Un orso bruno, spinto dalla fame, si era staccato dal suo gruppo su un'alta montagna, e piano piano si stava avvicinando all'abitato di un paesino dell'Appennino centrale, dove avrebbe trovato cibo con una certa facilità, magari aspettando le ore notturne.
Stesso pensiero aveva una pantera nera, fuggita da un circo di passaggio nella medesima zona: girovagava terrorizzando la gente che ogni tanto ne avvistava la presenza.
Un giorno, sull'imbrunire, i due grandi animali s'incontrarono. Per fortuna erano all'interno di una foresta, altrimenti il terrore della gente si sarebbe raddoppiato, e magari avrebbero chiamato la guardia forestale e l'esercito per eliminare quel grande pericolo.
La pantera nera, di nome Irina, guardò l'orso, che era due volte più alto di lei, ma non ne ebbe paura: i due si rispettavano a vicenda, perché non si sa chi avrebbe avuto la meglio se si fossero scontrati.
L'orso bruno, che si chiamava Demetrio, prese la parola per primo: - Mia cara pantera, siamo compagni di sventura. La stagione è brutta, e non si trova proprio nulla da mangiare. Da quanto tempo non metti qualcosa di nutriente sotto i denti? -
- Non farmi parlare - rispose faticosamente Irina. - Sono due giorni che cerco cibo, l'ultimo è stato un coniglio che era fuggito dalla sua stia. Gli uomini dei villaggi intorno mi hanno avvistato, hanno preso i fucili, e non posso accostarmi più di tanto -
- Ahimè - ribatté Demetrio. - La stessa cosa accade a me. I bambini del paesetto qui sotto mi hanno sorpreso mentre mi avvicinavo a un pollaio, e hanno fatto uno schiamazzo tale che sono dovuto fuggire a bocca vuota: anche qui sono apparsi fucili e armi varie. Vogliono farci la pelle!
- Per fortuna la Protezione Animali è intervenuta a nostra difesa, ma anche loro vorrebbero sorprenderci e colpirci con le siringhe di sonnifero per riportarci in gabbia o magari mandarci chissà dove, e io non voglio. Non mi fido degli uomini, né se ci attaccano né se ci difendono. Sono brutte bestie peggio di noi ! -
-Io mi trovavo benissimo su nel Parco Nazionale, dove viviamo liberamente - spiegò l'orso Demetrio.Ma quest'anno i viveri sono davvero scarsi, e se continua questa carestia è possibile che moriamo tutti, o quasi. Non c'è più neanche uno scoiattolo o una talpa, e sinceramente non riesco a mandar giù cibi vegetali, foglie, radici o muschio -
- Al circo mi trattavano molto bene quanto al cibo , ma per il resto facevo una vita impossibile, chiusa in una gabbia e sempre controllata dal domatore con la sua frusta. Un giorno sono riuscita a fuggire, ma ora ho fame... - sospirò la pantera con un interminabile sbadiglio.
L'orso Demetrio decise: - Stanotte dobbiamo assolutamente far preda. Ho visto un gregge, non lontano da qui. Se solo il pastore tornasse a casa per la notte, avremo via libera. Dei cani pastore non ho assolutamente paura. Vieni con me, e anche i tuoi problemi saranno risolti -
Così avvenne. Quel gregge fu veramente lasciato solo, di notte. Un errore imperdonabile. Così, quando il pastore tornò, al mattino, due pecore, le più grosse e robuste, erano scomparse. I due cani erano stati azzannati e ridotti all'impotenza, e c'erano intorno tracce di sangue dei due animali rapiti. Per quella settimana, l'orso bruno e la pantera si erano assicurati di che vivere. Poi si sarebbe visto.
L'orso Demetrio e la pantera Irina, ancora per mesi, riuscirono a tenere in allarme la popolazione di quella zona.
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