Agli esami di maturità si poteva anche assistere a spettacoli incredibili.
Un anno capitò a Cave, dove il Luzzatti di Palestrina aveva una succursale, una commissione orientata tutta a sinistra, dal Presidente all'ultimo commissario. Non so in che modo ciò si sia potuto verificare, ma al Provveditorato agli studi di Roma erano tante le rinunce dei docenti nominati dal ministero che, all'ultimo minuto, era possibile scegliere un'intera commissione ad hoc.
La mattina arrivavano tutti insieme, con uno spirito di corpo veramente notevole. Penso che s'incontrassero a Roma il giorno precedente e si organizzassero nei minimi dettagli. Andavano completamente d'accordo, cosa che di solito non si verifica quasi mai.
Fin dalle prove scritte si comportarono con una disciplina e una severità veramente uniche. Io fungevo da rappresentante di classe, e mi fecero pesare terribilmente questo mio delicato incarico. Nella correzione dei compiti erano sistematici: la pensavano tutti allo stesso modo, e chiunque, tra gli alunni, la pensasse diversamente, veniva regolarmente penalizzato. Diplomaticamente, mi astenni dal contrapporre idee diverse per non penalizzare ulteriormente i ragazzi.
Man mano che gli esami andavano avanti, si informarono diligentemente dell'orientamento politico dei singoli studenti: è probabile che, in base alle fonti di qualche raccomandazione, sapessero chi fosse di destra, chi di centro, chi infine di sinistra, e aspettarono gli orali per contrapporre le loro opinioni, agendo per lo più come se si trattasse di una spedizione punitiva.
Forse erano partiti prevenuti, in quanto Cave ha la fama di un paese destrorso, amministato spesso da sindaci di vecchia estrazione nettamente conservatrice. C'era un'alunna, inseritasi nella classe all'ultimo anno, che era iscritta a un partito di sinistra, e venne visibilmente agevolata, sia nella valutazione dei compiti scritti sia nel colloquio. Praticamente nulla nella prova d'inglese, le fu attribuito un 5 che le avrebbe sicuramente impedito di ottenere il 60 finale.
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