La Lazio, quasi senza volerlo, ha fatto un grosso acquisto: proprio nel momento in cui i due "colorati" Diakité e Cavanda stanno facendo i capricci e si stanno preparando a partire, ecco arrivare un altro aquilotto nero di gran classe e di gran volo: Ogenyi Onazi.
Si era capito fin dal raduno precampionato ad Auronzo che questo giovanissimo mediano dalla gran visione di gioco era destinato a sfondare. Ed ecco il Campionato d'Africa strapparcelo per due mesi, per restituircelo incoronato di un titolo prestigioso conquistato con classe e prepotenza. Poi, alla prima occasione, quel grandissimo gol di Stoccarda, qualcosa che per i tifosi laziali resterà a lungo nelle loro pupille come una prodezza sensazionale alla Maradona, mezzo campo attraversato in dribbling superando tre avversari e scartando anche il portiere.
Ledesma non c'era: questo il pregio ulteriorie della prodezza di Ogenyi. Da questo momento Ledesma può stare sicuro di poter ogni tanto tirare il fiato e riposare, tanto al suo posto c'è un campione che, esperienza a parte, vale quasi altrettanto e in prospettiva anche di più. La Juventus ha il suo genietto in Pogba, la Lazio nel nostro Ogenyi, il nostro genio. Ora Lotito provveda a capire che cosa nella psicologia di queste tragazzi neri scatta ad un certo punto, il punto di diventare grandi, cercando di capirli e di tenerseli cari, che non abbiano voglia di andare altrove a far grandi altre società. Meglio un uovo a noi oggi che una gallina al Napoli o alla Juventus domani.
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