giovedì 23 dicembre 2010

Il cervo e la capretta - 50 - storie di animali

Alle prode dell'alta montagna, la capretta Lisotta si era allontanata dal suo piccolo gregge, e, brucando brucando, era giunta in una zona solitaria ai confini del bosco. Alla capretta piaceva molto isolarsi un po', ma stavolta aveva forse esagerato. Infatti, nel voltarsi per tornare indietro, s'incontrò nientemeno che con un cervo dalle grandi, magnifiche corna, di nome Pompeo.
La capretta Lisotta rimase col fiato sospeso, ammirata.
- Che meraviglia, o grande cervo. Le tue corna sono veramente splendide, sembrano i rami di un albero. Io invece non posso che vergognarmi delle mie, appena accennate, sicché mi sembra di confondermi con quella mia povera parente che è la pecora. Qual è il segreto del vostro dono straordinario? -
Il cervo Pompeo, che si era sempre compiaciuto delle sue grandi corna, finse di essere umile e rispose: - Niente di straordinario. Ti dirò che qualche volta questa mia espansione verso l'alto mi dà anche un po' di fastidio. Comunque, sì, le mie corna sono le più grandi e le più belle del mio gruppo -
La capretta Lisotta non sapeva più come elogiare il cervo Pompeo, e disse, un po' imbarazzata: - Certamente avrai scelto come compagna la cerva più bella, che però ha soltanto delle piccole corna come le mie...-
La capretta avrebbe voluto ricevere dal cervo Pompeo almeno un piccolo complimento, ma il cervo sembrava piuttosto infastidito dall'insistente vociare di quella insignificante creatura, fra l'altro anche un po' maleodorante.
- I nostri pascoli, quassù...-disse con un certo nervosismo - sono molto più poveri dei vostri, che sono abbondanti di erbe e di teneri cespugli. Perché mai ti sei voluta spingere così in alto? Può essere pericoloso, per te ! -
- Io non ho paura di nulla - ribatté la capretta con una punta di orgoglio. - So arrampicarmi benissimo anche nei punti più scoscesi e far fronte a qualunque pericolo, anche se non ho un'arma potente come le tue corna -
Lisotta sembrava davvero orgogliosa della sua audacia, ed anche di aver saputo far fronte con le sue parole al grande cervo Pompeo. Lo avrebbe raccontato con molta soddisfazione alle sue amiche del gruppo, che ne sarebbero state certamente invidiose.
Mentre i due animali erano intenti ai loro discorsi, due cacciatori di frodo, che si erano spinti anch'essi molto in alto, avevano avvistato da lontano quel magnifico cervo, e
decisero di non lasciarselo sfuggire. Mirarono con grande cura, e spararono. Un colpo mancò per pochissimo il cervo, che fece appena in tempo a gettarsi nella foresta. Anche la capretta, terrorizzata, lo seguì. Ma mentre Lisotta, con la sua snella figura, riuscì ad allontanarsi con grande disinvoltura, il cervo Pompeo rimase impigliato con le sue magnifiche corna ai bassi rami di un albero.
I cacciatori, perciò, stavolta non mancarono il colpo. E così le belle corna di Pompeo
si trasformarono in un ammirato trofeo di caccia nel loro salone di città.


Nessun commento:

Posta un commento