La mia vita è stata caratterizzata da una profonda allergia ai concorsi. La parola "vincere" non è esistita nel mio vocabolario, una maga malefica deve avercela cancellata. Così, sono andato avanti con mezzi di fortuna proprio perché non ho avuto mai fortuna.
Sono diventato di ruolo nella scuola statale dopo sette anni di supplenze annuali, acquisendo i titoli sufficienti per rientrare in una legge speciale d'immissione nei ruoli. Si dà il caso che, proprio quando mi ero convinto a presentarmi a un concorso, anzi a due, e quasi sicuramente a vincerli perchè avevo punteggio, titoli e ormai anche una lunga preparazione, ho lasciato cadere il tutto, anche la soddisfazione di aver vinto un concorso, perché ormai era inutile, essendo già entrato in ruolo come titolare di cattedra.
In realtà, nella scuola, prima di poter partecipare a un concorso, bisogna essere non soltanto laureato, ma anche abilitato, e quello per l'abilitazione è già un concorso in se stesso, anzi uno dei più severi e impegnativi, in quanto bisogna essere in possesso di un ampio scibile nelle materie specifiche, nel caso mio italiano, storia, geografia e latino per la scuola media, e solo italiano e storia, ma a un livello più alto, alle superiori.
I bandi per l'abilitazone non erano regolari, cioè annuali, e così mi occorsero tre anni d'insegnamento prima di poter abilitarmi. Questo spiega il fatto di non aver partecipato ad alcun concorso per lungo tempo, e la felice coincidenza di non averne avuto bisogno per diventare di ruolo.
La ruota della fortuna, però, quando comincia a girare non si ferma, proprio come fa quando gira invece in senso contrario.
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