Confesso di aver fumato anch'io per lunghi anni in classe, almeno una sigaretta all'ora e nell'intervallo tra un'ora e l'altra. Davanti agli alunni adulti che non potevano fumare. Una vergogna, alla luce del divieto finalmente imposto dalla legge, dall'educazione e dal buon senso.
Oggi mi pare così bello che un insegnante abbia la possibilità, anzi il dovere, di dare il buon esempio anche in questo. Sono ormai quarant'anni che non si fuma più in classe e neanche a casa mia, allora frequentemente avvolta in una nuvola di fumo per niente benefica per i miei polmoni, e per quelli di mia moglie e dei miei tre figli.
Fu dura, comunque, per gli insegnanti che fumavano, smettere all'improvviso quel brutto vizio. E ci furono parecchi insegnanti renitenti a quell'obbligo, che continuarono a fumare malgrado tutto, malgrado anche le proteste di qualche alunno che pretendeva aria pulita.
Un preside che ha "regnato" per lunghi anni nel mio istituto fu uno di quelli che proprio non si adattò a quel divieto, e nei consigli d'istituto, davanti a oltre un centinaio tra insegnanti e, assistenti di cattedra e addetti di segreteria, chiedeva nel migliore dei casi il permesso di fumare, mentre noi che eravamo lì ad osservarlo potevamo al massimo uscire dall'aula per andare a fumare in corridoio o al bagno, dove era meno scandaloso infrangere il divieto.
Una volta un collega, noto per il suo equilibrio e la sua grande educazione, di fronte all'atteggiamento poco professionale del preside che fumava, si alzò di scatto protestando, e uscì sbattendo la porta. Grande fu la meraviglia e la sorpresa di tutti, anche se quel gesto poteva essere benissimo compreso e accettato. Purtroppo venimmo a sapere, successivamente, che il bravo collega, sempre rispettoso e comprensivo, era stato colpito da un male inesorabile ai polmoni, e dopo un paio di anno fu stroncato senza avere alcuno sconto dalla fortuna.
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