Dall'albo delle figurine Panini esce fuori una novità clamorosa. Su 520 giocatori impiegati nella serie A italiana, ben 244 sono stranieri, poco meno della metà che è 260.
Ciò significa che ci sono oltre 12 stranieri per squadra, contro neppure 14 italiani: esattamente 12,2 contro 13,8.
E soprattutto: c'è sempre meno posto per i giovanissimi dei nostri vivai.
La squadra più italiana è il Cagliari, con soli tre stranieri tesserati: Nenè, Nainggolan e
Sivakov. Al secondo posto la Sampdoria con 8 stranieri. Al terzo posto Juventus, Parma, Napoli e Bari con 9.
Settima, con 11 stranieri, il Bologna. Ottave, con 12 stranieri, Brescia, Chievo, Genoa e Palermo.
Al dodicesimo posto, con 13 stranieri, Lecce e Milan.
Quattordicesime, con 14 stranieri, Fiorentina e Udinese.
Sedicesime, con 15 stranieri, Cesena e Lazio.
Diciottesime, con 16 stranieri, Catania e Roma.
Ventesima, e questo lo sapevamo, è l'Inter con ben 22 stranieri tesserati su 26 (gli unici italiani sono i portieri Castellazzi e Orlandoni, e i difensori Materazzi e Santon).
Gli stranieri, in gran maggioranza, costano poco. E' chiaro che poi, se vuoi un ragazzino italiano, devi pagarlo a peso d'oro. Ma la norma di avere almeno quattro elementi del vivaio in squadra non esiste più? L'Inter sicuramente non la rispetta, e neanche il Catania (ha 12 argentini tesserati contro 10 italiani!) e la Roma ( soli dieci italiani tesserati: Cassetti, De Rossi, Brighi, Perrotta, Totti, Borriello, Castellini, Rosi, Greco e Okaka. Il vivaio dov'è? quel vivaio una volta famoso?)
Così si distrugge il calcio italiano. Del resto, nei vivai, ormai fioccano già gli stranieri: la sola Lazio ha Cavanda, Barreto e Kozak, per ricordare solo i primi che ci vengono in mente.
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