Ho continuato umilmente, per vari decenni, a mimetizzare la mia vecchia frequentazione di ambienti piuttosto altolocati, e nessuno avrebbe mai creduto che io avessi potuto conoscere da vicino un Antonio Ghirelli o un Aldo Biscardi, tanto per fare dei nomi.
Una collega un po' snob, convinta di essere socialmente magari di un solo gradino più in alto di me, una volta che si stava parlando della famiglia Ugolini, nota anche nell'ambiente dello sport, avendo io chiesto perché mai se ne stesse parlando, mi mise a tacere con uno "Zitto, tu!" che voleva dire: "Sta' lontano da argomenti e da persone che sono tanto distanti dal tuo ceto sociale!" Stavo per dirle: "Guarda che, con quel Cesare Ugolini di cui tu stai parlando come se fosse chissà quale grande personaggio, io ci ho giocato a pallone, quando facevamo i tornei di calcio fra giornali o quando trascorrevamo mattinate intere ad allenarci".
Quella signora insegnante così delicata si era sempre spacciata per mia amica sincera, trattandomi magari sempre con un po' di malcelata superiorità per essere la moglie di un farmacista, mentre mia moglie era soltanto una ragazza del popolo di oneste origini contadine. Alla faccia della carità e dell'amore cristiano di cui questa signora insegnante si era sempre considerata depositaria, mentre era soltanto una sciocca, ipocrita ed esibizionista. Se si è riconosciuta in queste righe, come dice un famoso pappagallo della pubblicità parlando di una macchia di sporco, "pace all'anima sua!".
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