Sia il preside che il bravo collega mi avevano evidentemente scambiato per un missionario, e in base a questo criterio tutti i problemi e i casi più difficili mi venivano scaricati addosso. Ovviamente i mei rapporti con un preside di questo tipo erano di completo distacco, mentre il nostro simpatico ed estroverso collega godeva della sua più completa amicizia.
Ricordo che questo bravo insegnante, in occasione delle feste, si faceva promotore di una colletta fra tutti i colleghi, e a Natale si presentava dal preside con un cesto pieno di ogni ben di Dio, facendo felice il nostro capo d'istituto e prendendosi quasi tutto il merito del dono, che faceva da contropartita ai tanti vantaggi, piccoli o grandi, ottenuti dal grande capo. Questo insegnante, bravissimo professionalmente, ricco di famiglia e socialmente molto ben quotato, aveva anche il dono di questo carattere così espansivo e cordiale, dal quale riusciva a trarre ogni beneficio possibile e immaginabile. Ma un capo d'istituto non avrebbe dovuto agevolare un collega a danno di un altro, facilitando il lavoro del primo e aggravando di conseguenza la fatica del secondo.
Di questo tipo di privilegi, invece, quel signor preside era un generoso dispensatore ai suoi amici, dai quali sapeva ottenere delle buone contrapartite, mentre sapeva guardare in cagnesco quei pochi colleghi non abituati per loro natura a chiedere privilegi e favori, avendo un carattere chiuso e poco espansivo, del quale finivano amaramente per pagare le più dure conseguenze.
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