La Roma, in pochi minuti, si è autodistrutta. Il cliché è stato lo stesso identico di Lazio-Roma, quando ci siamo autodistrutti noi.
La Roma infatti va in vantaggio. Col capitano Totti. Come noi col capitano Rocchi.
Poi, qualche minuto di Pazzia, e arrivano i due gol di Pazzini. Come noi: pochi minuti di pazzia, e arrivarono i due gol di Vucinic.
Veni, vidi, Vucinic, hanno scritto sotto casa mia in caratteri cubitali.
Pazzi: Pazzini Pazzini! si potrebbe scrivere sui muri romanisti. Ma mentre noi, con Vucinic, non abbiamo perso che tre punti, la Roma, con Pazzini, potrebbe aver perduto il campionato.
Ci hanno detto che Totti ha pianto. Lo credo bene! Ha ripensato a quei pollici versi del derby. Eppure glielo avevamo scritto anche in un sonetto: "Ma guarda che gestacci fa 'n campione/ che se mette a compete coi burini:/ nun ha capito ancora la lezzione/ che, chi s'inarza, poi farà l'inchini".
Dopo averci fatto i pollici come Nerone, ora Totti, povero pupone nostro, piange ed è costretto a inchinarsi alla sorte.
Ma non lo sapeva che la storia del derby è questa? Se lo perdi, poi farai scintille per farti perdonare.
E se lo vinci, crederai di aver conquistato il mondo, e la domenica dopo ti guardi nelle mani, e ti accorgi di stringere soltanto un pugno di mosche.
Chi troppo in alto va, cade sovente/ precipitevolissimevolmente.
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