Eppure questo dirigente doveva, come reale conoscenza professionale, tutto al suo amico umile e generoso.
Così spesso è la vita, e non starò qui a disquisire chi dei due sia stato più felice e abbia trascorso una vita più serena, perché in questo caso non c'è davvero bisogno d'impiegare anni e anni nello studio e nella preparazione del proprio mestiere, ma basta sapersi accontentare del poco che la sorte ci ha dato: il grande conquistatore Giulio Cesare ha sempre riconosciuto che il povero e umile pescatore Glauco è stato più felice di lui.
Già si sa che fine ha fatto Giulio Cesare. Anche nel nostro caso si è verificato qualcosa di simile. Il collega salito così in alto nella scala dei valori e dei riconoscimenti pubblici ha avuto una vita tutto sommato breve e infelice anche dal punto di vista familiare, finendo per scomparire in ancor giovane età, mentre il collega più modesto e tranquillo ha poi ottenuto non poche soddisfazioni morali, è stato apprezzato per le sue qualità umane ed è riuscito perfino a diventare sindaco della sua cittadina, amato e rispettato dalla grande maggioranza della sua gente. Si è sempre accontentato di poco, di pochissimo, ed ha ottenuto molto più di quel che ha ambito, al contrario del suo amico, che ha sempre nutrito grandi ambizioni e sul momento è sembrato averle ottenute, mentre in realtà la sua è stata una parabola breve, destinata presto al silenzio e alla grande dimenticanza.
Sembra che nella vita la giustizia non esista, ma spesso spesso abbiamo la dimostrazione contraria, e il vero merito riesce alla lunga ad avere la giusta soddisfazione.
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