L'indomani ci si era resi conto che la situazione era piuttosto grave. Il giovane studente non riprendeva conoscenza, e quando lo fece apparve completamente stordito e fuori di sé. Questa situazione perdurò a lungo, circa due settimane, con una grave crisi di coscienza del fratello militare e una situazione davvero drammatica in una famiglia che fino ad allora neanche sapeva che cosa fosse la droga e quale differenza ci fosse tra il fumo, una droga leggera ed una pesante.
Dopo oltre un mese il ragazzo si era ripreso sufficientemente, ma appariva ancora stordito e soprattutto non era in grado di riprendere gli studi. I genitori, pur consapevoli che avrebbe perduto l'anno, pregavano però gli insegnanti di riprendere il ragazzo in classe, contando sulla nostra comprensione e soprattutto sull'amicizia dei compagni per un reinserimento nel clima della normalità.
Tutti ci rendemmo conto dell'opportunità di mostrare comprensione nei confronti di questa situazione così imbarazzante. Inizialmente il ragazzo si vergognava di se stesso e partecipava con fatica al lavoro scolastico, ma lentamente riuscì a riprendere un atteggiamento più consapevole e a risvegliarsi nei riflessi e nella sua attenzione. Il rendimento scolastico era pressoché nullo, nessuno si sognò di pretendere da lui l'impossibile. Però l'anno successivo, ripetendo la classe, fu in grado di riguadagnare le posizioni perdute e di ritrovare una piena normalità, grazie all'amorevole attenzione della famiglia e alla umanità dimostrata dall'intero ambiente scolastico.
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