domenica 24 marzo 2013

Anni di scuola: 116. Un corso integrativo molto sfibrante

Uno dei tormenti più snervanti della mia vita d'insegnante è stato un corso integrativo in un istituto magistrale a Palestrina, che si effettuava di primo pomeriggio dalle tre alle cinque. Per sei giorni alla settimana, i poveri alunni già diplomati dopo i quattro anni regolamentari dovevano completare per un anno le loro lezioni, essendo stata scoperta la necessità di un conguaglio di un anno rispetto ai licei e agli istituti medio-superiori.
Il corso era odiato mortalmente dagli insegnanti delle magistrali, che sarebbero stati costretti a completare il loro orario a titolo gratuito
o al massimo dietro un compenso irrisorio: si cercava pertanto disperatamente di trovare insegnanti di altri istituti disposto ad effettuare queste lezioni dietro un compenso di cinquemila lire ogni ora, che mensilmente arrivava a quattrocentomila lire (duecento euro...) se si eccedevano completamente le diciotto ore settimanali previste dal contratto ministeriale. 
Nel mio caso, le sei ore a settimana a me venivano pagate la metà, poiché nel mio orario avevo soltanto quindici ore. Per duecentomila lire, l'equivalente di cento euro, un nono del mio stipendio, ero costretto ad effettuare due ore di lezione un giorno sì e uno no in pratica per duemilacinquecento lire l'ora, poco più di un euro, quando per  le lezioni private, che però io odiavo cordialmente e quindi mi guardavo bene dal fare, c'erano insegnanti che chiedevano anche ventimila lire l'ora. Il mio rammarico, però, non era tanto di tipo economico, quanto invece per l'enorme fatica che quel corso mi costava, e che ero costretto ad accettare per dare una piccola mano alla famiglia. Essere presente alle tre del pomeriggio in una scuola che distava sei chilometri da casa mia mi costringeva a un pasto frettoloso,  ad usare mezzi pubblici affollatissimi dato che non guidavo,e a salire una quantità industrale di scalette per arrivare su in istituto col pasto sullo stomaco e col mio fisico notevolmente appesantito e provato dall'incipiente senilità: avevo più di sessant'anni.

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