venerdì 22 marzo 2013

Zoff ha capito tutto: decisiva la rinuncia a Zarate, Diakité e Cavanda

L'avevamo detto più volte: se la Lazio non sta dando in campionato tutto quello che può, deriva da un disguido per cui Petkovic non può disporre, in caso di emergenza disperata, di tre giocatori importanti come Zarate, Diakitè e Cavanda. Soprattutto i due difensori, molte volte avrebbero potuto assicurarci una tenuta in campo e una sicurezza molto maggiore di quella che è stata: ma anche Zarate, in certe partite di magra all'attacco, in un ruolo di mezzapunta o anche di punta numero due avrebbe potuto offrirci un contributo importante. Dino Zoff, che di calcio ne mastica un pochino, ha identificato le carenze della Lazio proprio in questa storia autolesionistica.
A questo punto Lotito dirà: e il ruolo di moralizzatore chi lo sostiene? E' importante che nella squadra tutti sappiano che non si può andare oltre certe regole, e finché non si è capito questo si va automaticamente fuori rosa. Ma è questo il limite della Lazio: i giocatori li ha, ma molte volte l'allenatore non è stato in grado di usarli. La querelle cominciò con la famosa storia di Pandev e Ledesma: stavamo andando in serie B e nessuno apriva l'occhio, la situazione stava scivolando inesorabilmente. Ci volle un atto di coraggio di Lotito per recuperare almeno Ledesma e salvare così quella sicurezza difensiva che permise a Reja un brillante salvataggio, con la conquista di ben venti punti nelle ultime undici partite. E c'erano  Floccari, Zarate, Stendardo e Del Nero.
Quanti protagonisti sono cambiati, da allora! La Lazio di oggi non sarebbe meno forte, anzi lo è molto di più: lo dimostra in Europa, dove tutti ammirano la sua compattezza, da Beckenbauer a Molinaro. Che cosa avviene in campionato? Perché tagliarci volontariamente i Diakitè, Cavanda e Zarate: per far dispetto a chi? Io li farei giocare, e magari a fine torneo non gli darei nessun premio di rendimento, ma lo stipendio che si meritano sì.

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