giovedì 9 dicembre 2010

Il cinghialetto e il maiale -43- storie di animali

Un cinghialetto affamato, Otello, gironzolava per la boscaglia di una montagna nei pressi di una piccola fattoria, cercando di trovare il momento buono per accostarsi e per trafugare qualcosa di sostanzioso: un coniglio, ad esempio, o anche una piccola gallina.
Era ormai sera, la piccola fattoria doveva essere rimasta provvisoriamente senza qualcuno che la vigilasse, perché i proprietari, la notte, per lo più rientravano in paese.
Il piccolo cinghiale questo lo aveva intuito, e stava cercando di approfittare della situazione per fare comodamente il suo colpo. Si accostò ancora di più , e sentì il grugnito di un maiale.
Beh, no, il maiale non ce l'avrebbe mai fatta a portarlo via. Era troppo grande, per lui. Preferiva una preda più leggera.
Il maiale, roseo e paffuto, di nome Carlotto, intravide il piccolo cinghiale oltre lo steccato, ed ebbe un po' di paura. Ma non troppa. Sapeva che l'altro non avrebbe avuto il coraggio di attaccarlo: sembrava giovane e inesperto.
- Senti un po', mio cugino alla lontana, cerchi qualcosa, da queste parti? - disse con un grugnito.
Il cinghialetto Otello rispose anche lui con un grugnito, ma più forte e gutturale. - Ho fame. Parli bene, tu, che hai sempre la vaschetta piena e non fai nessuna fatica. Io il cibo debbo procurarmelo, e qui ne avete in quantità: conigli, polli, galline, tacchini...Cerco anch'io qualcosa di buono -
- Nella selva non trovate niente di confortevole, tu e i tuoi amici? -
- Qualche animaluccio magro e stentato, una talpa o una marmotta, che però i cinghiali più grandi subito fanno sparire. A me che sono piccolo non resta nulla, e debbo rimediare rubacchiando qua e là -
- Ma ci sono i padroni, in giro! Vattene, prima che sia troppo tardi.E poi non sai che da queste parti organizzano ogni tanto la caccia al cinghiale? Guai se ti capitasse qualcosa del genere: sarebbe la tua fine -
Otello si guardò intorno spaventato. Altro che, se lo sapeva. Solo una settimana prima ci avevano lasciato la pelle lo zio Gromo, un bestione grosso così, e con lui il figlio Mommo, che era uno dei suoi amici più affezionati. Maledetti cacciatori: li avevano spinti in una trappola, tenendo legato ad un albero un agnello, mentre loro erano nascosti lì dietro con i fucili pronti. Una strage.
- Debbo sbrigarmi - si disse Otello. Proprio in quel momento passò lì davanti un grosso coniglio sbadato, e il cinghialetto non se lo fece sfuggire, lo azzannò prontamente e fuggì via.
Il maiale Carlotto ci rimase male, ma in fondo non era del tutto scontento. Quei suoi padroni che lo ingrossavano a loro volontà, verso Natale gli avrebbero fatto la festa senza tanti complimenti. Perciò, se ogni tanto ci rimettevano un coniglio o una gallina, o anche un tacchino, che male c'era?
Infatti, dopo qualche ora, dal paese giunse il padrone più giovane per fermarsi la notte nella fattoria a controllare. Non si accorse nemmeno che un coniglio era sparito: ne avevano in abbondanza. Carlotto pensò che anche il cinghialotto Otello, che gli era pure simpatico, aveva diritto a nutrirsi, come tutti gli esseri viventi di questo mondo.





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