Era ancora notte, e solo una sottile striscia di luce bianca stava nascendo all'orizzonte, quando il galletto Eugenio cominciò a cantare a squarciagola dalla finestra della sua casa.
Proprio in quei giorni, il ghiro Domenico aveva trovato una nuova dimora da quelle parti, e come sua abitudine stava per entrare in letargo, per dormirsela della grossa per l'intero inverno.
Quando il ghiro Domenico sentì il canto squillante del gallo Eusebio, si svegliò di botto e quasi quasi si sentì male. Pazientò un po', sperando che quello smettesse, ma siccome Eusebio sembrava averci preso gusto, il ghiro andò alla sua finestra, che era a piano terra, l'aprì con rabbia, e cominciò a gridare al suo scomodo vicino di casa: - Ma insomma, la smetti? Che modo è questo di mettersi a strillare alle cinque del mattino? La gente rispettabile a quest'ora dorme! -
Il galletto Eusebio non si aspettava una simile sgridata: - Ma come! Io faccio un favore alla gente per bene, invitandola a svegliarsi, a lavarsi, e a cominciare la sua giornata di lavoro. Dovreste dirmi grazie ! -
- Grazie? Ma non sai che c'è gente che ha ancora bisogno di dormire? Chi deve andare al lavoro può benissimo servirsi di una sveglia. Che c'entri, tu ? Perché ti svegli così presto ? Perché non torni a dormire con le tue galline ?-
A quelle parole del ghiro, il galletto Eusebio si offese a morte. - Ciascuno di noi ha le sue abitudini, e se tu vuoi dormire puoi anche metterti il cotone nelle orecchie. Noi del villaggio siamo d'accordo che io, prima ancora dell'alba, svegli tutti con il mio canto per invitarli al lavoro ! -
- Il tuo canto ? - ribatté sempre più irritato il ghiro Domenico. - E me lo chiami canto?
Il tuo è uno strillo che rompe i timpani. E poi, quando hai strillato due o tre volte, non basta ? Perché continui a dar fastidio a quelli che non debbono andare a lavorare ? -
- Ah, ecco: è qui che ti volevo ! Tu pensi che al mondo si possa vivere senza lavorare ? Solo degli scioperati come te possono ragionare in questa maniera. La vita è dura e bisogna guadagnarsela -
- Ma io ho lavorato tutta la primavera e tutta l'estate, in autunno ho messo da parte i miei viveri, e ora, con la stagione cattiva, finalmente mi chiudo in casa e me la dormo tranquillo. Ed ora tu mi togli la mia tranquillità e la mia pace ! -
- Mio caro ghiro Domenico, sai che ti dico? Tu hai sbagliato proprio indirizzo. Non dovevi venire ad abitare qui, dove la gente lavora tutto l'anno. E soprattutto, non dovevi venire ad abitare proprio vicino alla casa del gallo. La tua casa è nella foresta, dove puoi essere lasciato in pace ! -
A quelle parole, il ghiro Domenico sbatté gli sportelli della finestra, chiudendoli con rabbia. Aveva capito. Sì, il villaggio era comodo, ma non faceva per lui. La sera stessa se ne sarebbe andato nella sua vecchia casa nella foresta, dove nessun galletto canterino lo avrebbe svegliato alle cinque del mattino.
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RispondiEliminasaluti laziali
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