L'alunno non va condizionato in alcun modo: lo si deve lasciar libero di esprimere le sue opinioni, di formarsi leggendo opere di scrittori non deformati da idee di una sola parte politica. Verrà il momento della maturità in base alla quale impostare il proprio atteggiamento personale, ma non bisogna costringere l'alunno a condizionare se stesso, per cui a un insegnante orientato a destra si risponde in un certo modo, e a un insegnante che si ispira a idee di sinistra si risponde invece in modo opposto.
La scuola italiana, negli ultimi decenni a partire dal 1968, ha risentito fortemente di questo scontro frontale di opinioni, e se in precedenza magari ha sofferto di mancanza vera di libertà, ha poi scontato gli eccessi di questa benedetta libertà, qualche volta diventata sfrenatezza. Pochi sono gli insegnanti capaci di mantenere un vero equilibrio, e di educare gli alunni alle idee di una libera scelta priva di faziosità.
L'alunno va lasciato libero di esprimere il proprio pensiero che è appena in fase formativa, e va aiutato in questa formazione senza forzature di parte. Solo in questo modo si può evitare l'espressione di sentimenti così disparati, come quello di rifiutare di tendere a priori una mano a chi soffre, o di giudicare a quattordici anni figure come quella di Pio XII, che ha dovuto governare a contatto di gomito con regimi di terrore senza trovare la forza di contrapporsi ad essi, mentre un adolescente può trovare il coraggio di una condanna spietata espressa in un regime di libertà senza confini.
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