
Successo sfiorato a Parma: Lazio saldamente seconda
Poteva anche farcela, la Lazio, nella dura trasferta di Parma. Questa Lazio ha grinta e forza di reazione: infilzata da Crespo, un ex sempre dal dente avvelenato, a metà del primo tempo, ha reagito con la forza di volontà che la distingue quest'anno, e al terzo minuto di recupero della prima fase di gioco ha riagguantato la situazione con il solito Floccari.
Nella ripresa si è vista la Lazio vera. Si è impossessata del centrocampo ed ha neutralizzato ogni velleità dei biancocrociati di Marino, intenzionati a dare un seguito alle vittorie sulla Sampdoria e sul Bari.
Nel finale, con l'ingresso in campo di Ledesma, la Lazio preso respiro, e avrebbe anche potuto ottenere la sua quinta vittoria in trasferta, cancellando lo zero di Cesena. Il limite della Lazio è proprio questo: macina tanto gioco, produce troppo pochi gol per una squadra che veramente volesse lottare per lo scudetto.
Lo spostamento di Zarate a centravanti può anche, come contro il Napoli, produrre grandi risultati, ma specialmente in trasferta Maurito non può assicurare un apporto decisivo. Infatti la squadra ha dovuto sfruttare le solite risorse di Sergio Floccari, più concreto sotto rete, per agguantare almeno il pareggio.
Marino ha avuto un elogio per il gioco della Lazio, apparso fluido e sicuro nel secondo tempo: l'allenatore del Parma si è detto contento di aver fermato sul pareggio una squadra che merita ampiamente il suo secondo posto in classifica.
Valida in difesa, padrona del gioco a centrocampo, la Lazio dovrebbe avere, accanto a Floccari, una seconda punta da 15 gol. Lotito dovrebbe cercarla sul mercato di gennaio, e allora le chances della formazione biancoceleste di arrivare tra le prime quattro crescerebbero a dismisura.
Si può provare con il cagliaritano Matri dando in prestito Kozak, o ancora meglio con Hugo Almeida, giocatore non raffinato tecnicamente, ma terribilmente efficace.
Ora il calendario offre una mano alla Lazio anche per recuperare qualcosa sul Milan: domenica dovremo puntare al successo contro il Catania all'Olimpico, auspice il volo dell'aquila Olimpia, mentre sabato il Milan dovrà affrontare la difficile trasferta di Marassi contro la Sampdoria, dove potrebbe anche lasciare qualcosa.
Nella ripresa si è vista la Lazio vera. Si è impossessata del centrocampo ed ha neutralizzato ogni velleità dei biancocrociati di Marino, intenzionati a dare un seguito alle vittorie sulla Sampdoria e sul Bari.
Nel finale, con l'ingresso in campo di Ledesma, la Lazio preso respiro, e avrebbe anche potuto ottenere la sua quinta vittoria in trasferta, cancellando lo zero di Cesena. Il limite della Lazio è proprio questo: macina tanto gioco, produce troppo pochi gol per una squadra che veramente volesse lottare per lo scudetto.
Lo spostamento di Zarate a centravanti può anche, come contro il Napoli, produrre grandi risultati, ma specialmente in trasferta Maurito non può assicurare un apporto decisivo. Infatti la squadra ha dovuto sfruttare le solite risorse di Sergio Floccari, più concreto sotto rete, per agguantare almeno il pareggio.
Marino ha avuto un elogio per il gioco della Lazio, apparso fluido e sicuro nel secondo tempo: l'allenatore del Parma si è detto contento di aver fermato sul pareggio una squadra che merita ampiamente il suo secondo posto in classifica.
Valida in difesa, padrona del gioco a centrocampo, la Lazio dovrebbe avere, accanto a Floccari, una seconda punta da 15 gol. Lotito dovrebbe cercarla sul mercato di gennaio, e allora le chances della formazione biancoceleste di arrivare tra le prime quattro crescerebbero a dismisura.
Si può provare con il cagliaritano Matri dando in prestito Kozak, o ancora meglio con Hugo Almeida, giocatore non raffinato tecnicamente, ma terribilmente efficace.
Ora il calendario offre una mano alla Lazio anche per recuperare qualcosa sul Milan: domenica dovremo puntare al successo contro il Catania all'Olimpico, auspice il volo dell'aquila Olimpia, mentre sabato il Milan dovrà affrontare la difficile trasferta di Marassi contro la Sampdoria, dove potrebbe anche lasciare qualcosa.
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cronaca sportiva
Oggi a Parma Ledesma si riposa, Matuzalem con Brocchi
Erano in dubbio Dias, Radu e Brocchi, per questa trasferta di Parma: problemi per la difesa, ma i tre hanno fatto miracoli e saranno regolarmente al loro posto. Così Reja ne approfitta per concedere un turno di riposo a Cristian Ledesma, il giocatore laziale che è stato in campo più di tutti, compresa la partita della Nazionale a Klagenfurt.
Cristian tira il fiato, e al suo posto c'è Matuzalem, attualmente in buona forma e in buone condizioni: sarà lui a pilotare la fase difensiva del centrocampo, al fianco dell'indomabile Cristian Brocchi, uno che è abituato a dare l'anima sempre e comunque, al punto di preferire di restare alla Lazio rinunciando a un ritorno al Milan, dove l'avrebbero accolto a braccia aperte, ma si sarebbe dovuto accontentare di un ruolo di secondo piano.
Un altro di questi tipi così è Giuseppe Biava, che piano piano ha saputo dare consistenza alla sua presenza difensiva, al punto da richiamare l'attenzione del c.t. Prandelli: sarà sicuramente convocato in una delle prossime partite della Nazionale, perchè il suo rendimento al fianco di André Dias è divenuto assolutamente di alto livello nel delicato ruolo di centrale.
La Lazio ha una buonissima difesa, fatta non di grandi singoli, ma di un mastice collettivo che la porta ad essere quasi impenetrabile, solo nove gol subìti in dodici
partite, e di questi nove ben quattro su calci di rigore spesso spesso dubbi o
inesistenti, come nella trasferta con la Samp e addirittura i due del derby: senza questi discussi rigori avremmo fatto addirittura meglio dell'Inter campione d'Europa. Attualmente siamo secondi, e l'anno scorso di gol ne avevamo presi a cappellate con gli stessi uomini.
Che cosa è cambiato? Il cuore. Tutti si aiutano, tutti danno tutto, per il bene della squadra. Dovrà essere così anche a Parma, con i biancoscudati che vengono da due vittorie consecutive e vogliono continuare la loro serie. Ma lo vogliamo anche noi, e chi ha più fegato vincerà.
Il Milan se ne sta andando, ma la Lazio non vuol lasciarlo andare. Anche perchè il Milan si affatica con la Coppa dei Campioni e noi no. E così domenica prossima noi affronteremo il Catania all'Olimpico con energie fresche, e il Milan dovrà scendere in campo sabato sul terreno della Sampdoria ben piazzata in classifica. Dovremo approfittare del turno per accorciare o annullare le distanze, o addirittura per tentare di riguadagnare la testa della classifica. Questa Lazio ci sembra capace di tutto, e alla lunga la maggiore freschezza potrebbe favorirci.
Ma oggi dobbiamo ben coltivare il praticello della classifica in quel di Parma.
Vi aspettiamo alle 17 per il commento di questo importantissimo incontro.
Cristian tira il fiato, e al suo posto c'è Matuzalem, attualmente in buona forma e in buone condizioni: sarà lui a pilotare la fase difensiva del centrocampo, al fianco dell'indomabile Cristian Brocchi, uno che è abituato a dare l'anima sempre e comunque, al punto di preferire di restare alla Lazio rinunciando a un ritorno al Milan, dove l'avrebbero accolto a braccia aperte, ma si sarebbe dovuto accontentare di un ruolo di secondo piano.
Un altro di questi tipi così è Giuseppe Biava, che piano piano ha saputo dare consistenza alla sua presenza difensiva, al punto da richiamare l'attenzione del c.t. Prandelli: sarà sicuramente convocato in una delle prossime partite della Nazionale, perchè il suo rendimento al fianco di André Dias è divenuto assolutamente di alto livello nel delicato ruolo di centrale.
La Lazio ha una buonissima difesa, fatta non di grandi singoli, ma di un mastice collettivo che la porta ad essere quasi impenetrabile, solo nove gol subìti in dodici
partite, e di questi nove ben quattro su calci di rigore spesso spesso dubbi o
inesistenti, come nella trasferta con la Samp e addirittura i due del derby: senza questi discussi rigori avremmo fatto addirittura meglio dell'Inter campione d'Europa. Attualmente siamo secondi, e l'anno scorso di gol ne avevamo presi a cappellate con gli stessi uomini.
Che cosa è cambiato? Il cuore. Tutti si aiutano, tutti danno tutto, per il bene della squadra. Dovrà essere così anche a Parma, con i biancoscudati che vengono da due vittorie consecutive e vogliono continuare la loro serie. Ma lo vogliamo anche noi, e chi ha più fegato vincerà.
Il Milan se ne sta andando, ma la Lazio non vuol lasciarlo andare. Anche perchè il Milan si affatica con la Coppa dei Campioni e noi no. E così domenica prossima noi affronteremo il Catania all'Olimpico con energie fresche, e il Milan dovrà scendere in campo sabato sul terreno della Sampdoria ben piazzata in classifica. Dovremo approfittare del turno per accorciare o annullare le distanze, o addirittura per tentare di riguadagnare la testa della classifica. Questa Lazio ci sembra capace di tutto, e alla lunga la maggiore freschezza potrebbe favorirci.
Ma oggi dobbiamo ben coltivare il praticello della classifica in quel di Parma.
Vi aspettiamo alle 17 per il commento di questo importantissimo incontro.
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Frosinone-Pescara: si chiude martedì 30 novembre
L'insistente maltempo che persisteva su Frosinone ha costretto l'arbitro Ruini di Reggio Emilia al rinvio dell'incontro Frosinone-Pescara all'inizio del secondo tempo, quando le due squadre erano ancorate allo 0-0 iniziale faticosamente portato a termine sotto la pioggia insistente. Constatato che il pallone non riusciva più a rimbalzare in nessuna zona del campo, il direttore di gara, d'accordo con i due capitani, ha deciso per la sospensione dell'incontro.
Le due società si sono accordate per la prosecuzione della gara martedì 30 novembre.
Speriamo proprio che i canarini, nei 45 minuti ancora da disputare, riescano a mettere a segno quel gol che allontanerebbe la minaccia di una classifica che sta cominciando a diventare pericolosa.
Intanto, sabato prossimo, il Frosinone ci riprova, sempre al Comunale, con l'insidioso Ascoli, che è solo un punto più sotto in graduatoria. Una vittoria sarebbe preziosa per cominciare ad aggiustare la situazione.
Le due società si sono accordate per la prosecuzione della gara martedì 30 novembre.
Speriamo proprio che i canarini, nei 45 minuti ancora da disputare, riescano a mettere a segno quel gol che allontanerebbe la minaccia di una classifica che sta cominciando a diventare pericolosa.
Intanto, sabato prossimo, il Frosinone ci riprova, sempre al Comunale, con l'insidioso Ascoli, che è solo un punto più sotto in graduatoria. Una vittoria sarebbe preziosa per cominciare ad aggiustare la situazione.
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sabato 20 novembre 2010
Il coniglio e la lepre - 35 - storie di animali
Sembrano piuttosto simili, il coniglio e la lepre, coi loro lunghi orecchi, il pelo e le zampe che hanno la stessa apparenza, ma in realtà sono due animali che hanno un carattere completamente opposto.
Il coniglio è timido, timidissimo, e la lepre è audace e sfrenata; il coniglio si muove con lentezza e prudenza, mentre la lepre è il simbolo della velocità e dell' avventura.
Un giorno una lepre, dopo una corsa sfrenata per salvarsi dalla caccia di un cane, si fermò ansimando vicino alla stia di un coniglio che mordicchiava tranquillamente delle foglie di cavolo. La lepre, di nome Romilda, si rivolse al coniglio, che si chiamava Placido, e gli disse.- Beato te, coniglio, che non hai mai bisogno di salvarti la vita fuggendo a rotta di collo! Come invidio la tua calma e la tua vita serena! -
- Eh, mia cara Romilda - rispose il coniglio muovendo la testa in segno di diniego - non mi invidieresti quando viene l'uomo e prende te e i tuoi figli per prepararsi un gustoso pranzetto. L'uomo è ben felice del fatto che i conigli si riproducono in gran quantità, perché è un ottimo rimedio contro la fame. Ci nutre e ci tiene tranquilli solo a quello scopo, ma la nostra vita è breve e per niente serena, malgrado le apparenze -
La lepre rimase un attimo a riflettere. - Eppure hai delle belle zampe robuste: potresti provare a fuggire -
- Una volta ci ho provato - ribatté Placido con un po' di timore - ma ho percorso solo poche decine di metri e sono tornato indietro. Mia moglie e i miei piccoli mi chiamavano con una voce così pietosa che non ce l'ho fatta, e sono subito rientrato al mio nido e al mio destino -
- Io ho invece una paura tremenda dei cani, e come ne vedo uno sono costretta a fuggire terrorizzata. Non capisco come a te, che mi somigli tanto, i cani non facciano del male...-
- No, i cani sono nostri amici, perché sanno che noi non ci ribelliamo e ci adattiamo al nostro destino, un po' come fanno loro con il padrone. Spesso si fermano qui vicino a noi a rosicchiare il loro osso e dormono in una cuccia contigua alla nostra stia -
- Chissà, forse siamo stupide noi lepri a scappare quando li vediamo: se tu mostri paura, sùbito i malintenzionati ti perseguitano e ti danno la caccia. La storia della nostra inimicizia coi cani deve essere molto antica, e deve avere una ragione. Del resto l'uomo li aizza contro di noi: forse la nostra carne deve essere più saporita della vostra, altrimenti non si spiegherebbe tanto accanimento, come dice questa parola che deriva proprio dal nome del cane -
Il coniglio Placido riprese a rosicchiare la sua foglia di cavolo, un po' infastidito dai discorsi della lepre. Ma Romilda, tenendo gli orecchi ben tesi, si avvide che un cane si stava avvicinando, e , prima che il suo odore di selvatico arrivasse alle narici di quel bastardo, spiccò un gran salto e si diede alla fuga, ansimando più che mai.
- E' proprio una vitaccia da lepre! - strillò salutando il coniglio. - Non capisco perché dicono invece che sia una vitaccia da cani! -
In realtà, tra cane e lepre c'è un'antipatia profonda. Nei cinodromi, per far correre con più rabbia e decisione i cani, arrivano ad usare una lepre meccanica, una lepre di metallo che corre come una dannata e li fa davvero andare in bestia.
Chissà perché il coniglio, che pure somiglia tanto alla lepre, non li fa per niente arrabbiare. Non deve essere soltanto per quel famoso odore di selvatico, se basta una falsa lepre a farli diventare furiosi.
Il coniglio è timido, timidissimo, e la lepre è audace e sfrenata; il coniglio si muove con lentezza e prudenza, mentre la lepre è il simbolo della velocità e dell' avventura.
Un giorno una lepre, dopo una corsa sfrenata per salvarsi dalla caccia di un cane, si fermò ansimando vicino alla stia di un coniglio che mordicchiava tranquillamente delle foglie di cavolo. La lepre, di nome Romilda, si rivolse al coniglio, che si chiamava Placido, e gli disse.- Beato te, coniglio, che non hai mai bisogno di salvarti la vita fuggendo a rotta di collo! Come invidio la tua calma e la tua vita serena! -
- Eh, mia cara Romilda - rispose il coniglio muovendo la testa in segno di diniego - non mi invidieresti quando viene l'uomo e prende te e i tuoi figli per prepararsi un gustoso pranzetto. L'uomo è ben felice del fatto che i conigli si riproducono in gran quantità, perché è un ottimo rimedio contro la fame. Ci nutre e ci tiene tranquilli solo a quello scopo, ma la nostra vita è breve e per niente serena, malgrado le apparenze -
La lepre rimase un attimo a riflettere. - Eppure hai delle belle zampe robuste: potresti provare a fuggire -
- Una volta ci ho provato - ribatté Placido con un po' di timore - ma ho percorso solo poche decine di metri e sono tornato indietro. Mia moglie e i miei piccoli mi chiamavano con una voce così pietosa che non ce l'ho fatta, e sono subito rientrato al mio nido e al mio destino -
- Io ho invece una paura tremenda dei cani, e come ne vedo uno sono costretta a fuggire terrorizzata. Non capisco come a te, che mi somigli tanto, i cani non facciano del male...-
- No, i cani sono nostri amici, perché sanno che noi non ci ribelliamo e ci adattiamo al nostro destino, un po' come fanno loro con il padrone. Spesso si fermano qui vicino a noi a rosicchiare il loro osso e dormono in una cuccia contigua alla nostra stia -
- Chissà, forse siamo stupide noi lepri a scappare quando li vediamo: se tu mostri paura, sùbito i malintenzionati ti perseguitano e ti danno la caccia. La storia della nostra inimicizia coi cani deve essere molto antica, e deve avere una ragione. Del resto l'uomo li aizza contro di noi: forse la nostra carne deve essere più saporita della vostra, altrimenti non si spiegherebbe tanto accanimento, come dice questa parola che deriva proprio dal nome del cane -
Il coniglio Placido riprese a rosicchiare la sua foglia di cavolo, un po' infastidito dai discorsi della lepre. Ma Romilda, tenendo gli orecchi ben tesi, si avvide che un cane si stava avvicinando, e , prima che il suo odore di selvatico arrivasse alle narici di quel bastardo, spiccò un gran salto e si diede alla fuga, ansimando più che mai.
- E' proprio una vitaccia da lepre! - strillò salutando il coniglio. - Non capisco perché dicono invece che sia una vitaccia da cani! -
In realtà, tra cane e lepre c'è un'antipatia profonda. Nei cinodromi, per far correre con più rabbia e decisione i cani, arrivano ad usare una lepre meccanica, una lepre di metallo che corre come una dannata e li fa davvero andare in bestia.
Chissà perché il coniglio, che pure somiglia tanto alla lepre, non li fa per niente arrabbiare. Non deve essere soltanto per quel famoso odore di selvatico, se basta una falsa lepre a farli diventare furiosi.
venerdì 19 novembre 2010
Zarate: ecco l'uomo dei quindici gol!
Reja all'improvviso ha scoperto l'uomo dei quindici gol: Maurito Zarate! E l'improvvisa fulgorazione l'ha avuta durante Lazio-Napoli: ha capito che spostando il giocoliere argentino a centravanti, le sue potenzialità offensive crescono enormemente.
E Floccari? Floccari è uomo dovunque, gioca bene dovunque: spostato leggermente indietro, è in grado di offrire sempre un alto contributo e di continuare ugualmente a essere pericoloso: i quindici gol può continuare a farli anche lui pur nel nuovo ruolo.
Infatti una grande squadra deve poter contare non solo su uno, ma almeno su due giocatori capaci di segnare a ripetizione. Il gioco di copertura, alla Lazio, possono farlo in moltissimi: a partire da Hernanes e da Mauri, per continuare con Brocchi, Matuzalem, Bresciano, Gonzalez e compagnia bella: la Lazio ha molti bei giocatori da copertura, pochi giocatori invece da quindici gol.
Così, a Parma, vedremo questo schieramento nuovo, che potenzia al massimo il ruolo di Zarate e affida a Floccari un ruolo più delicato, con Mauri ai lati di Hernanes nel famoso "tridente di lancio e copertura" del 4-2-3-1, uno schieramento tattico che si adatta particolarmente alla Lazio.
A Parma avremo quasi certamente l'esordio di Garrido fin dal primo minuto, al posto dell'infortunato Radu: fiducia nel difensore spagnolo, al quale darà una mano
Mauri, che partirà un po' più arretrato del solito.
Queste mosse di Reja fanno capire che la Lazio se la giocherà per intero, a Parma, senza timori reverenziali: neanche il Milan, infatti, avrà vita tranquilla con la Fiorentina, poiché il suo pensiero, volendo o non volendo, sarà in buona parte diretto all'impegno nella Champions.
E Floccari? Floccari è uomo dovunque, gioca bene dovunque: spostato leggermente indietro, è in grado di offrire sempre un alto contributo e di continuare ugualmente a essere pericoloso: i quindici gol può continuare a farli anche lui pur nel nuovo ruolo.
Infatti una grande squadra deve poter contare non solo su uno, ma almeno su due giocatori capaci di segnare a ripetizione. Il gioco di copertura, alla Lazio, possono farlo in moltissimi: a partire da Hernanes e da Mauri, per continuare con Brocchi, Matuzalem, Bresciano, Gonzalez e compagnia bella: la Lazio ha molti bei giocatori da copertura, pochi giocatori invece da quindici gol.
Così, a Parma, vedremo questo schieramento nuovo, che potenzia al massimo il ruolo di Zarate e affida a Floccari un ruolo più delicato, con Mauri ai lati di Hernanes nel famoso "tridente di lancio e copertura" del 4-2-3-1, uno schieramento tattico che si adatta particolarmente alla Lazio.
A Parma avremo quasi certamente l'esordio di Garrido fin dal primo minuto, al posto dell'infortunato Radu: fiducia nel difensore spagnolo, al quale darà una mano
Mauri, che partirà un po' più arretrato del solito.
Queste mosse di Reja fanno capire che la Lazio se la giocherà per intero, a Parma, senza timori reverenziali: neanche il Milan, infatti, avrà vita tranquilla con la Fiorentina, poiché il suo pensiero, volendo o non volendo, sarà in buona parte diretto all'impegno nella Champions.
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Critica sportiva
giovedì 18 novembre 2010
Il gioco più bello del mondo - puntata 13 - quilazio
Arriva il concorso 13, numero portafortuna: cioè un alto punteggio, non davvero soldi che qui non sono in gioco. Andiamo.
BRESCIA-CAGLIARI 1-1 marcatori Caracciolo e Matri
CATANIA-BARI 2-0 marcatori Mascara e Maxi Lopez
CESENA-PALERMO 0-2 marcatori Pastore e Ilicic
CHIEVO-INTER 1-3 marcatori Pellissier Milito Eto'o e Snejider
GENOA-JUVENTUS 2-2 marcatori Toni Palacio Del Piero e Quagliarella
LECCE-SAMPDORIA 1-0 marcatore Corvia
MILAN-FIORENTINA 2-2 marcatori Ibrahimovic Robinho Gilardino Ljajic
NAPOLI-BOLOGNA 3-1 marcatori Lavezzi Cavani Hamsik Di Vaio
PARMA-LAZIO 0-2 marcatori Hernanes Zarate
ROMA-UDINESE 3-1 marcatori Totti Menez Vucinic Di Natale
Punteggi: 5 punti per il punteggio esatto (3-1, 2-2...); 2 punti per il risultato giusto
(vittoria, pareggio, sconfitta); 1 punto per ogni marcatore individuato. Un buon punteggio è da considerare quello che va da 25 a 30.
N.B. Al controllo del lunedì, risultano realizzati questi risultati: risultati indovinati 4
(vittorie del Catania, del Palermo, del Napoli e della Roma) per un totale di 8 punti; , marcatori individuati 9: Caracciolo, Matri, Ilicic, Pellissier, Eto'o, Ibrahimovic,
Hamsik (1), Cavani, Menez.Per un totale di 8 + 9 = 17 punti, che rappresentano un
risultato medio.
BRESCIA-CAGLIARI 1-1 marcatori Caracciolo e Matri
CATANIA-BARI 2-0 marcatori Mascara e Maxi Lopez
CESENA-PALERMO 0-2 marcatori Pastore e Ilicic
CHIEVO-INTER 1-3 marcatori Pellissier Milito Eto'o e Snejider
GENOA-JUVENTUS 2-2 marcatori Toni Palacio Del Piero e Quagliarella
LECCE-SAMPDORIA 1-0 marcatore Corvia
MILAN-FIORENTINA 2-2 marcatori Ibrahimovic Robinho Gilardino Ljajic
NAPOLI-BOLOGNA 3-1 marcatori Lavezzi Cavani Hamsik Di Vaio
PARMA-LAZIO 0-2 marcatori Hernanes Zarate
ROMA-UDINESE 3-1 marcatori Totti Menez Vucinic Di Natale
Punteggi: 5 punti per il punteggio esatto (3-1, 2-2...); 2 punti per il risultato giusto
(vittoria, pareggio, sconfitta); 1 punto per ogni marcatore individuato. Un buon punteggio è da considerare quello che va da 25 a 30.
N.B. Al controllo del lunedì, risultano realizzati questi risultati: risultati indovinati 4
(vittorie del Catania, del Palermo, del Napoli e della Roma) per un totale di 8 punti; , marcatori individuati 9: Caracciolo, Matri, Ilicic, Pellissier, Eto'o, Ibrahimovic,
Hamsik (1), Cavani, Menez.Per un totale di 8 + 9 = 17 punti, che rappresentano un
risultato medio.
La renna e il cane - 34 - storie di animali
Lungo una pista ghiacciata dell'Alaska, tra cacciatori di pellicce e ultimi cercatori d'oro, in una pausa tra le pesanti corse delle slitte, tra la renna Renata, abitante in quella zona, e il cane Ascanio, di una famiglia degli huskey proveniente da poco lontano, s'intavolò una vera e propria discussione.
- E' inutile che voi renne vi affanniate tanto: non riuscirete mai ad essere veloci come noi nel trainare una slitta con uomini e pesanti fardelli a bordo - disse il cane Ascanio con orgoglio.
- Infatti - ribatté la renna Renata, che era molto saggia e prudente. - Noi non vogliamo e non possiamo essere veloci come voi huskey, ma poi, sui percorsi lunghi, siamo capaci di arrivare prima di voi, e in questo caso non potreste mai batterci -
Ascanio rimase a pensare. Imbattibili per velocità, i cani diventano invece attaccabili quando si tratta di trasportare carichi pesanti su distanze superiori ai cinquanta chilometri: lì davvero le renne, con la loro stazza e la loro resistenza, sono insuperabili.
- Dimmi, piuttosto - fece, forse per cambiare discorso, il cane Ascanio - ma è proprio vero che voi arrivate fino alla casa di Babbo Natale, e poi lo trasportate a recare i doni
ai bambini, il 25 dicembre? O è soltanto una leggenda? -
La renna Renata scosse la testa, con tutte le sue belle corna robuste, e replicò: - Ecco, vedete: è la gelosia che vi fa parlare così. Forse voi a Babbo Natale proprio non ci credete, poiché siete scettici e cinici, come è proprio dei cani. Ma lo sapete che perfino nella Russia, quando si chiamava URSS e la religione non era tanto ben vista, noi renne eravamo incaricate di andare a prendere Papà Gelo, che è lo zio laico di Babbo Natale? Questo dovrebbe bastare a farvi capire che Babbo Natale esiste davvero. Io pure ho avuto la fortuna di fare uno di questi viaggi, e ti giuro che è stata
una storia bellissima e indimenticabile -
Ascanio non aveva parole per replicare. Dentro di sé era confuso e anche un po' commosso: ai cani piacevano tanto i bambini, e portare loro un dono sarebbe stata una vera felicità per lui.
La renna Renata capì questo pensiero di Ascanio, e studiò le parole giuste per consolarlo: - A Babbo Natale si può scrivere, alla vigilia del suo viaggio. Possiamo fargli avere una lettera che proponga una specie di patto: arrivato vicino alle prime città, una doppia fila di cani può dare il cambio alle renne, che si saranno stancate davvero. Così anche voi potrete conoscere Babbo Natale e partecipare alla grande gioia di far felici i bambini -
Il cane Ascanio apparve sollevato da questa proposta. - Bene: mettiamoci in azione. Il prossimo Natale anche noi cani vogliamo avere la nostra porzione di allegria e di felicità. Anche se siamo meno resistenti di voi renne -
- E' inutile che voi renne vi affanniate tanto: non riuscirete mai ad essere veloci come noi nel trainare una slitta con uomini e pesanti fardelli a bordo - disse il cane Ascanio con orgoglio.
- Infatti - ribatté la renna Renata, che era molto saggia e prudente. - Noi non vogliamo e non possiamo essere veloci come voi huskey, ma poi, sui percorsi lunghi, siamo capaci di arrivare prima di voi, e in questo caso non potreste mai batterci -
Ascanio rimase a pensare. Imbattibili per velocità, i cani diventano invece attaccabili quando si tratta di trasportare carichi pesanti su distanze superiori ai cinquanta chilometri: lì davvero le renne, con la loro stazza e la loro resistenza, sono insuperabili.
- Dimmi, piuttosto - fece, forse per cambiare discorso, il cane Ascanio - ma è proprio vero che voi arrivate fino alla casa di Babbo Natale, e poi lo trasportate a recare i doni
ai bambini, il 25 dicembre? O è soltanto una leggenda? -
La renna Renata scosse la testa, con tutte le sue belle corna robuste, e replicò: - Ecco, vedete: è la gelosia che vi fa parlare così. Forse voi a Babbo Natale proprio non ci credete, poiché siete scettici e cinici, come è proprio dei cani. Ma lo sapete che perfino nella Russia, quando si chiamava URSS e la religione non era tanto ben vista, noi renne eravamo incaricate di andare a prendere Papà Gelo, che è lo zio laico di Babbo Natale? Questo dovrebbe bastare a farvi capire che Babbo Natale esiste davvero. Io pure ho avuto la fortuna di fare uno di questi viaggi, e ti giuro che è stata
una storia bellissima e indimenticabile -
Ascanio non aveva parole per replicare. Dentro di sé era confuso e anche un po' commosso: ai cani piacevano tanto i bambini, e portare loro un dono sarebbe stata una vera felicità per lui.
La renna Renata capì questo pensiero di Ascanio, e studiò le parole giuste per consolarlo: - A Babbo Natale si può scrivere, alla vigilia del suo viaggio. Possiamo fargli avere una lettera che proponga una specie di patto: arrivato vicino alle prime città, una doppia fila di cani può dare il cambio alle renne, che si saranno stancate davvero. Così anche voi potrete conoscere Babbo Natale e partecipare alla grande gioia di far felici i bambini -
Il cane Ascanio apparve sollevato da questa proposta. - Bene: mettiamoci in azione. Il prossimo Natale anche noi cani vogliamo avere la nostra porzione di allegria e di felicità. Anche se siamo meno resistenti di voi renne -
mercoledì 17 novembre 2010
Delude l'Italia a Klagenfurt: 1-1 con la Romania. Vergognosi cori razzisti contro Balotelli
Amichevole molto deludente dell'Italia contro la Romania a Klagenfurt.
I rumeni, che nel girone eliminatorio per gli europei stanno andando malissimo, si sono dimostrati fisicamente molto più pronti.
Nel primo tempo Prandelli ha schierato troppi esordienti contemporaneamente, e a questi è mancata un po' di esperienza e di personalità. Sembrava di rivedere la Lazio di Cesena, castigata per eccesso di turn over e punita dal gol, bello e casuale, di Parolo.
Così i rumeni sono andati in vantaggio al 31' con l'onnipresente Marica, che ha sfruttato un rimpallo favorevole e infilzato l'incolpevole Viviano.
La ripresa è andata in modo diverso. Sono rientrati i grandi titolari Pirlo, De Rossi, Gilardino e poi Quagliarella, che hanno premuto maggiormante fino a raggiungere il pareggio, meritato, al 35' della ripresa: calcio d'angolo di Pirlo, colpo di testa dell'insidioso Quagliarella, deviazione dello stesso Marica che ha siglato sia il gol nel primo tempo che l'autogol nel secondo.
Un po' deludenti gli esordi dei tanto attesi Ledesma e Diamanti. Evanescente Giuseppe Rossi come punta nel primo tempo, meglio Gilardino e Quagliarella nella ripresa. Bene Pirlo che ha spezzato il predominio rumeno a centrocampo.
Buone anche le prestazioni di Ranocchia, Santon e Cassani. In crescendo nel finale Aquilani e in parte anche Mauri. Promettente Balotelli, che però ha potuto tirare molto poco a rete. Ma dalla squadra come complesso e come capacità di costruire gioco c'era da aspettarsi molto di più.
Vergognosi cori di "bùu" razzisti contro Balotelli da parte di tifosi rumeni e di alcune centinaia di estremisti italiani, i quali hanno esposto uno striscione con la scritta:
"Non esiste un'Italia multirazziale", subito ritirato dalla polizia austriaca. Doppia vergogna, perché si era in casa di altri: ma contro questo tipo di malcostume che cosa si può fare, se non invocare una rieducazione collettiva forzata?
I rumeni, che nel girone eliminatorio per gli europei stanno andando malissimo, si sono dimostrati fisicamente molto più pronti.
Nel primo tempo Prandelli ha schierato troppi esordienti contemporaneamente, e a questi è mancata un po' di esperienza e di personalità. Sembrava di rivedere la Lazio di Cesena, castigata per eccesso di turn over e punita dal gol, bello e casuale, di Parolo.
Così i rumeni sono andati in vantaggio al 31' con l'onnipresente Marica, che ha sfruttato un rimpallo favorevole e infilzato l'incolpevole Viviano.
La ripresa è andata in modo diverso. Sono rientrati i grandi titolari Pirlo, De Rossi, Gilardino e poi Quagliarella, che hanno premuto maggiormante fino a raggiungere il pareggio, meritato, al 35' della ripresa: calcio d'angolo di Pirlo, colpo di testa dell'insidioso Quagliarella, deviazione dello stesso Marica che ha siglato sia il gol nel primo tempo che l'autogol nel secondo.
Un po' deludenti gli esordi dei tanto attesi Ledesma e Diamanti. Evanescente Giuseppe Rossi come punta nel primo tempo, meglio Gilardino e Quagliarella nella ripresa. Bene Pirlo che ha spezzato il predominio rumeno a centrocampo.
Buone anche le prestazioni di Ranocchia, Santon e Cassani. In crescendo nel finale Aquilani e in parte anche Mauri. Promettente Balotelli, che però ha potuto tirare molto poco a rete. Ma dalla squadra come complesso e come capacità di costruire gioco c'era da aspettarsi molto di più.
Vergognosi cori di "bùu" razzisti contro Balotelli da parte di tifosi rumeni e di alcune centinaia di estremisti italiani, i quali hanno esposto uno striscione con la scritta:
"Non esiste un'Italia multirazziale", subito ritirato dalla polizia austriaca. Doppia vergogna, perché si era in casa di altri: ma contro questo tipo di malcostume che cosa si può fare, se non invocare una rieducazione collettiva forzata?
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cronaca sportiva
Parla l'aquila: quanto è forte quel piccoletto!
Cari amici della Lazio, eccomi di nuovo al microfono di Quilazio, il mio sito preferito. Qui mi sento di casa come a Formello, o come sul mio trespolo all'Olimpico, o come sul braccio di Josè.
Mi piace questa squadra dai bei colori biancocelesti, mi piace proprio tanto, e ad essa io voglio portare fortuna. Quando, ogni quindici giorni, io posso compiere il mio volo, vedo tanta gente che mi batte le mani, che mi guarda con amore e simpatia; voglio bene soprattutto ai bambini quando, stringendo la mano al loro papà o alla loro mamma, mi indicano col dito e sento che sono felici.
Mi piace, poi, questa città: provo meraviglia quando dall'alto vedo le sue cupole, specialmente quel Cupolone grande, e quel grande monumento rotondo con tanti finestroni, che chiamano Colosseo e che ha duemila anni di storia . Mi dicono che anche allora c'era un'aquila romana che guidava un esercito che aveva conquistato tutto il mondo conosciuto.
Quando gioca questa squadra biancoceleste, io mi fermo a guardarla con amore. Mi piace il suo gioco. Mi piace soprattutto quel piccoletto, quel moretto: Maurito, sì, lo chiamano così, e sembra quasi che mi somigli, perchè in campo sembra volare.Ma sono tutti bravi, uno più bravo dell'altro, formano proprio una bella squadra, che vi darà tante soddisfazioni.
Qui mi trattano tutti bene. Mi danno cibi prelibati. Non è per questo, però, che amo Roma e la Lazio, ma perchè sento intorno a me un grande affetto, dal presidente Claudio Lotito all'ultimo dei tifosi, quel bambino che tende le mani verso di me come se volesse accarezzarmi.
Amici laziali, vi faccio un grande saluto. Andremo sempre più in alto.
La vostra aquila Olimpia.
Mi piace questa squadra dai bei colori biancocelesti, mi piace proprio tanto, e ad essa io voglio portare fortuna. Quando, ogni quindici giorni, io posso compiere il mio volo, vedo tanta gente che mi batte le mani, che mi guarda con amore e simpatia; voglio bene soprattutto ai bambini quando, stringendo la mano al loro papà o alla loro mamma, mi indicano col dito e sento che sono felici.
Mi piace, poi, questa città: provo meraviglia quando dall'alto vedo le sue cupole, specialmente quel Cupolone grande, e quel grande monumento rotondo con tanti finestroni, che chiamano Colosseo e che ha duemila anni di storia . Mi dicono che anche allora c'era un'aquila romana che guidava un esercito che aveva conquistato tutto il mondo conosciuto.
Quando gioca questa squadra biancoceleste, io mi fermo a guardarla con amore. Mi piace il suo gioco. Mi piace soprattutto quel piccoletto, quel moretto: Maurito, sì, lo chiamano così, e sembra quasi che mi somigli, perchè in campo sembra volare.Ma sono tutti bravi, uno più bravo dell'altro, formano proprio una bella squadra, che vi darà tante soddisfazioni.
Qui mi trattano tutti bene. Mi danno cibi prelibati. Non è per questo, però, che amo Roma e la Lazio, ma perchè sento intorno a me un grande affetto, dal presidente Claudio Lotito all'ultimo dei tifosi, quel bambino che tende le mani verso di me come se volesse accarezzarmi.
Amici laziali, vi faccio un grande saluto. Andremo sempre più in alto.
La vostra aquila Olimpia.
martedì 16 novembre 2010
La mucca e il cervo - 33 - storie di animali
Su un alto pascolo di montagna, una mucca prosperosa, di nome Giulia, brucava tranquilla in una mattina di primavera, quando, alzando l'occhio distrattamente, vide sbucare dietro la siepe un magnifico paio di corna ricurve.
Restò un po' meravigliata a guardare, ed ecco sbucare veloce un magnifico esemplare di cervo, che si era allontanato dal suo branco. - Chi sei? - fece Giulia ancora un po' sbalordita. - E come mai da queste parti? -
- Sono il cervo Aristide - rispose quello con prontezza - e mi sono smarrito rincorrendo una lucertola giù per le rocce. Tu abiti da queste parti? -
- Sì, in quella fattoria che vedi là sotto. La mattina possiamo allontanarci un po', ma poi la sera rientriamo tutte per la mungitura -
Il cervo sospirò. - La tua vita è comoda, a quel che vedo. Per noi cervi invece è avventurosa e pericolosa: ogni tanto qualche cacciatore che ci avvista ci spara da lontano, e dobbiamo avere occhio vigile e gambe pronte se non vogliamo lasciarci la pelle. Però noi preferiamo vivere così, e non amiamo il collare e il campanaccio che il pastore vi sistema sotto la giogaia per controllare dove vi trovate -
La mucca Giulia stette un poco a riflettere. La sua era un'esistenza tranquilla e senza avventure. Brucava quanto voleva, forniva ottimo latte da cui il padrone ricavava un buon guadagno, e ne faceva anche favolosi formaggi alpini, molto richiesti. Poi veniva la stagione dei vitelli, e il padrone ne ricavava altro ottimo guadagno. Inoltre, mica spendeva troppo, per loro, tranne il tempo per vigilarle e pulirle e tenere la stalla in perfetto ordine.
- So che il vostro padrone, dopo che lo avete arricchito, si lamenta perché sporcate e gli rendete la vita pesante e maleodorante! Noi cervi non arricchiamo nessuno e non abbiamo padrone, e se sporchiamo, nessuno sta lì a tenerci il muso -
- Mio caro e bel cervo Aristide, tu sei un animale aristocratico e fortunato. La tua bellezza affascina i turisti, e le guardie forestali fanno di tutto per proteggervi. Avete vostri parchi riservati, e i cacciatori non possono colpirvi se non violando la legge. Beato te che sei nato cervo, cioè libero e felice -
- Ma voi mucche avete tutto un altro destino. Vivete serene e tranquille. Inoltre avete un animo così buono e mansueto che fate solo del bene al vostro padrone, che, mai contento, alla fine vi porta pure al macello per guadagnarci ancora -
-Sì - ammise Giulia - lui ha proprio l'animo dello sfruttatore, e noi siamo così miti che ci lasciamo sfruttare. Ma è la nostra natura. Se fosse altrimenti, saremmo selvagge e non ne avremmo il minimo guadagno. L'uomo dovrebbe farci un monumento, e invece ammira e rispetta voi che non gli date alcun giovamento. Così è la vita. Fai bene e scordati...-
Però la mucca Giulia non aveva alcun rancore verso l'uomo: era proprio una santa creatura. Il cervo Aristide la salutò con affetto e ammirazione, e con un gran salto scomparve oltre la siepe.
Libero, sì. Ma felice? proprio non lo so.
Restò un po' meravigliata a guardare, ed ecco sbucare veloce un magnifico esemplare di cervo, che si era allontanato dal suo branco. - Chi sei? - fece Giulia ancora un po' sbalordita. - E come mai da queste parti? -
- Sono il cervo Aristide - rispose quello con prontezza - e mi sono smarrito rincorrendo una lucertola giù per le rocce. Tu abiti da queste parti? -
- Sì, in quella fattoria che vedi là sotto. La mattina possiamo allontanarci un po', ma poi la sera rientriamo tutte per la mungitura -
Il cervo sospirò. - La tua vita è comoda, a quel che vedo. Per noi cervi invece è avventurosa e pericolosa: ogni tanto qualche cacciatore che ci avvista ci spara da lontano, e dobbiamo avere occhio vigile e gambe pronte se non vogliamo lasciarci la pelle. Però noi preferiamo vivere così, e non amiamo il collare e il campanaccio che il pastore vi sistema sotto la giogaia per controllare dove vi trovate -
La mucca Giulia stette un poco a riflettere. La sua era un'esistenza tranquilla e senza avventure. Brucava quanto voleva, forniva ottimo latte da cui il padrone ricavava un buon guadagno, e ne faceva anche favolosi formaggi alpini, molto richiesti. Poi veniva la stagione dei vitelli, e il padrone ne ricavava altro ottimo guadagno. Inoltre, mica spendeva troppo, per loro, tranne il tempo per vigilarle e pulirle e tenere la stalla in perfetto ordine.
- So che il vostro padrone, dopo che lo avete arricchito, si lamenta perché sporcate e gli rendete la vita pesante e maleodorante! Noi cervi non arricchiamo nessuno e non abbiamo padrone, e se sporchiamo, nessuno sta lì a tenerci il muso -
- Mio caro e bel cervo Aristide, tu sei un animale aristocratico e fortunato. La tua bellezza affascina i turisti, e le guardie forestali fanno di tutto per proteggervi. Avete vostri parchi riservati, e i cacciatori non possono colpirvi se non violando la legge. Beato te che sei nato cervo, cioè libero e felice -
- Ma voi mucche avete tutto un altro destino. Vivete serene e tranquille. Inoltre avete un animo così buono e mansueto che fate solo del bene al vostro padrone, che, mai contento, alla fine vi porta pure al macello per guadagnarci ancora -
-Sì - ammise Giulia - lui ha proprio l'animo dello sfruttatore, e noi siamo così miti che ci lasciamo sfruttare. Ma è la nostra natura. Se fosse altrimenti, saremmo selvagge e non ne avremmo il minimo guadagno. L'uomo dovrebbe farci un monumento, e invece ammira e rispetta voi che non gli date alcun giovamento. Così è la vita. Fai bene e scordati...-
Però la mucca Giulia non aveva alcun rancore verso l'uomo: era proprio una santa creatura. Il cervo Aristide la salutò con affetto e ammirazione, e con un gran salto scomparve oltre la siepe.
Libero, sì. Ma felice? proprio non lo so.
lunedì 15 novembre 2010
Il pagellino di Lazio-Napoli
Muslera 6: lavoro ordinario; lo aiuta una traversa
Lichtsteiner 7: padrone della sua fascia; bei numeri
Biava 6.5: efficace nel controllo di Cavani
Dias 7: difende bene e costruisce nei rilanci
Radu 6: non ha dovuto forzare; tranquillo
Brocchi 6: mezz'ora di lavoro pulito e ordinato
Matuzalem 6.5: rileva Brocchi con esito brillante
Ledesma 7: fa da cerniera e rilancia in bello stile
Hernanes 6.5: alcuni numeri da grande campione
Mauri 6.5: lavoro intelligente: suo l'assist a Zarate
Zarate 8: un gol, un assist, una traversa: un diavolo!
Floccari 7: generoso e con le idee sempre chiare
Reja 6.5: indovina tutte le mosse e infonde fiducia
Lichtsteiner 7: padrone della sua fascia; bei numeri
Biava 6.5: efficace nel controllo di Cavani
Dias 7: difende bene e costruisce nei rilanci
Radu 6: non ha dovuto forzare; tranquillo
Brocchi 6: mezz'ora di lavoro pulito e ordinato
Matuzalem 6.5: rileva Brocchi con esito brillante
Ledesma 7: fa da cerniera e rilancia in bello stile
Hernanes 6.5: alcuni numeri da grande campione
Mauri 6.5: lavoro intelligente: suo l'assist a Zarate
Zarate 8: un gol, un assist, una traversa: un diavolo!
Floccari 7: generoso e con le idee sempre chiare
Reja 6.5: indovina tutte le mosse e infonde fiducia
Ledesma in Nazionale insieme a Mauri
Cristian Ledesma ce l'ha fatta! Cesare Prandelli lo ha convocato per la partita amichevole che la Nazionale italiana di calcio giocherà mercoledì 17 a Klagenfurt, contro la Romania, insieme all'altro laziale Stefano Mauri.
Ledesma, che ha sposato una ragazza italiana, di Lecce, e ha due figli pure di nazionalità italiana, ha sempre puntato a questo riconoscimento, peraltro strameritato, visto che è uno dei nostri centrocampisti difensivi di maggior rendimento. Il suo affiatamento con Mauri aumenta le prospettive di una bella accoppiata laziale nella nazionale azzurra.
Un cordiale in bocca al lupo a Cristian, e anche a Stefano. Della partita poteva essere anche Radu, con la Romania, ovviamente. Ma il terzino ha fatto sapere al c.t. rumeno
di avere dei problemi fisici, ed ha rinunciato. Figuratevi la rabbia di Lucescu, dato che Radu non è nuovo a questo genere di rifiuti.
Ledesma, che ha sposato una ragazza italiana, di Lecce, e ha due figli pure di nazionalità italiana, ha sempre puntato a questo riconoscimento, peraltro strameritato, visto che è uno dei nostri centrocampisti difensivi di maggior rendimento. Il suo affiatamento con Mauri aumenta le prospettive di una bella accoppiata laziale nella nazionale azzurra.
Un cordiale in bocca al lupo a Cristian, e anche a Stefano. Della partita poteva essere anche Radu, con la Romania, ovviamente. Ma il terzino ha fatto sapere al c.t. rumeno
di avere dei problemi fisici, ed ha rinunciato. Figuratevi la rabbia di Lucescu, dato che Radu non è nuovo a questo genere di rifiuti.
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Classifiche di rendimento della 12.ma giornata
Portieri: Sirigu Viviano Handanovic
Difensori: Ranocchia Andreolli Lichtsteiner
Nesta Mandelli Dias
Thiago Silva Rubin Zambrotta
Centrocampisti: Candreva Hernanes Donadel
Inler Matuzalem Cerci
Armero Aquilani Ledesma
Sanchez Nocerino Cossu
Attaccanti: Pastore Zarate Iaquinta
Ibrahimovic Ilicic Floro Flores
Di Natale Di Vaio Gilardino
Allenatori: Allegri Delio Rossi Ballardini
Il migliore: Il centravanti del Palermo Pastore, con i suoi deliziosi tre gol al Catania
Il podio: secondo, con altri tre gol, l'udinese Di Natale, che ha infierito contro il Lecce. Terzo il laziale Zarate, semplicemente meraviglioso contro il Napoli
La formazione della settimana: Sirigu; Ranocchia, Nesta, Thiago Silva; Candreva, Inler, Armero, Sanchez; Pastore, Ibrahimovic, Di Natale. Allenatore: Allegri.
La Nazionale della settimana: Sirigu; Ranocchia, Nesta, Zambrotta; Candreva, Cerci, Aquilani, Nocerino; Iaquinta, Floro Flores, Di Natale. Allenatore: Allegri.
Difensori: Ranocchia Andreolli Lichtsteiner
Nesta Mandelli Dias
Thiago Silva Rubin Zambrotta
Centrocampisti: Candreva Hernanes Donadel
Inler Matuzalem Cerci
Armero Aquilani Ledesma
Sanchez Nocerino Cossu
Attaccanti: Pastore Zarate Iaquinta
Ibrahimovic Ilicic Floro Flores
Di Natale Di Vaio Gilardino
Allenatori: Allegri Delio Rossi Ballardini
Il migliore: Il centravanti del Palermo Pastore, con i suoi deliziosi tre gol al Catania
Il podio: secondo, con altri tre gol, l'udinese Di Natale, che ha infierito contro il Lecce. Terzo il laziale Zarate, semplicemente meraviglioso contro il Napoli
La formazione della settimana: Sirigu; Ranocchia, Nesta, Thiago Silva; Candreva, Inler, Armero, Sanchez; Pastore, Ibrahimovic, Di Natale. Allenatore: Allegri.
La Nazionale della settimana: Sirigu; Ranocchia, Nesta, Zambrotta; Candreva, Cerci, Aquilani, Nocerino; Iaquinta, Floro Flores, Di Natale. Allenatore: Allegri.
Milan e Lazio, fuga a due
Il Milan, con un bel po' di fortuna (mancata espulsione di Gattuso), ha vinto il derby con l'Inter con un rigore di Ibrahimovic dopo cinque minuti. In dieci nell'ultima mezz'ora per l'espulsione...compensativa di Abate, i rossoneri hanno resistito al pressing interista.
La bella vittoria della Lazio sul Napoli, con le prodezze di Zarate e Floccari, non è bastata per la riconquista del primato, ma ha lasciato i biancocelesti come compagni di fuga del Milan sul resto della ciurma di aspiranti allo scudetto.
Lo stesso Napoli battuto a Roma rimane al terzo posto a cinque punti dalla vetta, mentre l'Inter rimane quarta, raggiunta dalla Juventus grazie al pareggio interno con la Roma (gol di Iaquinta rimontato da un discusso rigore di Totti). Il distacco della illustre coppia - su Rafa Benitez incombe la scomoda ombra di Spalletti campione di Russia -è però di sei punti dalla vetta, e non è poco, mentre la Roma rimane sesta con sette punti di distacco.
Al settimo posto è salita clamorosamente l'Udinese con la quaterna secca al Lecce (tre gol di Di Natale e uno di Floro Flores), ed ha scavalcato la Samp, incapace di schiodare lo 0-0 col Chievo anche per l'assenza obbligata di Cassano.
Alla stessa quota dell'Udinese è anche il Genoa, vittoriosa a Cagliari con una rete del terzino Ranocchia: la cura Ballardini, sei punti in due partite, ha rilanciato i grifoni genoani, che hanno addirittura scavalcato i cugini sampdoriani , appaiati al coriaceo Chievo.Brillante il Palermo, 3-1 nel derby col Catania, con tre gol del fenomeno Pastrore e rete etnea del terzino Terlizzi. I rosanero sono settimi, alla stessa altezza di Udinese e Genoa.
Risale la Fiorentina, vittoriosa con Gilardino sul Cesena. Balzo in avanti anche del Parma, passato a Bari con un gol di Cadreva (sfortunatissimi i galletti, con due espulsi e una traversa colpita), e del Bologna, che ha rimandato battuto il Brescia con la rete del solito, prezioso Di Vaio.
Si staccano invece, in zona retrocessione, le cinque squadre di coda, tutte sconfitte: il Lecce travolto a Udine,Cagliari e Bari battute in casa da Genoa e Parma, e il Brescia e il Cesena, che hanno trovato disco rosso a Bologna e Firenze.
I RISULTATI
Fiorentina-Cesena 1-0
Juventus-Roma 1-1
Lazio-Napoli 2-0
Bari-Parma 0-1
Bologna-Brescia 1-0
Cagliari-Genoa 0-1
Palermo-Catania 3-1
Sampdoria-Chievo 0-0
Udinese-Lecce 4-0
Inter-Milan 0-1
LA CLASSIFICA
Milan 26
Lazio 25
Napoli 21
Juventus e Inter 20
Roma 19
Palermo, Udinese e Genoa 17
Sampdoria e Chievo 16
Fiorentina 15
Catania, Parma e Bologna 14
Lecce 12
Cagliari, Brescia e Cesena 11
Bari 9
CANNONIERI
8 reti: Eto'o dell'Inter e Cavani del Napoli
7 reti: Di Vaio del Bologna e Pastore del Palermo
6 reti: Quagliarella della Juventus, Ibrahimovic e Pato del Milan
5 reti: Matri del Cagliari, Gilardino della Fiorentina, Borriello della Roma e Di Natale dell'Udinese
4 reti: Barreto del Bari, Caracciolo del Brescia, Pellissier del Chievo, Floccari della Lazio, Iaquinta della Juventus, Lavezzi del Napoli, Ilicic e Pinilla del Palermo, Cassano della Sampdoria
IL PROSSIMO TURNO
Sabato 20, ore 18
Roma-Udinese
ore 20.45
Milan-Fiorentina
Domenica 21, ore 12.30
Genoa-Juventus
ore 15
Brescia-Cagliari
Catania-Bari
Cewsena-Palermo
Chievo-Inter
Lec ce-Sampdoria
Parma-Lazio
ore 20.45
Napoli-Bologna
La bella vittoria della Lazio sul Napoli, con le prodezze di Zarate e Floccari, non è bastata per la riconquista del primato, ma ha lasciato i biancocelesti come compagni di fuga del Milan sul resto della ciurma di aspiranti allo scudetto.
Lo stesso Napoli battuto a Roma rimane al terzo posto a cinque punti dalla vetta, mentre l'Inter rimane quarta, raggiunta dalla Juventus grazie al pareggio interno con la Roma (gol di Iaquinta rimontato da un discusso rigore di Totti). Il distacco della illustre coppia - su Rafa Benitez incombe la scomoda ombra di Spalletti campione di Russia -è però di sei punti dalla vetta, e non è poco, mentre la Roma rimane sesta con sette punti di distacco.
Al settimo posto è salita clamorosamente l'Udinese con la quaterna secca al Lecce (tre gol di Di Natale e uno di Floro Flores), ed ha scavalcato la Samp, incapace di schiodare lo 0-0 col Chievo anche per l'assenza obbligata di Cassano.
Alla stessa quota dell'Udinese è anche il Genoa, vittoriosa a Cagliari con una rete del terzino Ranocchia: la cura Ballardini, sei punti in due partite, ha rilanciato i grifoni genoani, che hanno addirittura scavalcato i cugini sampdoriani , appaiati al coriaceo Chievo.Brillante il Palermo, 3-1 nel derby col Catania, con tre gol del fenomeno Pastrore e rete etnea del terzino Terlizzi. I rosanero sono settimi, alla stessa altezza di Udinese e Genoa.
Risale la Fiorentina, vittoriosa con Gilardino sul Cesena. Balzo in avanti anche del Parma, passato a Bari con un gol di Cadreva (sfortunatissimi i galletti, con due espulsi e una traversa colpita), e del Bologna, che ha rimandato battuto il Brescia con la rete del solito, prezioso Di Vaio.
Si staccano invece, in zona retrocessione, le cinque squadre di coda, tutte sconfitte: il Lecce travolto a Udine,Cagliari e Bari battute in casa da Genoa e Parma, e il Brescia e il Cesena, che hanno trovato disco rosso a Bologna e Firenze.
I RISULTATI
Fiorentina-Cesena 1-0
Juventus-Roma 1-1
Lazio-Napoli 2-0
Bari-Parma 0-1
Bologna-Brescia 1-0
Cagliari-Genoa 0-1
Palermo-Catania 3-1
Sampdoria-Chievo 0-0
Udinese-Lecce 4-0
Inter-Milan 0-1
LA CLASSIFICA
Milan 26
Lazio 25
Napoli 21
Juventus e Inter 20
Roma 19
Palermo, Udinese e Genoa 17
Sampdoria e Chievo 16
Fiorentina 15
Catania, Parma e Bologna 14
Lecce 12
Cagliari, Brescia e Cesena 11
Bari 9
CANNONIERI
8 reti: Eto'o dell'Inter e Cavani del Napoli
7 reti: Di Vaio del Bologna e Pastore del Palermo
6 reti: Quagliarella della Juventus, Ibrahimovic e Pato del Milan
5 reti: Matri del Cagliari, Gilardino della Fiorentina, Borriello della Roma e Di Natale dell'Udinese
4 reti: Barreto del Bari, Caracciolo del Brescia, Pellissier del Chievo, Floccari della Lazio, Iaquinta della Juventus, Lavezzi del Napoli, Ilicic e Pinilla del Palermo, Cassano della Sampdoria
IL PROSSIMO TURNO
Sabato 20, ore 18
Roma-Udinese
ore 20.45
Milan-Fiorentina
Domenica 21, ore 12.30
Genoa-Juventus
ore 15
Brescia-Cagliari
Catania-Bari
Cewsena-Palermo
Chievo-Inter
Lec ce-Sampdoria
Parma-Lazio
ore 20.45
Napoli-Bologna
domenica 14 novembre 2010
La Ferrari getta al vento il titolo piloti ad Abu Dhabi
Giallo ad Abu Dhabi, ultima prova del campionato automobilistico. La Ferrari, che aveva Alonso capolista con 8 punti di vantaggio su Webber e 15 su Vettel, si è fatto un clamoroso autogol, anticipando il pit stop dei suoi due piloti al tredicesimo giro.
Così Alonso è rimasto imbottigliato, su un circuito che in pratica non consente sorpassi, restando bloccato alle spalle del russo Petrov, ed è riuscito ad arrivare solo settimo, perdendo tutto il suo vantaggio.
Da notare che la Red Bull non ha fatto gioco di squadra, e ha puntato tutto sul giovane Vettel, tirato su dal suo vivaio, e che era soltanto terzo in graduatoria. Vettel ha vinto nettamente su Hamilton e Button, distanziando alla fine di soli 4 punti Alonso e di 14 il compagno di scuderia Webber, arrivato solo ottavo. E pensare che ad Alonso sarebbe bastato anche un terzo/quarto posto.
Dunque, solo rimpianti per la Ferrari, che aveva raddrizzato la sua stagione con una bellissima rimonta nella seconda parte del campionato.
Così Alonso è rimasto imbottigliato, su un circuito che in pratica non consente sorpassi, restando bloccato alle spalle del russo Petrov, ed è riuscito ad arrivare solo settimo, perdendo tutto il suo vantaggio.
Da notare che la Red Bull non ha fatto gioco di squadra, e ha puntato tutto sul giovane Vettel, tirato su dal suo vivaio, e che era soltanto terzo in graduatoria. Vettel ha vinto nettamente su Hamilton e Button, distanziando alla fine di soli 4 punti Alonso e di 14 il compagno di scuderia Webber, arrivato solo ottavo. E pensare che ad Alonso sarebbe bastato anche un terzo/quarto posto.
Dunque, solo rimpianti per la Ferrari, che aveva raddrizzato la sua stagione con una bellissima rimonta nella seconda parte del campionato.
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Grande Zarate, grande Lazio: ancora prima col 2-0 al Napoli
Una Lazio veramente grande ha rimandato sconfitto il Napoli e riconquistato, almeno fino a stasera, la testa della classifica. Se il Milan non vince il derby, la Lazio sarà di nuovo prima in solitudine.
No, la Lazio non è morta. La mazzata del derby e la contromazzata di Cesena sono state rapidamente smaltite. La Lazio è apparsa nuovamente in grande salute: anzi, diciamolo chiaramente, una Lazio così non si era mai vista.
Grande Lazio, grazie a un grande Zarate, autore del bellissimo gol al 15' del primo tempo, e autore dell'eccellente assist a Floccari al 15' del secondo tempo, che ci ha dato il definitivo 2-0.
Il Napoli non si è mai arreso, è stato anzi assai pericoloso, ha sfiorato almeno due volte il gol, Lavezzi e Cavani erano degli autentici spauracchi, ma tutto sommato l'undici di Mazzarri è stato nettamente inferiore alla Lazio, che ha strameritato il successo.
Gran bel gioco, con uno Zarate che ha colto anche una traversa al 32' della ripresa. Bravissimo anche Floccari, che ha spaziato su tutto il fronte offensivo, ma è stato pure una costante insidia per De Santis, arresosi di fronte al nostro centravanti che lo ha infilzato di prepotenza con la rete decisiva.
Al 30' del primo tempo si è infortunato Brocchi e ha ceduto il suo posto a Matuzalem, che è stato un altro degli elementi di spicco insieme al connazionale Hernanes: i due hanno fatto scintille in regìa, anche se il "Profeta" ha mostrato le solite pause dovute
alla stanchezza.
La Lazio è ancora la più forte? Ce lo domandiamo con molte speranze nella risposta: sì, la Lazio va, può puntare davvero in alto, ha forze sufficienti per farlo. Se ci fosse ogni volta in campo uno Zarate così, i tifosi biancocelesti potrebbero davvero sognare in grande e accarezzare il sogno del terzo scudetto.
Forse stiamo sognando anche noi, e perciò è bene mantenere ben saldi i piedi per terra. Non devono più esserci black out tipo derby e Cesena.
Ora la trasferta di Parma, l'incontro casalingo con il Catania, e il big match con l'Inter di venerdì 3 dicembre. Quel giorno, probabilmente, sapremo la verità.
No, la Lazio non è morta. La mazzata del derby e la contromazzata di Cesena sono state rapidamente smaltite. La Lazio è apparsa nuovamente in grande salute: anzi, diciamolo chiaramente, una Lazio così non si era mai vista.
Grande Lazio, grazie a un grande Zarate, autore del bellissimo gol al 15' del primo tempo, e autore dell'eccellente assist a Floccari al 15' del secondo tempo, che ci ha dato il definitivo 2-0.
Il Napoli non si è mai arreso, è stato anzi assai pericoloso, ha sfiorato almeno due volte il gol, Lavezzi e Cavani erano degli autentici spauracchi, ma tutto sommato l'undici di Mazzarri è stato nettamente inferiore alla Lazio, che ha strameritato il successo.
Gran bel gioco, con uno Zarate che ha colto anche una traversa al 32' della ripresa. Bravissimo anche Floccari, che ha spaziato su tutto il fronte offensivo, ma è stato pure una costante insidia per De Santis, arresosi di fronte al nostro centravanti che lo ha infilzato di prepotenza con la rete decisiva.
Al 30' del primo tempo si è infortunato Brocchi e ha ceduto il suo posto a Matuzalem, che è stato un altro degli elementi di spicco insieme al connazionale Hernanes: i due hanno fatto scintille in regìa, anche se il "Profeta" ha mostrato le solite pause dovute
alla stanchezza.
La Lazio è ancora la più forte? Ce lo domandiamo con molte speranze nella risposta: sì, la Lazio va, può puntare davvero in alto, ha forze sufficienti per farlo. Se ci fosse ogni volta in campo uno Zarate così, i tifosi biancocelesti potrebbero davvero sognare in grande e accarezzare il sogno del terzo scudetto.
Forse stiamo sognando anche noi, e perciò è bene mantenere ben saldi i piedi per terra. Non devono più esserci black out tipo derby e Cesena.
Ora la trasferta di Parma, l'incontro casalingo con il Catania, e il big match con l'Inter di venerdì 3 dicembre. Quel giorno, probabilmente, sapremo la verità.
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Parla Olimpia: che festa, con il Napoli all'ora di pranzo!
Salve, amici, laziali e non laziali: sono l'aquila Olimpia che vi parla.
Oggi è gran festa, all'Olimpico: arrivano gli amici napoletani, e sono sicura che stanno anch'essi aspettando il mio volo, per battermi le mani e per seguire le mie evoluzioni. I napoletani sono affettuosi ed amano la vita, e io sono simbolo di vita, di forza, di sport e di amicizia.
Vorrei dire una parola anche agli amici ecologisti e animalisti: lo so che lo fanno anch'essi per amore verso gli animali, e vedono in questa mia presenza all'Olimpico quialcosa di forzato e di violento: ma non è affatto vero, io amo il mio istruttore Josè che m'insegna a fare acrobazie e a dispiegare con eleganza le mie ali, e io lo faccio per amore e gratitudine, perché vedo e capisco che alla Lazio mi vogliono un gran bene, mi trattano in modo straordinario, vengono a vederemi e a battermi le mai anche a Formello, nel mio nuovo e prestigioso nido.E soino amatisasima dai bambini.
Io sono l'aquiila della Lazio, di questa società così antica e nobile che ha come scopo di portare i giovani allo sport e alla lealtà. E' uno scopo nobile, per cui anche il presidente del CONI, Petrucci, ha elogiato Claudio Lotito per le sue belle iniziative.
Io porto fortuna alla Lazio, e il mio volo vuole augurarle di tornare ancora più in alto di dove si trova. Agli amici napoletani auguro altrettanta fortruna, ma per questa volta avranno la bontà di pazientare.
Tornano Hernanes, Mauri, Lichtsteiner, Brocchi e Rocchi, Zarate avrà i suoi momenti di gloria: dimentichiamo le due brutte giornate che abbiamo vissuto, senza che io potessi volare e portare fortuna. Forza Lazio!Tutti all'Olimpico, a mezzogiorno.
E so che il vostro cronista avrà già pronto il commento per le ore 14.30 -
Oggi è gran festa, all'Olimpico: arrivano gli amici napoletani, e sono sicura che stanno anch'essi aspettando il mio volo, per battermi le mani e per seguire le mie evoluzioni. I napoletani sono affettuosi ed amano la vita, e io sono simbolo di vita, di forza, di sport e di amicizia.
Vorrei dire una parola anche agli amici ecologisti e animalisti: lo so che lo fanno anch'essi per amore verso gli animali, e vedono in questa mia presenza all'Olimpico quialcosa di forzato e di violento: ma non è affatto vero, io amo il mio istruttore Josè che m'insegna a fare acrobazie e a dispiegare con eleganza le mie ali, e io lo faccio per amore e gratitudine, perché vedo e capisco che alla Lazio mi vogliono un gran bene, mi trattano in modo straordinario, vengono a vederemi e a battermi le mai anche a Formello, nel mio nuovo e prestigioso nido.E soino amatisasima dai bambini.
Io sono l'aquiila della Lazio, di questa società così antica e nobile che ha come scopo di portare i giovani allo sport e alla lealtà. E' uno scopo nobile, per cui anche il presidente del CONI, Petrucci, ha elogiato Claudio Lotito per le sue belle iniziative.
Io porto fortuna alla Lazio, e il mio volo vuole augurarle di tornare ancora più in alto di dove si trova. Agli amici napoletani auguro altrettanta fortruna, ma per questa volta avranno la bontà di pazientare.
Tornano Hernanes, Mauri, Lichtsteiner, Brocchi e Rocchi, Zarate avrà i suoi momenti di gloria: dimentichiamo le due brutte giornate che abbiamo vissuto, senza che io potessi volare e portare fortuna. Forza Lazio!Tutti all'Olimpico, a mezzogiorno.
E so che il vostro cronista avrà già pronto il commento per le ore 14.30 -
sabato 13 novembre 2010
Frosinone: disco rosso a Padova (1-3)
Troppo forte il Padova per il Frosinone attuale: pur battendosi con dignità, i canarini non hanno potuto far altro che incassare una secca sconfitta per 3-1.
I padroni di casa, che stanno rincorrendo con successo una delle posizioni valide per la promozione in serie A, sono passati nel primo tempo con Di Gennaro al 27'.
I ciociari, con una reazione orgogliosa, sono riusciti a raggiungere il pareggio al 17' della ripresa, ma si sono dovuti arrendere quattro minuti dopo alla rete di Crespo, e poi, solo sei minuti dopo, a quella di Succi.
Niente da fare, a questo punto. Ora il Frosinone si ritrova solo con due punti di margine dalla zona retrocessione, e dovrà sfruttare nel migliore dei modi il turno casalingo di sabato prossimo, che ci riserva un Pescara che sta poco meglio di noi. Con quei tre punti lì, si potrà respirare, e pensare poi a cercare di consolidare la classifica. Ma bisogna avere nervi saldi e volontà di riemergere.
I padroni di casa, che stanno rincorrendo con successo una delle posizioni valide per la promozione in serie A, sono passati nel primo tempo con Di Gennaro al 27'.
I ciociari, con una reazione orgogliosa, sono riusciti a raggiungere il pareggio al 17' della ripresa, ma si sono dovuti arrendere quattro minuti dopo alla rete di Crespo, e poi, solo sei minuti dopo, a quella di Succi.
Niente da fare, a questo punto. Ora il Frosinone si ritrova solo con due punti di margine dalla zona retrocessione, e dovrà sfruttare nel migliore dei modi il turno casalingo di sabato prossimo, che ci riserva un Pescara che sta poco meglio di noi. Con quei tre punti lì, si potrà respirare, e pensare poi a cercare di consolidare la classifica. Ma bisogna avere nervi saldi e volontà di riemergere.
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Vogliamo una punta da quindici gol!
Alla Lazio si continua a parlare di difensori vari come rinforzi per gennaio. Errato, erratissimo: che significano questi strani difensori tedeschi dal nome impossibile, buoni solo perché hanno litigato col loro allenatore, quando noi abbiamo già un'ottima difesa, seconda solo alle spalle dell'Inter, e abbiamo in riserva fior di giocatori come Stendardo, Diakitè, Cavanda e Garrido che aspettano inutilmente ogni domenica di essere chiamati in campo?
La Lazio è l'unica fra le grandi a non avere un attaccante da gol fra i primi venti della graduatoria cannonieri. Con tre reti ci sono solo Floccari e Mauri, ma squadre come Bologna, Cagliari, Bari, Brescia, Chievo, con i Di Vaio, i Matri, i Barreto, i Caracciolo, i Pellissier, hanno tutte un cannoniere più forte dei nostri. Il Palermo ne ha addirittura tre: Pastore, Pinilla e Ilicic; il Milan due, Ibrahimovic e Pato. E noi andiamo a cercare un terzino di rinforzo? Ma siamo matti?
Oltre al buon Floccari, che segna poco perchè si deve sfiancare da solo nell'area avversaria, i nostri cannonieri si chiamano Rocchi, Zarate e Kozak. Allora, o gli dicamo fiducia facendoli giocare in modo stabile, o ne cediamo uno o due per avere in cambio un attaccante forte come il cagliaritano Matri.
Non te lo danno? Provate a proprorre a Cellino, magari solo in prestito, un Kozak che scalpita come un mulo irrequieto. Quello è capace di andare a Cagliari e di farti 15 gol in un campionato solo. Diranno che è rozzo e che deve ancora scoprire alcuni fondamentali, ma restando in riserva quando mai li scoprirà? Mandiamolo a Cagliari per un anno in cambio di Matri: e quando Kozak sarà divenuto grande si vedrà. Ma intanto la Lazio avrà il suo goleador da 15 reti da affiancare a Floccari. Però anche un Rocchi tenuto sempre in campo, alla fine del campionato i suoi 15 gol li farebbe certamente, come li ha sempre fatti.
La Lazio è l'unica fra le grandi a non avere un attaccante da gol fra i primi venti della graduatoria cannonieri. Con tre reti ci sono solo Floccari e Mauri, ma squadre come Bologna, Cagliari, Bari, Brescia, Chievo, con i Di Vaio, i Matri, i Barreto, i Caracciolo, i Pellissier, hanno tutte un cannoniere più forte dei nostri. Il Palermo ne ha addirittura tre: Pastore, Pinilla e Ilicic; il Milan due, Ibrahimovic e Pato. E noi andiamo a cercare un terzino di rinforzo? Ma siamo matti?
Oltre al buon Floccari, che segna poco perchè si deve sfiancare da solo nell'area avversaria, i nostri cannonieri si chiamano Rocchi, Zarate e Kozak. Allora, o gli dicamo fiducia facendoli giocare in modo stabile, o ne cediamo uno o due per avere in cambio un attaccante forte come il cagliaritano Matri.
Non te lo danno? Provate a proprorre a Cellino, magari solo in prestito, un Kozak che scalpita come un mulo irrequieto. Quello è capace di andare a Cagliari e di farti 15 gol in un campionato solo. Diranno che è rozzo e che deve ancora scoprire alcuni fondamentali, ma restando in riserva quando mai li scoprirà? Mandiamolo a Cagliari per un anno in cambio di Matri: e quando Kozak sarà divenuto grande si vedrà. Ma intanto la Lazio avrà il suo goleador da 15 reti da affiancare a Floccari. Però anche un Rocchi tenuto sempre in campo, alla fine del campionato i suoi 15 gol li farebbe certamente, come li ha sempre fatti.
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Pubblico: Lazio batte Roma 35 a 33
Incredibile: nelle prime dieci giornate di questo campionato, la Lazio batte la Roma per numero di spettatori paganti, con una media di 35 mila spettatori contro i 33 mila della Roma, piazzandosi al quarto posto dietro alle spalle dell'Inter, 63 mila, del Milan, 49 mila, e del Napoli, 40 mila.
Nelle prime cinque partite interne la Lazio ha incontrato Bologna, Milan, Brescia, Cagliari e Roma, mentre i giallorossi hanno incontrato Cesena, Bologna, Inter, Genoa e Lecce. Certo, i laziali hanno il vantaggio del derby a casa loro, ma se si pensa che domani ci sarà un nuovo grande incasso con il Napoli, la media di spettatori laziali è destinata addirittura a crescere, almeno per ora, nei confronti dei romanisti.
E' sorprendente, non è vero? Buon andamento laziale, cattivo andamento romanista, e anche un bel pizzico di Aquila Olimpia: anche fra la gente di Roma sta crescendo l'interesse per questa Lazio giovane e bella, malgrado l'attuale, temporaneo appannamento.
Nelle prime cinque partite interne la Lazio ha incontrato Bologna, Milan, Brescia, Cagliari e Roma, mentre i giallorossi hanno incontrato Cesena, Bologna, Inter, Genoa e Lecce. Certo, i laziali hanno il vantaggio del derby a casa loro, ma se si pensa che domani ci sarà un nuovo grande incasso con il Napoli, la media di spettatori laziali è destinata addirittura a crescere, almeno per ora, nei confronti dei romanisti.
E' sorprendente, non è vero? Buon andamento laziale, cattivo andamento romanista, e anche un bel pizzico di Aquila Olimpia: anche fra la gente di Roma sta crescendo l'interesse per questa Lazio giovane e bella, malgrado l'attuale, temporaneo appannamento.
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Parla Olimpia: domani big match col Napoli
Amici laziali: ascoltatemi, sono l'aquila Olimpia. Ho scelto il mio sito dal quale parlarvi, perché in questo sito gli animali parlano, hanno una voce, espongono i loro pensieri e i loro problemi, ed anche i loro programmi.
L'aquila della Lazio ha 110 anni, ed io, sono la sua legittima erede. Quest'aquila è destinata a volare sul cielo di Roma per ricordarvi i colori biancocelesti delle Olimpiadi, dello sport, della lealtà, dell'amicizia. Lo sport è messaggero di pace, abbraccia uomini e donne di tutta la Terra, li unisce nel sogno universale della serenità e dell'armonia.
Io, la vostra aquila Olimpia, ho scelto qui la mia dimora, e ho trovato qui il mio microfono. Non abbiate paura, tifosi della Lazio: il volo biancoceleste per quattro giorni ha avuto una pausa, ma esso non si è interrotto, e riprenderà domani di fronte ad altri azzurri, quelli del Napoli, in un bellissimo match dell'amicizia per cui perfino il CONI, con il suo presidente Petrucci, ha rivolto un elogio alle due società e alle due squadre, che stanno trovando la via giusta, quella non dei milioni a palate, donati e non sudati, ma quella dell'impegno serio, lento e progressivo.
Io, aquila Olimpia, vi aspetto in tanti, tantissimi, anche i bambini coi loro papà e le loro mamme, per un incontro pacifico e amichevole. Lo sport vince, lo sport affratella:
e io, Olimpia, tornerò a volare nel cielo biancoceleste.
L'aquila della Lazio ha 110 anni, ed io, sono la sua legittima erede. Quest'aquila è destinata a volare sul cielo di Roma per ricordarvi i colori biancocelesti delle Olimpiadi, dello sport, della lealtà, dell'amicizia. Lo sport è messaggero di pace, abbraccia uomini e donne di tutta la Terra, li unisce nel sogno universale della serenità e dell'armonia.
Io, la vostra aquila Olimpia, ho scelto qui la mia dimora, e ho trovato qui il mio microfono. Non abbiate paura, tifosi della Lazio: il volo biancoceleste per quattro giorni ha avuto una pausa, ma esso non si è interrotto, e riprenderà domani di fronte ad altri azzurri, quelli del Napoli, in un bellissimo match dell'amicizia per cui perfino il CONI, con il suo presidente Petrucci, ha rivolto un elogio alle due società e alle due squadre, che stanno trovando la via giusta, quella non dei milioni a palate, donati e non sudati, ma quella dell'impegno serio, lento e progressivo.
Io, aquila Olimpia, vi aspetto in tanti, tantissimi, anche i bambini coi loro papà e le loro mamme, per un incontro pacifico e amichevole. Lo sport vince, lo sport affratella:
e io, Olimpia, tornerò a volare nel cielo biancoceleste.
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venerdì 12 novembre 2010
La scimmia e il pappagallo - 32 - storie di animali
Un pappagallo dalle morbide piume variopinte, Aronne, viveva felice nella grande casa del suo padrone, da cui aveva imparato un sacco di belle parole, e qualcuna anche brutta.
Nella casa accanto, viveva invece una piccola scimmia, Caterina, molto bene educata, che non dava fastidio al suo anziano padrone, anzi gli faceva un bel po' di compagnia e lo faceva anche un po' ridere cercando di imitarlo: se lui se ne stava in poltrona a leggere il giornale, Caterina si sedeva sul divano lì vicino, prendeva una rivista, e si metteva a guardare le figure sfogliandola di tanto in tanto.
Le due case vicine avevano un balcone che le metteva quasi in comunicazione, separato solo da un vetro smerigliato. Così ogni tanto i due animali, entrambi ammaestrati, e quindi non intenzionati assolutamente a fuggire, si incontravano e parlavano tra loro.
Così accadde quel giorno.
- Buongiorno, Aronne! - disse con voce gentile la scimmietta Caterina. - Come te la passi? -
- La solita, mia cara amica Caterina - rispose il pappagallo guardandola fissa negli occhi - Il mio padrone ieri mi ha insegnato una nuova parola: Civetta! -
-Civetta a me? Non ho mica le ali! E neanche mi guardo allo specchio come una ragazzetta civettuola. Anzi, dello specchio ho proprio paura. Un giorno il mio padrone si stava radendo con la spuma da barba e la lametta, e io ho voluto imitarlo, e mi sono fatta un brutto taglio sulla faccia. Comunque, civetta non sono: sono molto modesta, io ! -
- Ma no, ma che dici, Caterina! La parola civetta non era rivolta a te, ma alla giovane domestica del mio padrone, che veste sempre in modo ricercato e si guarda intorno per farsi ammirare e ricevere complimenti -
- Comunque, Aronne, sta' attento alle parole! Lo sai che le parole talvolta possono tagliare più della spada o della lametta! -
- E tu, Caterina, sta' attenta a come ti comporti, a quello che fai. Certe cose l'uomo può farle,ma la scimmia no. Saresti capace di sbucciare una mela con il coltello senza
ferirti le dita? O di farti la doccia senza rischiare di scottarti la pelle con l'acqua bollente? -
- Taci, taci, Aronne! Mi stai facendo venire i brividi! Ho paura che un brutto giorno combinerò qualche guaio irreparabile. Ma anche tu...-
- Io che cosa ? -
- Certe volte ti sento dire delle parole veramente vergognose. A una signora che passava qui sotto, l'altro giorno, hai gridato : -Mi sembri una palla di lardo! - E quella si è messa a suonare furiosamente alla porta del tuo padrone, pensando che fosse stato lui -
- Sai che ti dico, Caterina? Ho paura anch'io di fare una brutta fine, spennato peggio di un pollo. Ma perché vivere così pericolosamente? Perché non cerchiamo di seguire
quelle che sono le nostre inclinazioni naturali ? -
- Magari, Aronne! Allora ce ne andremmo tutti e due nella foresta, liberi e sereni, padroni di noi stessi. Basta con questa città, con questa orrenda civiltà che ci costringe a non essere noi stessi, tu con le tue false parole, io con le mie azioni che sono solo una scopiazzatura di quelle dell'uomo - disse la scimmia Caterina.
- Già - rispose convinto Aronne - tu non saresti una scimmia e io non sarei un pappagallo, secondo questa brutta fama che ci siamo creati presso gli uomini. Sai che ti dico? Uno di questi giorni ci daremo un appuntamento, e quando nessuno ci vedrà, fuggiremo per riconquistare la nostra amata libertà -
E avvenne proprio così. Un bel giorno di settembre, a tarda sera, il pappagallo Aronne e la scimmietta Caterina presero la via verso la libertà, e nessuno li vide più.
Nella casa accanto, viveva invece una piccola scimmia, Caterina, molto bene educata, che non dava fastidio al suo anziano padrone, anzi gli faceva un bel po' di compagnia e lo faceva anche un po' ridere cercando di imitarlo: se lui se ne stava in poltrona a leggere il giornale, Caterina si sedeva sul divano lì vicino, prendeva una rivista, e si metteva a guardare le figure sfogliandola di tanto in tanto.
Le due case vicine avevano un balcone che le metteva quasi in comunicazione, separato solo da un vetro smerigliato. Così ogni tanto i due animali, entrambi ammaestrati, e quindi non intenzionati assolutamente a fuggire, si incontravano e parlavano tra loro.
Così accadde quel giorno.
- Buongiorno, Aronne! - disse con voce gentile la scimmietta Caterina. - Come te la passi? -
- La solita, mia cara amica Caterina - rispose il pappagallo guardandola fissa negli occhi - Il mio padrone ieri mi ha insegnato una nuova parola: Civetta! -
-Civetta a me? Non ho mica le ali! E neanche mi guardo allo specchio come una ragazzetta civettuola. Anzi, dello specchio ho proprio paura. Un giorno il mio padrone si stava radendo con la spuma da barba e la lametta, e io ho voluto imitarlo, e mi sono fatta un brutto taglio sulla faccia. Comunque, civetta non sono: sono molto modesta, io ! -
- Ma no, ma che dici, Caterina! La parola civetta non era rivolta a te, ma alla giovane domestica del mio padrone, che veste sempre in modo ricercato e si guarda intorno per farsi ammirare e ricevere complimenti -
- Comunque, Aronne, sta' attento alle parole! Lo sai che le parole talvolta possono tagliare più della spada o della lametta! -
- E tu, Caterina, sta' attenta a come ti comporti, a quello che fai. Certe cose l'uomo può farle,ma la scimmia no. Saresti capace di sbucciare una mela con il coltello senza
ferirti le dita? O di farti la doccia senza rischiare di scottarti la pelle con l'acqua bollente? -
- Taci, taci, Aronne! Mi stai facendo venire i brividi! Ho paura che un brutto giorno combinerò qualche guaio irreparabile. Ma anche tu...-
- Io che cosa ? -
- Certe volte ti sento dire delle parole veramente vergognose. A una signora che passava qui sotto, l'altro giorno, hai gridato : -Mi sembri una palla di lardo! - E quella si è messa a suonare furiosamente alla porta del tuo padrone, pensando che fosse stato lui -
- Sai che ti dico, Caterina? Ho paura anch'io di fare una brutta fine, spennato peggio di un pollo. Ma perché vivere così pericolosamente? Perché non cerchiamo di seguire
quelle che sono le nostre inclinazioni naturali ? -
- Magari, Aronne! Allora ce ne andremmo tutti e due nella foresta, liberi e sereni, padroni di noi stessi. Basta con questa città, con questa orrenda civiltà che ci costringe a non essere noi stessi, tu con le tue false parole, io con le mie azioni che sono solo una scopiazzatura di quelle dell'uomo - disse la scimmia Caterina.
- Già - rispose convinto Aronne - tu non saresti una scimmia e io non sarei un pappagallo, secondo questa brutta fama che ci siamo creati presso gli uomini. Sai che ti dico? Uno di questi giorni ci daremo un appuntamento, e quando nessuno ci vedrà, fuggiremo per riconquistare la nostra amata libertà -
E avvenne proprio così. Un bel giorno di settembre, a tarda sera, il pappagallo Aronne e la scimmietta Caterina presero la via verso la libertà, e nessuno li vide più.
Il più bel gioco del mondo - 12. puntata - quilazio
Senza tregua, via al concorso numero 12, quello delle tre sfide incrociate fra le sei prime squadre in classifica.
BARI-PARMA 2-0 marcatori Barreto e Kutuzov
BOLOGNA-BRESCIA 1-0 marcatore Di Vaio
CAGLIARI-GENOA 2-1 marcatori Matri Nenè Toni
FIORENTINA-CESENA 3-0 marcatori Gilardino Mutu Vargas
INTER-MILAN 2-2 marcatori Milito Eto'o Ibrahimovic Pato
JUVENTUS-ROMA 1-1 marcatori Quagliarella Menez
LAZIO-NAPOLI 1-0 marcatore Floccari
PALERMO-CATANIA 2-0 marcatori Pastore e Pinilla
SAMPDORIA-CHIEVO 2-1 marcatori Pazzini 2 e Pellissier
UDINESE-LECCE 2-0 marcatori Di Natale e Floro Flores
Punteggi: 5 punti per ogni punteggio indovinato (3-0, 2-1...); 2 punti per ogni risultato indovinato (vittoria, pareggio, sconfitta); 1 punto per ogni marcatore individuato. Un punteggio buono è da 20 in su.
N.B.Al controllo del lunedì, si riscontrano i seguenti risultati: 2 punteggi indovinati:
Bologna-Brescia 1-0 e Juventus-Roma 1-1, totale 2 per 5 = 10 punti. 4 risultati indovinati: le vittorie della Fiorentina, della Lazio, del Palermo e dell'Udinese: 4 per 2 = 8. Quindi 18 punti. Inoltre, abbiamo individuato le reti di Di Vaio, Gilardino, Floccari, Pastore ( 1 ), Di Natale ( 1 ) e FloroFlores, per un totale di 6 punti. Totale dei totali: 18 + 6 = 24 punti, che si può considerare iun buon punteggio.
BARI-PARMA 2-0 marcatori Barreto e Kutuzov
BOLOGNA-BRESCIA 1-0 marcatore Di Vaio
CAGLIARI-GENOA 2-1 marcatori Matri Nenè Toni
FIORENTINA-CESENA 3-0 marcatori Gilardino Mutu Vargas
INTER-MILAN 2-2 marcatori Milito Eto'o Ibrahimovic Pato
JUVENTUS-ROMA 1-1 marcatori Quagliarella Menez
LAZIO-NAPOLI 1-0 marcatore Floccari
PALERMO-CATANIA 2-0 marcatori Pastore e Pinilla
SAMPDORIA-CHIEVO 2-1 marcatori Pazzini 2 e Pellissier
UDINESE-LECCE 2-0 marcatori Di Natale e Floro Flores
Punteggi: 5 punti per ogni punteggio indovinato (3-0, 2-1...); 2 punti per ogni risultato indovinato (vittoria, pareggio, sconfitta); 1 punto per ogni marcatore individuato. Un punteggio buono è da 20 in su.
N.B.Al controllo del lunedì, si riscontrano i seguenti risultati: 2 punteggi indovinati:
Bologna-Brescia 1-0 e Juventus-Roma 1-1, totale 2 per 5 = 10 punti. 4 risultati indovinati: le vittorie della Fiorentina, della Lazio, del Palermo e dell'Udinese: 4 per 2 = 8. Quindi 18 punti. Inoltre, abbiamo individuato le reti di Di Vaio, Gilardino, Floccari, Pastore ( 1 ), Di Natale ( 1 ) e FloroFlores, per un totale di 6 punti. Totale dei totali: 18 + 6 = 24 punti, che si può considerare iun buon punteggio.
Classifiche di rendimento per Fantacalcio - 11.ma giornata
Portieri: Rosati Viviano Mirante
Difensori: Cicinho Zanetti Santacroce
Zebina Thiago Silva Mexes
Balzaretti Martinez Zaccardo
Centrocampisti: Olivera Alvarez Aquilani
Seedorf Dzemaili Boateng
Milanetto Candreva Mesbah
Parolo Diamanti Simplicio
Attaccanti: Menez Quagliarella Eto'o
Ibrahimovic Borriello Lavezzi
Pato Maxi Lopez Bojinov
Allenatori: Allegri Ranieri Marino
Il migliore: il romanista Menez, sfavillante contro la Fiorentina.
Il podio: secondo il bresciano Diamanti, per il suo eccezionale gol contro la Juventus.
Terzo il cesenate Parolo, la cui perla ha rimandato battuta la capolista Lazio.
La formazione della giornata: Rosati; Cicinho, Zebina, Balzaretti; Olivera, Seedorf, Milanetto, Parolo; Menez, Ibrahimovic, Pato. Allenatore: Allegri.
La Nazionale della giornata: Rosati;Criscito, Balzaretti, Zaccardo; Aquilani, Diamanti, Milanetto, Parolo; Quagliarella, Borriello, Moscardelli. Allenatore: Allegri.
Difensori: Cicinho Zanetti Santacroce
Zebina Thiago Silva Mexes
Balzaretti Martinez Zaccardo
Centrocampisti: Olivera Alvarez Aquilani
Seedorf Dzemaili Boateng
Milanetto Candreva Mesbah
Parolo Diamanti Simplicio
Attaccanti: Menez Quagliarella Eto'o
Ibrahimovic Borriello Lavezzi
Pato Maxi Lopez Bojinov
Allenatori: Allegri Ranieri Marino
Il migliore: il romanista Menez, sfavillante contro la Fiorentina.
Il podio: secondo il bresciano Diamanti, per il suo eccezionale gol contro la Juventus.
Terzo il cesenate Parolo, la cui perla ha rimandato battuta la capolista Lazio.
La formazione della giornata: Rosati; Cicinho, Zebina, Balzaretti; Olivera, Seedorf, Milanetto, Parolo; Menez, Ibrahimovic, Pato. Allenatore: Allegri.
La Nazionale della giornata: Rosati;Criscito, Balzaretti, Zaccardo; Aquilani, Diamanti, Milanetto, Parolo; Quagliarella, Borriello, Moscardelli. Allenatore: Allegri.
giovedì 11 novembre 2010
Il pagellino di Cesena-Lazio
Muslera 6: niente da fare sul gran gol di Parolo
Diakité 6: viene fuori alla distanza
Biava 6.5: il più in forma della difesa
Dias: 6 abbastanza a suo agio
Radu 6: offre un rendimento costante
Ledesma 5.5: appare affaticato, lento nel ritmo
Matuzalem 6: prova positiva; cala un po' nel finale
Bresciano 5.5: non sempre trova la posizione giusta
Zarate 5: cerca l'azione solitaria, e sbaglia
Foggia 6.5: ci prova sempre: la traversa dice no
Floccari 6.5: prova generosa. Non doveva uscire
Gonzalez 6: fa bene la sua parte nel finale
Rocchi 6: apprezzabile; cinque minuti e una palla-gol
Reja 5: bastava sostituire subito Zarate con Rocchi
Diakité 6: viene fuori alla distanza
Biava 6.5: il più in forma della difesa
Dias: 6 abbastanza a suo agio
Radu 6: offre un rendimento costante
Ledesma 5.5: appare affaticato, lento nel ritmo
Matuzalem 6: prova positiva; cala un po' nel finale
Bresciano 5.5: non sempre trova la posizione giusta
Zarate 5: cerca l'azione solitaria, e sbaglia
Foggia 6.5: ci prova sempre: la traversa dice no
Floccari 6.5: prova generosa. Non doveva uscire
Gonzalez 6: fa bene la sua parte nel finale
Rocchi 6: apprezzabile; cinque minuti e una palla-gol
Reja 5: bastava sostituire subito Zarate con Rocchi
Il Milan scavalca la Lazio
Piange la Lazio, caduta a Cesena; ridono il Milan, primo, il Napoli, terzo, e la Roma, sesta, per le loro preziose vittorie.
Piangono anche l'Inter, quarta, e la Juventus, quinta, che hanno lasciato due punti d'oro a Lecce ed a Brescia.
A centroclassifica, luce per Catania e Genoa, vittoriose su Udinese e Bologna. In coda, festa per il Cesena, capace di piegare la capolista Lazio con un gran gol del mediano Parolo.
Chievo e Bari si dividono fraternamente la posta, mentre nel posticipo di giovedì il Parma, già ultimo in classifica, è riuscito a battere la Sampdoria con una provvidenziale rete di Bojinov nel finale, lasciando il fanalino di coda al Bari e rientrando nel gruppone a quota 11.
Un mercoledì sconvolgente. La Lazio, fragile in attacco, in quattro giorni ha perso quattro punti di vantaggio: il Milan ha rimontato cinque punti, e la Roma addirittura sei.
Giornata avara di gol: solo diciassette, escluso il posticipo di Parma. Milan e Roma, però, ne hanno fatti tre ciascuno, segno di buona salute: Pato, Ibrahimovic e Robinho per i rossoneri, con il provvisorio pareggio del Palermo con Bacinovic; Simplicio, Borriello e Perrotta per i giallorossi, con Gilardino e D'Agostino in rimonta per l'indomita Fiorentina, che ha sfiorato un clamoroso pareggio in zona recupero.
Il Napoli, invece, si è accontentato di un gol di Lavezzi al 94' per passare a Cagliari, giocando peraltro molto bene.
Assai delusa l'Inter a Lecce, dove Olivera ha sùbito rimontato il gol di Milito; stessa cosa per la Juventus a Brescia, dove al gol di Quagliarella ha risposto immediatamente la rivelazione Diamanti.
Preziose al mille per mille le reti di Milanello per il Genoa ai danni del Bologna; del rinato Maxi Lopez per il Catania sull'Udinese, la cui rincorsa è stata interrotta; del bravo Parolo, che ha rilanciato le speranze del Cesena, tornato alla vittoria dopo otto giornate, mettendo nei pasticci la Lazio, e infine preziosissima la rete di Bojinov che ha salvato la panchina di Marino per un Parma che ha riasgganciato le squadre allineate a quota 11.
I RISULTATI
Brescia-Juventus 1-1
Cagliari-Napoli 0-1
Catania-Udinese 1-0
Cesena-Lazio 1-0
Chievo-Bari 0-0
Genoa-Bologna 1-0
Lecce-Inter 1-1
Milan-Palermo 3-1
Parma-Sampdoria 1-0 (giovedì)
Roma-Fiorentina 3-2
LA CLASSIFICA
Milan 23
Lazio 22
Napoli 21
Inter 20
Juventus 19
Roma 18
Sampdoria e Chievo 15
Palermo, Catania, Genoa e Udinese 14
Fiorentina e Lecce 12
Cagliari, Brescia, Bologna, Parma e Cesena 11
Bari 9
I CANNONIERI
8 retio: Eto'o dell'Inter e Cavani del Napoli
6 reti: Di Vaio del Bologna, Pato del Milan e Quagliarella della Juventus
5 reti: Matri del Cagliari, Borriello della Roma e Ibrahimovic del Milan
4 reti: Barreto del Bari, Caracciolo del Brescia, Pellissier del Chievo, Gilardino della Fiorentina, Ilicic, Pastore e Pinilla del Palermo, Cassano della Sampdoria
IL PROSSIMO TURNO
Fiorentina-Cesena - sabato 13 ore 18
Juventus-Roma -sabato 13 ore 20.45
domenica 14, ore 12.30:Lazio-Napoli
domenica 14, ore 15:
Bari-Parma
Bologna-Brescia
Cagliari-Genoa
Palermo-Catania
Sampdoria-Chievo
Udinese-Lecce
ore 20.45: Inter-Milan
Signori, lo spezzatino TV è servito in ben cinque portate!
Piangono anche l'Inter, quarta, e la Juventus, quinta, che hanno lasciato due punti d'oro a Lecce ed a Brescia.
A centroclassifica, luce per Catania e Genoa, vittoriose su Udinese e Bologna. In coda, festa per il Cesena, capace di piegare la capolista Lazio con un gran gol del mediano Parolo.
Chievo e Bari si dividono fraternamente la posta, mentre nel posticipo di giovedì il Parma, già ultimo in classifica, è riuscito a battere la Sampdoria con una provvidenziale rete di Bojinov nel finale, lasciando il fanalino di coda al Bari e rientrando nel gruppone a quota 11.
Un mercoledì sconvolgente. La Lazio, fragile in attacco, in quattro giorni ha perso quattro punti di vantaggio: il Milan ha rimontato cinque punti, e la Roma addirittura sei.
Giornata avara di gol: solo diciassette, escluso il posticipo di Parma. Milan e Roma, però, ne hanno fatti tre ciascuno, segno di buona salute: Pato, Ibrahimovic e Robinho per i rossoneri, con il provvisorio pareggio del Palermo con Bacinovic; Simplicio, Borriello e Perrotta per i giallorossi, con Gilardino e D'Agostino in rimonta per l'indomita Fiorentina, che ha sfiorato un clamoroso pareggio in zona recupero.
Il Napoli, invece, si è accontentato di un gol di Lavezzi al 94' per passare a Cagliari, giocando peraltro molto bene.
Assai delusa l'Inter a Lecce, dove Olivera ha sùbito rimontato il gol di Milito; stessa cosa per la Juventus a Brescia, dove al gol di Quagliarella ha risposto immediatamente la rivelazione Diamanti.
Preziose al mille per mille le reti di Milanello per il Genoa ai danni del Bologna; del rinato Maxi Lopez per il Catania sull'Udinese, la cui rincorsa è stata interrotta; del bravo Parolo, che ha rilanciato le speranze del Cesena, tornato alla vittoria dopo otto giornate, mettendo nei pasticci la Lazio, e infine preziosissima la rete di Bojinov che ha salvato la panchina di Marino per un Parma che ha riasgganciato le squadre allineate a quota 11.
I RISULTATI
Brescia-Juventus 1-1
Cagliari-Napoli 0-1
Catania-Udinese 1-0
Cesena-Lazio 1-0
Chievo-Bari 0-0
Genoa-Bologna 1-0
Lecce-Inter 1-1
Milan-Palermo 3-1
Parma-Sampdoria 1-0 (giovedì)
Roma-Fiorentina 3-2
LA CLASSIFICA
Milan 23
Lazio 22
Napoli 21
Inter 20
Juventus 19
Roma 18
Sampdoria e Chievo 15
Palermo, Catania, Genoa e Udinese 14
Fiorentina e Lecce 12
Cagliari, Brescia, Bologna, Parma e Cesena 11
Bari 9
I CANNONIERI
8 retio: Eto'o dell'Inter e Cavani del Napoli
6 reti: Di Vaio del Bologna, Pato del Milan e Quagliarella della Juventus
5 reti: Matri del Cagliari, Borriello della Roma e Ibrahimovic del Milan
4 reti: Barreto del Bari, Caracciolo del Brescia, Pellissier del Chievo, Gilardino della Fiorentina, Ilicic, Pastore e Pinilla del Palermo, Cassano della Sampdoria
IL PROSSIMO TURNO
Fiorentina-Cesena - sabato 13 ore 18
Juventus-Roma -sabato 13 ore 20.45
domenica 14, ore 12.30:Lazio-Napoli
domenica 14, ore 15:
Bari-Parma
Bologna-Brescia
Cagliari-Genoa
Palermo-Catania
Sampdoria-Chievo
Udinese-Lecce
ore 20.45: Inter-Milan
Signori, lo spezzatino TV è servito in ben cinque portate!
mercoledì 10 novembre 2010
Sorpasso del Milan: la Lazio a vuoto a Cesena
E' andata. Il sorpasso è avvenuto. Il Milan ha battuto nettamente il Palermo, la Lazio ha invece perduto a Cesena, nel finale di una scialba partita.
Un gol di Parolo da trenta metri, a quattro minuti dalla fine, ha infilzato Muslera, e la Lazio è caduta, completando la "quattro giorni" nera degli uomini di Reja.
La Lazio, completamente cambiata rispetto a domenica con Diakité, Biava, Matuzalem, Bresciano e Foggia, non ha mostrato grande reazione rispetto al derby.
Due sole annotazioni importanti: un palo colpito da Foggia e un rigore negato su Zarate. Nel finale sono entrati Kozak e Rocchi per tentare almeno la riconquista del pareggio, e Tommaso ha avuto anche la palla-gol, ma al solito non è stato fortunato.
L'arbitro ce l'ha tirata anche lui, continuando l'opera del suo collega del derby. Chissà perché tanta antipatia verso i colori biancocelesti. Noi li puniamo cancellando dalla cronaca i loro nomi non illustri.
Ma se la Lazio vuole dimostrare di essere forte, deve lasciare da parte le storie con gli arbitri, e rimediare ai suoi difetti, che sono quelli di un'estrema leggerezza in area di rigore.
Floccari ha dovuto sgroppare da una parte all'altra del fronte offensivo per procurarsi i palloni che avrebbero dovuto servirgli in tre: Bresciano, Zarate e Foggia, e non c'è stata questa capacità.
Non si può giocare con un solo uomo in attacco. Occorre una seconda punta. Il centrocampo può macinare quanto gioco vuole, ma in area avversaria si avverte troppo spesso un vuoto.
Ora non cominciamo il processo alla capolista uscente. Niente è perduto perchè niente era stato conquistato. In quattro giorni sono stati perduti quattro punti di vantaggio, e ora in cima c'è una grande scala di un punto per gradino, con Milan, Lazio, Napoli, Inter, Juventus e Roma. Tra queste sei squadre ci si gioca scudetto e Champions League. Guarda caso, domenica ci sono tre incontri incrociati.
Un'importanza eccezionale avrà l'incontro Lazio-Napoli di domenica prossima. Se battessimo il Napoli, tutto si potrebbe sistemare, perché in contemporanea c'è il derby Inter-Milan. E anche Juventus-Roma. Due bei pareggi farebbero davvero comodo a una Lazio che non è morta.
Un gol di Parolo da trenta metri, a quattro minuti dalla fine, ha infilzato Muslera, e la Lazio è caduta, completando la "quattro giorni" nera degli uomini di Reja.
La Lazio, completamente cambiata rispetto a domenica con Diakité, Biava, Matuzalem, Bresciano e Foggia, non ha mostrato grande reazione rispetto al derby.
Due sole annotazioni importanti: un palo colpito da Foggia e un rigore negato su Zarate. Nel finale sono entrati Kozak e Rocchi per tentare almeno la riconquista del pareggio, e Tommaso ha avuto anche la palla-gol, ma al solito non è stato fortunato.
L'arbitro ce l'ha tirata anche lui, continuando l'opera del suo collega del derby. Chissà perché tanta antipatia verso i colori biancocelesti. Noi li puniamo cancellando dalla cronaca i loro nomi non illustri.
Ma se la Lazio vuole dimostrare di essere forte, deve lasciare da parte le storie con gli arbitri, e rimediare ai suoi difetti, che sono quelli di un'estrema leggerezza in area di rigore.
Floccari ha dovuto sgroppare da una parte all'altra del fronte offensivo per procurarsi i palloni che avrebbero dovuto servirgli in tre: Bresciano, Zarate e Foggia, e non c'è stata questa capacità.
Non si può giocare con un solo uomo in attacco. Occorre una seconda punta. Il centrocampo può macinare quanto gioco vuole, ma in area avversaria si avverte troppo spesso un vuoto.
Ora non cominciamo il processo alla capolista uscente. Niente è perduto perchè niente era stato conquistato. In quattro giorni sono stati perduti quattro punti di vantaggio, e ora in cima c'è una grande scala di un punto per gradino, con Milan, Lazio, Napoli, Inter, Juventus e Roma. Tra queste sei squadre ci si gioca scudetto e Champions League. Guarda caso, domenica ci sono tre incontri incrociati.
Un'importanza eccezionale avrà l'incontro Lazio-Napoli di domenica prossima. Se battessimo il Napoli, tutto si potrebbe sistemare, perché in contemporanea c'è il derby Inter-Milan. E anche Juventus-Roma. Due bei pareggi farebbero davvero comodo a una Lazio che non è morta.
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Meira e Fucile: che rinforzi sono? Serve un cannoniere
Per una Lazio che è in testa alla classifica del campionato italiano, se a gennaio si vuole avere qualche rinforzo, non possono essere utili i due nomi che in questi giorni sono di moda: Fernando Meira, centrale portoghese dello Zenit di Mosca, e Jorge Fucile, terzino sinistro uruguayano del Porto.
Si tratta di elementi di valore: ma Fernando Meira ha 32 anni, e noi nel ruolo abbiamo Dias che è più giovane e costituisce una vera colonna della difesa biancoceleste. Se proprio devi dargli un rincalzo, cercalo giovane, giovanissimo, ma dal grande futuro, e non dal grande passato.
Quanto a Fucile, di anni ne ha soltanto 26, è un ottimo elemento, ma pare che costi una cifra: è proprio il caso di fare una spesa così, quando abbiamo un Radu di tutto affidamento (lo vuole Mancini al Manchester City), un Cavanda che gioca benissimo anche a sinistra, e un Garrido che non è detto sia da buttar via?
Io quei soldi - si tratta di almeno 10 milioni di euro - andrei a spenderli per quello che effettivamente manca alla Lazio: un secondo spietato goleador da affiancare a Floccari. Alla Lazio manca ancora un vero uomo-gol, Floccari soltanto non può bastare. Santa Cruz pare che vada in Germania, e in lui neanche crederei, con tutti i suoi problemi fisici. Ma possibile che, in tutto il panorama europeo e sudamericano, non ci sia un uomo-gol giovane e forte adatto per la Lazio? Un Matri, ad esempio?
Perchè non si ribussa alla porta del Cagliari, offrendo in cambio Kozak che ha bisogno solo di fare esperienza per diventare lui l'ariete del futuro?
Si tratta di elementi di valore: ma Fernando Meira ha 32 anni, e noi nel ruolo abbiamo Dias che è più giovane e costituisce una vera colonna della difesa biancoceleste. Se proprio devi dargli un rincalzo, cercalo giovane, giovanissimo, ma dal grande futuro, e non dal grande passato.
Quanto a Fucile, di anni ne ha soltanto 26, è un ottimo elemento, ma pare che costi una cifra: è proprio il caso di fare una spesa così, quando abbiamo un Radu di tutto affidamento (lo vuole Mancini al Manchester City), un Cavanda che gioca benissimo anche a sinistra, e un Garrido che non è detto sia da buttar via?
Io quei soldi - si tratta di almeno 10 milioni di euro - andrei a spenderli per quello che effettivamente manca alla Lazio: un secondo spietato goleador da affiancare a Floccari. Alla Lazio manca ancora un vero uomo-gol, Floccari soltanto non può bastare. Santa Cruz pare che vada in Germania, e in lui neanche crederei, con tutti i suoi problemi fisici. Ma possibile che, in tutto il panorama europeo e sudamericano, non ci sia un uomo-gol giovane e forte adatto per la Lazio? Un Matri, ad esempio?
Perchè non si ribussa alla porta del Cagliari, offrendo in cambio Kozak che ha bisogno solo di fare esperienza per diventare lui l'ariete del futuro?
Frosinone senza grinta: passa il Crotone 3-2
Il Comunale di Frosinone una volta era un campo tabù, ma da qualche tempo si sta trasformando nella vigna di zio: chi passa, viene a cogliere il suo bel grappolo d'una, e a noi lascia soltanto la bocca amara. Così è passato anche il Crotone, una squadra che merita rispetto, certamente, ma che poteva benissimo essere battuta con un po' più di grinta e di determinazione.
Il bravo Sansone ci ha provato due volte: al 14' della ripresa, quando ha ridotto le distanze per i canarini, trafitti due volte da Tedeschi e Curiale nel finale del primo tempo: ed è proprio nei minuti centrali della ripresa che abbiamo mancato la grande occasione. Con un forcing convinto avremmo potuto quanto meno pareggiare, ma al 66' Cutolo ci ha dato la mazzata decisiva.
Sansone, forse l'unico a crederci veramente, ha provato anche a riaprire la partita con il suo secondo gol al 90': e non sarebbe stato neamche troppo tardi: quante partite si sono decise in zona recupero?
Ora siamo di nuovo nei pasticci, ma basterebbe una vera reazione per mettere le cose a posto, magari fin da sabato a Padova. Già: ci tocca far miracoli in trasferta per riparare ai guai combinati in casa. Il Padova è un osso duro, e crede ancora nella serie A, ma il Frosinone non può davvero restare a guardare.
Il bravo Sansone ci ha provato due volte: al 14' della ripresa, quando ha ridotto le distanze per i canarini, trafitti due volte da Tedeschi e Curiale nel finale del primo tempo: ed è proprio nei minuti centrali della ripresa che abbiamo mancato la grande occasione. Con un forcing convinto avremmo potuto quanto meno pareggiare, ma al 66' Cutolo ci ha dato la mazzata decisiva.
Sansone, forse l'unico a crederci veramente, ha provato anche a riaprire la partita con il suo secondo gol al 90': e non sarebbe stato neamche troppo tardi: quante partite si sono decise in zona recupero?
Ora siamo di nuovo nei pasticci, ma basterebbe una vera reazione per mettere le cose a posto, magari fin da sabato a Padova. Già: ci tocca far miracoli in trasferta per riparare ai guai combinati in casa. Il Padova è un osso duro, e crede ancora nella serie A, ma il Frosinone non può davvero restare a guardare.
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cronaca sportiva
martedì 9 novembre 2010
Cavanda e Foggia novità a Cesena - Hernanes si riposa
Cesena-Lazio: una ripartenza immediata, Dimenticare subito un altro derby "rubato".
La classifica dice che la Lazio finora è stata la migliore.
A Milano, sponda rossonera, si parla già di sorpasso: la Lazio perde in Romagna, il Milan batte il Palermo, e il gioco è fatto: 23 Milan, 22 Lazio.
Siamo sicuri che non sarà così, la Lazio manterrà ancora la testa della classifica. Stesse piuttosto attento il Milan, che in casa incespica spesso e volentieri, e deve fare i conti con un Palermo superdotato in attacco, contro una difesa che dà i brividi. Anche a Bari ha rischiato brutto, mostrando un doppio volto che non somiglia per niente al volto di una capolista.
Ma noi dobbiamo badare ai fatti nostri e non dar retta a chiacchiere. Reja concede giustamente un turno di riposo all'affaticatissimo Hernanes ,che da gennaio ancora non riesce a respirare. Al suo posto un Foggia che brucia dalla voglia di dimostrare quanto è bravo e quale poteva essere il suo contributo se chiamato più spesso alla prova.
Un altro che riposa è Lichtsteiner, che contro la Roma è stato tra i più nervosi. E lui pure ha un rincalzo di lusso, quel Cavanda che è la perla del nostro vivaio e che da tempo morde il freno giocando nella Primavera.
Il Cesena merita rispetto, anche se da tempo appare in panne e accenna a stanchezza
non fisica ma psicologica. Però ancora non è spacciato, e contro la Lazio ce la metterà tutta. Ledesma, Dias e Muslera dovranno stare con gli occhi bene aperti.
Lo schema è il solito: 4-2-3-1, con Foggia-Mauri-Zarate addetti al lancio di Floccari.
Reja potrebbe dare un turno di tregua anche a Mauri, uno di quelli che più hanno "dato" fino a questo momento: il suo posto potrebbe essere preso da Bresciano, che comunque vedremo in campo nella ripresa. Lo stesso Matuzalem potrebbe dare il cambio a Brocchi, completando così un intelligente turn over, comprendente anche il rientro di Biava al posto di Stendardo.
Domani sera alle 23 vi daremo il solito puntuale resoconto della partita su Qui Lazio.
La classifica dice che la Lazio finora è stata la migliore.
A Milano, sponda rossonera, si parla già di sorpasso: la Lazio perde in Romagna, il Milan batte il Palermo, e il gioco è fatto: 23 Milan, 22 Lazio.
Siamo sicuri che non sarà così, la Lazio manterrà ancora la testa della classifica. Stesse piuttosto attento il Milan, che in casa incespica spesso e volentieri, e deve fare i conti con un Palermo superdotato in attacco, contro una difesa che dà i brividi. Anche a Bari ha rischiato brutto, mostrando un doppio volto che non somiglia per niente al volto di una capolista.
Ma noi dobbiamo badare ai fatti nostri e non dar retta a chiacchiere. Reja concede giustamente un turno di riposo all'affaticatissimo Hernanes ,che da gennaio ancora non riesce a respirare. Al suo posto un Foggia che brucia dalla voglia di dimostrare quanto è bravo e quale poteva essere il suo contributo se chiamato più spesso alla prova.
Un altro che riposa è Lichtsteiner, che contro la Roma è stato tra i più nervosi. E lui pure ha un rincalzo di lusso, quel Cavanda che è la perla del nostro vivaio e che da tempo morde il freno giocando nella Primavera.
Il Cesena merita rispetto, anche se da tempo appare in panne e accenna a stanchezza
non fisica ma psicologica. Però ancora non è spacciato, e contro la Lazio ce la metterà tutta. Ledesma, Dias e Muslera dovranno stare con gli occhi bene aperti.
Lo schema è il solito: 4-2-3-1, con Foggia-Mauri-Zarate addetti al lancio di Floccari.
Reja potrebbe dare un turno di tregua anche a Mauri, uno di quelli che più hanno "dato" fino a questo momento: il suo posto potrebbe essere preso da Bresciano, che comunque vedremo in campo nella ripresa. Lo stesso Matuzalem potrebbe dare il cambio a Brocchi, completando così un intelligente turn over, comprendente anche il rientro di Biava al posto di Stendardo.
Domani sera alle 23 vi daremo il solito puntuale resoconto della partita su Qui Lazio.
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I manifesti di Man - Acuto 2000
Periodicamente, talvolta anche a ritmo settimanale, e da ormai 21 anni, esce ad Acuto, il bel paese ciociaro, un manifesto a firma di Man, alias Patrizio Pilozzi.
E' siglato "Acuto 2000", è di ampio formato, ma soprattutto contiene idee di alto significato politico, sociale, civile, morale, controcorrente, audace e convinto.
"Man" non perdona nessuno, neanche se stesso, e pur essendo di elevatissima fede cattolica, non si schiera con nessuno e non esita a rimproverare alla Chiesa, e a chi opera in suo nome in campo sia religioso che politico, ogni eccesso di lusso, di corruzione, di guasto morale, appellandosi ai puri principi del Vangelo.
Patrizio Pilozzi non ha esitato, per decenni, ad opporsi perfino al fratello Pio e al nipote Nazzareno, sindaci del PCI-PD di Acuto dal 1978 al 2009, quando hanno mancato ai loro doveri di equità e di correttezza civile.
Patrizio Pilozzi è anche autore di un romanzo di elevatissimo contenuto: "Gli schiaffi di Anagni", editore Carlo Marconi, Roma 2002, che vi invitiamo a cercare in libreria.
Potrete conoscere un mondo di altissima moralità.
Se volete invece ricevere via e.mail il testo dei bellissimi manifesti, potete richiederli
una volta per tutte a silviapilozzi@tiscali.it
E' siglato "Acuto 2000", è di ampio formato, ma soprattutto contiene idee di alto significato politico, sociale, civile, morale, controcorrente, audace e convinto.
"Man" non perdona nessuno, neanche se stesso, e pur essendo di elevatissima fede cattolica, non si schiera con nessuno e non esita a rimproverare alla Chiesa, e a chi opera in suo nome in campo sia religioso che politico, ogni eccesso di lusso, di corruzione, di guasto morale, appellandosi ai puri principi del Vangelo.
Patrizio Pilozzi non ha esitato, per decenni, ad opporsi perfino al fratello Pio e al nipote Nazzareno, sindaci del PCI-PD di Acuto dal 1978 al 2009, quando hanno mancato ai loro doveri di equità e di correttezza civile.
Patrizio Pilozzi è anche autore di un romanzo di elevatissimo contenuto: "Gli schiaffi di Anagni", editore Carlo Marconi, Roma 2002, che vi invitiamo a cercare in libreria.
Potrete conoscere un mondo di altissima moralità.
Se volete invece ricevere via e.mail il testo dei bellissimi manifesti, potete richiederli
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