sabato 18 dicembre 2010

Il coccodrillo e l'ippopotamo - 48 - storie di animali

Questa storiella è un po' pesante, perché ci presenta a colloquio due animali veramente robusti e con mandibole bene affilate, tali da mettere paura ai normali utenti di una favola.
Ma se andiamo a guardarli più da vicino, mentre il coccodrillo tiene fede alla sua fama di cattivo, in quanto predatore di altri animali, ci accorgeremo invece che l'ippopotamo, malgrado la sua mole massiccia e la formidabile dentatura, è solo un erbivoro, e dunque potrà mettervi paura soltanto per qualche attacco frontale contro chi ha osato disturbare la sua quiete sulle prode di un fiume.
Siamo in Africa equatoriale. Un coccodrillo se ne sta tranquillo - facendo addirittura rima - sulle acque sicure alla riva di un grande fiume. Fa caldo. Il coccodrillo, di nome Egidio, tiene la bocca spalancata per respirare meglio.
Non lontano da lui c'è un altro enorme animale, l'ippopotamo Tancredi. Nel gran caldo, anche lui sta immerso nel fiume: del resto il suo nome, in greco, vuol dire appunto cavallo di fiume, anche se può benissimo vivere a terra, dove si nutre di erba come un vero cavallo.
L'ippopotamo Tancredi si accosta al coccodrillo Egidio non senza un po' di timore. Egidio ha una gran brutta fama, e con quelle fauci spalancate non promette niente di buono.
- Stai facendo la siesta? - chiede l'ippopotamo. - Voglio dire: hai già fatto il pranzo? -
Egidio fa un grosso sbadiglio, al termine del quale fa sbattere le due mascelle con un suono secco e sinistro. - Ho mangiato poco fa, un paio di trote e un bel serpentone di fiume. E tu? -
- Ho mordicchiato tre o quattro rami di un cespuglio di ginestra qui accanto, ma non ho un grande appetito, con questo caldo -
- Beh, tu comunque il tuo pasto lo trovi lì sempre a portata di mano, mentre io devo procurarmelo con lunghe pause di attesa. Il mio pasto è mobile e a volte anche troppo, sicché ogni tanto mi capita anche di fare digiuno -
- Dicono...dicono...- Tancredi non aveva il coraggio di terminare il suo pensiero - dicono che tu, quando non trovi altro, mangi anche piccoli coccodrilli. E' vero? -
- Porca miseria! Ma quanto è cattiva, la gente! Inventano strane storie, leggende metropolitane. Dicono che noi coccodrilli mangiamo perfino i nostri figli e poi magari
ci mettiamo a piangere. Lacrime di coccodrillo, appunto! Ma ti posso garantire che io
una cosa del genere non solo non l'ho mai fatta, ma non l'ho neanche vista fare -
- Hai ragione. Una vera cattiveria. L'uomo è capace di qualunque menzogna, o magari lo fa per paura, per tenere i propri figli lontano da un fiume dove vivono coccodrilli.
Del resto anche noi ippopotami godiamo di una cattiva reputazione, anche se mangiamo solo erba -
Il coccodrillo Egidio diede un gran colpo con la sua coda e si girò nervosamente, sbattendo le mascelle. L'ippopotamo Tancredi ebbe una gran paura, e si allontanò con una certa velocità, senza salutare.
- Sai che ti dico? - pensava tra sé. - Di un coccodrillo non bisogna mai fidarsi. E' una bestia così brutta, che è capace di qualsiasi infamia. E se gli uomini avessero ragione? -
Da quel giorno, l'ippopotamo Tancredi cercò di stare lontano dai coccodrilli.

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