Vinicius "cara de caveira", "faccia di teschio", terzino sinistro brasiliano di venti anni appena compiuti, si è reso subito famoso esibendo all'aeroporto di Fiumicino un bellissimo tagliando con la scritta: "26 maggio 2013: e quanno ve passa?"
Applausi: si è presentato benissimo. Purtroppo alla clinica Paideia non hanno tenuto molto conto di questo eloquente documento di buona salute laziale, e si sono invece soffermati a lungo sulla vecchia frattura al piede sinistro che ha impedito per un anno il grande balzo al gioiellino difensivo del Cruzeiro. A un certo punto sembrava che tutto potesse saltare, ma alla fine, dopo una seconda prova di collaudo, è arrivato il sospirato "passi": Vinicius de Freitas Ribeiro, ragazzo simpatico malgrado l'appellativo carioca, ha strappato un bel contratto quinquennale che lo rende biancoceleste fino al 2018, ha passaporto comunitario e la Lazio lo ha acquistato a costo zero perché il suo contratto col Cruzeiro era scaduto da pochi giorni. Tutto preciso e tutto al volo, bruciato anche il Parma che stava facendo un pensierino a questo bravo difensore tutto da costruire, ma dalle solide basi tecniche.
Vinicius si sente a casa sua e lo ha subito dimostrato. Alla Lazio è il brasiliano numero cinque, dopo Hernanes 1, Felipe Anderson 2, Dias 3, Ederson 4. E ci sarebbero nella primavera anche altri piccoli carioca come Barreto e il famoso Matavelli, veramente scomparso dalla scena: che fine ha fatto? Comunque a Formello, tra brasiliani e argentini (Ledesma, Biglia, Bizzarri, Novaretti...e Zarate!), sembra di stare in Sudamerica. Aggiungeteci poi un paio di uruguayani e colombiani sciolti (Gonzalez, Perea...) ed ecco fatta una Lazio davvero sudamericana. I viaggi di Tare in tutto il mondo, nuovo scopritore dopo Cristoforo Colombo, cominciano a dare i loro frutti.
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