giovedì 15 aprile 2010

Il lago di Canterno - I miei ricordi - 31

Che meraviglia era, per noi ragazzi di Acuto, andare in gita a piedi fino al lago di Canterno! Saranno stati, a occhio e croce, un sette/otto chilometri: ma che percorso straordinario, quante variazioni di scena!
Si partiva al mattino presto, muniti o meno di una spartana merenda: chi non l'aveva, avrebbe rimediato qualcosa sul posto, perché per lo più ci andavamo il 12 di settembre, festa della Madonna della Stella, celebrata in un rustico santuario sulle rive del lago, ai piedi della verde montagna di Porciano.
C'erano bancarelle con ciambelle, olive verdi dolci, fusaglie, pigne profumate già pronte per offrire i loro pinoli. Liquirizie, gazose, noci, nocciole, castagne secche. Ogni ben di Dio, rustico e a poco prezzo. Poche monete di rame bastavano per poter comprare qualcosa.
Da Acuto fino al fontanile di Colle Borano la strada era dritta e polverosa. Sarà asfaltata solo negli anni 50. Poi si girava sulla destra, lungo un viale costeggiato da gelsi (si era provata, negli anni '30,all'epoca dell'autarchia, la coltura del baco da seta: senza successo ). Una terza fase del viaggio era costituita da un bosco di castagni, alti e maestosi: quando si era già in vista di Fiuggi Terme, si imbucava una discesa, prima ripida, poi sempre più degradante, finché dai castagni si sbucava in un'ampia pianura coperta di erbe selvatiche, dalle quali, al nostro passaggio, si levavano al volo le quaglie. Oggi tutto questo tratto forma il grande campo di golf di Fiuggi.
Si cominciava a vedere il lago. Un piccolo lago di origine carsica, con uno sfiatatoio nel punto più profondo, che si riempiva di arbusti ed erbacce, e ogni cinquant'anni esplodeva inghiottendo tutte le acque. Certi anni, per le piogge, diventava più grande, enorme, andava a lambire i sobborghi di Fiuggi, Torre Cajetani e Trivigliano. Uno stretto canale, sul quale era ancorata la barchetta di un pescatore, portava fino al punto in cui il lago diventava profondo.
Il santuario, una volta munito di un piccolo convento abitato da un monaco solitario,veniva aperto una sola volta all'anno, appunto il 12 settembre: si celebrava una messa solenne, si svolgeva una coloratissima processione che compiva un ampio giro dalla chiesa alle rive del lago per tornare al santuario, e poi tutta la giornata veniva lasciata a una specie di festa pagana, fatta di merende, di balli al suono di rozze fisarmoniche, di grida dei venditori: c'era perfino chi vendeva pecore, capre, maiali, galline, conigli. Certamente i residui di una vecchia celebrazione precristiana di fine estate.
La gente, di almeno una decina di paesi dei dintorni del lago ( Ferentino, Fumone, Vico nel Lazio, Guarcino, Collepardo, Alatri, oltre a quelli già citati di Acuto, Fiuggi, Trivigliano e Torre Cajetani,quest'ultimo già proprietà della famiglia di Bonifacio VIII) si spargeva per gli ampi prati e consumava un rustico pranzo o una merenda, per il resto dandosi ai giochi e alle conversazioni più bizzarre e divertenti. Poi, prima che il sole tramontasse, si riprendeva la via del ritorno, sempre in allegria, benché la strada fosse tutta in salita.
Al lago di Canterno, comunque, noi bambini e adolescenti di Acuto, andavamo anche in altre occasioni, quando non c'era gente, perché la natura era assolutamente meravigliosa e multiforme.

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