Un passero solitario, di nome Ermete, se ne stava tranquillo sul finestrone di un campanile, quando si vide svolazzare accanto un pipistrello, chiamato Dimitri.
La prima sensazione del passero fu quella di paura. Il pipistrello gli si era accostato tanto da sfiorarlo, perchè la loro vista non è proprio delle migliori e si accorgono di una presenza o di un ostacolo solo all'ultimo secondo.
-Mi hai messo quasi paura, Dimitri - disse quando lo riconobbe.
- Sono le sette di sera, e questa, in autunno, è la nostra ora - rispose il pipistrello, sempre svolazzando.
- Sì, lo so, voi uscite solo quando è buio, e questo mette un po' di paura alla gente - riprese il passero Ermete.
- E' vero: girano tante brutte leggende intorno a noi, ed abbiamo una cattiva reputazione. I più sono convinti che noi siamo parenti stretti dei vampiri, e che anche noi succhiamo il sangue agli uomini e a certi animali come le mucche -
- Tu dici che questa è soltanto una leggenda? E come mai si dice che il vostro amico Drakula sia veramente esistito, nella Valacchia, in Romania, quattro o cinque secoli fa? E che il suo nome sia Vladimiro III conte di Valacchia? E' solo leggenda? -
- Vedo che sei molto informato, Ermete, per un passero solitario. Tu, piuttosto, perchè te ne stai sempre solo sul finestrone di questo campanile? Io ogni tanto ci provo a venire in contatto con la gente, ma tu...-
- Anche la mia è un po' una leggenda, sai - rispose il passero Ermete. - Un grande poeta italiano dell'Ottocento, Giacomo Leopardi, mi dedicò una bellissima canzone paragonando la sua solitudine con la mia, e da allora tutti mi hanno preso per un passero triste e sconsolato. Ma non è proprio così, sai? Io ho tanto di moglie e figli, ma siccome fanno un po' troppa confusione, ogni tanto mi vengo a rifugiare su questo campanile per trovare un momento di pace.Tutto qui. Sai come sono fatti i poeti: tutto quello che dicono deve esser preso per oro colato -
Il pipistrello Dimitri rimase un attimo pensieroso. - Vedi? Sei d'accordo con me. Si creano delle leggende metropolitane e non si sa perché. Io non ho mai bevuto sangue, né di uomo né di mucca -
- Mi dispiace per te, Dimitri. Però devi ammettere che il tuo aspetto non è per niente rassicurante, con quelle ali aguzze e quegli occhietti cattivi. Poi, quel vostro dormire a testa in giù, tutti attaccati al soffitto delle grotte! E il vostro stridio improvviso, e lo svolazzare frenetico, e la fuga in massa, quando una luce potente vi sveglia dal sonno. Mamma mia: é pauroso, lasciamelo dire! Come è possibile aver paura della luce del sole? -
- Che cosa ci possiamo fare? Il Creatore ha voluto farci così. Forse davvero abbiamo il compito di mettere paura alla gente -
- Sì, almeno a quella gente che ha una cattiva coscienza. Io sto in pace con la mia coscienza, e la paura che mi puoi mettere dura soltanto un attimo. Ciao, Dimitri, non aver rancore verso di me -
- Ciao, ciao, Ermete! Ora sai che non sono cattivo, che noi pipistrelli non siamo poi tanto malvagi. Aiutiamo anche gli uomini, nelle campagne, a divorare e distruggere gli insetti che rovinano le piante. Siamo un po' brutti, è vero. Ma mica è colpa nostra -
E sbattendo le sue ali così spaventose, Dimitri si allontanò nella notte.
- Ci vuole un bel coraggio, a non aver paura di lui!- si disse il passero Ermete con un sospiro di sollievo.
La prima sensazione del passero fu quella di paura. Il pipistrello gli si era accostato tanto da sfiorarlo, perchè la loro vista non è proprio delle migliori e si accorgono di una presenza o di un ostacolo solo all'ultimo secondo.
-Mi hai messo quasi paura, Dimitri - disse quando lo riconobbe.
- Sono le sette di sera, e questa, in autunno, è la nostra ora - rispose il pipistrello, sempre svolazzando.
- Sì, lo so, voi uscite solo quando è buio, e questo mette un po' di paura alla gente - riprese il passero Ermete.
- E' vero: girano tante brutte leggende intorno a noi, ed abbiamo una cattiva reputazione. I più sono convinti che noi siamo parenti stretti dei vampiri, e che anche noi succhiamo il sangue agli uomini e a certi animali come le mucche -
- Tu dici che questa è soltanto una leggenda? E come mai si dice che il vostro amico Drakula sia veramente esistito, nella Valacchia, in Romania, quattro o cinque secoli fa? E che il suo nome sia Vladimiro III conte di Valacchia? E' solo leggenda? -
- Vedo che sei molto informato, Ermete, per un passero solitario. Tu, piuttosto, perchè te ne stai sempre solo sul finestrone di questo campanile? Io ogni tanto ci provo a venire in contatto con la gente, ma tu...-
- Anche la mia è un po' una leggenda, sai - rispose il passero Ermete. - Un grande poeta italiano dell'Ottocento, Giacomo Leopardi, mi dedicò una bellissima canzone paragonando la sua solitudine con la mia, e da allora tutti mi hanno preso per un passero triste e sconsolato. Ma non è proprio così, sai? Io ho tanto di moglie e figli, ma siccome fanno un po' troppa confusione, ogni tanto mi vengo a rifugiare su questo campanile per trovare un momento di pace.Tutto qui. Sai come sono fatti i poeti: tutto quello che dicono deve esser preso per oro colato -
Il pipistrello Dimitri rimase un attimo pensieroso. - Vedi? Sei d'accordo con me. Si creano delle leggende metropolitane e non si sa perché. Io non ho mai bevuto sangue, né di uomo né di mucca -
- Mi dispiace per te, Dimitri. Però devi ammettere che il tuo aspetto non è per niente rassicurante, con quelle ali aguzze e quegli occhietti cattivi. Poi, quel vostro dormire a testa in giù, tutti attaccati al soffitto delle grotte! E il vostro stridio improvviso, e lo svolazzare frenetico, e la fuga in massa, quando una luce potente vi sveglia dal sonno. Mamma mia: é pauroso, lasciamelo dire! Come è possibile aver paura della luce del sole? -
- Che cosa ci possiamo fare? Il Creatore ha voluto farci così. Forse davvero abbiamo il compito di mettere paura alla gente -
- Sì, almeno a quella gente che ha una cattiva coscienza. Io sto in pace con la mia coscienza, e la paura che mi puoi mettere dura soltanto un attimo. Ciao, Dimitri, non aver rancore verso di me -
- Ciao, ciao, Ermete! Ora sai che non sono cattivo, che noi pipistrelli non siamo poi tanto malvagi. Aiutiamo anche gli uomini, nelle campagne, a divorare e distruggere gli insetti che rovinano le piante. Siamo un po' brutti, è vero. Ma mica è colpa nostra -
E sbattendo le sue ali così spaventose, Dimitri si allontanò nella notte.
- Ci vuole un bel coraggio, a non aver paura di lui!- si disse il passero Ermete con un sospiro di sollievo.
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