Clamoroso cambio della guardia nelle giovanili della Lazio. Alberto Bollini, titolatissimo vincitore di due edizioni della Primavera, lascia la sua squadra piena di fenomeni e va ad allenare il Gubbio, neopromossa in serie B. Bollini, corteggiatissimo da tante squadre professionistiche, trova dunque il suo immediato realizzarsi in un orizzonte nuovo, con una squadra decisa a scalare seriamente le posizioni e sostituirsi al bravissimo Perugia che tanto onore ha reso al calcio umbro fino ad anni recenti.
Certamente Bollini strameritava la conferma alla guida della perfetta Lazio Perimavera di quest'anno, ma alla Lazio avevano programmato la sua promozione a general manager delle squadre giovanili, un ruolo che a Bollini non piace: preferisce nettamente la tuta, la panchina e il campo alla scrivania e alla divisa dirigenziale. Perciò la scelta del Gubbio. Al suo posto sale Simone Inzaghi, bravissimo nelle sue prime stagioni agli allievi, giunto fino alle finali nazionali fino a sfiorare anche lui il titolo. Avrà modo di rifarsi senza dubbio nella nuova squadra Primavera, che Lotito e Tare ogni anno arricchiscono di nuovi fenomeni.
La Lazio primavera di quest'anno ha avuto un'ossatura davvero formidabile: Strakosha, Pollace, Vilkaitis, Serpieri, Filippini, Cataldi, Falasca,Crecco, Lombardi, Rozzi, Keita, Tounkara, Antic ne costituivano l'ossatura davvero ineguagliabile. Molti di questi ragazzi Petkovic se li porterà ad Auronzo, e almeno quattro di essi faranno parte in pianta stabile della rosa della prima squadra. Bollini ha seminato a larghe mani, e la Lazio ne raccoglierà i frutti. Ma altrettanto sarà capace di fare anche il giovane Simone Inzaghi, un altro tencico intelligente e sensibile, destinato a far carriera nelle file della Lazio.
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