Bel problema, per la Lazio, domenica sera: un problema che spacca in due la tifoseria. Dovremo pensare unicamente alla nostra salvezza, cercando di battere a tutti i costi l'Inter; oppure prevarrà in molti di noi il prorompente desiderio di fare un dispetto clamoroso ai cugini romanisti, cedendo sul campo ai campioni d'Italia e affossando così definitivamente le ambizioni dei giallorossi?
Insomma: prevarrà l'odio per la Roma, o l'amore per la Lazio?
Voi lo sapete come la pensiamo: l'amore per la Lazio prima di ogni cosa. Perciò per noi la cosa più bella sarebbe una grande vittoria di Floccari e compagni, che ci tolga per sempre il pensiero e la preoccupazione per la salvezza.
Questo però vorrebbe dire che, se la Roma vince a Parma come vuole il pronostico, i giallorossi balzerebbero di nuovo in testa alla classifica, e lo scudetto finirebbe nelle mani di Totti, che con quei pollicioni lì proprio non se lo merita, per noi laziali...
Da qui la frase del titolo: E mo', poveri noi: che ce tocca fa' domenica?
Aspetteremo che il cadavere del nemico, con quei pollicioni irrigiditi, passi sulle sponde del Tevere, mentre noi, sconfitti dall'Inter, dovremmo gioire sapendo che siamo ancora a rischio di serie B? L'Atalanta vince col Bologna e torna a soli tre punti sotto di noi, e basterebbe un'altra partita storta per rimetterci nei guai.
Perciò io, ripeto, mi batterei a fondo contro l'Inter. Potremmo trovare un altro Poborski (Zarate?) e faremmo piangere Mourinho. Non è anche questa una bella soddisfazione? Quanto ce l'ha lunga la serie, lui? Perciò venga pure...il quarto scudetto giallorosso. Mamma mia, mi sono messo in mezzo a un ginepraio. Magari un pareggio salverebbe capra e cavoli...
Comunque, andiamoci in sessantamila, all'Olimpico. Perché altrimenti ci penserebbero i tifosi giallorossi a comprarsi il biglietto per venire a fare un tifo disperato a nostro favore. Chi lo avrebbe mai detto? Nemmeno Alfred Hitchcock avrebbe potuto inventare un intreccio così potente.
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