Nel finale di uno dei suoi libri, non ricordo quale perché ne ho letti due o tre, Federico Moccia, romanziere alla moda e brillante conversatore, ha preso una toppata storica (non so se rilevata da qualche critico, perché non seguo).
La giovane coppia protagonista, partendo dall'Italia appena scoccata la mezzanotte di Capodanno,dirigendosi in aereo verso Est assisterà più volte alla stessa festa: a Istanbul, poniamo, poi a Baghdad, quindi a Karachi, a Calcutta, a Bangkok, a Taipei fino a Tokio:otto capodanni consecutivi, risalendo fuso orario per fuso orario.
Sappiamo bene, però, che se a Roma è mezzanotte, un'ora dopo a Istanbul non sarà di nuovo mezzanotte, bensì...le due, e più vado avanti verso Est più capodanno sarà passato da un pezzo. I nostri due eroi, perciò, non avrebbero proprio potuto festeggiare.
Se voleva far rivivere tanti capodanno alla sua coppia, Federico avrebbe dovuto spedirli verso Ovest, per cui a Lisbona avrebbe potuto assistere di nuovo ai botti un'ora dopo Roma, e a New York sarebbe potuto addirittura arrivarci con qualche ora di anticipo, dato che a Manhattan la giornata arriva con sei ore di ritardo rispetto a noi.
Va be', Federì, non fa niente: sono scherzi della fantasia, che hai così vivace. La festa plurima potrai raccontarla giusta in un tuo prossimo romanzo. E scusa il pelo nell'uovo.
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