L'anguilla Elettra guizzava rapida tra la laguna e il mare aperto: era una bella giornata d'autunno, l'aria era ancora calda e le acque tiepide. D'un tratto, vicino alla riva, vide una bella aragosta rosseggiante, che si chiamava Arabella, e le si accostò per fare una piacevole chiacchierata. Si conoscevano da una stagione, si può dire fossero vecchie amiche.
- Ciao, Arabella! Sono contenta di rivederti. Come te la passi? -
- Direi bene, Elettra: con questo buon clima...Sembra ancora estate -
- A casa tutti bene? Come avete trascorso le ferie? -
- Per noi aragoste l'estate è una gran brutta stagione: gli uomini ci danno una caccia spietata, specialmente i pescatori della domenica, che sono io più pericolosi. Ora stiamo tirando un po' il fiato, perché la villeggiatura è finita -
- A noi anguille, cara Arabella, capita tutto il contrario. La stagione brutta, per noi, comincerà tra poco, quando si avvicina il Natale e tutti gli uomini vogliono avere l'anguilla e il capitone per il loro pranzo della festa -
- Come ti capisco, Elettra! Per noi è molto doloroso. Lo sai che, quando ci prendono, ci gettano vive nell'acqua bollente perché credono che in questo modo la nostra polpa sia più squisita. Sono dei veri sadici: nei ristoranti ci tengono in bella mostra in una vasca perché i clienti possano scegliere di persona le proprie vittime -
- Che cudeltà! Ma credi che a noi ci trattino meglio? Ci fanno a pezzi e ci mettono in salamoia. Se esiste giustizia, dovrebbe venire una buona volta anche l'era in cui
i pesci siano i padroni del mondo e gli uomini le loro vittime. Allora anche noi li cucineremmo a nostro modo, infarinandoli e friggendoli in padella -
- Non farmici pensare - disse l'aragosta Arabella pensierosa. - Metterli vivi in un pentolone d'acqua bollente...Loro lo chiamano inferno. La loro fortuna è che noi non siamo demoni e quasi quasi li perdoniamo -
- Ma sarà sempre così? - riprese l'anguilla Elettra. - Le cose potrebbero anche cambiare...
- Forse. Però da milioni di anni noi siamo stati sempre le vittime e loro i carnefici -replicò con un sospiro Arabella.
L'anguilla Elettra era in vena di filosofia. - Sai -soggiunse con serietà - quando sono stanchi di prendersela con noi fanno scoppiare delle guerre orribili in cui si distruggono tra loro con armi micidiali, missili, bombe nucleari, napalm: si bruciano anche tra loro fra enormi tormenti -
- Sono davvero delle creature infernali - commentò l'aragosta Arabella. - Noi siamo animali pacifici, non faremmo del male a nessuno, saremmo capaci di guidare il mondo con sistemi giusti, senza odio e senza vendetta -
- Cara Arabella, si è fatto tardi. Ora ti saluto e torno in laguna dai miei. Spero solo di non incontrare nessun pescatore lungo il mio cammino -
- E' buio, ormai: va' tranquilla - salutò l'aragosta. - Loro sono a cena, a quest'ora -
- Sì, e magari stanno gustando le carni di qualche pacifico abitante del mare, o della terra, o del cielo. Il potere è nelle loro mani: che ci vuoi fare? Ma il Creatore non potrebbe una volta schierarsi dalla nostra parte ? -
Nessun commento:
Posta un commento