Quel collega così gentile e sensibile era mio amico, anche perché, come me, pubblicava enigmi e giochi nella "Pagina della Sfinge" della Settimana Enigmistica, e spesso ci scambiavamo notizie e confidenze sulla nostra piccola passione extraprofessionale, per la quale ogni tanto da Milano ci arrivavano dei piccoli regali come libri o dischi.
Lui una volta aveva ricevuto addirittura una bicicletta della quale era particolarmente fiero. Io avevo avuto anche un vocabolario Zingarelli che a lui sarebbe risultato molto gradito, mentre io ne ero rimasto deluso perché ne avevo già una copia in adozione, e finii per regalarla a lui che insegnava una disciplina tecnica.
Il preside, malgrado tutto, continuò imperterrito anche in seguito a chiedere il permesso di fumare, incapace di resistere a quel brutto vizio che richede una forte disciplina interiore per essere estirpato. Purtroppo, dopo un paio d'anni dall'aver lasciato il suo incarico, anche al preside toccò la stessa sorte del povero collega che ci aveva lasciato prematuramente. Sulla scomparsa del preside in questione non si è mai saputo quale ne fosse la causa, ma si può sospettare che il vizio inveterato del fumo non ne sia stato estraneo.
Oggi le scuole, ufficialmente salve dal brutto vizio del fumo, non lo sono del tutto da un altro tipo di fumo da parte degli alunni, che trovano sempre il modo di rifugiarsi nei bagni per trasgredire il divieto: talvolta anche con qualche complicità di chi dovrebbe controllare e vietare, e invece contravviene colpevolmente al suo obbligo morale. Sono poche le scuole completamente indenni da questa vera e propria piaga sociale.
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