Nella quiete di Auronzo non tutto è pacifico: stanno maturando in silenzio tre destini diversi. Cavanda, Zarate, Kozak, uno bene, uno male, uno così così.
Pedro Luis Cavanda è tornato dopo aver fatto i capricci, e con una decisione inaspettata si ritrova ad aver rinnovato il contratto per ben cinque anni, fino al 2018. Ha fatto la pace con Petkovic e con Lotito, ed è pronto a riaprire quel bel discorso che lo aveva portato a trovare un posto stabile nella difesa, dove si stava facendo largo con le sue irresistibili discese lungo l'out destro come un suo famoso predecessore, lo svizzero Lichtsteiner. La Lazio, così, ha ritrovato un ottimo sostituto di Konko e non dovrà spendere soldi per acquistare Hysaj.
Tutto il contrario Maurito Zarate. Credeva di aver ritrovato una squadra, il suo vecchio Velez di Buenos Aires, credeva di aver sconfitto e deriso Lotito, e invece il concordato gli ha dato torto: non c'è stato mobbing da parte della Lazio, Maurito si è punito da solo e ora dovrà pagare, se vuole trovare una squadra dovrà versare alla Lazio almeno una parte dei soldi che Lotito aveva pagato per lui sperando in un suo splendido avvenire che invece il ragazzo sta negando a se stesso con i suoi capricci.
Terzo caso: Libor Kozak. Lui è un gigante buono che non trova fortuna. Capocannoniere dell'Europa League, non trova posto in campionato e dovrà trovarsi un'altra squadra, Livorno o Genoa o Bologna, se vorrà riaccendere la miccia dei suoi piedi e del suo perentorio colpo di testa e ritrovare la via del gol della definitiva affermazione, che la Lazio non sembra in grado di potergli assicurare, chiuso da Klose e Floccari e dalle tante speranze dei Felipe Anderson, Perea, Rozzi, Keita e Tounkara.
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