Negli ultimi anni del mio insegnamento, purtroppo anche nelle scuole di provincia cominciò a circolare la droga. Io non l'ho mai vista con i miei occhi, ma più di una volta ne ho avuto il sentore.
Molti colleghi, del resto, erano tolleranti e accettavano le droghe leggere. Il caratteristico odore della marijuana cominciò a prendere piede nei bagni degli alunni, se per caso un insegnante vi metteva il naso. Quel che combinava qualche bidello, soltanto gli uomini per la verità, alcune volte non era chiarissimo.
Droga e vandalismo vanno abbastanza d'accordo, e purtroppo cominciarono le pagine oscure della contestazione, con i corridoi allagati e le strutture dei bagni semidistrutte, semplicemente per ottenere qualche giorno di vacanza in più, dato che in quelle consizioni era praticamente impossibile far lezione.
Nelle scuole dove io ho insegnato, scuole di provincia piuttosto calme e disciplinate, fattacci del genere si sono verificati raramente, ma ci fu un periodo, nei primi anni Novanta, in cui gli episodi cominciarono a ripetersi con una certa frequenza.
Avevo l'impressione che la succursale di Cave del Luzzatti, costituita da una dozzina di classi, fosse un po' indocile perché affidata a vicepresidi giovani e inesperti che non riuscivano ad imporre un controllo efficace. Un cortile, in particolare, comunicava praticamente con un bar vicino, da dove potevano affluire nelle classi caffè, merende e altro.
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