Quando gioca Kozak in serie A, ho sentito molti cronisti anche della RAI sghignazzare ai microfoni: quello spilungone lì, tutto gomiti e contorcimenti strani, sarebbe un giocatore di serie A? Poi, all'improvviso, quello lì, un pallone te lo scarica nel sacco, e allora a piangere è il portiere avversario.
Questa scena, in serie A, non è ancor accaduta quest'anno, ma Libor Kozak, anni 23, qualche golletto l'ha già infilato nelle reti della serie A: sei al suo esordio nel 2010-11, più uno in Coppa Italia, quattro nel successivo torneo 2011-12, più uno in Europa League; nessuno infine ancora quest'anno, ma ben dieci in Europa League. Sapete quanto fa di totale, in sole due stagioni e mezza? la bellezza di 22 gol, con un numero di presenze ridottissimo, che ne fanno portatore di una media-gol a partita a livello stratosferico.
E se Kozak, all'improvviso, un gol lo segnasse sul campo del Torino? Non c'è Klose, non c'è Floccari, se ne sta a pascolare a Formello Zarate, Saha non è ancora pronto, e perciò Petkovic è costretto a schierare lui, sì, quello dai gomiti snodati che fa tanto ridere i cronisti della serie A, ma in compenso fa piangere i portieri.
Kozak non è ancora un campione della serie A, ma, sentite a me, lo diventerà presto o tardi, e allora ci sarà davvero qualcuno che piangerà. E ci saremo noi, tifosi della Lazio, a ridere e a gridare: "Grazie, Libor!"
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