Non ci siamo più. Non ci sono alibi che tengono. La Lazio è in crisi di gioco e soprattutto di fiducia. Unica attenuante, la stanchezza di Stoccarda, dopo una prova così grande e così all'improvviso cancellata.
La Lazio non ce la fa più. Se cancelliamo le Coppe, è dall'inizio del girone di ritorno che la Lazio...è andata. Dopo la vittoria iniziale con l'Atalanta, in otto giornate i biancocelesti hanno racimolato appena cinque punti, con la sola vittoria sul Pescara, due pareggi e ben cinque sconfitte, e lo scoraggiante bottino di soli 7 gol segnati contro la bellezza di 15 subiti, quasi due a partita. C'è da mettersi le mani nei capelli: un bottino da squadra da retrocessione.
E ora che faremo? Continueremo a lottare per le Coppe, e sarà bello, ma sarà l'unica via. Con quelle, potremo guadagnarci anche la partecipazione all'Europa League (primo o secondo posto in Coppa Italia, ma sarà necessaria la vittoria contro Roma o Inter, che in classifica stanno come o peggio di noi e dunque anche loro dovranno puntare alla conquista dell'Ombrelliera).
Passeremo il turno, stando attenti contro lo Stoccarda, e saremo tra le otto delle fasi finali di Europa League: recuperando Klose e Mauri, forse potremo sperare anche l'insperabile.
Ma in campionato? Meno male che i 40 punti della salvezza li abbiamo già raggiunti da un pezzo. Siamo scivolati via via dal secondo al quinto posto in condominio, ora dovremo vedercela con Inter, Roma, Catania e Udinese per salvare un pezzetto di prestigio e rimanere almeno nella parte alta del tabellone. Da tanta altezza in così basso loco. Tutto passa, tutto collassa, anche un uomo del valore di Petkovic.
Restano solo dieci gare di campionato. Staremo a vedere che cosa sarà in grado di contrapporre la Lazio al suo declino, di che morte saprà morire.
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