Qualcuno avrà voluto far passare la cosa sotto silenzio chiamando in causa, senza nemmeno avvertirlo, un insegnante amico e magari compaesano del ragazzo. Una piccola carognata di cui certa gente è ben capace, poiché ne ho avuto la conferma in decine di altre occasioni.
A proposito di ore di supplenza, ogni insegnante ha l'obbligo di restare a disposizione diciotto ore la settiamana, ed anche se le ore d'insegnamento sono quattordici o quindici, deve completare l'orario con tre o quattro ore di "buco", ossia di disponibilità per la supplenza a qualche collega che si è preso una vacanza supplementare. In questo senso, si commettono le iniquità più vergognose: un insegnante ligio al dovere finirà per insegnare quattro ore più del dovuto, mentre un insegnante furbetto può fruire di tutti i favori o le debolezze di un preside, saltando spesso e volentieri ore o giornate o settimane d'insegnamento. Guai se un insegnante si crea la fama di essere un San Giovanni Bosco o un San Francesco, tutto dedito all'amore per l'insegnamento e all'affetto verso i suoi alunni: c'è sempre qualche furbo pronto ad approfittarne, sia fra i colleghi, cosa che magari può essere comprensibile, sia fra i dirigenti, il preside soprattutto, che diventano capaci di gestire quella briciola di potere a loro disposizione per compiere vessazioni ed angherie, tanto più deprecabili se compiute, come spesso avviene, per favorire insegnanti amici e dediti alla tattica della diplomazia o direttamente della malversazione ruffiana, facendo ampio uso del servilismo adulatorio.
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