E' stato sempre un mio vanto: gli alunni, in quasi quarant'anni di carriera scolastica, non mi hanno mai regalato neanche una pasticca. E' infatti molto frequente vedere insegnanti ai quali gli studenti fanno dei doni. Addirittura, quando ci sono gli esami di maturità, al rappresentante di classe si è soliti fare un regalo di una certa consistenza: ad esempio, un orologio o un computer portatile. Ricordo sempre con un pizzico d'invidia un vecchio insegnante di ragioneria che ogni anno si offriva per quel compito ingrato, e gli alunni erano abituati ad offrirgli addirittura una targa ricordo.
Nelle scuole private, gli insegnanti sono spesso ricoperti di regali, che ovviamente sottintendono una contropartita d'interessamento e di raccomandazione. Ci sono presidi che istituzionalmente sono soliti circondarsi di attenzioni e di omaggi da parte dei loro insegnanti, che fanno addirittura delle piccole sottoscrizioni in denaro: ciò accade in modo ufficiale, per cui non sto qui a dirvi che cosa possa accadere in via privata per chi non scoraggia apertamente simili forme di piaggeria.
Ecco: il segreto è questo. Se una persona che ha un certo ascendente sui dipendenti o sugli allievi si mostra propensa ad accogliere omaggi e regali, certamente finirà per riceverne in quantità, e si farà a gara per distinguersi in gentilezza e generosità.
Io, non so come, in tanti e tanti anni, e in tante occasioni, non ho mai avuto forme di gratitudine o di gentili omaggi dai miei alunni: appunto,neanche una pasticca. Sarà stato il mio comportamento riservato e distaccato, ma neanche troppo. Sarà stata senz'altro la constatazione, da parte dei miei allievi, che io ero alieno da qualsiasi forma di predilezione o di non voluta preferenza, attenendomi sempre, nelle valutazioni e nei giudizi, al più perfetto equilibrio.
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